Recensione
Questo gioco, sviluppato nel 2011 e uscito in Italia a marzo del 2012, corona il sogno di tutti i fan sfegatati di Saint Seiya.
Picchiaduro, ma in particolare un musou (come Kenshiro: Fist of the North Star, per esempio), questo gioco si divide in varie fasi: nella prima (la così detta "Modalità Storia") vestirete i panni dei 5 Cavalieri di Bronzo e ripercorrerete la fatidica scalata alle 12 case. Ogni casa rispecchia perfettamente la battaglia del manga/anime: contro Toro sarete Pegasus, contro Gemini Andromeda e così via. La narrazione risulta però essere un po' scarna: solo un fan della serie può gustarne a pieno l'andatura, poichè non sono spiegate cose essenziali come il perchè Dragone sia cieco e così via.
Una volta completata la modalità Storia, si sbloccano una grande quantità di personaggi nuovi (alcuni però solo acquistabili come DLC al prezzo di 4,99 € l'uno, come Rhadamanthys). Questi personaggi saranno poi utilizzabili nella seconda modalità, ovvero la classica modalità Sopravvivenza, in cui affroneremo uno dopo l'altro i Cavalieri d'oro a gruppi di 3. Si potrà decidere di affrontarla in singolo, oppure a due giocatori, partecipare al percorso classificato online oppure offline.
Questo rende a mio parere la longevità del gioco praticamente infinita.
Vera perla di "La battaglia del santuario" è però l'audio: dalla sigla originale di Pegasus Fantasy, al parlato completamente in giapponese: e, tralasciando le bruttissime traduzioni sottostanti in italiano, è meraviglioso sentire Seiya gridare "Pegasasu Ryu Seiken!" quando lancia un attacco. Per i veri appassionati, è davvero da puri brividi. |
Voti
Grafica: |
7,5 |
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Audio: |
10 |
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Originalità: |
7 |
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Giocabilità: |
9 |
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Longevità: |
10 |
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Difficoltà: |
7 |
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VOTO GLOBALE: |
8.5 |
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Commento finale
A chi non ha mai apprezzato Saint Seiya, questo gioco non farà certamente cambiare idea. Per gli appassionati però, è una vera chicca: poter prendere il comando del proprio Gold Saint preferito (che emozione per me guidare Saga e Shaka!). Per questo il mio giudizio da appassionata non riesce ad essere obbiettivamente inferiore all'8... e se non fossi stata obiettiva, un bel 9 non glielo avrebbe tolto nessuno. |
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