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Titolo: RINGU
Casa editrice: ..
Autore: HIDEO NAKATA
Anno: 1997
Categoria: FILM GIAPPONESI: Fantasy-Horror
Formato: Tv
Versione: ITA
Durata: ...
Prezzo: ... Euro

Scritta dall'Utente:

ryo76 scrivi - profilo

arriva dal giappone il film più terrificante degli utlimi anni
 
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Recensione
Clicca per ingrandire Una leggenda metropolitana riguarda l’esistenza di una videocassetta maledetta: chiunque la guardi è destinato a morire 7 giorni dopo. Questa è la sorte che capita a una ragazza, che dopo aver confessato a un’amica di aver visto il contenuto di quel nastro, muore di paura con una terrificante espressione di terrore sul volto. La zia della ragazza decide di investigare sull’inspiegabile morte della nipote e sulla misteriosa vhs. Una volta trovato e guardato quest’ultima, riceve una telefonata che le preannuncia la morte entro una settimana.
Tratto da un romanzo di Suzuki Koji è forse l’horror più inquietante degli ultimi anni. La fama di Ringu è giunta a noi purtroppo solo grazie al remake americano girato da Gore Verbinski, nettamente inferiore all’originale. Ma di questo parlerò più avanti.
In questo film troviamo fin da subito gli elementi che caratterizzano tutti o quasi i lavori di Hideo Nakata: la presenza fisica ma anche simbolica (nascita-morte) dell’acqua, la tensione crescente indotta nello spettatore senza l’utilizzo di sangue o scene splatter (anche se il make-up dei volti delle vittime è letteralmente da infarto), gli affetti familiari, il trauma, i fantasmi. Pensando a un altro film di Nakata, il già recensito Dark Water, si può notare come questi elementi si presentino puntualmente anche se riamalgamati in una trama diversa.
Il punto di forza di Ringu è l’atmosfera, carica di tensione, che induce nello spettatore la sensazione che qualcosa di terrificante stia per accadere; una tensione fatta di rumori, sussurri e dalle agghiaccianti apparizioni di Sadako, che in Giappone è diventata una vera e propria icona del cinema horror al pari dei grandi boogeyman americani come e forse più di Freddy Kruger, Jason, Michael Myers o Leatherface. Ottime anche le musiche. Il film di Nakata in patria ha avuto un successo enorme, tanto da lanciare una nuova moda e ispirare un’ondata di film horror da tutto l’Oriente.
Ho lasciato per ultimo il paragone con il remake americano The Ring. Come già preannunciato, l’originale risulta praticamente in tutto e per tutto superiore a partire dalla locandina, anche se nella parte della protagonista Naomi Watts (già vista in Mulholland Drive di David Lynch) se la gioca alla pari con la collega giapponese; non c’è gara invece fra le due bambine fantasma: Sadako fa mooolta più paura di Samara. La sceneggiatura del film di Verbinski risente inoltre di molti buchi e passaggi confusi, visto che molte scene dell’originale sono state decurtate. In molti non hanno capito bene il finale, la cui esatta ricostruzione è lasciata più all’elasticità mentale dello spettatore che a un’esauriente spiegazione come avviene nell’originale di Nakata. L’unico punto a favore del remake è forse la maggior accuratezza della fotografia, ma in tutto il resto è inferiore e di molto pur essendo un film discreto.
Oltre al remake americano, Ringu vanta anche un remake coreano (The Ring virus), un seguito non ufficiale (Rasen) e due seguiti (Ring 2 e Ring 0, anche se quest’ultimo è in realtà un prequel). Se non avete Tele+ per gustarvi la trilogia “ringhiana” avrete presto la possibilità di gustarvi i Dvd, sperando che tra gli extra sia compreso il filmato in versione integrale della famigerata videocassetta, così come nel Dvd in lingua originale.
Voti
Regia: 9.5
Sceneggiatura: 10
Effetti speciali: 9
Attori: 8.5
Storia: 10
Musiche: 9
Adattamento italiano: 8
Doppiaggio: 6.5
Originalità: 10
VOTO GLOBALE: 9.5


Commento finale
Da vedere senza esitazioni, possibilmente in una notte buia e tempestosa. Se avete visto il The ring americano al cinema, dimenticatelo! Dopo aver visto Ringu farete sonni molto meno tranquilli e certo non vi dimenticherete di Sadako.

 
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