torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: RELAZIONI PERICOLOSE
Genere: Giallo, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: kanako91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/02/2008 17:45:29

Un brutale omicidio a Belo Horizonte, in Brasile. A risolverlo ci penserá la detective improvvisata Megara, con l'aiuto di Nakano, il vampiro.
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
~ RELAZIONI PERICOLOSE ~
- Capitolo 1° -

Stavo sognando, cosa che non riuscivo a fare da ormai troppo tempo. Il lavoro mi opprimeva e per un motivo o per l’altro non riuscivo a fare dieci ore di sonno di fila.
Mio padre mi stava portando al teatro, sorridente e spensierato come al solito. Mamma non c’era e non me ne domandai il motivo, in fondo quello era un sogno.
Ci sedemmo sul balconcino vicino al palco, quello che babbo riservava sempre per la sua amata famiglia. Mi sorrise smagliante, mentre le luci si spegnevano lentamente ed il sipario si sollevava, e parló con la sua voce pacata: -Megara, sveglia! C’é una chiamata per te!-
Aprii gli occhi di soprassalto. Decisamente quelle parole burbere e quella puzza di sigarette di pessima qualitá non appartenevano a mio padre. Il famoso ladro Katsura Yamakura fumava solo Marlboro rosse e profumava di Acqua di Gió.
-Che cazzo vuoi, Antony?-
Era il mio capo. Che voleva? Ero stanca morta dopo l’ennesima “disinfestazione”: sterminare androidi impazziti é un duro lavoro, soprattutto se al seguito si hanno quattro agenti rimbambiti che sono capaci a farsi ferire.
-Uno dei tuoi amici piedipiatti ti vuole al telefono...-
Sbuffai e mi trascinai giú dalla sedia fino allo studio del capo. Presi la cornetta e risposi con grazia e dolcezza: -Spara e se son cazzate morirai di morte atroce.-
-Meg, per favore evita! Sono distrutto ed ho bisogno del tuo aiuto...-
Sollevai gli occhi al cielo, esasperata. Era Josh, quel gran rompipalle che col mio caratteraccio avevo fatto trasferire in Brasile. Credevo di essermene liberata, invece no. Mannaggia.
-Josh, ti ho detto di parlare, dannazione. Non farmi dar segni di vita ad ogni tuo respiro. Sono mille volte piú stanca di te. Parla senza pretendere risposta, o riattacco.-
-Okay, okay. Allora, una settimana fa é stato trovato il cadavere di un impresario di Belo Horizonte. Era nella sua fazenda, una fattoria per intenderci, ed é stato ucciso mentre era lí da solo.-
Inarcai le sopracciglia.
-Appena torni a Natale, ti ammazzo.-
Feci per chiudere ma sentii Josh gridare disperato qualcosa del tipo “é stato accusato un licantropo solo perché il corpo era straziato”. Riportai la cornetta all’orecchio: -Come scusa?-
Ripeté ció che aveva detto per attirare la mia attenzione. Dannazione, alla fine il mio vecchio assistente aveva imparato qualcosa seguendomi come un cagnolino! Stavo per pentirmi di averlo trattato male, quando tornó ad essere idiota ed insicuro ed io cancellai ogni rimorso.
-P-potresti venire... Meg?-
-Pagarmi da sola il viaggio fino in Brasile? Ma scordatelo!- Non ero una poveraccia, tantomeno al verde, il patrimonio lasciato da mio padre ed il mio stipendio, che aumentava quanto piú diventavo famosa nel mio ambito, mi permettevano di vivere agiatamente. La mia era solo tirchieria.
Cercai nuovamente di porre fine alla chiamata, purtroppo non ci riuscii. Quel deficiente sapeva come prendermi per la gola, ogni tanto:-Aspetta Meg! Ti pago io il viaggio!-
-Allora prenota due posti in prima classe, per meno non mi muovo.-

Atterrammo all’aereoporto di Confins che erano le sette di mattina. Durante il volo da Los Angeles a São Paulo non ero riuscita a chiudere occhio solo perché l’hostess ci teneva troppo a servire Nakano, il mio compagno di viaggio.
