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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: UNA NUOVA LUCE
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Autore: elyon03 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/04/2003 18:54:14 (ultimo inserimento: 18/05/03)

leggete e poi capirete... una ragazza sarà costretta ad andare avivere in giappone... perchè?
 
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UN`EVENTO CHE SCONVOLGE LA VITA
- Capitolo 1° -

La mia vita era sempre stata perfetta… almeno fino a quel giorno… quel giorno, tutto ciò per cui vivevo, tutto ciò che era la mia vita, andò in mille pezzi…
---FLASHBACK---
Mamma: Ciao piccola, noi andiamo… mi raccomando, non stare alzata fino a tardi, domani devi andare a scuola e oltretutto hai gli allenamenti! Buonanotte!!!
…: Buonanotte mamma… divertitevi tu e papà… a domani!
Mia madre mi stampò un bacio sulla fronte e, dopo un ultimo sorriso, uscì dalla casa. Volevo molto bene ai miei genitori e loro ne volevano a me. Davo loro molte soddisfazioni: brava a scuola ottima ballerina… già, danzavo…
Mia madre era giapponese, ma si era trasferita in America per sposare mio padre dopo averlo conosciuto. Non le assomigliavo molto, se non per gli occhi: entrambe avevamo infatti occhi blu profondo, di sfumatura cangiante… da mio padre avevo preso i capelli biondi e la statura…
Ritorniamo a quella sera. Verso le 11 andai a dormire… non potevo sospettare quello che sarebbe accaduto…
Infatti, verso le 5 di mattina sentii suonare il campanello di casa… mi alzai e corsi ad aprire… quando mi ritrovai davanti un agente della polizia, qualcosa in me comprese tutto, ma non volevo accettarlo…
Poli: è lei Phoebe Woolf?
Phoebe: Si…
Poli: Mi lasci entrare, devo parlarle…
feci segno al poliziotto di entrare e lo feci sedere in soggiorno.
Poli: Ciò che devo dirle riguarda i suoi genitori…
Cominciai a tremare…
Poli: Stavano correndo con la macchina sull’asfalto bagnato, quando sono usciti di strada… mi dispiace, non ce l’hanno fatta… nessuno dei due… se adesso volesse cortesemente seguirmi in centrale…
Non risposi… come un automa salii in camera e mi vestii… poi segui l’agente in centrale, dove mi vennero poste mille domande, alle quali rispondevo senza accorgermene… era come se vedessi da fuori tutto ciò che accadeva… mi chiesero dove fossero i miei parenti più vicini… quando scoprirono che gli unici parenti rimasti vivevano in Giappone, mi chiesero di chiamarli ed avvertirli… lo feci e raccontai tutto ai miei zii, che arrivarono con il primo aereo per presenziare al funerale dei miei genitori e per decidere della mia sorte…
E la mia sorte venne decisa con il mio trasferimento in Giappone, dai miei zii… ed è per questo che io adesso sono qui…
---FINE FLASHBACK---
ero sull’aereo con mia zia Akane al fianco.
Zia: Come stai adesso? Passato il mal d’aereo?
Phoebe: Si, ora va meglio…
Zia: Vedrai che vivere a Kanagawa ti piacerà…
Sorrisi leggermente e poi mi voltai di nuovo verso il finestrino. 5 ore dopo l’aereo si fermò all’aeroporto. Scaricammo i bagagli e con un taxi ci dirigemmo verso la villetta dei miei zii. Entrammo e mi fecero vedere la camera. Mentre sistemavo i miei vestiti 100 ricordi mi tornarono alla mente… solo 10 giorni che ve ne siete andati e mi mancate già così tanto… come farò senza di voi?
Mia zia mi raggiunse in camera e si sedette di fianco a me, abbracciandomi…
Zia: Bambina mia, credimi, a piangere ci si sente meglio e tu non hai versato neanche una lacrima… sfogati…
Ma anche quella volta nessuna lacrima uscì dai miei occhi… ancora non mi decidevo a convincermi che i miei mi avessero lasciata… mia zia cambiò argomento…
Zia: La scuola inizierà tra una settimana… tu sei al secondo anno… frequenterai lo Shohoku, il liceo del quartiere… hanno anche un club di danza ben organizzato…
Danza… altro punto dolente…
Phoebe: Ho appesole scarpette al chiodo prima di partire… non voglio continuare a ballare…
Zia: Ma è un peccato sprecare un talento come il tuo…
Phoebe: Oramai ho deciso…
Zia: Fai quello che vuoi… ma pensaci bene… vieni, la cena è pronta…
Phoebe: Non ho fame…
Zia: è da 6 giorni che non tocchi cibo… ti prego…
Mi alzai di malavoglia ed andai di sotto per mangiare.
La settimana che precedeva l’inizio della scuola passò in fretta, troppo… la sera prima preparai lo zaino e mi feci dare indicazioni da mia zia per arrivare al liceo. Poi andai a dormire. Ma, come da quando i miei genitori erano morti, il sonno non arrivava… quando mi addormentai, era ora di alzarsi.
Feci colazione velocemente, poi salutai zio e zia e partii…
Quando uscii di casa incrociai il mio vicino che, come mi aveva detto la zia, avrei fato meglio a non frequentare, dato che era un teppista… beh, tanto non ho intenzione di frequentare nessuno, al momento…
Si girò verso di me e mi vide. Io mi incamminai per la mia strada e lui mi seguiva… evidentemente frequentava anche lui lo Shohoku…
…: Scusa, sei nuova?
Era lui, il teppista, Hisashi Mitsui, che mi aveva parlato…
Phoebe: Si… vivo qui da una settimana…
Hisashi: Non sapevo che quei due avessero figli…
Phoebe: Beh, non sono figlia loro, ma non penso che la cosa ti tocchi minimamente, perciò lasciami in pace.
E, detto questo, mi incamminai verso l’entrata della scuola. Però qualcosa di quel Mitsui mi colpì: gli occhi. Non c’era cattiveria nei suoi occhi, solo un grande sconforto… Cercai la mia classe e mi ci fiondai dentro.
…: Ciao… sei nuova?
Una ragazza dai lunghi capelli ricci mi aveva parlato.
Phoebe: Si.
…: Piacere!! Io sono Ayako, benvenuta allo Shohoku!
Phoebe: Io sono Phoebe Woolf…
Strinsi la mano alla ragazza.
Ayako: Non sei giapponese giusto?
Phoebe: Sono metà americana e metà giapponese…
Ayako: Wow, com’è l’America?
Phoebe: Direi carina, io ci ho sempre vissuto, quindi la vedo come la mia casas e ne sono affezionata…
Ayako: Capisco…sai già a che club iscriverti?
Phoebe: Per il momento a nessuno…
Ayako: Beh, io sono la manager del club di basket, se vuoi puoi venire a farmi compagnia in mezzo a quel branco di pazzi ogni tanto…
Phoebe: Ci penserò…
Ayako”Che strana ragazza… qualcosa la opprime… non so cosa…”
Quella ragazza, Ayako, aveva capito che qualcosa in me non andava solo nei primi 5 minuti che ci conoscevamo, infatti cercava di coinvolgermi… ma non ero ancora pronta…
La lezione iniziò e venni presentata ai compagni. All’intervallo Ayako mi accompagnò a fare il giro della scuola.
Ayako: … e qui c’è la palestra, dove si allenano i ragazzi del club di basket!! Domani raccoglieremo le iscrizioni di quest’anno e faremo i cosiddetti “provini”! se vuoi puoi venire…
Phoebe: Vedrò…
Ayako mi sorrise e continuammo il giro. Alla fine delle lezioni tornai a casa.
Entrai e fui accolta da mia zia, che mi fece qualche domanda…
Zia: Allora, com’è andata?
Phoebe: Bene…
Zia: Hai conosciuto qualcuno?
Phoebe: Una certa Ayako… è in classe con me…
Zia: Con la lingua non hai problemi, vero?
Phoebe: No, certo… mamma mi ha sempre parlato giapponese in casa…
Zia: Lo so… vuoi mangiare qualcosa?
Phoebe: Preferisco farmi una doccia, grazie…
Zia: D’accordo…
Salii in camera a cercare le cose per cambiarmi. Non avevo ancora sfatto tutte le valigie. Ne aprii una e mi trovai con le mie scarpette da danza in mano. mi si inumidirono appena gli occhi. Con la danza avevo chiuso. Vedermi danzare era la gioia di mia madre, e danzare me la ricordava troppo. Avrei chiuso con il mio passato. Non avevo nessun motivo per ritornare a fare tutto quello che facevo prima.
Dopo essermi fatta il bagno, mangiai qualcosa e poi andai a dormire. Un nuovo giorno di scuola mia aspettava.

Passò una settimana. In quel lasso di tempo, mi ero avvicinata molto ad Ayako, che capiva che qualcosa in me non andava, ma non mi chiedeva nulla… aspettava semplicemente che fossi io a parlare. Per questo la ringraziavo segretamente. Non vidi più Mitsui, il mio vicino.

Ayako: Oggi vieni al club!!! Ti prego!! Ti farò conoscere gente simpaticissima!!!
Acconsentii. Perciò dopo le lezioni, la seguii nella palestra. Li mi presentò.
Ayako: Ragazzi!!! Fermi tutti!!! Vi voglio presentare Phoebe, una mia compagna di classe!!!
Tutti si voltarono verso di me e mi sorrisero. Io risposi timidamente.
Phoebe: Piacere…
Ayako: Allora… vedi quei due che litigano? Quello con i capelli rossi è Hanamichi Sakuragi, l’altro Kaede Rukawa. Quello che sembra uno scimmione è il gorilla, altrimenti detto il capitano Takenori Akagi. Quello con gli occhiali, invece, è Kiminobu Kogure, poi ci sono…
Mi presentò tutti, ma quelli che mi rimasero più impressi furono Hanamichi e Rukawa… così diversi eppure così simili… restai al club con Ayako tutto il pomeriggio e, per la prima volta da quando ero orfana, mi divertii: era impossibile resistere ai litigi tra Hanamichi e Kaede!! Venne però ora di tornare a casa. Era già buio.
Ayako: Phoebe, vai a casa da sola? Sicura?
Phoebe: Certo.
Ayako: Dove abiti? Magari qualcuno vive da quelle parti, così ti accompagna…
Le dissi la mia via e venne fuori che abitavo vicino a Rukawa.
Rukawa: Dai, ti accompagno… io abito due isolati più in su.
Phoebe: D’accordo.
Salutammo tutti e ci avviammo.
Rukawa: Non sei giapponese, vero?
Phoebe: Solo per metà. Mia madre era giapponese e mio padre americano. Fino a 20 giorni fa vivevo in America.
Rukawa: L’America… mi piacerebbe andare a giocare a basket in America…
Phoebe: Il basket è molto in voga in America… un mio ex compagno di classe era stato convocato dall’NBA…
Rukawa: Dovrebbe essere bellissimo…
Phoebe: Già…
Rukawa: Come mai sei venuta in Giappone?
Era strano… a tutte le persone che mi facevano quella domanda rispondevo male, invece con lui era diverso, non mi diede fastidio…
Phoebe: I miei genitori sono morti, perciò sono venuta a vivere con i miei zii…
Rukawa: Scusa, non volevo essere invadente…
Phoebe: Non importa… tanto prima o poi saresti venuto a saperlo lo stesso, no?
Rukawa: Forse hai ragione… stai tranquilla, non ne parlerò con nessuno…
Phoebe: Mi fido…
Nonostante ne avessi parlato anche a lui, non riuscii a piangere… la mia psiche non riusciva ancora ad accettare di averli persi… vedeva la mia vita in Giappone come una vacanza…
Arrivammo alla casa.
Phoebe: Grazie per avermi accompagnata…
Rukawa: Di niente… buonanotte.
Phoebe: Anche a te…
Entrai. Sentivo di aver trovato un amico.

Continua…

Lo so che è un po’ triste… se volete commentate!
Bacioni
Elyon

 
Continua nel capitolo:


 
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