Manga e Anime
creata dalla serie "INUYASHA":
"INFERNO&PARADISO"
una fanfiction di:

Generi:
Romantico - Avventura - Introspettivo
Avviso:
What if? (E se...)
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Una semidea mai vissuta nel regno dei mortali e uno spietato mezzodemone. Un incontro apparentemente casuale che cambierà le loro vite.

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 17/03/2008 22:05:29
 
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 SORA


Nihao a tutti! Qst è la mia 2°fic e cronologicamente avviene prima dell’altra. I protagonisti della storia infatti sono esclusivamente i genitori di Ryo…Sarà abbastanza introspettiva ma non mancherà l’azione, spero che vi piaccia qst primo cappy è che commentiate in tanti… grazie anche a quelli che si limiteranno a leggere e basta, siete il mio vento! (citazione da Arina Tanemura).

CAPITOLO 1:
SORA

Una giovane donna dagli occhi del colore del cielo e capelli blu oceano lunghi quasi fino alle caviglie, camminava, sola, nel bosco confinante con il villaggio Musashi nella Sengoku jindai “Ma perché sono scesa? Avrei dovuto restare a casa, non so nulla del mondo degli umani e dei demoni, neppure so dove mi trovo!” pensò sconsolata mentre la sua mente tornava a qualche ora prima…

- Flashback -
“Vieni Sora!”
”Cosa c’è Miyu?”
”Sono tornati quelli che erano andati nel regno dell’uomo, ti va di sentire?”
“E me lo chiedi? Certo!”

Sora, la giovane dai capelli blu, si avviò lungo un corridoio insieme a due sue amiche di qualche anno più grandi di lei. Sono tre hankami, semidee, e non si sono mai allontanate dal regno del cielo, la dimora degli dei; per questo sono così interessate ad ascoltare chi ha viaggiato in quel mondo. Sora (protagonista della fic) è l’hankami del cielo, Miyu dell’acqua e la terza, Ariki, della terra; entrambe le sue amiche sono fidanzate ufficialmente e lei è corteggiata dal dio del fuoco Yamato, assolutamente non ricambiato.
Il giorno dopo era molto importante per Sora: finalmente la sua richiesta era stata accettata e aveva avuto il permesso di visitare, rimanendovi per tutto il tempo che avesse voluto, nel mondo che l’attirava tanto; come tutti doveva ricevere una missione da compiere nel mondo degli umani, missione da scoprire attraverso una Profezia fatta al momento della sua nascita che avrebbe permesso ad entrambi i mondi di vivere meglio e realizzato la vita del dio o della dea in questione. Sulla sua profezia lei rifletteva da tempo ma proprio non riusciva a capire che senso avesse:

“Penetra le fiamme dell’inferno.
Supera il gelo dello spettro.
Eviterai innumerevoli stragi.
Grazie a te una creatura sarà libera e un’altra vedrà finalmente la luce.”

“Che vorrà dire? Come farò a compiere la profezia se nemmeno la capisco?? Povera me!” esclamò al colmo dell’infelicità, subito Ariki le rispose “Quante storie! È così intrigante come profezia che vorrei averla io! E poi, che ne sai, potrebbe anche capitarti di trovare finalmente qualcuno che non ti lasci indifferente come invece succede a tutti quei disgraziati che ci hanno provato fino a qui.” “Ariki ha ragione! Proprio non ti capisco, cos’ha Yamato che non va? È bello, forte, gentile… tutto quello che si può volere!” commentò Miyu scuotendo la testa “È praticamente un angelo!” “È proprio quello il problema!” le rispose Ariki scherzando “la nostra amica non s’accontenta, lei preferisce i demoni, non è così, So?”
- Flashback’s end -

