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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: SCHIAVI
Genere: Sentimentale, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: OOC, AU, Slash
Autore: yoko-kage13 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/03/2008 12:30:40 (ultimo inserimento: 07/07/09)

Girando in un mercato si trova della merce molto interessante. Soprattutto in questo...ci sono pezzi così singolari...anche da rubare ai nuovi padroni
 
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MIO
- Capitolo 1° -

"Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni, i fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti."


SCHIAVI

Cap 1



MIO



Il nobile si guardò intorno.
Chiunque ne incrociasse lo sguardo avrebbe potuto quasi definirlo soddisfatto del rumore che lo circondava, di ogni singolo punto sul quale posava gli occhi.
Confusione e follia.
Era questo il motivo per il quale le sue sottili labbra sensuali si piegarono in un sorriso.
Adorava il mercato, quello in particolare.
Trattava merci molto…pregiate.

Riservato ai signori dell’aristocrazia, solo a loro.
Per gli altri i prezzi erano troppo alti.
Seguito da due uomini di fiducia, scivolò in mezzo alla folla, avanzando moderatamente per permettere agli altri di stargli dietro.
Tutti e tre indossavano lunghi mantelli neri che coprivano completamente i vestiti dello stesso colore.

Ombre, questo dovevano essere, silenziosi e agili.
Non che avessero qualcosa di cui preoccuparsi mentre si dirigevano verso “quella” via.
Anche se sapevano di sfiorare il proibito, la legge non sarebbe mai intervenuta sapendo contro CHI rischiava di scontrarsi.
Superata la folla sentì uno dei compagni emettere un sospiro di sollievo nell’abbassarsi il cappuccio, riordinando i capelli in una scarmigliata coda bionda, dalla quale sfuggivano delle ciocche che andavano a incorniciargli il viso magro.

-Io odio questo posto.
-Potevi non venire, Draco.
-Potevi tenere la bocca chiusa. Per una volta penso che non sarei morto non sentendomi rinfacciare ogni singolo respiro!
-Potevi lasciar venire Neville.
-Tzè, e lasciarmi sfuggire l’occasione di studiare qualche buon acquisto davanti a te mentre lui avrebbe deciso al mio posto l’oggetto migliore per il Signore? Neanche morto!
Fu il turno del collega di sbuffare, ma tentò di nascondere una nota sarcastica e irritata al contempo.
Adorava quando gli soffiava contro come un gatto bagnato, perdeva il controllo.
Per questo approfittò di quella piccola pausa in cui si erano fermati all’ombra per scivolargli alle spalle, scostando le sue mani, ancora intente ad allacciare un nastro fra i capelli.
Stando attento a non tirarli completò l’opera, preoccupandosi di soffiare delicatamente sul suo collo prima di spostarsi e dargli la possibilità di voltarsi.
Si lasciò sfuggire un ghigno nel constatare di averlo imbarazzato non poco.

