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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Kodomo no Omocha (Rossana)
Titolo Fanfic: BEAUTIFUL DISASTER
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: speednewmoon galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/03/2008 17:18:54 (ultimo inserimento: 25/12/08)

L'amore può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione
 
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BOULEVARD OF BROKEN DREAMS
- Capitolo 1° -

"Boulevard of broken dreams"


Sana


Quand’è che ho cominciato ad abbandonarmi così al sonno? È davvero possibile che un tempo fossi sempre piena di energia e completamente sveglia?

La ragazzina dai capelli bizzarri che ruotava attorno agli altri come un vulcano d' allegria;

Che riusciva a sorridere e cantare persino nei momenti meno indicati;

Testarda e determinata, non demordeva tanto facilmente.

Un sorriso amaro. Già…

Stringo più forte la valigia al mio fianco,abbassando lo sguardo.

E non riesco a fermarla.

Scende giù,traditrice come le altre prima di lei. Un solco umido si fa strada sulla mia guancia. Raggiunge il mento, fermandosi indecisa finché,spinta dal dolore, si lascia cadere nel vuoto.

Opporsi è impossibile. O forse no.

Il vento si alza leggero,scompigliandomi un po’ i capelli,regalandomi un attimo di lucidità in più. Solo allora ricordo dove sono e che ho poco tempo. Alzo di nuovo lo sguardo,soffermandomi su quella casa.

La sua casa.

Perché sono venuta qui? È l’alba,tutte le finestre sono ancora chiuse. Corro persino il rischio di arrivare in ritardo,di perdere il volo.

Eppure eccomi,davanti a questo cancello.

Qui,dove tanti anni fa da ragazzini,l’ho accompagnato per non lasciarlo da solo,con la febbre. Si sorreggeva a me,senza forze,caldo e sfinito.

Ancora non ci conoscevamo veramente.

Ancora non potevo sapere quanto quel bambino sarebbe diventato importante per me.

Alzo una mano,tentando di scacciare quei pensieri,allontanandoli come se fossero nell’aria sopra di me.

Basta,vi prego. Basta.

Che cosa mi aspettavo di trovare? Sono tre settimane che non sento la sua voce, venti giorni che non lo stringo tra le mie braccia,cinquecentoquattro ore che non mi perdo nelle profondità dei suoi occhi ambrati. Quegli occhi,addolciti dal tempo e dall’amore,che mi donano ogni volta un sorriso diverso,pieno di tutto.

Forse…forse ,inconsciamente, speravo di vedermelo arrivare a braccia aperte,desideroso di stringermi forte per impedirmi di andare da qualche parte senza di lui. Come quella volta,prima di partire per l’America. Forse perché, più di tutto,desideravo che cercasse le mie labbra come un mese fa,quando eravamo stati una cosa sola. Quando ancora non sapevo,non avrei mai creduto..

E quella scena non richiesta mi si ripresenta spietata davanti agli occhi,come una fotografia.

Come la prima volta,forse peggio.

Abbracciati l’uno all’altra. Poi il suo abbandono ad occhi chiusi,quel bacio che non era per me e che dato a lei faceva ancora più male…

Sì,capisco perché sono qui,adesso.

Forse sono talmente masochista che amo distruggermi con le mie stesse mani.

Il vento si rialza leggero,fa danzare in alto le ciocche dei miei capelli castani.

La sua finestra deve essere quella in alto a destra.

È più forte di me,non ce la faccio.

< Akito...>

Il suo nome esce dalle mie labbra,ma è appena più che un sussurro. Come se potesse sentirmi,come se potesse rispondermi. Rimango per un attimo incerta davanti a quella casa silenziosa,la mano sul cuore chiusa a pugno.

Dannazione,quanto avrei voglia di picchiarlo,di suonargliele in testa col mio fedele martelletto di plastica. Urlargli che è uno stupido,che ha rovinato tutto,che buttare così al vento anni e anni di amore assoluto è uno spreco mostruoso. Poterlo colpire in pieno viso,fargli male,graffiarlo, riversare su di lui anche solo la metà di quello che sto provando.

E soprattutto,guardarlo e dirgli che lo amo,che gli voglio bene,che magari col tempo riuscirò a perdonarlo. Che, comunque vada,voglio che sia felice…

Improvvisamente una mano calda e rassicurante si posa sulla mia spalla,un tocco leggero che mi scuote dalle mie riflessioni.

<< Sana,mi dispiace,ma dobbiamo andare. Il tuo aereo parte tra 20 minuti.>> Rei,attraverso i suoi occhiali da sole,mi sorride ingenuamente.

Cerco di riprendermi,lo guardo appena con gli occhi arrossati. So che era contrario al fatto di passare davanti a questa casa,prima di partire. Non gli è mai andata a genio la mia relazione con Akito,sin da quando andavamo a scuola insieme. Ma non ha fatto una piega,non una domanda. Semplicemente ha capito il mio desiderio impellente e mi ha scortata come ha sempre fatto,non mi ha lasciato sola a me stessa. E di questo gliene sono ampiamente grata.