Quel giorno il cielo era coperto da nuvoloni che minacciavano acquazzone, cosí Nakano si limitó ad indossare gli occhiali da sole, evitandomi figuracce col suo abbigliamento da tuareg per i giorni di sole. Era un vampiro e la luce solare gli provocava facilmente delle brutte bruciature. Lui amava troppo il suo bell’aspetto per permettere ai raggi solari di sfigurarlo anche per qualche misero minuto.
Josh era fuori dall’aereoporto in un’auto della polizia. Appena ci vide, ci corse incontro e mi tolse di mano il mio misero bagaglio. Non ho mai capito come sia potuto entrare nella polizia dopo esser stato mio assistente; probabilmente non mi ha citata con nome e cognome sul curriculum...
Entrammo in macchina e fummo accolti dal sorriso cordiale di una donna mulatta in uniforme. Ci strinse la mano, senza smettere di sorridere. Iniziavo ad irritarmi.
-Meg, Nakano, questo é il tenente Farias. É grazie a lei che siete qui.- la presentó Josh entrato nell’abitacolo. Poi si rivolse a me: -Se troverai il vero colpevole, la polizia mi rimborserá le spese.-
-Mi aspetto un pagamento solo per la mia presenza.- precisai, fulminando la donna che stava studiando Nakano troppo attentamente per i miei gusti. Difesi il mio territorio come un cane, ma pazienza. Tirai il mio vampiro per la sua lunga treccia corvina e me lo tenni stretto vicino finché quel lungo ed estenuante viaggio non terminó.
Per fortuna non perdemmo tempo e subito mi fu illustrata la situazione: -Il corpo del signor Bernardo Machado é stato ritrovato seduto al tavolo del salotto, davanti ad un registro in cui vi erano segnate le spese, ma questo non centra molto.- c’informó il tenente, col suo inglese dal forte accento brasiliano.
-Se lo dici tu...- commentai acida.
-In che condizioni era il cadavere?- chiese Nakano. Quella domanda l’avrei dovuta porre io, ma mi faccio spesso trascinare dai miei sentimenti ed é qui che interviene il vampiro: ha la freddezza che a me manca e il piú delle volte vede le situazioni da un punto di vista differente. Peró non é il mio braccio destro, nossignore. Il succhiasangue piú antico di Los Angeles non accetterebbe mai di essere secondo ad una “semplice umana con un pessimo carattere”.
-Aveva la gola squarciata ed il petto graffiato da artigli molto potenti. Per questo é stato accusato il giardiniere, che é un licantropo.-
Sbruffai esasperata: -Chi é il razzista che ha deciso ció?-
-L’ispettore Rafael Bima.-
-Che gente incapace.-
-Proprio per questo ti ho chiamata, Meg.- intervenne Josh, che aveva taciuto tutto il tempo, per concentrarsi sulla guida.
Lo lasciai perdere e domandai:-Ci sono sospetti sull’orlo dell’arresto?-
-Sí: la moglie e l’amante.-
-Evviva!-
Nakano inarcó un sopracciglio.
-Machado aveva due figlie e l’amante era la migliore amica della secondogenita.-
-Occielo, é una situazione alla Beautiful! Manca solo “Brooke sono tuo nonno”.-
-E il giardiniere che motivi poteva avere per uccidere il padrone?-
-É molto scontata come cosa: di sicuro il nostro licantropo andava dietro all’amante di Machado.- replicai a Nakano.
“Lo immaginavo, Megara. Sto solo saggiando il terreno: voglio sapere quanto conosce la polizia.”
