A DIAGON ALLEY! - Capitolo 1° -
SALVE A TUTTI... IO SONO NUOVA DI QUI MA HO LETTO MOLTE STORIE CHE OGNUNO DI VOI HA SCRITTO... SONO STATE TUTTE BELLISSIME, MA PER SCRIVERE QUESTA FANFIC, MI SONO ISPIRATA AD UNA SOLTANTO, CHE PARLA DEI MALANDRINI... NON ESSENDO UN’ESPERTA IN CASI COME INVENTARE DELLE STORIE, HO CHIESTO AIUTO A DELLE COMPAGNE DI CLASSE... SAPPIATE CHE NOI CONTINUIAMO IL 7° LIBRO DI HARRY POTTER, QUINDI, NON SAPENDO CHE PERSONAGGI CI SONO, CE LI SIAMO UN PO' INVENTATI... BEH, ORA PERO' VI LASCIO ALLE NOSTRE STORIE, CHE SPERO VI PIACERANNO... BYE TONKS95, CRISTY95, LILY95 & TUTTA LA CLASSE!
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Hogwarts. Maestosa. Splendida. Illuminata da migliaia di candele... semplicemente meravigliosa! Sembrava un sogno, per Albus Severus Potter trovarsi lì dopo averlo desiderato per dieci lunghi anni. Ammassati tutti insieme nella Sala Grande, dal soffitto stellato, aspettando la decisione del Cappello Parlante. «Albus Severus Potter» Al, si sentì fremere: non voleva essere smistato nella casa di Serpeverde. Quello era il suo unico grande incubo, il suo unico peggior nemico! Pian piano, si incamminò al centro della Sala, per sedersi sul piccolo sgabello in legno che lo aspettava, si sedette e chiuse gli occhi pensando intensamente a Grifondoro come gli aveva suggerito il padre, ma... «Serpeverde!» Un urlo colossale fece tremare tutto il castello fin sotto alle fondamenta: «NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!»
Albus aprì i verdi occhi di scatto e si trovò davanti un sorriso smagliante, che gli fece fare un salto di tre metri, per poi cadere dal letto con un forte tonfo. «Oggi è il grande giorno, fratellino!» sghignazzò James Sirius Potter, osservando il fratello che si rialzava da terra massaggiandosi il fondoschiena dolorante: aveva gli occhi spalancati dalla paura ed era ancora molto scosso... era stato tutto un incubo! James, faccino ribelle, capelli neri scompigliati, teneva gli occhi marroni puntati sul letto del fratello minore, con sguardo ebete. Trattenne un lungo respiro e... quello che Al temeva, accadde: il fratello si accorse di una grande pozza sul letto... Eh si, il piccolo Severus, per la paura di finire nella casata di Serpeverde, si era fatto la pipì addosso! Una risata sguaiata fece tremare tutta casa Potter. La piccola Lily, ormai abituata a quelle scene tra il ribelle James e l’innocente Albus, si rigirò semplicemente nel letto, così che i suoi lisci rossi capelli le cadessero sul viso dalle guance rosee, abbracciando con dolcezza infantile il suo morbido orsacchiotto di peluche. Papà Harry e la moglie Ginny, invece, si limitarono a sospirare con fare scocciato: quei due non la finivano mai! James ridendo come un pazzo e asciugandosi una lacrimuccia, iniziò a stuzzicare il fratello con battutine a dir poco fastidiose:«Hey Sev, a scuola io non ho intenzione di essere preso in giro per colpa di un fratello che si fa ancora la pipì addosso. Per paura di cosa, poi? Dell’uomo nero?» «Piantala Sir...» sibilò Alby assottigliando gli occhi. Lo odiava quando faceva così, lo faceva imbarazzare. «Al, ha paura dell’uomo nero! Al, ha paura dell’uomo nero!» canticchiò James. Poi sempre