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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: E NACQUERO LE FAVOLE
Genere: Sentimentale, Romantico, Soprannaturale, Dark, Poesia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: reiko88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/03/2008 22:51:48

“Era la donna che scriveva d’amore ma che non sapeva amare."
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

È una breve storia.
L’ennesima storia,
senza pretese di farvi capire qualcosa.
C’era una volta,
quando ancora le dame sfilavano a corte,
quando ancora i cavalieri combattevano fino alla morte,
c’era una volta,
una giovane donna, bella, bellissima,
la pelle era candida, più bianca della neve,
i suoi occhi più verdi dei preziosi smeraldi,
risaltava il suo volto, tutto contrastava in lei,
una pelle troppo bianca, dei capelli troppi neri.
Aveva una voce meravigliosa, soave, cantava d’amore, ma parlava d’ odio.
E scriveva, lunghe storie di passioni perdute, ma raccontava di rabbia e rimpianto.
Labbra troppo dolci, per fare del suo sorriso un ghigno.
Ma ella era così, tutto contrastava in lei.

Raccontavano del suo cuore di ghiaccio, raccontavano delle sue canzoni d’amore.
“Le mie parole sono nella musica, non nelle parole che pronuncio”
Disse un giorno, a chi gli domandava, su come poteva essere tanto fredda.
E li ogni uomo, avrebbe trovato la risposta.
E un giorno, il padre, gli disse che era in età di marito,
la sua bellezza l’avrebbe aiutata nel nascondere tutti i suoi difetti,
e gli uomini cechi non avrebbero visto altro che una donna dalla pelle pallida come quella di una bambola, e dei capelli lucidi come il petrolio, e i suoi occhi più verdi dello smeraldo.
Sedeva sul trono rosso, agghindata di pizzi e merletti, ma prima di sedere, aveva detto al padre severo la sua scelta.
“ Se nessuno toccherà la mia anima, nessuno mai sceglierò”
E l’anziano uomo, esasperato, la guardò prima con rabbia e poi con tristezza.
“ Vuoi morire triste e sola? ” gli domandò, sfiorando il volto liscio e morbido, ma freddo.
Essa lo guardò, ancor più triste di come l’aveva guardata il padre.
Ma la sua rara tristezza e compassione era per lui.
Delicatamente lo abbracciò.
E sussurrò le sue parole al suo orecchio, mentre una lacrima scendeva dai suoi occhi,
sembrò che lo smeraldo si sciogliesse.
“Lasciami dire che provo pena per te.
Pena per chi sceglie una persona per riempire il suo vuoto.
Pena per chi sceglie la via più facile per scampare alla solitudine.
Pena per chi crede di amare.”
Diede il suo bacio velenoso per poi fare un piccolo passo indietro.
“Morirò sola. è forse vero quello che dici.
Ma non ha importanza, continuerò almeno ha sognare l’amore,
ma mai mi rammaricherò di aver vissuto la mia esistenza con qualcuno che non amo davvero.”
L’anziano se ne andò,
di fronte a quella persona simile ad una statua,
una bellissima statua levigata nel bianco marmo,
ma con un cuore che, ahimè, non batteva.

E seduta al trono aspettò, annoiandosi, guardando chi si era lasciato ingannare dal suo aspetto.
E una fila, di chilometri e chilometri si creò davanti al suo castello,
e giorno e notte le persone che volevano presentarsi al suo cospetto aumentavano.
E chi mai sarebbe riuscito a conquistare la donna che assomigliava ad un angelo ma che aveva un cuore di un diavolo?
E chi mai sarebbe riuscito a conquistare la donna che sapeva cantare d’ amore, ma che pronunciava parole d’odio?
E chi mai sarebbe riuscito a conquistare quelle labbra così dolci, ma che si distendevano in un sorriso beffardo?
E tutti guardava,
e non importava se fossero belli o brutti,
ricchi o poveri,
nobili o plebei,
cavalieri o contadini,
respingeva tutti.
Ogni giorno un abito diverso da sfoggiare,
ogni giorno un acconciatura diversa da mostrare,
ogni giorno un diamante diverso da indossare.
Dall’alba al tramonto, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.
Ma ormai, la sua storia era diventata una leggenda.
E narravano contadini, cavalieri, nobili e plebei:
“Era la donna che scriveva d’amore ma che non sapeva amare.
Era la donna che cantava parole dolci ma che non sapeva pronunciarle.
Era la donna che aveva la pelle bianca come la neve ma che non si scioglieva al sole.”

