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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: REALTÀ SPAVENTOSA
Genere: Horror, Fantasy, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: tery91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/02/2008 23:49:25

Allora questo è un genere abbastanza diverso da quello che uso di solito..come al solito vi prego d leggere questa storia e d commentare..un kiss a tt
 
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REALTÀ SPAVENTOSA
- Capitolo 1° -

Alloraaaaa.. ho scritto un’altra storia.. ma questa è diversa dalle altre.. dovrebbe essere horror.. spero di essere riuscita almeno a mettervi un po’ in agitazione.. in realtà questo è un fatto realmente accaduto.. certo un pò amplificato xò m è successo veramente.. infatti i nomi sn quelli originali..leggete e commentate in tanti.. un bacione a tt.. ByeBye



Realtà spaventosa



Erano appena entrate in macchina.. Teresa si sentiva in agitazione.. ascoltava come al solito le fesserie che diceva la sua migliore amica Valeria, ma in quel momento si sentiva come se qualcuno le stesse spiando..
Quella sera era andata a cenare fuori con i suoi genitori e amici loro, e per non passare tutta la serata ad annoiarsi aveva chiesto a Vale di accompagnarla. Dopo aver cenato si erano stancate di stare ad ascoltare i discorsi noiosi dei grandi e quindi avevano deciso di andare ad aspettarli in macchina per parlare liberamente dei fatti loro.. ma Teresa mentre si avvicinava alla macchina, che era un po’ lontana dal ristorante, aveva cominciato a sentirsi strana. Aveva paura. Si sentiva in trappola. Ma a quanto pare quelle sensazioni le provava solo lei, Valeria sembrava tranquilla. Ma si sbagliava, infatti ad un certo punto la sua amica si era girata d scatto”Hai visto qualche cosa?”chiese con una nota di ansia nella voce. “Qualche cosa tipo??”la sensazione di terrore stava tornando più forte di prima, aveva paura anche di dare le spalle alla portiera. “Ho visto un ombra dietro la macchina”disse Valeria. A quel punto il terrore si impossessò di loro, incominciarono ad agitarsi. Teresa non sapeva se restare in macchina o correre all’interno del ristorante per cercare aiuto. Decise di rimanere in macchina e mise il blocco alle portiere. Ma la paura non le abbandonò. Vedevano ombre da tutti i lati, continuavano a girarsi per cercare di capire cosa stesse succedendo. Ma la realtà era che non volevano saperlo. Avevano paura di scoprire che era qualcosa di veramente spaventoso. L’ansia aumentava di minuto in minuto. E anche la voglia di fuggire da quel posto. Ad un certo punto tutto finì. Niente più ombre, era tutto calmo, ma le ragazze avevano il presentimento che quella non fosse affatto una cosa positiva. Decisero di scappare via. Aprirono le portiere e la paura aumentò. Si sentivano scoperte. Correndo si diressero al ristorante, ma solo dopo un passo sentirono una musica. Teresa si fermò e si girò molto lentamente verso la macchina, la musica proveniva da lì. Si avvicinò sempre lentamente, mentre Valeria le gridava di non farci caso e di andare via. Vedendo che Teresa non l’ascoltava si avvicinò anche lei e si strinse al braccio dell’amica. Si accorsero che la radio si era accesa. Come era possibile?? Loro non avevano avuto il tempo e la voglia di accenderla. Questo significava solo una cosa. Quella era la prova che era tutto reale e che non si stavano immaginando niente.
Più spaventate che mai si allontanarono dall’auto, non sapevano più che fare, avevano la sensazione di non avere più tempo per scappare, che non sarebbero riuscite ad arrivare al ristorante sane e salve.
Ma non potevano d certo arrendersi così. “Chi c’è? Cosa vuoi da noi?” gridò Teresa. Ma l’unica risposta che ebbe fu soltanto un silenzio carico di tensione.
Come fa una serata tranquilla a trasformarsi in un incubo?? Questa era una delle tante domande che si facevano le ragazze.
Un rumore di passi attirò la loro attenzione. Era come se qualcuno stesse strisciando i piedi per terra. Ecco un’altra domanda. Coma faceva un rumore che si sentiva così spesso e che a volte producevi anche tu a diventare fonte di terrore?? Prima di allora avevano avuto paura, ma non in quel modo. Non in un modo così pesante.
I passi si avvicinavano sempre di più. E più vicini si facevano più quello strisciare le innervosiva. Il vento si alzò. Facevano fatica perfino a restare ferme per la sua forza. Si era creato come un vortice intorno a loro. Ma nonostante questo la camminata si sentiva ancora insieme ad un altro rumore. Un respiro. Un respiro affannoso. Se lo sentivano addosso, come se ci fosse qualcuno dietro di loro.
Valeria toccò qualche cosa di duro, e si accorsero che era la macchina, il vento le aveva spinte verso quella direzione, e ora si sentivano schiacciate.
Il respiro fu sostituito da qualche cosa di molto più spaventoso e agghiacciante. Un urlo di una donna. Un urlo di disperazione, di paura, di rabbia di dolore. La cosa più terrificante che avevano mai sentito.
Tutti i film horror, in confronto a quello che stava avvenendo, erano sciocchezze. Non avrebbero mai immaginato che potesse capitare una cosa del genere proprio a loro. O a chiunque altro. Quando l’urlo finì comparve una figura indistinta oltre il vortice e il respiro con lei.
La figura camminava verso loro. Attraversò il vortice e le ragazze la poterono vedere in faccia.
Era una donna dai capelli grigi e corti fino alle spalle, aveva la faccia bianca con piccole crepe attorno alla bocca, al posto degli occhi aveva dei buchi neri. Sembrava che non avesse occhi. Indossava una tunica grigia strappata alla fine. Era terrificante.
In un secondo se la ritrovarono davanti. Erano faccia a faccia, ma la donna si avvicinava sempre di più e per proteggersi Teresa si mise le mani davanti il volto. La ma no scheletrica della donna le strinse il braccio in una morsa dolorosa. La parte afferrata incominciò a bruciare maledettamente.
Vedendo l’amica soffrire Valeria cercò di staccarle, ma appena ci provò, la donna emise di nuovo quell’urlo agghiacciante, ma questa volta più che un urlo sembrava una risata malvagia.
Ad un certo punto una luce accecante le avvolse facendo scomparire la donna e Valeria.
Teresa si ritrovò seduta nel suo letto tutta sudata.
Era stato tutto un sogno?? Eppure sembrava così realistico.
Decise di andarsi a fare una doccia. Appena entrata in bagno si guardò allo specchio, era pallidissima.
Si tolse la maglietta e il suo urlo si senti anche in tutte le case vicine alla sua.
Sul braccio di Teresa c’era marchiata un’impronta nera.


 
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