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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: DESTINY'S PRISONER
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Lemon
Autore: 8night8 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/03/2008 19:33:52 (ultimo inserimento: 26/03/08)

Ogni 500 anni un uomo, una donna e un'amore. Lui, il Destino. Lei, la Morte.
 
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DAISY WHEEL
- Capitolo 1° -

Destiny's prisoner
Capitolo 1: Margherita
17°giorno, 1 di 12, II era.

(alias 17esimo giorno di settembre in seconda liceo.)
(Per lei il primo mese dell'anno è settembre.)


Sapete cosa vuol dire la parola destino?

Vi siete mai soffermati a cercare sul dizionario questa piccola e insignificante parola?
Se provaste a cercarlo trovereste: - corso degli eventi considerato come predestinato, immutato-
Io non ho mai letto questa riga, all'inizio perché non ne ho mai avuto bisogno, odiavo il destino.
Quando mutarono gli eventi invece, non mi fu più permesso. E anche se avessi potuto leggerla quella frase non sarebbe stata del tutto vera.
La domanda mi si pose davanti senza essere stata chiesta e la risposta che ottenni mi cambiò la vita.
- Il destino è ciò che non permette all'uomo di essere libero-
Io che avevo sempre odiato questa parola, che avevo sempre detestato il sapere che c'era qualcuno, qualcuno che sapeva l'esito delle tue decisioni prima che tu le potessi anche solo pensare, qualcuno da cui non si può scappare perché lui sa che ci stai pensando.

Ho giocato, ho litigato, ho discusso con lui, poi l' ho amato. Destino.
Mi sono piegata dopo tempo, durante il quale ho combattuto strenuamente per cercare di confonderlo, di cambiare il mio avvenire, di rendermi indenne al suo potere.
Quando, finalmente, ce l'avevo fatta, l'avevo sconfitto, avevo trionfato.
Ero indenne al suo potere e per questo lo prendevo in giro davanti agli amici, vantandomi con loro di una vittoria della quale solo lui poteva capire il significato.
Ancora non sapevo che me ne sarei pentita, quando improvvisamente quel dannato vortice tornò a scombussolarmi la vita.
Una parola. Una vita. Una prigione.
Una stupida parola, o forse dovrei dire una stupidissima frase.

Mi salgono le lacrime agli occhi nel ricordare la mia debolezza.......la mia stupidità..........il mio essere donna...

-sono Tua-
tua
.....
tua
.....
tua
.....
tua
.....
tua
.....
Incredibile come un semplicissimo pronome Possessivo cambi così tanto il corso della storia.
Quasi impossibile da percepire, poco più di un sussurro. Ma tu non avevi bisogno di sentire, sapevi già tutto.
Quando io ero debole eri forte, quando io ero triste eri felice.......quando andavamo a letto insieme, perché di questo si trattava, il piacere era l'unica cosa che ci accomunava.

A volte mi stupisco che tu sia solo Destino e non qualcos'altro di peggio.
Non provi sofferenza verso di me quando vedi il fuoco che mi brucia dentro?
Perché invece di spegnerlo lo alimenti?
Ti diverte vedermi contorcere dalla bramosia. Ammetto che a volte lo desidero anch'io, ma quando si sta troppo vicino alle fiamme prima poi ci si brucia.
E tu sai anche questo. Ti sei bruciato, me lo ripeti spesso e mi dici anche che ti succede da quando stai con me.
Ti sei scottato con me e con me brucerai.

Se oggi mi metto a pensare che sei stato sempre accanto a me, ma tu non esistevi, io non esistevo. Separati. Divisi.
Divisi con la mente ma vicini col corpo.
Dovrei ricordare quei momenti con gioia, quando ancora sentivo sulla pelle il sapore della mia libertà ormai dimenticata.

Oppure dovrei essere triste, pensando ad adesso, alla mia vita ora con te, alla mia strana attrazione nei tuoi confronti.
Penso a quando, la sera, entri nella mia camera da letto silenzioso, sguardo impassibile, capelli scuri, corti, ricci come piacciono a me, soprattutto quando mentre dormi ci gioco attorcigliandoli attorno alle dita.
So che non ti piace, ma so anche che quando lo faccio riesco a farti sentire la mia presenza e siccome questo ti rende felice mi fa piacere.
Non riesco ancora a credere che io mi butti fra le tue braccia ogni volta che vedo apparire la tua figura alta e slanciata sulla soglia, come una calamita che incontra il proprio polo opposto come se fosse la cosa più normale del mondo.

Sembra quasi che mi abbiano drogata con una pozione, la pozione della lussuria.
Più che pozione forse dovrei dire fiore, come quella volta che trovai il nostro letto cosparso di petali di margherita rossa con te sdraiato sopra ad annusarne una.
Il nostro fiore, il fiore dell'amore. In quei momenti ero travolta da una felicità strana, quel fiore aveva risvegliato in me qualcosa di anomalo.

Da quella notte ogni sera mi porta un fiore, dice che il loro profumo e quello che si avvicina di più al mio aroma, anche se secondo lui il mio odore non si può riprodurre.
Ne è sempre stato affascinato, me ne accorgo da quando una mattina l'ho sorpreso a inspirarlo mentre pensava stessi ancora dormendo.
Ricordo benissimo cosa mi disse quella volta, beh veramente rammento tutto quello di cui mi parla.

- cosa stai facendo? come mai già sveglio?
Era sdraiato accanto a me il braccio piegato e il mento appoggiato al dorso della mano, come sempre tutte le sue posizioni mi lasciavano sbigottita.
Rimase a guardarmi stupito, come se potesse veramente sorprendersi e poi mi rispose.
- sto inspirando il tuo profumo, è una delle cose che preferisco di te
Stavo li, sdraiata sul letto, al suo fianco, ad ascoltarlo incantata e a guardarlo che si portava una mia ciocca appena vicino al naso e ne prendeva un bel respiro. Poi continuò in tono rilassato tenendo la ciocca tra le dita, come fosse una sigaretta.
- il tuo aroma è strano, non so definirlo esattamente, è come l'aria pura in alta montagna, dove c'è poco ossigeno, ti toglie letteralmente il respiro.

Quando disse 'aroma' sembrava che venisse da un'altra epoca, quando però le mie labbra stavano per inarcarsi in un sorriso vidi il suo sguardo serio, incatenato al mio.
E' stato allora che ho capito che, in un certo senso, provava qualcosa per me, nei suoi occhi intravedevo un luccichio diverso, dolce e non il solito strafottente e da gran signore che avevo imparato ad amare. In quel momento, quando mi baciò leggermente, quasi esitante, come per vedere una mia reazione, mi sono sentita ancora più confusa.

Ancora adesso non so se è amore, per te è così da secoli, non muori, non invecchi, mentre le tue amanti spirano per l'ultima volta nel tuo letto.
Lo so, non sono all'oscuro di tutto come credi tu. So qual'è la mia fine senza essere il destino.
Spero che tu mi ami, spesso ho sognato che sia così, soprattutto ora che mi ritrovo spesso a sussurrare il tuo nome nei momenti più impensati, soprattutto ora che ho scoperto il tuo vero nome.
Destino............Destino............Destino...........Destino.
Ti chiamo col tuo nome mortale nei momenti in cui non ti sopporto, per farti rabbia anche se non ne capisco il perché, visto che è un bellissimo nome, tra le mie labbra suona dolce e mi tiene compagnia, ma è anche vero che è il primo, il vero, quello che ti identifica di più.
Destino............
Destino............
Destino...........Destino.

Vorrei rimanere sempre giovane per stare con te, per conoscere tutte le tue stranezze, tutte le tue espressioni e per capirti attraverso il solo sguardo. A volte mi chiedo se sarà possibile.

Oggi sono ancora qui per capire cosa c'è nel tuo cuore, per capire se c'è posto per me, e quale modo migliore che usare le tue stesse tecniche.

" A daisy wheel, so many petals, the Destiny will decide, decide well."
 
Continua nel capitolo:


 
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