intonando il motivetto, si rivolse al piccolo Sev: «SEI UN FIFONE! SEI UN FIFONE! GNE-GNE-GNE! PRRR!!!» Albus chiuse gli occhi ripensando a quello che il papà gli aveva detto proprio la mattina prima, dopo che quell’idiota di Jamie lo aveva vestito con abiti babbani femminili durante la notte. Gli aveva raccomandato di chiudere gli occhi e, anche se con molta fatica, cercare di farsi passar la voglia di spaccare le braccia a James, di trovare il modo migliore per scaricare la sua ira. Al, l’aveva trovato molto facilmente il modo per calmarsi... Oh si, aveva subito pensato ad una boccetta trasparente con del liquido rosa, poggiata sul comodino pronta per essere usata in momenti come quelli. Gli era stata regalata da George, suo zio, un burlone nato. «James, la vuoi smettere?!» ringhiò Al, con il tentativo di distrarlo e di avvicinarsi al suo comodino. «Ti fai ancora la pipì addosso? Cos’hai sognato: di perdere il treno per la scuola?» sghignazzò James, non accorgendosi che, nel frattempo, Albus Severus, si avvicinava alla boccetta e tendeva la mano per prenderla. Quando se ne accorse era già troppo tardi... Un grido acuto costrinse tutti i vicini di casa Potter a tapparsi le orecchie. Al, l’aveva combinata grossa! Rosa. I capelli di James erano diventati ROSA. Ma non un rosa normale, un rosa FOSFORESCENTE!!! La faccia scandalizzata del fratello maggiore fece ridere di cuore l’ormai colpevole Albus. La madre, spaventata, entrò in camera tutta scompigliata. «CHE DIAVOLO SUCCEDE QUI?» urlò, facendo sobbalzare i due ragazzi presenti. «James... che cosa hai fatto hai capelli? So... sono... diven... diventati ROSA!!!» sorrise Ginny. James guardò la madre che non riuscendo più a trattenersi si mise a ridere. «Si, si, ridi mamma! E adesso come faccio? Non posso mica andare a scuola così!» fece una smorfia indignato e corse in cucina, ignorando madre e fratello che continuavano a sghignazzare. Vide il padre, seduto a capotavola che stava leggendo la Gazzetta del Profeta, gustandosi una deliziosa colazione a base di brioches e biscotti con marmellata; dolci, come la splendida torta e i piccoli pasticcini fatti in casa, meravigliosamente buoni (merito di sua madre); una calda e dolce cioccolata e succhi di frutta. «Che hai fatto ai capelli? Se volevi cambiare look potevi avvisarci e dirci come li volevi tingere. Il rosa non ti dona. Forse dovevi scegliere un biondo o un rosso, così stavano bene con i tuoi occhi e con la tua pel...» disse Harry non distogliendo lo sguardo dall’articolo che stava leggendo. James fece girare gli occhi e, afferrando una brioche, rispose svogliato: «Pa’ ...on ...omin...are!» «...le. Non sto cominciando. E non parlare con la bocca piena. Dico soltanto che così...» e, con un colpo di bacchetta, fece diventare gialli i capelli del figlio, che per poco non si strozzava con la brioche. «...staresti molto meglio. Anche se...» fece per dare un altro colpo di bacchetta, ma James, preparato, si fiondò al collo del padre. «PA’ NON È DIVERTENTE! E POI NON SONO STATO IO A TINGERMELI, È STATO AL, CON LA BOCCETTA CAMBIA-COLORE CHE GLI HA REGALATO ZIO GEORGE!» urlò. «Va bene, va bene. Ora però staccati dal mio povero collo se no mi soffochi!» disse esasperato Harry.
