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Titolo: SILENT HILL 4: THE ROOM
Casa editrice: KONAMI
Anno: 2004
Categoria: VIDEOGIOCHI: Playstation 2
Numero giocatori: 1
Versione: ITA
Genere: vario...
Prezzo: w gli Euro

Scritta dall'Utente:

mat1989 scrivi - profilo

``due anni fa henry townshend si trasferì nell`appartamento 302 di south ashfield heights...``
 
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Recensione
Clicca per ingrandire La Konami ha deciso di cambiare stile: Silent Hill: The Room, quarto episodio di una magnifica, forse la migliore, saga horror degli ultimi tempi, è molto diverso dalle avventure di James Sunderland, di Harry Mason, o la giovane Heather.
Anticipata questa notizia da parecchi mesi prima della sua uscita, Sh4 narra le avventure di Henry Townshend, un anonimo tizio (come da programma) che da cinque giorni non riesce più ad uscire dal proprio appartamento, il 302. La porta principale è sbarrata da una lunga fila di catene, che sembrano fissate al muro da un'eternità; le finestre che danno sul cortile e l'ala di fronte del condominio sono sprangate, e non lasciano trasparire suono; la televisione e la radio non danno segni di vita; l'intero appartamento è grigio, silenzioso, tetro, amorfo. Ogni notte Henry ha uno strano incubo, che si ripete identico, nei minimi dettagli, qualsiasi volta che lui chiude gli occhi. Al quinto giorno, Henry trova un buco nel bagno. Pensando che sia una via d'uscita (per dove, non si sa, ma almeno fuori da quelle quattro mura), si fa coraggio e passa attraverso, in un altro mondo, a Silent Hill. Il destino del protagonista andrà a collimare con nuovi personaggi, tutti uniti insieme da un unico filo: una serie di cinque numeri, per ognuno. Una lista. Cosa c'entra Henry con tutto questo? Da dove viene quel buco, che continua ad allargarsi regolarmente, inghiottendo le maioliche decrepite? Chi è Walter, quella spettrale apparizione? Cosa ci fa un innocentissimo bambino, sperduto in più di un luogo che Henry visita? C'è una logica, in quest'ordine?
La prima innovazione, una delle più profonde, è l'appartamento, da considerarsi quasi come un personaggio ai fini della trama e della struttura di gioco. Henry è obbligato a farci tappa, ogni volta che affronta un nuovo viaggio, per salvare la partita, liberarsi degli oggetti di troppo ed osservare altri nuovi sviluppi inerenti alla trama. L'appartamento non è quasi mai lo stesso che ci lasciamo alle spalle; è mutevole, nel corso del tempo, instabile. Si riempie di nuovi dettagli che dobbiamo tenere a mente e scoprire con il colpo d'occhio ed emana una stupenda aura di "vivo", di pericolo. Alla fine cos'è più sicuro, il mondo di Silent Hill, con i suoi mostri, i suoi corridoi oscuri, i suoi suoni ovattati, o la pesante atmosfera di quattro placide mura, che sembrano squadrarci mentre camminiamo al loro interno, intrappolati?
Il gioco si divide in due parti ben distinte: dentro e fuori la casa di Henry Townshend. Nel prima prima parte, una inedita visuale in prima persona ci permette di osservare dettagli ed avere una maggiore mobilità all'interno di uno spazio angusto. Le interazioni che possiamo fare sugli oggetti della casa non sono tantissime, come spiare(dalla finestra, dallo spioncino della porta, da un buco nel muro nell'appartamento accanto)e analizzare gli oggetti, e il sistema di comando in prima persona è legnoso e poco immediato, ma sono dettagli di scarsa importanza. Questa nuova idea da parte della Konami funziona abbastanza bene per infondere il giusto stato d'animo che serve per giocare ad un Silent Hill che si rispetti. Il problema forse è che spezzetta troppo le fasi d'azione in terza persona, l'originale giocabilità della serie, in una serie di "livelli", se mi concedete così di chiamarli, ognuno con un tema, uno scopo e una serie di enigmi talvolta banali, talvolta ingegnosi. Il menù classico è stato eliminato, con la possibilità di selezionare gli oggetti in diretta tramite un inventario in basso, in sovrimpressione. Gli oggetti di troppo vengono lasciati in un baule (scelta deprecabile e poco originale -persino i Resident Evil più recenti si sono stancati-) nell'appartamento, e c'è una scelta meno varia riguardo le armi da fuoco, prediligendo invece armi bianche e contundenti, come un ascia o...una mazza da golf, abbastanza fragile. Dimenticatevi l'impenetrabile nebbia, la radio rompiscatole, l'oscurità impossibile da fendere anche con la classica torcia...Silent Hill 4 rivoluziona tutto, e ci offre un'esperienza differente.
Il motore grafico è stato cambiato, compreso lo stile e l'atmosfera dei dungeon, e mostra contemporaneamente meglio e peggio di sè nelle sue duplici vesti. Nella visuale in prima persona svolge il proprio lavoro benissimo, rappresentando le varie stanze con minuzia nei dettagli e con grande solidità; i visi dei personaggi, e le loro espressioni, sono realistiche e convincenti; l'effetto grana, tipico dei SH, aiuta ad alienare ed allo stesso tempo smussa anche gli angoli meno perfetti. Anche i filmati, in grafica di gioco, non ottimi ma non eguagliano il terzo episodio. Una caduta si ha invece quando Henry si trova faccia a faccia con Silent Hill, in terza persona. Il personaggio in azione è dettagliato ma non ha l'andatura realistica degli altri episodi (correre lo rende buffo, è una mia impressione?), non tutti i luoghi colpiscono il segno (la foresta, in primis, mentre le altre si risollevano, specialmente gli appartamenti e la prigione; discreta la metropolitana), i mostri sono goffi e poco originali, a partire dai soliti cani, questa volta dalla lingua esagerata, per finire con gli esseri dalla doppia testa (una delusione), le pareti vive e gli imbarazzanti orangutan, che il manuale chiama Rubber Face, ad eccezione dei fantasmi, o Victims, tetri e soprendenti.
L'intero gioco predilige leggermente l'azione, al posto della ricerca o la suspance, impostando una linea da seguire obbligatoriamente per giungere alla fine del gioco. Meno possibilità di perdersi, meno "sento ma non vedo", più randellate, meno Silent Hill. Arrivati circa a metà gioco, la trama ci obbliga a ripercorrere i dungeons precedenti, dall'inizio alla fine, prima di incombere in uno dei cinque finali (ordinati ovviamente dal più brutto al più ottimista) intorno alle otto, nove ore di gioco ideali. D'accordo che cambiano enigmi, mostri, e situazioni, ma un luogo già visto è un luogo già visto: alla lunga stanca, dà un senso di ripetizione e inappagamento. Fattore positivo rimane una sceneggiatura furbissima nel accennare colpi di scena e nello sviare lo spettatore, pregna di idee macabre e ingegnose, una quantità di personaggi superiore rispetto ai capitoli precedenti, tutti credibili e ben strutturati e diversificati; alla fine è proprio la trama a spingere per proseguire, quando forse lo stile e la giocabilità, questa volta, lo permettono meno.
Nota positiva la colonna sonora, puntuale ed interessante, trainata dalla canzone "Room of Angels", di una dolcezza inaspettata.
Voti
Grafica: 8.5
Audio: 9
Originalità: 9
Giocabilità: 8
Longevità: 8.5
Difficoltà: 9
VOTO GLOBALE: 8.5


