Risp. x squall-leon81
data: 21/05/14
scritto da: atlas profilo
Il problema non sono le recensioni prezzolate (una fesseria che distoglie dalle vere modalità di sponsorizzazione, ben più becere e insidiose) bensì la mentalità di giudizio viziata da uno schema oramai a dir poco inadeguato, obsoleto. Certo, i grossi publisher detengono grandi poteri in qualità di inserzionisti pubblicitari (basti pensare ad alcuni celebri licenziamenti, non ultimo lo scandalo che ha coinvolto Gerstmann, Eidos e GameSpot) ma a me preoccupa maggiormente la sudditanza implicita e psicologica dei piccoli-medi portali che tendono al voto alto pur di non perdere l'invio dei codici aggratis. Senza ovviamente considerare l'abbattimento della professionalità, non un requisito per scrivere online di videogiochi (tastiera e mouse sono più che sufficienti per trasformare l'ignoranza e l'assenza di cultura in perfetti redattori dalle puntuali scadenze). Per il resto, fino a quando si ragionerà in termini numerici relativi ai comparti stagni grafica-sonoro-giocabilità-longevità si avrà una sequela di opinioni uniformate fra loro. L'oggettivismo è una chimera utile a chi non ha nulla da dire; ben venga l'individuo che elogia un gioco ritenuto pessimo da tutti gli altri, ben venga il libero pensatore che stronca il solito capolavoro annunciato. Alla fine ciò che rimane sono gli argomenti motivati. Personalmente nutro grandissima nostalgia nei confronti delle riviste cartacee scritte da persone che sapevano fare il loro mestiere.

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