Nel frattempo a casa Weasley... «Rose, sbrigati! Tuo padre non aspetta!» «Aspetta mamma! Sto cercando la molletta di zia Ginny! Le ho promesso che gliel’avrei restituita oggi!» «Glie la diamo dopo, non ti preoccupare! Stasera tanto vengono qui a cena! Ora scendi, dai!» gridò esasperata Hermione. «Arrivooo!» le rispose Rose, che in un batter d’occhio si trovò all’ingresso, accanto alla madre che sobbalzò, quasi si fosse smaterializzata. Ci teneva tanto la piccola Weasley ad andare a Diagon Alley: adorava il negozio di animali, il negozio di dolci ma soprattutto quello di scherzi di Lee Jordan. «dai Rose! Hugo e tuo padre sono già posizionati davanti al camino!» le urlò la mamma che andava a rispondere al telefono. «Ok mamma, ma tu non vieni?». «No, io devo preparare per stasera. Ma ora vai se no poi il papà si arrabbia, lui non capisce che noi donne abbiamo bisogno di tempo per prepararci!» disse Hermione alzando la voce e facendo in modo che Ron sentisse. «Giusto mamma!» rispose la piccola, che correva in soggiorno dal papà. «Finalmente Rose! Sai quanto ti abbiamo aspettato? Ma adesso non importa, siete pronti?». «Certo pa’!» risposero in coro i due fratelli.«Ma gli altri non vengono pa’?». «Ci raggiungono lì! Adesso possiamo andare Rose? Per Merlino, ma dobbiamo sempre impiegarci così tanto?» brontolò il padre, ma i piccoli già non lo ascoltavano più. Si stavano sistemando davanti al camino; era normale per loro fare quei viaggi strani, i bambini ci andavano fin da piccoli.
Casa Potter era stata soprannominata la casa del “sopravvissuto”. Harry e Ginny dopo il loro matrimonio, avevano deciso di ristrutturare e andare a vivere nella casa dei genitori di Harry, in un vicolo di Godric’s Hollow. Lì, tutti, provavano grande affetto per quella famiglia e per tutti i parenti e gli amici che si vedevano sempre in giro. I tre figli dei Potter erano da sempre piaciuti a tutto il vicinato e molto conosciuti in quel paesino: James era sempre stato molto amato dalle bambine della sua età, grazie ai suoi capelli neri sempre scompigliati e i suoi occhi marroni da cerbiatto (tutto il nonno). Il furbetto della famiglia, aveva cominciato fin da piccolo a girare per il paese con una banda di piccoli scalmanati che si mettevano sempre nei guai e Harry doveva sempre andare a tirarceli fuori. Ma che ci voleva fare? Erano solo bambini. Albus, il fratello più piccolo, era molto dolce e gentile con tutti e cercava l’ammirazione del fratello maggiore che lo prendeva sempre in giro. Anche lui non era da meno con le ragazze che morivano per i suoi capelli neri e i suoi occhioni verde perla; tra i due maschi era quello che assomigliava di più al padre che era sempre stato molto fiero dei suoi maschietti. La piccola Lily, era l’angioletto del padre, molto geloso di tutti gli ammiratori che bussavano alla porta. I suoi capelli rossi, lisci e lunghi ricordavano molto i capelli della nonna Lily, ma per via degli occhi marroni assomigliava moltissimo alla madre. «Mamma ma noi non andiamo a Diagon alley?» disse per la centesima volta Lily, «Certo Lily, quando siamo pronti ci andiamo. Ma non è che c’è qualcosa sotto?» rise Harry stupendosi della tanta voglia della figlia di andare in un posto così solito per loro. Lily si girò verso James che, come intuito: «già Lily, cosa c’è di diverso oggi?» ghignò Jamie mentre afferrava la mazza da battitore che aveva ereditato dalla nonna. «Niente, niente Jam» disse tutto d’un fiato Lily, diventando rossa in viso. Quello lì scopriva sempre tutto .