Detestavo quando mi parlava per telepatia. Da quando gliel’avevo permesso una volta – l’unica – in cui mi sono sentita vulnerabile e lui era l’unico porto sicuro, Nakano non aveva piú levato le tende dalla mia mente e spesso rinoeva le palle per puro divertimento.
-Bingo!- La Farias era sorpresa. Lanció un’occhiata speranzosa a Josh, che peró era troppo attento alla strada per calcolarla. Tapina.
-Gli interrogatori?-
-Per prima é stata interrogata la figlia minore, Paloma, la prima ad esser giunta sul luogo quando l’empregada...- Il tenente mi scrutó per vedere se avessi capito il significato della parola. Non le diedi segni di vita e precisó: -É la donna delle pulizie, una specie di governante...- Ancora nessuna reazione da parte mia. Mi stava divertendo metterla in difficoltá. -...ha chiamato la polizia. La signorina Paloma era andata a prendere il cane dal Pet Shop cui l’aveva lasciato perché lo lavassero.-
-Poi?-
-In seguito l’altra figlia, Thayná, ma non ha parlato molto, probabilmente é stata messa in soggezione dalla mole dell’ispettore. Isabela, la moglie, ha parlato per ore. Alla fine é emerso che i coniugi si vedevano pochissimo, ogni tanto Machado andava a casa per vedere le figlie cui voleva molto bene, e che nella mente della signora si faceva sempre piú spazio l’ipotesi che il marito avesse un’altra. Quando le abbiamo rivelato l’identitá dell’amante, trovata sul registro, ha inziato a fare scenate isteriche, che sono andate degenerando non appena le abbiamo riferito che Bernardo era seriamente intenzionato a divorziare da lei.-
Nakano scoppió a ridere. Quel vampiro aveva dei gusti bizzari...
-Comunque?- invitai il tenente a continuare, ignorando l’essere che si contorceva dalle risate al mio fianco.
-Poi siamo passati all’empregada...-
-Che cosa scontata... siamo al livello del maggiordomo, qui.-
-Non ti interessa?-
-Si nota tanto? Passa all’amante, va.-
La Farias parve nuovamente sorpresa, ma continuó a parlare senza perder tempo a cercare lo sguardo di Josh.
-Si chiama Iara Barros e, come ho giá detto, era la migliore amica di Paloma.-
Il tenente inizió a raccontarmi la melensa storia d’amore sbocciata tra i due in un piovoso pomeriggio d’estate di tre anni prima. Ad un certo punto smisi di ascoltare, cercando di frenare i violenti conati di vomito che mi provocava il racconto. Qualcosa percepii lo stesso, cose del tipo “avevano deciso di sposarsi perché il loro amore era grande, benché la differenzá d’etá”, “le faceva molti regali costosi che la facevano sentire una principessa” e cavolate del genere. Annotai questi frammenti nella memoria, notando che ormai Nakano aveva smesso di seguire. Ció significava solo una cosa: aveva giá trovato il colpevole. Dannazione, ora mi sarei dovuta scervellare da sola! Maledetto succhiasangue!
-Gli indizi?-
-Oh merda!-
L’esclamazione di Josh attiró l’attenzione di noi tre su di lui.
-Non ho girato quando dovevo girare, non vi preoccupate.-
Avessi avuto la mia fedele Beretta 92 con me, lo avrei colpito col suo calcio. Mi dovetti accontentare di tirare un colpo allo schienale del suo sedile.