Commento finale
I PRIMI DIECI MINUTI:
Il risveglio del protagonista nel proprio appartamento, in preda ad un macabro incubo, distorto e cadente, e...un falso allarme per fortuna. Il gioco vero arriva ora.
ALTRI GIOCHI:
Forbidden Siren: >>Vedi Recensione - acclamato come il nuovo rivale di Silent Hill, un bel gioco che soffre purtroppo di un gameplay non molto brillante.
Silent Hill 2: Alla fin fine, il migliore SH per Playstation 2.
Resident Evil 4 (gamecube): Anche RE cambia faccia! Ma a lui riesce molto meglio...esclusa forse una trama sonnacchiosa.
COMMENTO FINALE:
La Konami ci ha dato un Silent Hill che rivoluziona lo stile di questa serie. Il problema di longevità del terzo è stato curato, ma a parte questo, non trovo altri punti favorevoli. Onore al coraggio di avere cambiato finalmente una formula funzionante ma, ovvio, con i suoi anni, a discapito di un risultato globale inferiore alle aspettative. Il gioco funziona a metà, a cavallo fra idee insulse, una grafica inferiore, mancanza di stile per via del cambiamento, un peggiore coinvolgimento di gioco per ripetitività, e fra qualche sporadica genialata, una colonna sonora efficace, una trama lunga, stratificata ed interessante, e il nome che si porta dietro dal 1999.
A conti fatti, ci troviamo di fronte il Silent Hill meno appassionante della serie, fino ad ora. Niente di così scarso da infangare la saga Konami, ma, forse, un piccolo tonfo nell`acqua, buono ma deludente, ancora recuperabile.
Per saperlo, dovremmo aspettare la PlayStation 3, e Silent Hill 5.

 
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