“E così ora sono qui” pensò la giovane donna mentre i suoi poteri percepivano un’energia molto strana, sicuramente non divina. Si avviò in quella direzione fino ad arrivare ad una grotta all’ingresso della quale si trovava una persona, un uomo con i capelli neri come la pece, lunghi e leggermente mossi. Stava osservando l’apertura della caverna e sembrava immerso nei ricordi, così concentrato da non accorgersi nemmeno di lei, e sì che l’aura di una semidea era abbastanza notevole! Dopo qualche minuto l’umano (o almeno così credeva lei) si sedette su una roccia sulla riva di uno specchio d’acqua lì vicino e chiuse gli occhi mentre Sora lo osservava sempre più incuriosita “Chissà che sta facendo, non deve lavorare? È giovane, avrà l’età di Ariki, 22 - 23 anni al massimo!”
Nascosta dietro un albero, teneva d’occhio l’essere umano per reagire ad un suo minimo movimento che tradisse il fatto d’essere stata scoperta. Così, quando questo riaprì di colpo gli occhi e parlò, lei aveva già i sensi all’erta; non che temesse un ragazzo umano ma non era certissima che fosse ciò che credeva ed inoltre poteva anche non essere solo, se invece fosse stato così non ci avrebbe messo molto ad immobilizzarlo. Le nubi del cielo potevano condensarsi a tal punto da formare una gabbia talmente stretta da impedire il movimento di qualsiasi muscolo e comunque era stata addestrata a combattere, quindi poteva sentirsi abbastanza tranquilla; però, sentite le parole che uscirono dalla bocca del giovane le si gelò il sangue nelle vene “So da un pezzo che siete lì. Uscite.”
Leggermente intimorita obbedì, preparandosi però ad attaccare appena quello avesse fatto un gesto ostile, lentamente gli si avvicinò portandoglisi alle spalle “Sembrate molto tesa ma non ho alcuna intenzione di farvi del male.” Osservò tranquillo girandosi a guardarla, sembrava fosse abituato a veder fuggire le persone che lo vedevano anche se Sora non se ne spiegava la ragione. Prima di rispondergli per le rime che, caso mai, era lei a poterlo mettere in difficoltà, si accorse di una strana caratteristica “M - Ma… i suoi occhi…sono rossi! Com’è possibile?” pensò scombussolata prima di chiedere “Scusate se vi faccio una domanda simile ma voi… siete un essere umano?” lui rise divertito dalla domanda “Avete mai visto un uomo con gli occhi rossi?” “Veramente…no.” Disse abbassando lo sguardo e sorvolando sul fatto che non aveva mai visto un qualsiasi essere umano, quale che fosse il colore dei suoi occhi “Allora siete uno youkai? Pensavo che avessero le orecchie a punta e le vostre…”Indugiò qualche secondo sul volto del giovane fermandosi sulle orecchie e su altri particolari più interessanti che però scacciò dalla mente “…non lo sono.” Concluse e aspettò una risposta che tardò ad arrivare “Sono un hanyou. Ma d’altronde nemmeno voi siete completamente umana, o sbaglio?”
Gli occhi scarlatti del mezzodemone la squadrarono per fermarsi sui lunghi capelli blu, gli occhi azzurri e il kimono che ricordava il cielo in ogni parte e sfumatura; sogghignò impercettibilmente “Niente male, deve avere dei poteri notevoli…chissà che non mi vengano utili…tanto più che sembra non sapere né dove si trova né chi sono io…” Sora rimase spiazzata: non credeva che quel ragazzo se ne fosse accorto ma ormai era tardi, sia per mentirgli che per sfuggirgli; per quanto il nuovo aspetto (non fisico, la luce sotto la quale lo vede!NdA) del giovane la mettesse a disagio non sembrava avere cattive intenzioni nei suoi confronti e quindi decise di rispondere “È così.
Sono un’hankami.” Il mezzodemone si alzò e le si avvicinò con un sorrisetto ironico sulle labbra “Un’hankami, eh? Mi aspettavo qualcosa di simile.” Sora indietreggiò ed inciampò in una radice.
Non se n’era accorta ma il demone si era spostato alle sue spalle e l’afferrò prima che cadesse a terra “State bene?” “Ehm… Sì, grazie.” rispose lei arrossendo e rimettendosi in piedi.
Il mezzodemone spostò lo sguardo da lei per rivolgerlo alla cavità della grotta, intanto Sora si faceva mille domande e una superava tutte le altre: chi poteva mai essere quell’uomo? Non sembrava crudele ma piuttosto molto solo. “Come mai rimanete qui?” le chiese d’un tratto sorprendendola; non pensava di essergli d’intralcio e le piaceva stare ad osservare in silenzio la sua espressione triste, “Oh, scusatemi. Non volevo disturbarvi, è solo che… Non saprei proprio dove andare.” Disse sconsolata e all’udire quelle parole l’uomo si voltò “Vi siete persa?” domandò con un tono molto più gentile avvicinandosi a lei “No… Semplicemente è la prima volta che visito il mondo dei mortali e non so nemmeno da dove cominciare… oltre al fatto che i recenti temporali mi hanno tolto le forze.”
Come a conferma della sua affermazione, le si piegarono le gambe e finì per ritrovarsi seduta in terra; con la testa che le girava alzò lo sguardo per tentare di guardare il mezzodemone ma vide solo la mano che le stava tendendo; dopo un attimo di esitazione l’afferrò e si lasciò trarre in piedi.
Proprio in quel momento un tuono scosse la terra e cielo si riempì di nuvole nere; le capitava spesso di modificare involontariamente il tempo in base ai suoi stati d’animo ma mai aveva fatto una figura simile! E davanti ad un uomo per giunta!!
“AAAH!” La donna, colta alla sprovvista, si spaventò e si aggrappò istintivamente alla veste del demone che si sorprese di un gesto apparentemente abituale… ma non per lui.
“Che fate?” commentò divertito “La signora del cielo che si spaventa per un tuono?”
“Non me l’aspettavo. Normalmente non avrebbe dovuto accadere.” Sora replicò impermalosita e voltò il viso di lato.
“La mia presenza vi mette così a disagio da far sfuggire gli elementi al vostro controllo?” la voce dell’uomo assunse un tono amareggiato, se l’aspettava.