«Ci andiamo sempre a Diagon Alley; certo è magnifica, ma non ti ho mai vista così entusiasta» urlò Harry dalla camera mentre si infilava i jeans «Si, certo, oggi è un giorno come gli altri, ma ci saranno sicuramente tutti i ragazzi del primo anno. La prossima settimana inizia la scuola; oggi ci sarà sicuramente il tuo amato Sc…» Lily lanciandogli la pallina con cui stava giocando con il tentativo di beccarlo in testa, non gli lasciò finire la frase, ma James da bravo battitore colpì la pallina con la mazza che aveva in mano; quella, sfrecciando velocissima, stava andando a colpire Albus che scendeva di corsa dalle scale, ma lui la prese come se niente fosse e si mise a sgridare il fratello che rimbambito lo guardava come fosse un alieno. Nel frattempo Ginny, che aveva seguito la scena dalla cucina, entrò in soggiorno «Al…tu.. tu hai …pres.. preso quella pallina» disse, facendo fatica a spiccicar parola «hai preso al volo quella pallina !!» ripeté una seconda volta come per convincersi di quello che aveva visto. Jam, ancora imbambolato si riscosse e, sgranando gli occhi, disse con voce roca «la mia pallina…nessuno era mai riuscito ad intercettare qualcosa colpito da me…» James era uno dei più bravi battitori del mondo magico, e naturalmente lo ricordava non poche volte al fratello. Quel giorno Al era riuscito a conquistare un po’ di rispetto dal fratello maggiore, ma proprio poco poco, perché più tardi, davanti al camino facevano già a lotta per decidere quale negozio avrebbero visitato per primo. «Ragazzi…SMETTETELA UNA BUONA VOLTA!». I due ragazzi si guardarono negli occhi e la smisero subito. Era rarissimo che loro padre si arrabbiasse, di solito la metteva sullo scherzo, ma quando si arrabbiava…era meglio girare alla larga. Nessuno chiedeva, ma tutti sapevano il perché del suo nervosismo: Harry aveva tantissimi amici, ma non solo, c’erano molti dei vecchi Serpeverde che mettevano a dura prova la sua resistenza da mago. Lui aveva sempre cercato di non mettere i suoi figli contro i figli dei suoi “nemici”, ma era una cosa reciproca, i genitori si odiavano e così i loro figli (non proprio).
La famiglia Potter era appena arrivata a Diagon Alley, ma gli sguardi e i numerosi saluti non si fecero attendere. «ciao Harry! Hey Ginny!»il signor Lewis, padre di Fill, un amico di James e molto amico di Harry e Ginny, si avvicinava alla famigliola trascinandosi dietro numerosi sacchetti pieni di oggetti magici che, Harry pensò con un sorrisetto, avrebbero fatto impallidire zio Vernon. Un ragazzetto carino in viso, sbucò alle spalle di Jam, facendolo sobbalzare «Ciao fratello!» rise il piccoletto. Così si chiamavano a vicenda, “fratello”, era un modo per distinguersi tra tutti «Ciao fratello!» si girò James, tendendo la mano per il loro solito saluto. Al, nel frattempo, si allontanava pensando di aver visto una cresta azzurra dietro l’angolo, che gli ricordava tanto Ted. Appena svoltato l’angolo, però, si accorse che Teddy non era solo... si …si baciava con Victoire, la loro cugina! «Albuuuuuuus!» si scandalizzò Victoire «Vic…Victoire!… Ted!...voi ..voi due !!?» mormorava Al sgranando gli occhi. «Al non lo dire a nessuno ti prego ti prego ti prego, lo diremo noi quando sarà il momento. Nonna Andromeda lo sa già ma gli altri…» “Nonna Andromeda lo sa già….ci ha beccati pure lei” pensò Teddy. «Al, ascolta, ti prego non lo dire a nessuno» sua cugina Victoire lo prese per le spalle e gli stampò un grande bacio sulla guancia… com’era affettuosa con i suoi cuginetti. «Ok, ok non vi preoccupate» «Al, dove sei finito?» Harry girò l’angolo e si ritrovò tra i ragazzi. «We Ted! Victoire anche voi qui?» «Ciao zio, il papà andava a Mielandia a salutare la mamma con Louise e Dominique, lo puoi trovare lì!» «Ok, allora tutti da Mielandia!»
