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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: I QUATTRO ELEMENTI
Genere: Sentimentale, Romantico, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU
Autore: scn galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/03/2008 22:54:02

E' un racconto particolare, è stato il primo racconto che ho scritto...leggete e coomentate ma siate buoni!
 
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PRIMO
- Capitolo 1° -

CAPITOLO PRIMO:

Anna era una ragazza come tante, abitava nella bella riviera ligure, aveva una famiglia abbastanza serena, un ragazzo dolce e sensibile col quale stava da un paio d’anni, andava benino a scuola, insomma era una ragazza molto fortunata. Tuttavia, Anna non aveva amici, era sola. I suoi anni passati l’avevano segnata. Aveva ricevuto tante fregature dai suoi coetanei, tutto ciò l’aveva portata ad essere aggressiva, scontrosa e impaurita, sì impaurita soprattutto di lasciarsi conoscere completamente da qualcuno al punto di ritrovarsi senza difese e, se prima l’essere sola era, una condizione obbligata, ora era un rifugio il frutto della sua paura.
Come avete potuto constatare Anna non era un cuor di leone, ma il suo aspetto aggressivo era una maschera ben costruita.
Un giorno mentre passeggiava per la strada tra le bancarelle di una fiera vide qualcosa che la colpì: l’immagine di una donna, una guerriera bellissima. Quest’immagine era posta nella prima pagina di un libro che aveva un aspetto antico e un profumo particolare. Il titolo la colpì ancora di più:
“Le avventure di una principessa, beh! Promette bene!” e lo prese.
Non appena arrivò a casa, corse subito in camera sua, chiuse la porta, si tolse velocemente la giacca sgualcita e si buttò sul letto, prese il libro lo aprì e iniziò a leggere. Trovò subito una nota, una specie di messaggio, scritto a caratteri molto piccoli a tal punto che Anna stentò a leggerlo. L’incisione era più o meno così:

…ricorda, o tu che leggi, che la forza fisica non è sempre
La virtù più importante
Una guerriera, una vera guerriera deve unire
A questa anche altre virtù
Corrispondenti ai quattro elementi
Come la saggezza,l’aria, il cuore, l’acqua,
il coraggio, il fuoco, ed ancora la già detta forza, la terra.
Questi sono i pezzi da unire.
Se tu, o lettore, riuscirai a farlo avrai scoperto il cammino
Che ti porterà al vero potere…

