Recensione
Il violento detective Nishi conduce una vita difficile, la moglie è malata di leucemia ed perseguitato dai sensi di colpa: per aver involontariamente causato l’ invalidità dell’ amico Horibe, costretto su una sedia a rotelle, e per la morte di un altro collega, morto in una cruenta sparatoria alla quale ha assistito, impotente.
Per aiutare Horibe e la vedova del poliziotto ucciso, Nishi chiede un prestito a uno strozzino yakuza. Ma per saldare il debito è costretto a rapinare una banca..
Hana-bi è la scomposizione di una parola che unita significa “fuochi d’artificio”, mentre scomposta diventa il simbolo di una contrapposizione tra “Hana”, ovvero fiore, simbolo di vita e “Bi” ovvero fuoco, simbolo di morte. Un contrasto che nel film è tutto sulle spalle di Nishi (interpretato magistralmente dallo stesso Kitano), il cui amore per la moglie rappresenta tutto ciò per cui vale la pena di vivere, ma che porta sulle sue spalle un destino fatto di morte.
Premiato con il Leone d’oro a Venezia nel 97, è un film complesso, violento, caricato di tensioni che si diluiscono in sequenze lente, quasi oniriche, capace di svariare, passando da una sensazione all’altra (gioia, disperazione) e da una situazione all’altra (violenza,sorriso) senza soluzione di continuità, in una girandola di sparatorie, uccisioni e momenti di serenità, quasi bucolica.
Emblematici i lunghi e frequenti silenzi, che caricano di significati la gestualità dei personaggi e creano un’ atmosfera straniata e straniante.
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Voti
Regia: |
10 |
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Sceneggiatura: |
10 |
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Effetti speciali: |
7 |
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Attori: |
8.5 |
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Storia: |
10 |
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Musiche: |
8 |
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Adattamento italiano: |
non classificabile |
Doppiaggio: |
non classificabile |
Originalità: |
10 |
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VOTO GLOBALE: |
10 |
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Commento finale
Il sontuoso capolavoro dell’ eclettico Kitano. Da vedere e rivedere. |
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