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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: IL POTERE DIVINO
Genere: Sentimentale, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: bellaswan92 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/04/2008 11:42:31 (ultimo inserimento: 02/07/08)

Mel e la sua storia per scoprire il suo vero potere affiancò al bellissimo angelo Marco......Leggete vi prego!!!XD
 
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UN GIORNO DIVERSO DAGLI ALTRI
- Capitolo 1° -

We!!vi prego leggete e commentate poi se volete che continui ditemelo!!(accetto commenti belli e brutti!!!


Capitolo 1
Un giorno diverso dagli altri


Era lunedì mattina e come sempre ero svegliata dal dolce profumo di muffin al cioccolato che amavo tanto e dalla luce del sole che entrava dalla mia finestra senza bussare. Ma quel giorno era speciale, era il giorno del mio sedicesimo compleanno. Quanto l’ho aspettato, mi sveglio che ancora non ci credo: gli alcolici gratis, le feste sino a tardi, le discoteche; tante piccole cose che fanno felice una ragazza. Ma la cosa più bella è che tutti i tuoi amici ti fanno gli auguri e hanno attenzioni solo per te. Queste sarebbero le cose che fanno felice qualsiasi ragazza che compia 16 anni. Ma io sono diversa dalle altre ragazze. Io non amo le feste sino a tardi o le discoteche preferisco leggere un bel libro fantastico o ascoltare la musica punk fino alla pazzia. In quanto agli auguri probabilmente riceverò solo quelli dei miei due amici; sarà perché a scuola mi ritengono una poco di buono o una che sa solo attaccare briga, solo perché sono una dark naturale e incuto terrore. Scemenze. Mai giudicare un libro dalla copertina. Sono sicura che la cosa che fa più paura ai miei compagni di scuola sono i miei occhi color sangue che si riflettono nella mia pelle innaturalmente bianca come se non fosse mai stata esposta alla luce del sole. Ma a dirla tutta, io odio il sole e la sua luce infinitamente calda. Una cosa strana se abiti in un villaggio dove l’inverno è come se fosse primavera e d’estate sembriamo su Venere, dove non piove che pochi giorni l’anno o dove ti ritengono una pazza scatenata omicida anche quando non esci che poche ore il giorno, dove tutto è innaturalmente verde e le ragazze che ti guardano di sottecchi ti maledicono qualcosa alle spalle. L’unica cosa positiva è che ho due amici che mi vogliono veramente bene e che hanno capito che non sono un mostro mangia umani. Ma non ci sono nata in questo paese, in realtà non so proprio dove sono nata. Mia madre ripete sempre che me lo racconterà prima o poi ma ormai ho smesso di chiederglielo mesi fa perché ho capito che non lo farà mai. Dopo tutti questi pensieri strizzacervello riesco finalmente ad alzarmi dal letto e andare incontro a quel giorno che mi cambierà la vita per sempre. Scendo le scale lentamente, senza fare alcun rumore così la mamma non mi salterà addosso facendomi gli auguri. È sempre stata molto allegra, perlomeno da quando la conosco. Cerco di passare per la cucina senza farmi vedere ma pochi secondi sento due braccia stringermi da dietro e una voce che mi urla nell’orecchio:
<<Auguri Mel!Finalmente 16 anni>>la mamma, dovevo immaginarmelo.
<<Si si lo so mamma, lo so>>dissi un po’ annoiata.
<<Non sei contenta? È un età molto importante>>disse cercando di convincermi. Quasi lo faceva. Era una cosa strana ma quando la guardavi nei suoi occhi fuori del normale ti perdevi e non ragionavi più. Erano davvero fuori del normale, avevano la pupilla completamente bianca e l’iride color porpora scuro.
<<Va beh…mi potresti lasciare ora? Sono abbastanza in ritardo da andare a scuola>>.
<<Si certo scusami. Ma quando torni ti devo dare un bel regalo>>disse contenta.
<<Certo mamma. Ciao.>>
<<Ciao mia Mel>> e uscì di corsa per andare al lavoro.
Dopo aver mangiato i miei tre muffins con scaglie di cioccolato fondente andai di corsa in bagno per prepararmi a una giornata infernale. Mi feci una bella doccia rilassante e uscita dal bagno pettinandomi i capelli notai una strana ciocca argentata spuntarmi da dietro l’orecchio ma abbastanza chiara da poter essere vista a occhio umano.