“Mio Dio! Ma che roba è questa! Mi sembra d’essere la protagonista di un film d’avventura. Un momento… chissà che seguendo le indicazioni del libro non riesca a superare le mie paure. Tanto, che cosa ho da perdere?” così dicendo si rimise a leggere.
Ogni pagina, ogni parola era come una calamita, i suoi occhi erano rapiti.
La donna del libro era “…Deyanira la protetta di Ares, una fanciulla bellissima dagli occhi di ghiaccio e i capelli corvini e lucenti”
“Già mi pare di vederla forte ed elegante, sul suo bel cavallo dalla lunghissima criniera. Ah…io adoro i cavalli…sono così belli… specialmente quelli selvaggi, corrono felici nei prati, attraversano fiumi sentono il vento che gioisce con loro… sono il simbolo della libertà!” …e riprese:
…Deyanira la forte guerriera era inizialmente una spietata sanguinaria, aveva stroncato senza pietà molte vite accecata da una sete di vendetta. Aveva, infatti, perso le persone a lei più care in un incendio causato dalle ire di Zeus, il re degli Dei... “Mmm…il libro non spiega il perché. Non c’è da stupirsi, le leggende degli Dei dell’Olimpo li ritraggono come incuranti delle sofferenze degli uomini, anzi si afferma che sfogassero le loro ire divine proprio causando dolore tra gli uomini. Terrificante!”
…la nostra eroina assecondata da Ares cercava la battaglia a tutti i costi, oppure era la battaglia a cercare lei? Fatto sta che nella lotta era avvolta da un fuoco d’ardore che la rendeva affascinante. Persino lo stesso Dio della guerra era rimasto stregato dalla sua luce, uccideva guardando negli occhi la sua vittima. Tuttavia Deyanira non era del tutto accecata dall’odio. Dentro di lei, in un piccolo angolo del suo cuore giaceva quella fanciulla piena di dolci speranze che era stata un tempo.
Un giorno tra i prigionieri del suo ultimo attacco ad un piccolo villaggio di montagna, vide un ragazzo: aveva la pelle chiara e delicata, le sue guance erano rosee e i suoi tratti perfetti e ben definiti, era bruno aveva gli occhi più scuri del buio della notte che tuttavia emanavano una grande luce, da cui la nostra guerriera rimase abbagliata. Allora ella disse: “ Lasciatemi sola con lui.”
Un suo soldato le rispose: ” e degli altri che ne facciamo?”
“Quello che volete, uccideteli pure se vi va.” Aveva pronunciato quelle parole in modo talmente indifferente che il soldato rimase a fissarla quasi impietrito da tanta freddezza.
“Ti ho detto di lasciarci soli!” gridò con violenza la donna, la sua voce fece scappare via il giovane soldato terrorizzato.
“E ora torniamo a noi. Allora chi sei?”
Il ragazzo rimase muto sempre guardandola fissa negli occhi.
“Perché non parli ti hanno forse tagliato la lingua o sei talmente sciocco da non esserti reso conto di chi ti trovi davanti?” disse Deyanira all’apparenza spietata come al solito ma con un’angoscia che si faceva sempre più presente.
Il ragazzo continuava a guardarla senza proferir parola. La donna inquietata da quello sguardo penetrante lo colpì sferrandogli un potente schiaffo sul viso tanto delicato. Il ragazzo senza scomporsi si pulì il labbro ferito e finalmente si decise a parlare ma quello che disse fu ancora più inquietante dei suoi occhi: “…davvero non ti ricordi di me?”
Deyanira lo guardò bene poi fu presa da un tuffo al cuore…
“Mio Dio e questo chi è?!”-…“…Tu sei..tu sei…”
“Sì, sono Alexander”
Vi domanderete o voi che leggete chi fosse questo misterioso personaggio. Ebbene Alexander apparteneva allo stesso villaggio di Deyanira erano cresciuti insieme, era come un fratello per lei. Anche lui aveva perso tutti i familiari in quell’incendio. Purtroppo la guerra aveva temprato entrambi facendo diventare lei spietata e sanguinaria, mentre lui un uomo buono pieno di pietà e di voglia di giustizia.
Deyanira, quasi dimenticando il suo ruolo, istintivamente gli buttò le braccia al collo e pianse, pianse tanto come da quel brutto avvenimento non aveva più fatto. Lui la stinse a sé tenendola forte e accarezzandole la testa, poi disse:
“ Perché uccidi chi non è in grado di difendersi e rovesci la tua ira e la tua forza uccidendo le uniche persone, i guerrieri, che possono proteggere questa povera gente? Perché non impieghi le tue forze per aiutare i più deboli come a suo tempo, i capi villaggio fecero per noi?”- A queste parole la donna si discostò dal giovane, e asciugandosi le lacrime disse:
“ Io sono una guerriera…una spietata guerriera…non posso permettermi di provare compassione.”
“Questo non è vero! Tu sei buona! Lo sei sempre stata non lasciare che l’odio ti accechi la mente più di quello che ha già fatto.”
“ Tu non capisci durante la battaglia sono rapita dall’ardore e mi sento viva... Tuttavia quando sono sola nella mia tenda, mi chiedo se sono sempre io o se al mio posto ci sia qualcun altro.”
“ Vieni via con me e cambia vita sinché puoi”
“Ma se mi faccio vedere debole e mi ritiro ora i miei soldati mi uccideranno! Non l’hanno ancora fatto perché mi temono!”
“Non ti torceranno un capello vedrai, anzi ti ammireranno.”
“Ah! Sei un ingenuo se la pensi così!”
Lui tornò a ripetere: ” …vieni via con me”
Deyanira gli disse “…ci penserò per ora starai qui con me, anche se prigioniero non voglio che ti facciano del male.”
Quella notte sognò il suo futuro, battaglia dopo battaglia, odiata da tutti. Sognò la vecchiaia il rimpianto della vita trascorsa senza amore e sempre sola, con le mani sporche del sangue di molte persone. Vedeva il viso di molti bambini orfani a causa sua, che avevano visto i loro genitori morire come lei stessa aveva fatto. Gli occhi di questi bambini la circondavano e il loro pianto si faceva sempre più straziante... Deyanira si svegliò di soprassalto e uscì nell’accampamento dove vide il frutto della sua volontà: i prigionieri erano stati massacrati dai suoi soldati.
Quella notte pensò a lungo, il mattino dopo svegliò l’unico prigioniero sopravvissuto: Alexander.
“Verrò via con te!…Ti prego portami via di qui, cambierò te lo prometto, so che con il tuo aiuto ce la farò!”
Alexander piangendo la guardò, la prese tra le braccia e …
“ Anna, non hai mangiato niente, almeno ora va a riposare! Smettila di leggere!”
“Ma mamma mi hai interrotto proprio sul più bello!”
Senza neanche rendersene conto Anna aveva passato tutto il resto della giornata catturata dalle parole di quel vecchio libro.
“Ti ho detto di muoverti che è tardi. Domani c’è scuola e non accetto scuse!” così dicendo la madre la baciò sulla fronte chiuse la luce ed esclamò sorridendo: “Non le è mai piaciuto leggere. Sicuramente non è un libro di scuola, quando mai!”.



 
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