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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: PER SEMPRE NOI
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Autore: monnie89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/03/2008 12:50:15 (ultimo inserimento: 25/03/08)

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I CAVALIERI NON-MORTI
- Capitolo 1° -

Fanfic leggera leggera nata per capriccio allo solo scopo di divertire e magari fantasticare su un finale, in cui tutti sperano, essere appagante.
Pertanto, buona lettura


I CAVALIERI NON-MORTI.
La notte scorre in tutta la sua lentezza e il suo manto nero avvolge gli impavidi che coraggiosi volgono lo sguardo verso l’alto. La luna splende con tutta la sua magnificenza rinfrancando i cuori.
Sotto di essa creature di ogni sorte si addormentano sperando nella sua silenziosa protezione.
Un gruppetto di amici riposa al limite di un laghetto limpido e tranquillo che ogni tanto cattura l’attenzione di un giovane mezzo demone dai capelli argentei e dallo sguardo terso, perso in quella immensa calma che lo coccola dolcemente come le tenere braccia di una madre premurosa.
I suoi occhi ambrati ogni tanto scorrevano sui suoi compagni distesi lì accanto e si fermavano su una ragazza dai capelli corvini.
“Quanto è bella mentre dorme!” pensò Inuyasha e la sua mente ripercorreva i momenti in cui aveva condiviso tutto con Kagome e le agonie che aveva provato vedendola in pericolo. Sul suo volto si dipinse un sorriso al ricordo delle stupide liti e di come riusciva a farlo sentire sempre colpevole e egoista, di come riusciva a farlo tacere con una semplice parola che odiava tanto. Come la detestava quando gli urlava “SEDUTO!!!!”. In fondo doveva riconoscere che con lei si sentiva bene.
Ma cos’è quel sentimento che lo pervade ogni volta che Kagome gli si avvicina? Perso in quei pensieri Inuyasha non si rese conto che pian piano una stanchezza improvvisa lo pervase e lo costrinse a chiudere gli occhi.
Quella notte passò lenta consentendo a tutti di dormire sogni tranquilli.
* * * * *
In un tetro castello in mezzo a una vecchia foresta, un uomo brutale e malvagio che non conosceva pietà stava tessendo la sua spietata tela, mentre una nebbia oscura quasi potesse riflettere la sua natura empia ne circondava la fortezza. Dai cancelli pesanti del palazzo ne uscirono sette veloci cavalli montati da tetri cavalieri coperti da mantelli e armati di splendenti alabarde. La loro corsa era protetta da una nebbia spessa che li rendeva invisibili e silenziosi a qualsiasi occhio o orecchio.
I cavalli venivano spinti all’estremo e lunghi fili di bava cadevano dalle loro bocche per lo sforzo.
Nonostante tutto i cavalieri non se ne curavano perché un terribile segreto li avvolgeva, la consapevolezza di non poter morire. Una ricerca affannosa li attendeva e un compito scellerato da portare a termine. Nel loro cuore non c’erano sentimenti o paure, perché ogni umanità che li aveva guidati in passato erano ormai lontane e perdute. Il loro destino ormai era quello di continuare a correre e portare a termine l’ordine che gli era stato impartito. Un talismano rosso era appeso al loro collo, il tangibile segno che li privava della libertà e li costringeva alla schiavitù.
Lo stesso uomo che li aveva resi prigionieri ora guardava attraverso lo specchio di una bambina, senza aura e bianca, il proseguire dei suoi servi e pregustava già in anticipo il sapore dell’imminente scontro.
Il combattimento e l’amara distruzione che avrebbe portato lo eccitavano e una fragorosa risata lo pervase. “Questa volta non vi salverete” pensò soddisfatto Naraku.