<<Ma che diavolo…>>e la rigiravo nelle mani.<<Starò invecchiando prima del tempo>> e con grande non curanza mi continuai a pettinare.
Dopo essermi truccata con i soliti colori, nero e rosso, corsi di fretta in salotto a prendere la borsa per uscire da scuola e affrontare quella che per me sarebbe stata la più ardua giornata della mia vita.
***
Come ogni giorno nella strada che portava a scuola incontrai Emma, la mia migliore amica, e Luca, suo fratello, che mi inseguivano per raggiungermi e andare a scuola insieme. Emma era una ragazza molto carina con lunghi capelli color cioccolato e occhi di un azzurro acceso, era poco più alta di me ma non lo dava a vedere; invece Luca era un ragazzo molto bello: capelli chiari, occhi verdi, alto e praticamente uno spettacolo da guardare. Forse era il sogno di ogni ragazza nella scuola ma nessuno capiva perché uscisse con la sorella e con “Mel la Pazza”; infatti, essendo il capitano di calcio della squadra della scuola poteva avere tutta la popolarità e le ragazze che voleva ma a lui era troppo gentile e troppo buono di animo per essere così egoista.
<<Ciao Mellina!>> disse Emma con un gran sorriso stampato in faccia. Odiavo quel nome, ma non serviva a niente dirle cosa perché non mi ascoltava.
<<Ciao Mel!>>continuò Luca con la sua voce calma, fissandomi.
<<Ciao ragazzi! Ci siete arrivati fino a me vedo>> dissi con una strana voce.
<<Potevamo aspettare di arrivare a scuola per farti gli auguri? E poi Luca voleva darti il nostro regalo di persona quindi ci siamo fatti una bella corsa. Ma cosa più importante: non potevo andare a scuola senza la mia Mellina>> e Emma mi saltò addosso così forte che persi l’equilibrio e Luca mi prese al volo.
“Che riflessi pronti!”pensai e rimasi un po’ perplessa. Riuscii a malapena a sillabare un grazie che notai uno strano ragazzo con i capelli argentati e una strana luce intorno che mi fissava come se mi conoscesse da sempre e anche un po’ sorpreso. Io continuavo a guardarlo rapita dal suo sguardo magnetico ma un attimo dopo svanì e io tornai alla realtà.
<<Ora puoi anche staccarti da me>>disse Luca leggermente rosso in viso, forse per lo sforzo.
<<Oh scusami tanto, ma sai anche tu quanto tua sorella può essere esuberante in certi momenti>> e mi rialzai vedendo Emma avanzando saltando da una parte all’altra.
<<Comunque questo è per te>> disse Luca imbarazzato porgendomi un pacco che doveva contenere il mio regalo.
<<Su aprilo Mellina>> disse Emma sbucando dal nulla e spaventando Luca.
<<Aspetterò di essere a casa se non vi dispiace, ormai siamo arrivati a scuola>> e infilai il pacco nella mia borsa dell’Eastpack sgualcita e pasticciata.
<<Va bene ma vogliamo esserci quando lo farai>> esclamò Emma e non potevo dirle di no, poverina era così entusiasta di vedermi.
Svoltammo l’angolo e subito fummo davanti a scuola ma i miei pensieri ormai si erano spostati allo strano ragazzo che poco prima mi guardava misterioso e che un attimo dopo era sparito nel nulla. Ogni passo che facevo continuavo a chiedermi se era stata solo una visione del momento o solo un ragazzo curioso che guardava la scena.
<<Pensierosa oggi, eh?>> chiese Luca guardandomi.
<<Un po’, ma niente di importante ora bisogna prepararsi all’inferno>>.
E un po’ titubante attraversai il cancello della scuola affiancata dai miei unici amici e con la strana sensazione che tutti mi fissassero da testa a piedi.
<<Mellina te ne sei accorta che tutti ci fissano più del solito?>> mi chiese Emma con voce nervosa.
<<Semmai fissano me, devo essere più strana del solito>> e mi diressi noncurante verso l’entrata pensando ancora allo strano ragazzo con i capelli argentati.
Cinque minuti dopo suonò la campana ed entrai in classe al solito posto in fondo all’aula da sola ma successe una cosa strana appena entrò la professoressa di Lettere in classe.
<<Ragazzi devo presentarvi un nuovo studente arrivato da Nord, si chiama Marco e starà con noi solo per poche settimane>> disse la professoressa <<Puoi andare a sederti vicino a Melania, ragazzo>>.