-Sei il solito ruffiano…
-Mi vuoi così, no?
Il più alto si spolverò distrattamente le spalle, senza aspettarsi una vera risposta se non quel piccolo gemito che l’altro si fece scappare.
Voltandosi verso il giovane padrone, tuttavia, gli parve di sentire un “e chi l’ha deciso?” mormorato rocamente.
-Possiamo andare, Signore?
Non gli rispose , ma, stringendosi di più nel mantello, certo che i sottoposti l’avrebbero seguito, riprese a camminare, forse in maniera più spedita, avvolto da un’oscurità non solo materiale.
L’uomo si soffermò un attimo a studiarne la figura così familiare.
Aveva più o meno la sua stessa età, lo eguagliava in altezza, ma era leggermente più minuto, rimanendo tuttavia possente.
Il mantello che gli svolazzava intorno faceva pensare ad un dio della morte reincarnatosi.
Il Signore, come lo chiamavano tutti, irresistibile una volta che lo avevi guardato negli occhi coloe tempesta.
Si distrasse dai suoi pensieri quando sentì una mano tirargli con forza la manica.
-Faremo megli a tenere le bacchette pronte? Non tutti i maghi hanno simpatia per il nostro padrone…
Il più grande sorrise.
Di certo il loro “padrone” non avrebbe avuto bisogno d’aiuto se l’avessero attaccato, ma per sicurezza…
Accennò col capo e afferrò la sua arma poco prima di mischiarsi nuovamente con la folla.
Dovunque si posasse lo sguardo persone…persone col viso coperto dal cappuccio.
Mantelli…mantelli di diverso colore, eppure tutti così ineguabilmente scuri.
Un arcobaleno di ombre…
L’aristocratico storse il naso.
Non gli era mai piaciuta tutta quella “sicurezza”.
Erano costretti a camminare in quel modo perché i commercianti si rifiutavano di conoscere l’identità dei loro clienti, nonostante sapessero di trattare solo con nobili casate.
La parola d’ordine era “denaro”.
Subito si diresse in un angolo buio dove la folla si stava man mano radunando.
A quanto pareva la maggior parte venivano lì con un unico pensiero in testa.
Scivolò facilmente verso il punto che gli interessava.
I commercianti dai quali si stava recando erano nomadi e si recavano lì solo una volta l’anno in un giorno ben stabilito.
La loro merce era la migliore, la più raffinata ed esotica.
Se ne convinse una volta di più nel guardare le gabbie, tutte allineate, distaccate di qualche metro l’una dall’altra.
Corrugò la fronte.
Credeva di essere arrivato relativamente presto, quindi non si spiegava di essersi perso dei pezzi da ponderare.
Lanciò una rapida occhiata dietro le sbarre e sorrise.
Ora che era in quel punto poteva camminare meglio.
C’erano due mercanti di schiavi ai due lati opposti.
Per arrivarvi avevano incontrato molto intralcio, ma solo pochi potevano permettersi il meglio.
Lui era uno di quelli.
Si fermò quando vide davanti a sé l’uomo grosso e robusto che stava cercando.
-Signore…
Egli lo salutò con una riverenza riservata solo alle persone del suo rango, offrendogli un rapido inchino.
-Hai già iniziato?
-No, signore.
-Allora perché ne mancano tre?
-Non li abbiamo ancora aggiunti. Avrebbero distratto troppo i clienti dagli altri.
Il nobile ghignò.
-Io voglio il meglio. Dovrò attendere molto?
-Non molto. In realtà stavo giusto mandando a prenderli. Venite con me, permettetemi di farvi da scorta.
Detto questo fece cenno a due uomini molto robusti vicino a loro. Li vide allontanarsi mentre seguiva la sua guida, che si accostò subito alla prima gabbia vuota.
Lì attesero.









Il ragazzo chiuse gli occhi.
Non se ne rendeva perfettamente conto, ma sperava ancora di svegliarsi da quell’incubo.
Ma dalla realtà non ci si può svegliare.
Era una certezza così dolorosa da farlo sentire morto.
E magari lo fosse stato!
Invece no…era vivo, ferito…umiliato…
Un oggetto.
I suoi aguzzini gli passavano davanti senza vederlo.
Da quando lo avevano catturato, nei bassifondi di Londra, non avevano mai abbassato lo sguardo nel cantuccio dov’ era rannicchiato da giorni ormai, senza mangiare, dormendo pochissimo e gemendo piano in risposta alle fitte di dolore.
Non lo avevano più picchiato da un po’ e le ferite ormai erano rimarginate…comunque non si erano permessi di lasciargli segni sul viso…tranne “quella” ovviamente…
Bèh quella volta se l’era cercata.
Dovevano “mantenerlo intatto”, dicevano.
E più il tempo passava, più la vita diventava inutile, quasi un disagio.
Perché, si chiedeva, perché la morte non poteva avere padroni ed obbedire a un suo semplice comando…ad una richiesta…a una preghiera disperata?
Ormai non riusciva più ad essere coerente.
L’avevano tenuto ferito e denutrito perché non potesse ribellarsi come aveva già tentato di fare.
Le corde gli bloccavano le braccia dietro la schiena.
Erano sudice, così strette che gli avevano lacerato i polsi, ora coperti da bende macchiate di sangue scuro.
Voleva dormire per svegliarsi in un sogno, ma qualcosa glielo impediva…come un istinto che gli diceva di non abbassare la guardia.
I suoi sogni erano ormai incubi.
Non un vero riposo.
Qualcosa gli diede un piccolo colpo alla caviglia, facendolo parzialmente destare.
Alzò lo sguardo per incontrare due occhi ambrati che lo studiavano.
Il ragazzo era nelle sue stesse condizioni.
I vestiti lacere facevano vedere il petto poco sviluppato e il ventre piatto, le lunghe gambe erano per metà scoperte.
Osservò a lungo il suo viso dai tratti acerbi e ingenui.
Spiccava, in quella pelle leggermente dorata, cosparsa di graziose efelidi, la bocca sottile e rossa, quasi come i suoi capelli, lunghi sino alle spalle larghe.
-Non ti conviene addormentarti, amico.
-Tra un poco vengono a prenderci.
Voltò lo sguardo verso la giovane.
Non aveva notato si fosse avvicinata.
Per un attimo il suo volto giovanile, raddolcito da un sorriso triste, gli scaldò il cuore che solo ora ricordava di avere.
Guardarla faceva venire voglia di passare la mano tra i suoi ricci castani e di consolarla in modo che gli occhi scuri non fossero così lucidi di pianto represso.
-A…prenderci?
Lo sguardo della giovane divenne sconsolato mentre annuiva debolmente.
-Tu non sai perché siamo qui…perché ci hanno rapiti?
Lo sussurrò così piano che non fu sicuro delle sue parole, ma subito la ragazza si riscosse, sorridendo comprensiva.
Sembrava così libera, nonostante le corde che le legavano anche le caviglie.
Probabilmente era un tipo irrequieto…
-Io sono Hermione Granger.
La sua voce aveva un tono così soave da costringerlo a prestare attenzione alle sue parole.
Forse fu quel barlume di coscienza che gli vide negli occhi a spingere il rosso a presentarsi.
-Ronald Westley.
L’altro fece passare lo sguardo smarrito dall’uno all’altra per poi abbassarlo e arrossire leggermente, sospirando sfinito.
-Harry…Harry Potter.