E il padre, a corte, ormai esasperato sul letto della vecchiaia convocava la sua unica e giovane figlia.
Prese la sua mano nella sua.
“ Bambina mia, perché? Cerca di amare qualcuno”
Disse con fatica, esalando gli ultimi respiri. Si inginocchiò al suo capezzale.
“ Padre nessuno ha toccato la mia anima. Nessuno mai sceglierò”
rammentò la promessa di quel giorno.
“ Un giorno la tua bellezza scomparirà e rimarrà di te ciò che sei, scegli qualcuno. Ama qualcuno.”
Abbassò il capo stringendo la fredda mano.
“ Aspetterò allora quel giorno, aspetterò che la mia pelle si raggrinzi, aspetterò le espressioni della vecchiaia sul mio volto, aspetterò i miei capelli ingrigirsi.”
La stretta si fece debole e dai suoi occhi scese una lacrima, sentiva la morte reclamarlo, lo voleva.
“Fammi una promessa nel letto di morte.
Nella prima notte di luna piena che avverrà,
farai la tua scelta.”
Capì che stava morendo,
capì che non poteva negarli la promessa,
capì che era il suo verdetto.
Lo guardò negli occhi,
e disse di si senza pronunciarlo,
ebbe una morte serena con un sorriso sulle labbra,
mentre la principessa piangeva.
E con occhi vuoti si avviò al suo trono, dove di giorno sedeva.
Fu l’alba.
E il primo uomo che varcò quella porta scelse.
“Sei tu il mio amore.” pronunciò.

E la sua storia,
non aveva niente a che fare con ciò che cantava e scriveva.
E così, la storia che si era narrata per i borghi e per i castelli,
si concluse con la donna che non sapeva amare,
aveva trovato marito.
Ed era come una dolce melodia con una nota troppo alta,
un racconto scritto bene ma senza sostanza,
una storia senza un finale adatto.

E una notte, dal letto con il suo consorte,
si alzò camminando, facendo strisciare la sua veste bianca,
sul pregiato pavimento.
Fece luce con un candelabro argenteo, poteva sembrare un pallido fantasma mortale,
ma era lei, la donna dai capelli troppi neri e dalla pelle troppo bianca.
Salì alla torre più alta,
non sapeva piangere per le cose più banali,
ma sapeva emozionarsi guardando quella notte stellata.
E il vento soffiò, invitandola a compiere l’insano gesto.
E i suoi nudi piedi sulla pietra posò, guardò l’altezza fatale.
Ed era così che doveva andare.
Si poteva dire che sarebbe morta, ma non sola, solo un po’ triste.
Il suolo dall’altezza fatale fissò, e gli occhi con lunghe ciglia chiuse per cantare la sua ultima melodia.
E quel canto era un pianto disperato. L’addio al mondo, al suo mondo.
Fluttuò tra l’aria,
la sua melodia echeggiò.

E così nella prima notte di luna piena,
scelse la sua promessa

E così finì la storia,
raccontata ancora oggi di bocca in bocca,
della donna che cantava d’amore ma che non sapeva amare,
e ancora oggi, si ha nostalgia delle sue storie che facevano sognare.

Ma io mi chiedo,
se quella notte,
invitata dal vento a compiere l’insano gesto,
sia morta sorridendo chiedendosi,
se era meglio sognare l’amore o illudersi d’amare.

“Era la donna che scriveva d’amore ma che non sapeva amare.
Era la donna che cantava parole dolci ma che non sapeva pronunciarle.
Era la donna che aveva la pelle bianca come la neve ma che non si scioglieva al sole.”

E così,
che nacquero i racconti dei fantasmi e dei castelli,
la sua anima, si dice, vaga ancora nelle torre,
intonando la triste melodia,
cercando l’amore.

 
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VOTO: (3 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
kurayue - Voto: 02/05/09 16:30
E' commovente...
Semplicemente fantastica *_*
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

tania-chan - Voto: 27/08/08 16:25
E davvero molto triste.
Mi viene voglia di piangere.
Brava! :)
Tanti saluti,
tania-chan.
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

xnarutok - Voto: 25/05/08 12:23
Oddio mi sono commossa!*__* Tristissima,ma incredibilmente favolosa ç_ç
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