-Nel registro é stata trovata una piuma e nella stalla una gallina uccisa allo stesso modo di Bernardo. Siccome il giardiniere si occupava anche degli animali, questi due indizi sono bastati per ammanettarlo.-
-Non é stato interrogato?-
-No.-
-Oh Signore!- esclamai teatralmente. –L’arma del delitto?-
-Non é stata trovata.-
-Tapino il giardiniere.-

La fazenda era dispersa tra i colli di ferro del Minas Gerais, lo stato del Brasile di cui era capitale Belo Horizonte. Aveva iniziato a piovere fitto fitto e la terra rossa attorno alla fattoria era uno schifo. Mi ritrovai gli stivali sporchi di fango in men che non si dica. A peggiorare il mio umore instabile si aggiunsero degli agenti troppo zelanti che non mi fecero passare finché non schiaffai sulla loro simpatica faccia il distintivo che mi identificava come A.K. di alto rango. Gli Androids’ Killers si conoscono in tutto il mondo: non poterono far altro che chinare la testa e farmi entrare nella zona sotto sequestro.
-Chi sarebbe questa donna?-
Una voce odiosa interruppe il mio studio delle foto del cadavere. Non mi voltai a guardare il suo proprietario, reputandolo indegno della mia attenzione. Si era riferito a me come “questa donna” con disprezzo, il che non mi andava giú.
-Ispettore Bima, questa é Megara Yamakura. É qui per aiutarci.-
-Non abbiamo bisogno dell’aiuto della figlia di un fuorilegge che passa le sue giornate ad uccidere per un’organizzazione di pazzi.-
-Sempre meglio di sbattere gente in gattabuia per preconcetti ormai assurdi.- replicai allora, passando ad un’altra foto.
Sentii dei passi avvicinarsi, successivamente venni costretta a girarmi da un energumeno panzuto, con la divisa troppo stretta per lui.
Quello era un altro comportamento che non mi garbava minimamente. Rimpiansi la Beretta, redendomi conto che sarebbe valsa la pena di passare per una terrorista pur di poter sgonfiare il deficiente che mi ritrovavo davanti.
-Oltre ad idiota, sei pure un vigliacco che usa la forza con le donne. Complimenti: nessuno mi ha mai disgustata piú di te.-
-Meg, per piacere...- supplicó Josh.
-Taci.- intimai inviperita. –Non sopporto il razzismo immotivato.-
-Allora perché uccidi tutti gli androidi che ti trovi davanti? Non é razzismo, questo?- mi provocó Bima.
-Per gli ignoranti come te, che non conoscono la storia di mio padre, mi spiego: io me la prendo solo con gli androidi che fanno parte dell’organizzazione di colei che lo ha ucciso! Hai capito o vuoi un disegnino?-
La maledetta era Andromeda, quel lurido rottame che aveva assassinato i miei genitori davanti ai miei occhi e che avrebbe fatto lo stesso a me, se non mi fossi difesa con la pistola di mio padre sfregiandole la sua brutta faccia, tutto ció alla tenera etá di otto anni.
Non mi piace parlare del mio passato, forse perché mi sono abituata a saperlo noto a tutti coloro che incontro. Quando sono costretta a farlo, m’infurio ed il disgraziato finisce automaticamente nella mia lista nera.
-Bella motivazione! I criminali come te e tuo padre andrebbero cancellati dalla faccia della terra!-
-Ah, scusa se mio padre si faceva chiamare Gazza e non Robin Hood! Magari questo nome avrebbe fatto ricordare meglio il motivo per cui rubava!-
Vidi Nakano spuntare nella cucina, allarmato da ció che stava sentendo. Si avvicinó silenzioso all’ispettore e gli posó una mano gelida sulla spalla. Anche attraverso i vestiti, il freddo del suo corpo di vampiro riusciva a passare: infatti, dopo aver visibilmente tremato, Bima ruotó il capo verso di lui.
-Problemi, signor ispettore?-
Il suo tono mellifluo nascondeva una minaccia. Gli occhi, di solito blu notte, divennero di un celeste quasi bianco. Quando ghignó diabolico, mostró all’uomo davanti a sé i canini lunghi, appuntiti e di un candore innaturale.
-Nes-su-no.- balbettó l’ispettore.