* * * * *
L’oscurità continuava a predominare e un impercettibile odore di pioggia venne avvertito da un nobile demone, i cui lunghi capelli argentei che riflettevano i raggi lunari sembravano splendere di luce propria, il suo sguardo era perso ad occidente da dove proveniva il soffio del vento carico di pioggia. Una bambina addormentata gli giaceva di fianco appoggiata alla sua folta pelliccia, che ogni tanto si stringeva per proteggersi dal freddo. Quante volte la manina della piccola aveva raggiunto la sua? Quante volte gli aveva sfoggiato solari sorrisi senza motivo? Quante volte gli aveva parlato senza il minimo timore?. Le attenzioni del demone per quella piccola umana aumentavano di giorno in giorno senza che lui se ne accorgesse. Ma ben presto egli si renderà conto che per lei sarà disposto a dare tutto persino la sua vita. Senza neppure accorgersene le sfiorò la tempia con le lunghe unghie affilate che molte vite avevano strappato. La sensazione di calore che lo pervase, lo risvegliarono dall’inconscio facendogli ritrarre la mano quasi come se avesse toccato la fiamma del fuoco. Una spiacevole sensazione di debolezza lo assalì dipingendogli una smorfia sul volto freddo. Questa sensazione lasciò ben presto posto a un terribile presentimento: una battaglia imminente avrebbe cambiato il suo futuro.
Si alzò dal giaciglio su cui stava riposando per permettere di riprendere possesso a tutti i suoi sensi.
Niente riuscì a percepire solo un silenzioso disagio lo attanagliava sempre di più.
Svegliò con una pedata il piccolo servo Jaken “ Sì, signor Sesshomaru…desiderate?”
“Carica Rin sul drago, dobbiamo andare via da qui”
“Che cosa vi turba mio signore?”
Ma Jaken non ricevette risposta, solo il silenzioso suono dei passi del suo padrone che non ammettevano responsi. Jaken si affrettò ad obbedire stringendo le redini del drago e invitandolo a muoversi.
* * * * *
Inuyasha fu svegliato di soprassalto da un incubo, e si accorse solo ora che il vento soffiava con più impeto portando grosse gocce. “Strano deve avere cominciato adesso a piovere dato che non me ne sono accorto”. Accanto a lui i suoi amici stavano continuando a dormire come se niente fosse. Qualcosa di strano però gli suggeriva che era ora di rimettersi in cammino o avrebbe avuto spiacevoli incontri.
Svegliò la comitiva con qualche rimprovero da parte del bonzo che ci tenne a far sapere che stava fantasticando sulla sua bella Sango. Non dovette aspettare molto per ricevere un sonoro schiaffo dalla ragazza, che si era resa conto che Miroku gli aveva posato una mano sul sedere. “Stupido bonzo depravato!” gli urlò Sango mollandogli un altro ceffone
“Basta, uno basta e avanza!” controbatté il monaco
“Il secondo è per la prossima volta…” rispose la ragazza con uno sguardo poco rassicurante.
Kagome si alzò sbadigliando e chiese “Perché dobbiamo già ripartire? E’ ancora presto e poi…” ma una brutta sensazione la penetrò. Il mezzo demone si accorse che pure Kagome aveva avvertito il pericolo imminente, nonostante nessun odore o rumore ne portasse conferma. Persino Miroku e Sango avvertirono la tensione. Sango notò in seguito mentre camminavano che la sua fedele Kirara si agitava sempre più e che pure il piccolo Shippo era teso.
Inuyasha faceva sfoggio di tutti i suoi sensi per avvertire ogni minimo movimento o suono.
Sentiva che stava per accadere qualcosa ma niente glielo rendeva certo. La tensione crebbe a tal punto che nessuno osava parlare e ben presto raggiunsero uno spiazzo verde in mezzo alla foresta circondato da alberi. Cominciarono ad attraversarlo, non sapendo che qualcosa era giunto lì prima di loro e che stava aspettando paziente il momento propizio per attaccare.
* * * * *
Sesshomaru avanzava guardingo con a suo seguito Jaken e Rin, improvvisamente avvertì una presenza che, uscendo dal fitto degli alberi, gli si avvicinò. Era una giovane donna coperta da un mantello verde. Non si riusciva a vedere il volto, ma solo le rosse labbra da cui spuntavano bianchi canini. Non c’era bisogno che si presentasse, Sesshomaru la conosceva già. Apparteneva al suo passato.
“Mogake cosa ci fai qui?” chiese il principe dell’Ovest
“Sono venuta, oh potente Sesshomaru, per ridarvi qualcosa che vi appartiene” così dicendo estrasse dal suo mantello un braccio, ma non un braccio qualsiasi, era quello che Sesshomaru aveva perso nel combattimento con suo fratello Inuyasha.
La donna quasi leggendo nel pensiero del demone che aveva di fronte proseguì dicendo:
“Posso molte cose, inoltre fin troppo presto avrete bisogno di tutte e due le braccia”
“Che cosa vuoi stupida donna dal mio signore?” chiese con foga Jaken
“Il tuo padrone sa di cosa sto parlando” rispose neutra la donna.