Non fu una lunga attesa.
Ben presto i due energumeni tornarono, uscendo lentamente dal carro gitano nel quale erano spariti poco prima.
Il nobile osservò con attenzione la figura alta e snella che tenevano per le braccia.
Si avvicinarono a loro e, solo quando aprirono la prima cella, gli tolsero il mantello che lo celava.
Il capo clan sorrise, pensando che veramente un bagno e degli abiti puliti potevano fare un miracolo.
Appena gli tolsero il cappuccio venne rinchiuso e liberato dalle corde.
Il Signore stdiò i sottili capelli rossi leggermente mossi, gli occhi vivaci e non gli sfuggì il tremore delle sue spalle.
Era bello, nulla da dire, pareva quasi risplendere di luce propria.
-Ora capisco perché non li avete mostrati subito.
L’uomo gli offrì un inchino di sudditanza, lasciando che l’uomo osservasse attentamente il primo pezzo della sua collezione, aspettando pazientemente, finchè non si venne a creare una piccola folla.
Prese fiato, ponendosi a lato della gabbia.
-Bene, signori…
Proferì ad alta voce.
-…è un piacere per me presentarvi i soggetti più pregiati che ho scelto per questa occasione. Sono due giovani ed una ragazza. Passo adesso a esporre, col vostro permesso.
Tutti gli sguardi passarono da lui al giovane immobile.
La tunica bianca che si faceva indossare agli schiavi nel momento dell’asta ne sottolineava la figura ben proporzionata e gli fasciava i fianchi marcati.
Una cintura color crema, che si sarebbe potuta togliere sin troppo facilmente, smorzava smorzava quel candore che metteva in risalto la pelle dorata.
-Il primo dei tre è questo giovane di diciotto anni. Viene dai borghi della Britannia e faceva parte di un gruppo di zingari provenienti dal nord. Osservate, prego, la levigatezza della pelle, il viso sottile e…
Aspettò che i due omoni lo afferrassero, trascinandolo vicino a lui, piegandolo leggermente sulle gambe.
-…i suoi caoelli. Non è facile averne di così rossi, tipici della sua famiglia. È un pezzo più unico che raro…e posso assicurarvi che è rosso ovunque.
Delle risate basse uscirono dalla bocca di qualcuno.
Non da quella del Signore, che mantenne un freddo distacco.
A quanto pareva non era abbastanza per lui.
Aspettò che il giovane venisse portato via.
Poi venne il turno della ragazza, una graziosa mora che a confronto del giovane che l’aveva preceduta sembrava una bambina.
No, non era interessato a una donna di cui avevano già abusato.
Stava quasi per girarsi e andare via quando la voce possente dell’uomo catturò nuovamente la sua attenzione.
-Bene, passo a presentarvi l’ultimo mio gioiello. L’ho voluto tenere come ultimo pezzo. Il meglio, del resto, viene sempre all’ultimo, signori.
Fece un piccolo cenno con lamano e per la terza volta una figura incappucciata si avvicinò, scortata, ma, al contrario degli altri, venne semplicemente sospinta a fianco del mercante.
Il ragazzo era già stato slegato e non sembrava intenzionato a sfruttare il momento.
Quella creatura, alta circa come la ragazza di prima, pareve magra e delicata sotto i vestiti troppo larghi per lui.
L’uomo si pose alle sue spalle, facendo scivolare le mani sul suo petto.
-Come potete vedere è un giovane molto esile, quindi, ritengo, da trattare con cura. Inoltre è l’unico a non essere stato mai toccato, chi lo comprerà potrà constatarlo con i suoi occhi.
Slacciò con un movimento fluido il laccio che teneva chiuso il mantello, che scivolò a terra nel momento stesso in cui il Signore si girava nuovamente verso quel punto.
Per un attimo si scordò di respirare.
Un ovale perfetto per viso, contornato da capelli nerissimi che arrivavano a solleticargli la nuca, facendo notare quanto diafana fosse la pelle sottile.
E gli occhi…