Non credevo ai miei occhi, il ragazzo che si stava avvicinando era lo stesso della strada, lo stesso che mi ha rapito con lo sguardo solo un quarto d’ora prima, lo stesso che ora si sedeva accanto a me.
<<Ciao, tu devi essere Melania, piacere io sono Marco>> mi disse gentile appena seduto.
<<Puoi chiamarmi Mel, piacere>> esclamai rapita dalla sua innaturale bellezza. Solo ora notai che i suoi occhi erano blu come lo zaffiro e i suoi capelli argento somigliavano vagamente alla ciocca che stamattina era sbucata dal nulla. Cercando di non farmi vedere spostai i capelli per nascondere la ciocca e evitare strane domande.
L’ora passo veloce e Marco rimase per tutto il tempo zitto e con lo sguardo perso nel vuoto, anche se lo sorpresi a fissarmi mentre prendevo appunti. Al suono della campanella Marco si alzò e mi salutò con voce suadente: <<Ci vediamo Mel>>.
Emma mi aspettava fuori dalla porta e notò il ragazzo con i capelli di argento salutarmi e guardarmi e così iniziò a parlarmi.
<<Waooo! Ma l’hai visto? È una bellezza! Te lo stai mangiando con gli occhi>> disse Emma sorridendo.
<<Ma…ma cosa dici lui non mi piace! E poi rimane poco tempo in città!>> risposi stranamente accaldata. Ero arrossita. Non mi era mai successo.
<<Sei arrossita Mellina, non negare l’evidenza! Lui ti piace l’ho notato dal tuo sguardo!>> esclamò contenta.
<<Va beh dai ne parliamo più tardi ora sta arrivando Maria>> dissi velocemente.
Maria era la tipica ragazza Sono-Tutto-Io-Dovete-Inchinarvi-A-Me con la sua banda di amiche pettegole. Per quanto ne so ce né una in ogni scuola e sono sempre quelle vestite con tanti strass e roba di marca.
<<Ecco Mel-La-Pazza e la sua amica>>disse acida seguita dalle patetiche risatine delle sue amiche.
<<Abbiamo fretta Maria, vedi di lasciarci in pace per oggi>> risposi con disprezzo.
<<Stai diventando vecchia Mel, vedo che hai una ciocca bianca in testa o l’hai fatta per sembrare ancora più strana?>> disse mentre mi sfiorava i capelli. Ora la rabbia stava salendo. Doveva smetterla. Sentivo uno strano calore percorrermi la schiena e ad un tratto la mia vista diventò tutta rossa e stranamente sensibile al calore umano. Mi sentivo tremare e non controllavo più la mia rabbia, mi sentivo esplodere e volevo attaccare Maria, staccarle le braccia, e nutrirmi con la sua linfa vitale e la sua carne. Cercavo di trattenermi e non attaccare nonostante ormai le sue parole e i suoi insulti si facevano più forti e la ragione andava via via sparendo man mano che sentivo la sua voce. Ero sul punto di attaccarla come una leonessa davanti alla sua preda ma ad un tratto una strana e forte luce bianca si mise di fronte a me e i miei sensi e la mia ragione tornarono. La rabbia si placava e uno strano senso di pace invadeva il mio corpo facendo tornare i miei sensi. In pochi secondi riacquistai la vista e l’udito e lo strano senso di uccidere svanì insieme alla rabbia. Solo pochi attimi dopo mi accorsi che di fronte a me si era piazzato Marco e parlava con voce calma a Maria dicendole di lasciarmi in pace, che non era il momento degli insulti ma non seguii le parole successive perché svenii.
Mi ritrovai in infermeria con Marco che mi guardava e l’infermiera che preparava una strana medicina in una siringa. Solo alla vista del ragazzo con i capelli d’argento scattai in piedi ma mi ricoricai poco dopo sentendo un gran mal di testa e uno strano senso di nausea.
<<Stai bene Mel?>> chiese Marco con calma.
<<Oh si grazie, ma cos’è successo? Dov’è Emma? Perché sono qua?>> risposi confusa.
<<Non ti preoccupare, le domande le puoi fare dopo, ora devi riposare>> disse calmo.
Non obbiettai ero troppo stanca così rimasi sveglia solo per guardarlo, ma pochi secondi dopo ecco di nuovo lo strano senso di pace e la stanchezza mi riportò nel mondo dei sogni.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (0 voti, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
miladyofsorrows 16/05/08 19:59
Sociaaa se non la continui ti prendo a calci nel sederino U_U
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