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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Neon Genesis Evangelion (Shin Seiki Evangelion)
Titolo Fanfic: RIFLESSIONI SOTTO LA PIOGGIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: roberta88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/04/2003 15:37:57

forse è un po` troppo sentimentale, vabbè, leggete e poi ditemi^^
 
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- Capitolo 1° -

C’erano volte in cui volevo scappare da tutto e da tutti.
C’erano volte in cui la vita mi sembrava schifosa.
C’ erano volte in cui non sapevo come fare, a vivere così.
C’erano volte in cui mi sentivo vuoto e inutile.
C’erano volte che ci sono anche adesso.
Proprio come in questo momento.
Mi ritrovo qui, in una città che non mi appartiene.
Mi trovo qui, dove le persone non mi vogliono.
Mi trovo qui, dove la gente crede che stia bene e in pace con il mondo intero.
Non è così.
Io non sto bene qui.
Per questo me ne voglio andare.
Questa vita mi fa schifo.
La gente che mi circonda mi fa schifo.
Tutto il mondo fa schifo.
Perfino io faccio schifo.
Io sono un codardo.
Io sono stupido.
Io sono un’idiota.
Io sono solo bravo a pilotare l’Eva.
Non so fare altro.
Sono un incompetente.
Per questo vorrei scappare.
Ma non ci riesco.
Non so perché.
Ora mi trovo qui.
Seduto su questa panchina a pensare a quanto schifo fa il mondo.
Seduto in questa panchina a pensare a quanto schifo faccio.
Asuka ha ragione.
Sono uno stupido.
Tuttavia non riesco a scappare.
Io posso comodamente andarmene da qui.
Ma non ci riesco.
Voglio scappare.
Voglio scappare.
Voglio…no.
No, non devo scappare.
Anche se voglio, non devo.
Io non ce la faccio a stare qui.
Non ne posso più di questa vita.
Dove la gente ti giudica per quello che fai.
Dove la gente ti usa e poi ti getta.
Dove non c’è nessuno che mi ami.
Io sono ancora seduto in questa panchina a pensare.
Perché?
Perché sono ancora qui?
Perché non prendo un biglietto di sola andata in modo da non tornare?
Io non lo so.
Io sono ancora seduto in questa panchina, con la faccia tra le mani.
Con il cuore spezzato da tutte le atrocità che ha subito.
Ho appena lasciato casa mia.
Se quella si poteva considerare casa mia, non lo so.
Ad un tratto mi accorgo che nelle mie mani ci sono gocce d’acqua.
Guardo in alto e vedo il cielo scuro.
Sta piangendo anche lui, come piango io.
Piove.
La pioggia…
Fa venire in mente strani ricordi.
Com’è ovvio pensare sgradevoli.
Alzo gli occhi e guardo di nuovo le mie mani.
Con queste mani io…
Con queste mani io ho ucciso una persona.
Con queste mani io ho stroncato una vita.
Kaworu.
Uno dei pochi esseri che mi abbia compreso fino in fondo.
L’unica persona a cui volevo bene, l’ ho uccisa.
Però…se non lo avessi fatto saremmo morti tutti noi.
Avrei però preferito un’altra conclusione.
Avrei preferito morire io al posto suo.
Se fossi morto io, nessuno avrebbe sofferto.
Nessuno avrebbe pianto per me.
Perché nessuno mi ha mai voluto bene.
Nemmeno mio padre.
Lui mi odia a morte come io odio lui.
Penso a mio padre e penso a quel giorno.
Anche in quel giorno pioveva come ora.
Lui se ne andò.
Mi aveva lasciato solo.
Mi aveva abbandonato.
Non mi doveva fare questo.
Non ne aveva il diritto.
In quella giornata di pioggia.
Aveva solo tre anni.
E aveva già capito tutto.
Sua madre lo aveva abbandonato.
Suo padre lo aveva abbandonato.
Lo avevano lasciato solo.
Mamma.
Papà.
Sotto quella pioggia incessante, seduto in questa panchina, piango.
Piango assieme al cielo.
Piango per mia madre.
Piango per mio padre.
Piango per me stesso.
Sono seduto qui, in questa panchina, e piango.
Piangendo non si risolve nulla.
Ma io sono un codardo, per questo piango.
Piango perché nella mia vita non ho mai fatto qualcosa di cui andare fiero.
Piango perché la mia vita in realtà non è che una minuscola fiamma posta in cima ad una candela, la quale aspetta solo che un lieve venticello la porti via con sé.
Seduto in questa panchina sotto il cielo che piange, ho cercato di farmi forza, ma io sono io e quindi non posso rimediare.
Mi alzo.
Me ne vado.
Per sempre.
Kaworu, Mamma, sto arrivando.
Questa è la mia decisone.
La mia decisione è stata quella di prendere un solo biglietto per l’andata…all’inferno.
REI88
 
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