In quell’istante ebbi una chiara immagine del giardiniere: timido, debole di carattere, senza dubbio non aveva accettato la sua natura di “mostro”, poiché lo era da poco tempo. Fosse stato licantropo di lunga data, avrebbe usato la sua superioritá fisica per mettere a tacere l’inetto che veniva chiamato “ispettore”.
Bima fuggí dalla cucina ed io feci segno a Nakano di avvicinarsi. Gli mostrai le foto: -Guarda la posizione del corpo. É stato aggredito, quindi si dovrebbe trovare per terra. Peró é seduto sulla sedia...-
-L’ispettore ha notato questo particolare e si é convinto ancor di piú della colpevolezza del licantropo.- ci informó Farias.
-Che ingenuo. Non avete trovato tracce di DNA dell’arrestato, vero?-
-No.-
Sospirai. –Odio ripetermi, ma non é stato lui.-
-Allora come fa Machado a trovarsi lí? Non ho mai sentito parlare di cadaveri che si alzano e tornano dov’erano prima della morte!- obiettó il tenente.
Indicai Nakano con gli occhi. –Si era mai sentito parlare di “mostri” che vivono come persone normali? No. Quindi anche quello sarebbe possibile. Ma allora ci avrebbe lasciato qualche indizio in piú o proprio il nome dell’assassino, non credi? Mi dispiace distruggere il suo sogno: lascia la fantascienza e l’horror a chi di competenza, tenente.-
-Cosa ci dici, allora, Meg?- chiese Josh.
-Aprite il tubo del lavandino e controllate cosa c’é nel trituratore.-
Nakano sorrise soddisfatto. Forse mi stavo incamminando sulla giusta strada. Un punto per me.
Dopo che alcuni agenti della scientifica eseguirono i miei ordini, mi ritrovai dinanzi agli occhi guanti da cucina e scottex sminuzzati.
-Et voilá!-
Andai in salotto a studiare la stanza del delitto per metterla poi in relazione con gli indizi. Era una sala molto ampia: dal lato sinistro della porta, guardata dall’interno, vi erano i divani ed un tavolino basso, dalla parte destra un lungo tavolo di vetro con due colonne di marmo a supportare il piano ed una credenza di legno addossata alla parete in comune con la cucina. La porta blindata, con un’apertura quadrata per far passare gli animali domestici, aveva ai suoi lati due finestre gemelle. Da una di esse scorsi la stalla e decisi di recarmi lá.
Prima di uscire dalla casa, guardai un’altra volta la sala, per imprimerla nella mente. Qualcosa di quella stanza mi sarebbe pure stato d’aiuto...

Gironzolammo per la stalla, mentre guardavo le foto fatte al povero pennuto.
-Riti voodoo?- azzardó uno dei poliziotti che avevano preso a seguirmi dopo la scoperta del trituratore.
-Ma sei scemo?- lo aggredii, gridando. Quella gente tra i piedi mi stava dando ai nervi!
Un abbaiare inferocito ci mise tutti a tacere. Un grosso mastino arrivó correndo e fece per saltarmi al collo. Tesi le mani in avanti, per prenderlo dal collo e strozzarlo, come se fosse una persona, ma Nakano mi spinse via e si voltó a guardare minaccioso la ragazza sulla ventina che era appena antrata nella stalla. Questa gridó un ordine all’animale, tranquillizzandolo.
-Lei é Paloma, la figlia minore.- la presentó Farias.
-Scusa il comportamento del cane, signorina...- si affrettó a dire la ragazza.
Io ero troppo occupata a fissare truce il mastino, per ascoltarla.
La mia lotta di sguardi coll’animale fu interrotta dall’arrivo della signora Isabela con l’altra figlia.
-Oh, tu sei la signorina Yamakura, vero? É stata quella sgualdrina ad uccidere mio marito, non contenta di portarmelo via e di consumare tutte le sue finanze! La nonna di quella é una sacerdotessa voodoo, di sicuro l’ha aiutata!-
La donna continuó a blaterare tenendo per mano Thayná, che aveva gli occhi fissi al suolo, mentre Nakano le girava attorno divertito. Io che mi scervellavo e lui che pensava alla cena. Che assurditá.