Prima tenuti chiusi, poi venne costretto ad aprirli quando il mercante gli fece alzare il volto ponendo due dita sotto il suo mento.
Erano grandi, dalla singolare forma a mandorla, le ciglia lunghe e nere creavano sensuali ombre, dando un effetto più scuro alle iridi verdi, un colore che invece diventava così chiaro vicino alla pupilla.
Quel gesto espose il collo lungo, sottile ed elegante e gli fece scivolare delle ciocche leggermente più lunghe da dietro le orecchie.
Eppure, notò, c’era qualcosa in quella figura che lo attraeva e respingeva al tempo stesso.
Come se fosse irragiungibile per lui.
Qualcosa…nelle belle labbra carnose piegate verso il basso, negli occhi socchiusi, quasi…rassegnati.
Si, c’era una rassegnazione che lo faceva sembrare più maturo, nonostante i tratti infantili.
-Ho trovato questa bellezza a Londra. Camminava in una stradina solitaria…è stato come un invito a nozze. Non credo ci sia bisogno di una qualche descrizione. Se avete occhio non potete fare a meno di vedere, no? Iniziamo, signori. Data la giovane e tà e la bellezza, considerando poi che è…beh, è l’unico fiore incolto del mio giardino, partirei da una base di duemila galeoni d’oro.
In quel momento nella mente del nobile passarono tanti interrogativi quant’erano quei soldi.
Era un ragazzo esile, di bell’aspetto…era curioso di ascoltare la sua voce e, stranamente, lo voleva per sé, per accudirlo, nutrirlo e istruirlo…in tutti i campi a lui sconosciuti.
Che espressione avrebbe avuto quando l’avesse preso, cos’avrebbe gridato? Gli avrebbe artigliato le spalle, lo avrebbe stretto per sentirlo più vicino e sarebbe arrossito?
Già lo vedeva.
Languido, completamente abbandonato alle sue carezze, gemente…si, perché lui sarebbe stato suo.
Lo voleve e il Signore otteneva sempre ciò che voleva.
Attese che anche l’ultimo nobile interessato gridasse la sua offerta per poi rivolgersi al più grande delle sue guardie.
-Severus…voglio quel ragazzo.
L’uomo lo guardò con i suoi impenetrabili occhi scuri prima di rivolgersi al mercante, alzando un braccio.
Se non ricordava male aveva sentito qualcosa come 5500 galeoni e sapeva di non dover far fare una brutta figura al suo padrone davanti ad una cifra cos’ redicola.
-7000 galeoni!
Tutti si zittirono, mentre lo schiavo dagli occhi di giada alzava lo sguardo, sbalordito.
Il nobile ghignò, vedendo la sua espressione.
Quello che per alcuni era un patrimonio per altri erano solo spiccioli, ma vedere tutto quel candore lo fece sorridere di rimando.
Si avvicinò di qualche passo, quel tanto che gli bastò ad averlo ad un soffio.
Lo studiò quando alzò lo sguardo su di lui, lo sentì gemere nell’incontrare i suoi occhi grigi seminascosti, lo vide tentare di retrocedere, portando le mani al petto come per difendersi.
Gli prese il mento fra le dita, abbassandosi leggermente, facendo sfuggire delle lunghe ciocche bionde dal cappuccio.
-Sei mio.




 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (2 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 1
alix94 - Voto:
19/12/08 21:28
bellissimissima fic! ti prego, aggiorna presto, nn vedo l'ora di leggere il seguito!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 4
kyadyscord - Voto:
01/06/08 13:12
che capitolo!! oddio che bello!! Tom è meraviglioso e Harry altrettanto!! aggiorna presto questo volta!!! non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!!!

ciao!ciao!!^^
D'accordo con il commento: 1 si - 0 no, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 3
silin
07/05/08 20:33
bellissimo anche questo capitolo!!
aggiorna prestissimissimo!!!

ciao!ciao!!
D'accordo con il commento: 1 si - 0 no, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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