Jaken guardò Sesshomaru che freddo guardava la demone davanti a lui, poi ruppe il silenzio:
“Cosa chiedi in cambio?”
La donna non rispose, e con estrema velocità si avvicinò al principe dei demoni e gli sfiorò le labbra con le sue, poi un bagliore e la donna scomparve, in cambio il braccio destro era tornato al suo posto.
Jaken era furioso “Come ha osato quella stupida donna…” e si dimenava tutto simulando una lotta con un avversario invisibile. Rin intontita dall’accaduto esclamò, con tutta l’innocenza possibile, “Che carina gli ha dato un bacino!E’ la vostra fidanzata signor Sesshomaru?” a quella esclamazione Jaken esplose e se Sesshomaru non avesse parlato Rin avrebbe fatto una brutta fine
“Dobbiamo continuare a camminare…” parlò quasi soprappensiero stava ancora pensando al suo braccio che dopo tanto tempo era tornato al suo padrone.
* * * * *
“Kagura vai a controllare che i nostri amici svolgano correttamente il loro compito” impartì Naraku.
Una donna vestita di un colorato kimono sfilò dalla sua ciocca una delle piume che le tenevano legati i capelli e questa divenne più grande in modo che la demone potesse salirvi sopra e lasciarsi trasportare dal vento. Ella infatti era Kagura la signora dei venti. Le piaceva uscire da quel tetro castello e sorvolare i cieli, la faceva sentire libera, anche se la realtà era diversa: lei era prigioniera e schiava di Naraku e doveva obbedire al suo padrone, perchè egli ne deteneva il cuore e poteva liberarsi di lei quando voleva.
“Vorrei essere libera e volare via da ogni luogo, fino a sentirmi stanca”. Nonostante tutto la speranza nel cuore sopravviveva e la consapevolezza che prima o poi viva o morta sarà libera.
* * * * *
La distesa verde era immensa, raggiungere la parte opposta del bosco sembrava interminabile.
Improvvisamente Inuyasha si fermò, ora il suo naso poteva sentire chiaramente l’odore di morte che aleggiava intorno a loro. Una nebbia oscura comparve dalla foresta e si avvicinò alla compagnia.
“Cos’è quella nebbia Inuyasha?” chiese cingendogli il braccio Kagome
“Non lo so…”
“Non mi piace per niente, un’aura malvagia proviene da lì” subentrò il bonzo
“Avete ragione maestro Miroku” assentì Sango
“E’ meglio non avvicinarsi potrebbe essere peric…” Inuyasha non riuscì a finire la frase che una forza misteriosa lo scaraventò a terra senza che ne potesse prevedere i movimenti.
“Inuyasha!!”urlò Kagome correndogli in contro, mentre un terrorizzato Shippo si rifugiava tra le zampe di una Kirara allerta e ringhiante. Sango e Miroku si strinsero attorno ai due amici con tutti i sensi allerta.
“Bastardo, fatti vedere!!” urlò furioso Inuyasha rialzandosi mentre un rivolino di sangue gli colava dal naso. Dalla nube comparvero quattro cavalieri con al collo una gemma rossa che luccicava preziosa.
I fantini scesero da cavallo e si schierarono davanti a loro senza proferire parola, sguainando le alabarde e preparandosi all’attacco. “E questi cosa vogliono? Sono anch’esse creature di Naraku?” pensò Inuyasha mentre nella sua mente un brutto pensiero si fece largo, facendo mancare un colpo al suo cuore “ma sono morti!?”.
* * * * *
Era giunto ai margini della foresta e quella sensazione di pericolo sembrava avvicinarsi sempre di più.
Finalmente ne è uscito e davanti a Sesshomaru, Rin e Jaken si materializzano tre cavalieri armati di alabarde in posizione d’attacco. I tre veloci attaccarono il gruppetto, ma Sesshomaru era allerta e respinse il colpo di uno di questi, preparandosi a respingere gli altri cavalieri, ma un urlo femminile lo scosse, si girò “Rin!?” pensò mentre l’odore del sangue gli arrivò alle narici.







Mogake???!!! Che schifo…
Suggerimenti???
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3
 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
angel206 - Voto: 27/12/11 23:55
dai continuala... la storia mi intriga molto!
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