La sera mi ritrovai sola in una staza di albergo, con tante idee ed un piatto di carne con contorno di riso in bianco e fagioli poco invitanti. Non avevo fame, per nulla.
Nakano entró nella stanza, raggiante, con le iridi ancora bianchi. Riusciva ad avere sempre appetito, beato lui.
Con un movimento elegante si accomodó sulla sedia di fronte a me.
-Come va il caso, detective Megara?-
-Ho delle idee che mi frullano per la testa...-
-Esponimele, poi toccherá a me. L’importante é che dopo ti metta a mangiare. Il sangue delle persone denutrite non mi piace.-

Alla fine ci eravamo trovati d’accordo sul colpevole e l’arma. Riguardo al movente avevamo idee diverse che peró non cozzavano tra loro. Organizzammo un discorso ed il giorno seguente fu Nakano a renderlo pubblico, facendo riunire polizia ed indagati nel salotto della fazenda.
Thayná teneva gli occhi bassi piú del solito ed aveva una sciarpa di cotone leggero stretta attorno al collo. Saró ripetitiva ma i gusti bizzarri di Nakano mi lasciano allibita.
-Bene, signori e signore, ragioniamo.- esordí lui, aprendo le braccia in modo teatrale. Moduló la voce in modo da renderla irresistibile ed attirare cosí l’attenzione su di sé. Che vampiro esibizionista... –Il signor Bernardo Machado era un uomo normale, diventato ricco col proprio lavoro, che si era costruito una bella famigliola. Ma quesa vita non lo appagava completamente. Quando conobbe Iara Barros, venticinque anni piú giovane di lui, si sentí rinato, fu fulminato dall’amore!-
Scossi il capo, cercando di non ridere o l’incanto sarebbe svanito. Quella stava diventando la parodia di una messa funebre e le menti offuscate dalla voce di Nakano non se ne rendevano conto.
-Purtroppo...-
La malia svaní e gli occhi velati dei presenti tornarono normali.
-...colei che lui credeva di amare al pari di tutte le altre donna della sua vita, non sentiva il suo affetto. Si sentiva una figlia indesiderata, il suo odio per il genitore aumentava ogni giorno di piú. Quando, dopo le sgridate, lei si andava a rintanare nella stalla, il cucciolo di mastino si avvicinava a lei e la rincuorava. L’affetto dell’ animale cresceva e spesso questi la proteggeva dal genitore durante i soliti rimproveri.
-Ma ecco la pugnalata: i genitori presero a litigare e spesso la madre vaneggiava riguardo ad un divorzio. Lí il concepimento del piano malefico.
-Non é forse vero, Paloma?-
L’attenzione di tutti si spostó sulla ragazza, che non batté ciglio. Brava, un’attrice nata!
-Perché proprio io? E se fosse stata Thayná?-
La sorella maggiore impallidí. Oh Signore, liberaci!
-Non ti preoccupare, Paloma, la tua dolce sorellona non farebbe male ad una mosca...-
Mi tirai una manata sulla fronte. Quella battuta l’aveva sparata sul momento, non era nei nostri piani, solo per far sentire in maggior imbarazzo la sua ultima donatrice di sangue. Tapina.
-Illustriamo l’omicidio in modo di metterla a tacere...- suggerii a Nakano, per portare avanti il discorso, altrimenti avrebbe continuato a tormentare Thayná ed avremmo fatto notte.
-La mia assistente ha ragione...-
Gli pestai un piede, ma lui non fece una piega.
-Bernardo da un po’ non torna nell’appartamento in Belo Horizonte, dove viveva il resto della famiglia. Di solito, portava le figlie in questa fazenda dopo la scuola e le faceva tornare in cittá la sera. Cosí é stato possibile il legame tra Paloma ed il mastino.