Silenzio.

“Non vi volevo offendere…” era veramente dispiaciuta ed abbassò gli occhi a terra dopo essersi allontanata dall’uomo. Lei, come altre divinità, aveva la capacità di sondare le anime delle creature mortali e decise, istintivamente, che se ne avesse avuta la possibilità, avrebbe indagato nell’animo di quel particolare demone che ora attirava tutta la sua curiosità. I suoi pensieri vennero interrotti da un tuono che scosse la terra e fece sobbalzare entrambi.
“Avete il controllo su qualche evento naturale?” chiese con tono molto più deciso e pratico; quando ottenne in risposta un gesto negativo, allontanò da sé lo spettro ordinandogli di entrare nella grotta e, soprattutto di non usare in alcun modo la sua energia demoniaca.
Dopo un attimo di esitazione Naraku s’infilò perplesso nell’anfratto della roccia; da lì osservò il cielo e vide un’immensa distesa di nubi nere attraversate da lampi, che non avevano nulla di naturale e sembravano cadere su precisi obiettivi. Quando riabbassò lo sguardo vide la dea tenere tra le mani una sfera d’energia spirituale con il preciso intento di raccogliere i lampi ed impedirne la dispersione. Alcuni di questi però stavano fuoriuscendo dalla sfera che evidentemente non riusciva a contenerne tutta l’immensa energia e colpivano la ragazza lacerandole l’abito e provocandole numerose ferite e bruciature in varie parti del corpo. Nel frattempo lui se ne stava a guardare con espressione indecifrabile e a tratti divertita…mentre lei creò una barriera che impedì al demone l’uscita. “Ma che fate?” gridò seccato “avete intenzione di morire?!” cercò di sovrastare il rumore assordante del temporale ma rimanendosene nel frattempo al sicuro nella barriera.
“Non muovetevi da lì!” rispose lei di rimando “Fatemi fare il mio lavoro senza complicarmi ulteriormente la vita!”. A quel punto ci fu un’esplosione talmente potente da superare la barriera e scaraventare il mezzo demone contro la parete rocciosa in fondo alla grotta dove si accasciò privo di sensi.
………….

Quando Naraku rinvenne, la prima cosa di cui si accorse, fu lo scroscio della pioggia battente e la mancanza della barriera all’imboccatura della grotta; poteva esserci una sola ragione per giustificare il crollo della barriera: chi l’aveva eretta non era più in grado di mantenerla in piedi. “La ragazza!” l’immagine della donna in ginocchio appena prima dell’esplosione gli attraversò la mente in un lampo e lo convinse ad uscire a cercarla. Trovarla non fu un problema, la giovane giaceva a terra svenuta con il kimono strappato e bruciato in diversi punti, completamente fradicia a causa della pioggia incessante. “Ma che divinità strana!” pensò lo spettro prima di accucciarsi vicino a lei e scostarle alcune ciocche di capelli dal viso “Testarda e… dannatamente attraente!”. Scacciò queste idee dalla mente e prese in braccio la donna portandola all’asciutto nella caverna; lì accese un fuoco e la coprì con la sua pelliccia bianca. Si appoggiò alla parete e chiuse gli occhi, forse, tutto sommato, non era stata poi una giornata sprecata.
La giovane riaprì gli occhi non appena sentì qualcosa di freddo bagnarle la fronte e i polsi. I contorni della scena che le si parava davanti erano confusi e non riuscì a metterli a fuoco neppure quando il suo campo visivo fu interamente occupato dalla figura di un uomo. “Chi…siete?” domandò con la lingua impastata tentando, e desistendo quasi subito, di alzarsi; sentì una mano sulla spalla e fu spinta delicatamente a terra. “Tranquilla, sono il mezzodemone, non vi ricordate? Siete svenuta dopo l’esplosione”. Di colpo le tornò in mente il giovane hanyou che aveva protetto dalle scariche. “Allora? Cosa credevate di fare? Vi siete ridotta così per cosa?” la domanda era posta con un tono freddo e tagliente. Punta sul vivo, Sora riacquistò lucidità e, appoggiandosi sui gomiti si preparò a fare una bella sfuriata. “Ehi, stammi bene a sentire tu!” inveì puntandogli contro un dito accusatore “Se io mi sono sfinita è stato prevalentemente per aiutare te!” “Appunto! Chi ve lo fa fare di sfiancarvi per aiutare un mezzodemone? Per quel che ne sapete voi avrei potuto benissimo…” Al demone si spense la voce in gola. –che dico? - pensò ironico –probabilmente per lei è normale proteggere le persone; in fin dei conti è una dea… che creatura ingenua… mai che si preoccupi per sé! - . Il monologo di Naraku s’interruppe quando incontrò lo sguardo della ragazza, aveva un’espressione vagamente perplessa ma gli sorrideva. Lo spettro si ritrovò a pensare a quanto gli piacesse quel sorriso e che quegli occhi che lo guardavano lievemente smarriti sembravano fargli bene all’anima.
Cacciò questi pensieri. Aveva già avuto abbastanza guai dalle donne: Kikyo per prima, poi Kagome, Sango e persino Kagura. No, decisamente non era fortunato con le ragazze… quella poteva essere la volta buona? “Non sono abituato a gesti simili, non ve la dovete prendere sul personale.” “Non c’è problema, davvero. Sospettavo che i demoni non fossero così protettivi gli uni verso gli altri ma a me è venuto istintivo!” gli rispose sorridendo ancora di più. Chissà per quale motivo, quel sorriso ebbe uno strano effetto sul suo ritmo cardiaco. Sorriso che, forse per la prima volta in vita sua, ricambiò debolmente. Era ancora molto simile a un ghigno ironico ma cominciava a diventare più caldo. Il gesto del demone ebbe un effetto che lui per primo non si sarebbe mai aspettato: il cuore della donna saltò due battiti per poi accellerare di colpo. “Siete davvero strana, voi.” “Già” rispose lei “Però non mi pare ci siamo ancora presentati o sbaglio? Come ti chiami?” lo chiese con una tale naturalezza che lui ci stette neanche a pensare prima di rispondere.
“Naraku.”
“Piacere di conoscerti, io sono Sora.”

Sora…


Ed ecco il primo chappy si è concluso! Che ve ne pare?? Vi prego commentate, era da tanto che volevo fare una fic solo su questa coppia… Sora è uno dei miei personaggi che preferisco… o non l’avrei fatta mettere col mio adorato cucciolo. È tanto tenero, lui! XD Coe



 
 
 
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