Mielandia. Il posto che tutti i bambini adorano, quel negozio era sempre affollato di gente sia per i bambini che facevano scorte di dolci magici di Mielandia, che per i papà e i ragazzi che si fermavano sempre a mangiare con gli occhi la nuova commessa Fleur, che aveva trovato posto lì per un lavoro part-time .
Una corsa sfrenata per arrivare primi. Per deridere l’altro con il secondo posto, James e Albus si stavano ancora sfidando “a chi arriva prima da Mielandia”si erano detti prima di partire, e adesso si ritrovavano tutti e due ansanti appoggiati allo stipite della porta del negozio, assaporando l’odore di dolci che volteggiava nell’aria per via delle numerose volte che la porta del negozio aveva tintinnato aprendosi e chiudendosi. «Sono arrivato prima io!» «Ma che dici pivello, se siamo arrivati pari!?» «Eh no James! Questa volta ho vinto io!» «Dai ragazzi smettetela! James questa volta è arrivato prima Albus, tu ti sei fermato a guardare quella ragazza biondina che passava davanti a te» «vedi James! Anche Rose dice che ho vinto!» James nel frattempo ripensava a quello schianto che era passato poco prima, “Mmmh...” «James che fai? Stai sbavando!» Lo risvegliò suo padre, che era finalmente arrivato con la mamma e Ron. Risvegliatosi dal suo dolce pensare, James entrò nel negozio tenendo d’occhio Lily, che cercava di avvistare qualcosa, o, per meglio dire...qualcuno. Una famigliare testa bionda sbucò tra la folla e la piccola Lily cercò di nascondere la sua felicità a James che la fissava, poi infilandosi tra la folla scomparve alla vista del fratello. Il ragazzino le si avvicinò a sua volta: aveva gli occhi grigi e i capelli biondi con un taglio moderno, un visino dolce che esaltava i denti bianchi scoperti da un sorriso imbarazzato. Era abbastanza alto e magro, aveva due anni più di Lily ma erano comunque molto amici. Scorpius Malfoy la salutò con un cenno della testa.
«Al, ti ho detto che non te li compro!» Era da dieci minuti che Albus pregava sua madre perchè gli comprasse i Rospi alla Menta, ma Ginny non cedeva. «Piuttosto, dov’è tua sorella?» «Non so, l’ultimo che l’ha vista è James, chiedi a lui! Io intanto vado a supplicare papà!» Ginny lo fulminò con gli occhi, ma lui con un buffo sorisetto saltellò verso il padre che nel frattempo parlava con Fleur. «James, dove si è cacciata Lily?» «É appena uscita dal negozio... con un ragazzo!» «E chi è questo ragazzo!?» chiese Harry con aria minacciosa. «Hey, non fatemi l’interrogatorio, non so mica sempre tutto!» fece sulla difensiva il giovane Potter. «Ah no? Allora vai subito a cercarla!»
«Ciao Lily, adesso vado, papà mi aspetta» «Allora ci si vede! Non dimenticarti di scrivermi...» disse con aria sconsolata «Dai Lily, tanto ci vediamo per Natale...» «Si, lo so Scorpius ma ....» «Ma cosa? Ti mancherò, vero?» «MmmM...» «Scorpius sbrigati! Dai che andiamo!!!» Urlava Draco dall’altra parte della piazza. «Arrivo papà» Poi, avvicinandosi all’orecchio di Lily, le sussurrò: «Devo scappare» Lily, ormai rossa dall’imbarazzo gli sorrise come solo a lui sapeva fare. «ti scriverò ogni giorno» sussurrò Scorpy. E, appoggiando lievemente le sue labbra alla guancia della piccola, le stampò un dolce bacio.
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lunaginny95
fica allelullia siete andate avanti...brave andate avanti cosi ......ihihih ....
W LA NUOVA GENERAZIONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE BACI
carlotta13 - Voto:
lunaginny95
baci jessy
lilyluna95
Continuala sono curiosa di sapere cosa succederà tra Lily e Scorpius!