-Una settimana fa, Paloma decide di mettere in atto il suo piano. Arriva qui in taxi, senza avvisare nessuno, dicendo soltanto alla madre di starsi recando al Pet Shop. Entra nella stalla, dove la attende il cane. In silenzio, al buio, porta il cane davanti alla porta e lo fa entrare in casa. Torna indietro e mentre attende, vede passare una gallina. Secondo lei, il pennuto non si sarebbe dovuto trovare fuori dalla gabbia, cosí l’afferra e tiene chiuso il becco con una mano.
-Intanto all’interno del salotto, Bernardo é concentrato sul registro e quando si accorge del cane, reagisce male ed inizia a gridare. Il mastino lo attacca con violenza finché l’uomo non tace. Paloma sente le urla dalla stalla e senza accorgersene strozza la gallina.
-Il cane esce e lei entra dall’ingresso dell’animale. Va in cucina, prende i guanti che l’empregada usa per i lavori domestici, solleva il corpo da terra e lo posiziona dove é stato trovato. Prende dello scottex, pulisce il pavimento cercando di depistare la scientifica, poi dá un’occhiata al registro aperto sul tavolo e cosa vede?
-Il nome della sua migliore amica affianco ad elevate somme di denaro e regali che le sono stati fatti con quei soldi.
-Non so come, ma Paloma si ritrova una piuma di gallina addosso. La posa sul registro e partorisce una nuova idea: incolpare l’amica, che considera ormai una traditrice, dell’omicidio. Infatti, ricorda che la nonna di Iara é una sacerdotessa voodoo e che molti sono a conoscenza di ció.
-Si sbarazza dello scottex e dei guanti gettandoli nel trituratore, torna nella stalla e fa mordere al mastino il corpo della gallina come aveva fatto con Bernardo. Dopo di che, chiama il Pet Shop e chiede di venir a prendere lei ed il cane. Il sangue sul pelo scuro non é cosí evidente e tutto fila liscio.-
Silenzio. Tutti gli occhi su Paloma, che portó le mani davanti a sé e chinó il capo. Che reazioni esagerate, non eravamo su un palcoscenico!
-É cosí, sono colpevole.-

Eravamo all’aereoporto, pronti per tornare a casa. Josh era disperato, io e Nakano sghignazzavamo senza che lui ne capisse il reale motivo.
-Sono rovinato, meg! Potevi scoprirla tu tutta questa storia, no? Ora tutti i soldi che mi avete fatto spendere sono volati via. Mi toccherá fare gli straordinari per tre anni se voglio recuperarli!-
Ma quanto esagerava, quel piagnone! Gli tirai qualche pacca amichevole sulla spalla.
-Suvvia Josh, cosa vuoi che sia? Ti fa bene lavorare di piú, altrimeno non ti salterá in mente di rompermi le palle quando sei lí a girarti i pollici.-
-Sigh.-
“Glielo diciamo? Tanto nessuno gli crederá, non ci sono testimoni...” pensai, sicura che Nakano avrebbe sentito.
“Adoro quando fai la stronza...”
Lo presi come un sí. -L’ho fatto apposta, idiota.-
Josh si rizzó di scatto. –Come scusa?-
Feci finta di nulla, mi guardai intorno. –Dici a me?-
-Ripeti, ripeti Meg! Ora ti registro ed avró la prova che sei stata tu!-
-Povero scemo, ha le allucinazioni.- dissi a Nakano, ridacchiando. Lui mi mise un braccio attorno alle spalle e fece per trascinarmi verso il metal detector.
-Meg! Non é giusto! Sei crudele!- gridó Josh, trattenendomi con tutte le sue forze.
-No, sono perfida e stronza...-
-...e ne va pure fiera.- concluse Nakano, fingendosi esasperato.
-Addio, Josh! Grazie tante per l’ospitalitá!-

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: