SEI TU IL MIO ANGELO CUSTODE?
- Capitolo 1° -
La palla finì in acqua.
<<Oh no!>> esclamarono i bambini.
<<Non preoccupatevi, ci penso io!>> disse da dietro una voce allegra e sicura di se.
I bambini si girarono.
Un loro coetaneo, sui dieci anni, dai capelli biondo-grano e dagli occhi color cielo, si ergeva alle loro spalle.
<<Se ci pensi tu Naruto, è la volta che non la recuperiamo più.>> bofonchiò un bambino.
<<Ah si? Allora state a guardare!>> disse fiero portandosi una mano al petto.
In pochi secondi, si sfilò la tuta, rimanendo in un paio di boxer verdi. E si tuffò nel laghetto.
A vederlo da lassù non sembrava poi così profondo, e anche se Naruto non aveva mai seguito una lezione di nuoto, non doveva comportare poi chissà quale rischio afferrare una stupida palla.
O no?
Si tuffò nell’acqua che inaspettatamente lo afferrò con il suo gelo.
Provò a muoversi per tornare in superficie, ma più si muoveva più affondava. Perché non tornava a galla? Perché la palla galleggiava e lui no?
Perché, come tutte le volte, si immischiava sempre in qualcosa che poi non riusciva a fare?
Non riuscendo più a trattenere il fiato e anelante di ossigeno, finì per aprire la bocca ingoiando diversa acqua e facendo in modo che sulla superficie del lago si formassero diverse bolle.
La sua vista, iniziò ad appannarsi.
In un ultimo tentativo di lottare contro il suo stesso corpo che era diventato un pezzo di piombo, alzò un braccio in direzione della superficie ormai troppo lontana per poter essere raggiunta.
E poi lo sentì.
Un calore improvviso in mezzo a tutto quel freddo asfissiante.
Qualcuno lo aveva afferrato per il polso e lo stava portando su in superficie.
Sputò a terra altra acqua.
Il suo salvatore era impegnato a ricevere lodi e complimenti da tutti gli altri.
Sia per aver recuperato la palla, sia per il suo pronto intervento nei confronti di quel buono a nulla di Naruto.
Buono a nulla. Era così che lo definivano. Era così che si sentiva. Era per questo che ogni volta, anche non sapendo come, voleva dimostrare a tutti che si stavano sbagliando.
Bagnato fradicio sedeva e cercava di riprendersi il più in fretta possibile.
Voleva andarsene da lì. Non voleva più sentirsi chiamato in quel modo.
Gli altri bambini gli passarono accanto guardandolo in malo modo e quello che reggeva in mano la stupida palla che gli era quasi costata la vita, lo apostrofò con un:
<<Se non sai fare le cose, lasciale fare a chi ne è capace.>>
Naruto abbassò lo sguardo.
E dire che si era pure illuso, pochissimo, di ricevere una frase tipo : <<Bel tentativo, Naruto.>>
Una frase così, anche detta in maniera ironica anche solo bofonchiata, e invece No.
Come ogni volta, nessuno apprezzava mai i suoi sforzi.
Si tirò su in piedi, quando un asciugamano gli venne lanciato addosso.
Lo afferrò girandosi nella direzione da cui era stato lanciato.
Era ancora lì? Non se ne era andato con gli altri?
Lo fissò a lungo.
I capelli neri ancora bagnati che aderivano al suo viso, i suoi occhi color pece che lo stavano osservando, i vestiti asciutti rimessi da poco dopo essersi asciugato con lo stesso asciugamano.
<<Ah, Sasuke…>> iniziò Naruto flebilmente.
Distolse subito i suoi occhi azzurri da quelli neri.
Perché tra tutti, era stato salvato da lui? Perché?
L’unico da cui non voleva farsi vedere debole o triste. E invece riusciva sempre a farsi vedere in quelle situazioni.
L’Uchiha rimase in silenzio di fronte al biondino mentre continuava a studiarlo.
<<Bel tentativo, baka.>> lo apostrofò atono prima di andarsene.
Naruto ri-sollevò i suoi occhi sgranandoli, sorpreso.
La figura di Sasuke, ormai lontana dalla sua, sparì inghiottita dal tramonto.
La sveglia suonò, puntuale alle sette, come ogni mattina.
Naruto si stropicciò gli occhi e si stiracchiò prima di decidersi a spegnere la sveglia e di alzarsi.
Non che avesse dormito molto quella notte. Non aveva fatto altro che leggere e leggere diversi rotoli in cui si parlava sempre della stessa cosa.
Naruto, aveva un teoria in mente.
Fece colazione come al solito con latte e cereali.
Si vestì mettendosi la sua tuta blu e arancione, e afferrata la sacca contenente i kunai e gli shuriken uscì di casa diretto all’accademia.
Le prime ore di lezione prevedevano esercitazione con kunai e shuriken.
Arrivò all’accademia puntuale per una volta e tutti ne rimasero sorpresi.
Aveva deciso che avrebbe verificato la sua teoria quella mattina stessa, durante la pausa pranzo.
<<Molto bene ragazzi, ed ora posizionatevi davanti ai vostri bersagli…>> disse il maestro dopo aver portato i bambini all’aperto di fronte a diversi bersagli più o meno distanti <<…e colpite!>> disse fermo.
Tutti i bambini, dopo aver preso la mira, tirarono prima i kunai e subito dopo gli shuriken.
Avevano a loro disposizione, cinque kunai e cinque shuriken.
Come al solito, Sasuke fece centro totalizzando il punteggio massimo previsto. Guadagnandosi ancora una volta le attenzioni delle ragazze e continuando a mantenere il rispetto che gli altri bambini avevano per lui.
Come al solito Naruto invece centrò solo un bersaglio con un kunai, mentre le altre armi si conficcarono nel terreno e nemmeno vicino ai bersagli.
I bambini come al solito iniziarono a ridere ed iniziarono con la loro cantilena che era un buono a nulla.
<<Perché? Voi pensate di essere al mio livello?>> una voce fredda, fermò il coro canzonatorio.
Tutti si voltarono sorpresi, avendo riconosciuto la voce di Sasuke.
<<Mi sembra che anche voi, siate delle schiappe…>> disse mentre con un cenno della testa indicava le varie armi a terra <<…ma non per questo, mi pare che ridiate di voi stessi.>>
<<Ci dispiace Sasuke.>> disse un bambino.
Il moro distolse lo sguardo con uno sbuffo d’impazienza.
Il biondo, ancora una volta, lo guardò con occhi completamente sgranati. Completamente rapiti da quel bambino, completamente rapiti dalla prima persona che avesse dimostrato interesse per lui.
La pausa pranzo, arrivò prima del previsto.
Dopo il discorsetto di Sasuke, gli altri non lo avevano più infastidito.
Corse fuori dall’aula e andò sul retro della scuola, dove sapeva l’avrebbe trovato ad allenarsi come ogni giorno.
Si affacciò sporgendosi di poco, dall’angolo del muro.
Sasuke si stava ancora esercitando con kunai e shuriken. E ancora una volta, le armi centravano perfettamente i bersagli come se quella fosse la cosa più naturale del mondo.
Lo vide portarsi le mani sulle ginocchia e lo vide iniziare a respirare pesantemente. Doveva essere stanco e affaticato.
Qualche goccia di sudore gli imperlava il volto.
Sui bersagli, Naruto notò almeno una trentina d’armi tra kunai e shuriken.
<<Hai intenzione di nasconderti là ancora per molto, baka?>> disse Sasuke rimanendo di schiena.
Naruto trasalì. L’aveva notato.
Uscì timidamente fuori dal suo nascondiglio, da dove l’aveva ammirato fino ad un momento prima.
Perché, solo lui riusciva sempre ad accorgersi di lui?
Gli altri non lo notavano mai. Ma lui, sempre.
<<Ehmm…>> iniziò in imbarazzo <<…ti ho riportato questo.>> disse tendendogli l’asciugamano, che il giorno prima gli aveva offerto.
Sasuke lo afferrò e lo usò subito per asciugarsi il sudore dal viso.
L’Uchiha, si mise l’asciugamano sulle spalle.
<<Avevi qualcosa da dirmi?>> chiese freddo al biondo che teneva incollati gli occhi al terreno.
<<Ehm, veramente, ecco io… si.>>
<<Allora parla. Non ho tempo da perdere.>> l’apostrofò atono.
<<Eh? Sì!>> disse annuendo velocemente dopo aver carpito la nota di rimprovero <<Dunque, io ho… letto molto sta notte.>> disse continuando a non guardarlo negli occhi.
<<Hai letto, eh?>> gli disse scettico mentre lo squadrava dall’alto al basso.
<<Sì, anche se…>> disse diventando rosso per l’imbarazzo <<…non ci ho capito poi molto.>>
<<Strano.>> bofonchiò l’Uchiha con vena ironica.
<<…Quindi ho pensato di chiedere a te.>> concluse.
<<Chiedere a me, cosa?>> disse l’Uchiha con una punta d’impazienza e una velata nota di curiosità.
Naruto radunò nella mente delle parole che potessero andare bene al suo discorso.
Come spiegarglielo? Come fargli capire se…?
<<Allora?>> rimarcò Sasuke.
<<…Tu…>> iniziò diventando ancora più rosso <<…tu sei… tu sei il mio angelo custode?>> chiese poi tutto d’un fiato riportando le sue iridi azzurre su quelle nere.
L’Uchiha trasalì per un istante, ma non lo diede a vedere.
Il suo sangue freddo e la sua mente sempre fredda e razionale, erano famosi.
Ma come diavolo era saltato in mente a quel baka una cosa del genere?
Un angelo custode? Lui? Il suo?
Ma come poteva aver architettato una simile ipotesi?
<<Naruto, come ti è saltato in mente?>> gli chiese freddo incrociando le sue braccia al petto.
<<Vedi, perché… gli angeli custodi appaiono sempre quando una persona è in difficoltà, e tu con me, l’hai sempre fatto…>> disse ritornando rosso e affievolendo la voce man mano che proseguiva la frase <<…mi hai sempre aiutato. Mi hai sempre… salvato.>>
L’Uchiha divenne leggermente rosso, nessuno aveva mai pensato a lui in quei termini.
Nessuno gli aveva mai espresso gratitudine, al di là delle lodi.
Nessuno l’aveva mai realmente considerato per quel che era e non per come appariva.
Nessuno, tranne Naruto a quanto pareva.
Sasuke era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno che Naruto gli si era avvicinato.
Il biondo posò dolcemente un bacino sulla guancia dell’Uchiha, che dopo essersi risvegliato dai suoi pensieri divenne totalmente rosso.
Stralunato guardò Naruto che ora lo guardava sorridente.
<<E, e, e, ora, che diavolo hai da ridere?>> disse brusco, dopo essersi ripreso dal balbettio momentaneo dettato dall‘imbarazzo.
<<Lo sai?>> iniziò Naruto mantenendo il suo sorriso caldo <<Sono proprio contento. Tra cento mila possibili angeli custodi… mi sei capitato proprio tu.>>
Avrebbe voluto dirgli : “Ma che diavolo dici?! Non sono io il tuo angelo custode!” oppure “Svegliati Naruto, gli angeli non esistono!”
Ma l’unica parola che gli riuscì pronunciare guardando a fondo in quegli occhi azzurri come il cielo, fu: <<Baka.>>
Per poi tirargli un pugno in testa e inarcare le sue labbra sottili in un sorriso veloce mentre se ne andava, tornando all‘aula.
Naruto passeggiava sulla strada di Konoha, di ritorno dopo le lezioni all’accademia.
<<Naruto?>> si sentì chiamare.
Si voltò e dietro di lui apparve la faccia sorridente del maestro Iruka.
<<Iruka-Sensei!>> lo salutò felice.
<<Come mai, così allegro?>> gli chiese l’uomo.
<<Iruka-Sensei, lei crede negli angeli?>>
<<Angeli?>> chiese l’uomo sopreso.
<<Sì. Angeli.>> rimarcò Naruto sorridente.
<<Perché?>> chiese confuso.
Ogni volta che parlava con Naruto non sapeva mai esattamente cosa si sarebbe dovuto aspettare, era sempre un‘incognita, imprevedibile.
<<Vede, io oggi sono riuscito ad incontrare il mio.>> disse in moto di ilarità non potendo fare a meno di sorridere candidamente <<Forse è un po’ brusco nei modi, ma ha un gran cuore. E gli occhi color della notte. …Sa, Iruka-Sensei?>>
<<Cosa?>>
Naruto spostò lo sguardo di fronte a se, e si portò le mani dietro alla testa incrociandole.
<<…Non poteva capitarmi un angelo migliore.>> constatò allargando il sorriso e addolcendo lo sguardo in direzione del tramonto.
- Fine -
Ely, ti piace?
So che questo genere magari è troppo dolcioso per te, però io sono contenta di com’è venuta fuori questa piccola fiction.
Non so perché, ma se c’è Naruto di mezzo… divento terribilmente dolce.
Non sono carini Naruto e Sasuke da piccoli??? Quanto è bello Sasuke che già da piccolo vuol fare il bulletto?? *.* Ahhhh, è troppo carino!!
Io li adoro! ^^ E poi insieme, sono troppo pucciosi!
Spero che questa piccola One-shot piaccia a tanti, come a me!
Grazie per averla letta e se volete lasciarmi un commentino, sarò ben lieta di riceverli e di rispondervi!
Allora, Sayoonara!
- Hariyuki.San -
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