<< Va bene,credo di essere pronta..>> Sospiro piano,alzando di nuovo gli occhi verso quella casa,mentre il mio manager si china per prendere la valigia e caricarla dietro,nel bagagliaio. Scruto per l’ultima volta la sua finestra.

Chissà se sei sveglio,amore mio…

La portiera si apre,salgo in macchina,imponendomi di non lanciare più un’altra singola occhiata dietro di me. Sarebbe solamente più doloroso. Un taglio netto.

La macchina parte,gratta nella sgommata che la lancia in avanti. Ed è un attimo di debolezza che non riesco ad arginare. Mi volto velocemente indietro,il tempo necessario per vedere quella casa allontanarsi e sparire del tutto dietro la curva. Poi più niente.

Non vedo più niente.

Sprofondo così nelle poltroncine della macchina,per affondarvi,caderci dentro.

E istintivamente poso le mani sul mio ventre,come a custodirlo. Il mio dono prezioso che cresce al riparo della tempesta. Lo accarezzo piano, con le mani tremanti. Rei, gettando un’occhiata nello specchietto retrovisore della macchina,si accorge di quel mio gesto.

<< Sana..>> la sua voce si incrina leggermente << sei davvero sicura di quello che stai facendo? Los Angeles non è vicina e nelle tue condizioni faresti meglio a non partire. Tua madre è preoccupata per te.>> Mi lancia uno sguardo dolcissimo,deciso,difficile da ignorare << e anch’io...Anch’io sono preoccupato per te. >>

Solo con molta fatica riesco a impormi di non piangere di nuovo. Mi allungo dietro di lui,sfiorandogli appena una guancia. << Non lo so, Rei,se ne sono sicura. In questo momento non ho la certezza di niente. Ma ho assolutamente bisogno di lasciarmelo alle spalle,di dimenticarlo per quanto mi sarà possibile. Non ho avuto modo di dirgli come stanno le cose,ma forse è meglio così. Se sapesse le mie condizioni,probabilmente non mi lascerebbe andare. Ma non sarebbe felice e non è questo che voglio per lui. Ne per me..>> Sto per perdere il controllo. Mi fermo per riprendere fiato e cercare di calmarmi. Le parole mi escono strozzate,un fiume in piena che a mala pena riesco a controllare.

<< Ma non ti preoccupare. Farò il possibile per stare bene. Promesso.>>

Lascio cadere la mano e mi avvicino al finestrino,guardando fuori,ignorando il riflesso pallido del mio viso. Solo dopo alcuni minuti riesco a riprendere l’uso della parola.

<< Rei? >> Il mio manager si volta verso di me.

<< Nulla,solo… Grazie per avermi accompagnata e per non avermi chiesto niente. Sei un vero amico.>> La sua espressione si addolcisce di molto mentre torna a guardare la strada. << A volte non ci sono domande,così come a volte non ci sono risposte. Non preoccuparti. Piuttosto…>>Torna a fissarmi in maniera più seria,quasi professionale

<< Mi scusi se per oggi faccio a meno di questi? >> e con un gesto veloce della mano,si toglie gli occhiali da sole che porta sempre sul viso,la sua protezione, e me li porge gentilmente,ignorando il mio stupore davanti a quel volto così sorprendentemente bello.

<< Credo che, ora come ora, facciano più comodo a te che a me.>> e con un occhiolino,senza tante cerimonie,me li sistema sul naso. Dopo di che si volta di nuovo,senza più parlare per tutto il resto del viaggio. Forse perché non vuole vedere,magari invece non se ne è semplicemente accorto. Ma il suo gesto,unito al dolore e alla stanchezza di questi ultimi,interminabili giorni,mi piegano come non mai.

Rannicchiata verso la portiera, scoppio a piangere senza più riuscire a frenarmi.

E mentre le lacrime si addensano e scendono a rigarmi le guance,solo allora mi concedo quella preghiera. Solo allora riesco ad aggrapparmi a quella consapevolezza e a mormorarla piano dentro di me.

<< Addio, Akito Hayama.>>


 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (5 voti, 7 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 7 commenti
lelenafire - Voto: 08/09/10 01:40
fantastico...che emozioni che ho provato nel leggere questa splendida ff...mi auguro di leggere un altro capitolo...l'ultimo a conclusione di questa storia d'amore meravigliosa...nn farci attendere!!!
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Rif.Capitolo: 15
vanele - Voto:
01/09/10 23:15
davvero bello *.* e scritto bene..! complimenti..!=)
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Rif.Capitolo: 5
sanakomodo - Voto:
15/09/09 16:53
BELLAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO FANTASTICO
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Rif.Capitolo: 5
daky413 - Voto:
30/06/08 20:36
anke se triste è meravigliosa...
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baby02 14/06/08 18:02
continuaaaaaaa!ah ah devo sapere km va a finire :)
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Rif.Capitolo: 1
speednewmoon
24/05/08 19:58
ti ringrazio molto per il tuo commento,scusa se ti rips in ritardo!spero continuerai a seguirmi,un bacio!
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baby02 - Voto: 18/05/08 01:27
ke carinaaaaaaaa! complimenti all'autrice !!!!
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