JUST ANOTHER MORNING
- Capitolo 1° -
Muoviti...
Mi rigiro tra le coperte mugugnando qualcosa di incomprensibile persino a me.
E' tardi...vedi di scendere...
'Cos'è questa voce?'
Scendi...
Scendi...
_Scendi,Johnny!_
Ecco chi era a parlare.Mia madre.
Automaticamente scalcio via le coperte,mettendomi a sedere sul letto.
_Scen..._
_Sono sveglio,mamma...!Adesso scendo!_
La sento continuare a stirare...grazie a dio ha smesso di urlare.
Tanto ricomincerà appena scendo.
Come tutti i giorni.
Appoggio per un attimo le braccia sulle gambe,mollemente...sospirando ancora in balia del sonno.
Cazzo...non dovrei andare a letto così tardi la sera.
Sbadiglio e lancio un'occhiata alla sveglia mentre con un pugno chiuso mi strofino l'occhio sinistro,i palmi sudati dal calore che poco prima mi permeava sotto le coperte.
Le sei e quarantacinque.
Sbuffo.Inizia a fare freddo a dorso nudo nella stanza col riscaldamento spento.
Mi alzo dal materasso,facendo gracchiare le molle sgangherate del letto e m avvio a piedi nudi verso il bagno.
Quando apro la porta la luce mi abbaglia,costringendomi a chiudere gli occhi,poi a tentoni apro il rubinetto,lasciando che l'acqua scorra col suo lieve rumore lungo le basse pareti tondeggianti del lavandino.
Come d'abitudine metto le mani a coppa e raccolgo un po' del liquido fresco,poi mi chino e lo getto in faccia.
E' una sveglia assicurata per alcuni.Per me no.
Continuo a dormire in piedi anche quando inizio a lavarmi le braccia e il busto secco,fino a quando non mi passo le dita bagnate tra i capelli.
Mi guardo allo specchio sbadigliando ancora una volta.Il riflesso mi copia...brutta abitudine di tutti gli specchi.
Il copione è un mio sosia perfetto,capelli biondi sparati in aria come gli aculei di un porcospino,folti e lunghi,eppure quasi naturalmente perpendicolari alla mia testa,così che papà quando mi vede mi chiama "riccio".
A sbirciare fuori dalle palpebre ancora semi-chiuse si intravedono allo specchio le iridi chiare,eredità del nonno.
Mamma ha sempre odiato il fatto che,guardandomi negli occhi,non vedeva altro che quel grigio azzurro che aveva anche suo marito.
Si,perchè mamma e papà erano separati in casa ormai da alcuni mesi.Non si sopportavano più a vicenda e,quando avevano deciso di separarsi,mamma aveva fatto uno dei classici discorsi preparati sul rapporto incrinato tra lei e papà,mentre lui non aveva fatto altro che dirmi 'io e tua mamma ci prendiamo una pausa.',poi mi aveva guardato e bisbigliato 'Non la sopporto più.'.
Allora avevo sorriso,poi tutto era andato come doveva andare.Io non disturbavo loro e loro non disturbavano me.
O meglio,papà non disturbava me.Mamma,al contrario,era diventata orrendamente pesante e indagatrice di ogni mia azione.
Mi asciugo il viso con l'accappatoio appoggiato lì accanto e torno in camera.
Preso il paio di jeans pronti sulla sedia girevole dalla sera prima li dispiego e me li metto,lasciandoli scendere fino in vita,poi tiro su la zip,li abbottono e scendo giù dalle scale che portano giù,al resto della casa,con l'orlo delle gambe che mi va sotto i piedi ancora scalzi.
Entro in cucina come un fulmine,ancora preso dalla corsa fatta,prima di tornare alla solita velocità da zombie del mattino tipica di ogni adolescente.
Mamma sta versandosi il latte,mentre papà sta seduto al tavolo a leggere il giornale con il caffè fumante davanti a sè.
Quando mi ha visto entrare,mamma mi ha scrutato,disapprovando con un solo sguardo il dorso nudo ancora gocciolante e facendo una smorfia una volta soffermatasi sui miei capelli.
_'giorno._
Afferrò una fetta di pane per toast ancora fredda di frigo appoggiata sul tavolo e la ingoio velocemente,poi,con la bocca ancora piena,mi avvicino al caffè di papà,afferro la tazza e ne bevo un sorso,poi mando giù il tutto,lasciando che i due gusti si mescolino.
_Ti sembra questo il modo di fare colazione??_
_Scusa,mamma..._
Sotto il suo sguardo ininterrotto prendo la maglietta che deve avermi stirato e che ora è appoggiata sul tavolo e la indosso.
Altra smorfia da parte sua.Avrebbe dovuto saperlo che si sarebbe ristropicciata una volta indossata.
Ma la smorfia non è solo per quello.E' una delle mie magliette e,come quasi tutte,ha qualcosa che non le va a genio.Questa è completamente nera e mi scende fino a lasciare scoperto un filo quasi invisibile di pelle prima dell'orlo dei pantaloni.Sopra troneggia in verde fluo la scritta "for sale only".
Scompiglio ancora un attimo i capelli -non che ne abbiano bisogno-, e metto piede fuori dalla cucina.
_A dopo mamma...papà._
Papà mi fa un cenno scostando un poco il giornale dal viso e poi vi riaffonda.
_Esci così?Torna subito dopo scuola!_
Apro la porta d'ingresso dopo essermi infilato le scarpe poste all'entrata.
_Lo zaino?!_
Cazzo,è vero.Faccio velocemente le scale,entro in camerae,afferrato lo zaino rosso,lasciando che l'astuccio ballonzoli all'interno,mi precipito giù dalle scale e imbocco subito la porta,chiudendola dietro di me forse un po' troppo forte.
Una volta fuori rallento,l'orecchio involontariamente teso.
Dall'interno le solite urla...il ragazzo cresce male,gli dai delle abitudini orrende...è colpa tua...voglio il divorzio.
E' così quasi tutte le mattine,ma,a me,poco importa.
Imbocco il vialetto,apro il cancelletto di ferro e mi avvio verso la scuola,iniziando ad aumentare il passo per non arrivare in ritardo.
Succede quasi tutte le mattine anche questo.
Ah,dimenticavo...Sono Johnny Blake,ho sedici anni e questa è la mia vita,incasinata come quella di chiunque.
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