CAPITOLO UNICO - Capitolo 1° -
Lei sembra vestita di me stesa attraverso la mia vergogna
I suoi capelli che profumano di me. La sua pelle che odora della mia essenza. Nei suoi occhi, solo me. Una notte trascorsa tra fuoco e passione. Tutto ciò che sogno è questo. Lei ed io. Solo noi. Una mera illusione. Ma innegabilmente stupenda. E so che non posso. So che non posso rendere vergogna a mio padre. Una sporca mezzosangue… non la accetterebbe mai. E mi vergogno della mia codardia.
tutto il tormento e il dolore penetrano e mi ricoprono farei qualsiasi cosa a me stesso solo per averla per me
E soffro. Soffro come un cane. E non posso, non riesco a liberarmi da questa sofferenza. Non ce la posso fare. Mi strapperei il cuore per donarlo a lei. Morirei per dimostrarle il mio amore. Mi ucciderei se mi dicessero che nella prossima vita saremo una cosa sola. Farei qualunque cosa alla mia persona, pur di averla per sempre per me. Fino a farle male. Fino a farmi male.
ora non so cosa fare non so cosa fare quando mi rende triste
Non ho la più pallida idea di cosa fare. Di come fare quando lei mi spezza il cuore con quelle frecciate velenose, con quegli insulti all’apparenza insignificanti, ma nel profondo devastanti. E non ce la faccio più… voglio morire, voglio mettere il fermo alla sofferenza che mi provoca. E non so cosa fare. Non lo so più…
Lei è tutto per me il sogno non corrisposto una canzone che nessuno canta l'irraggiungibile
Lei è la mia vita. Detiene la mia anima, il mio cuore. Senza lei io non esisto. Vorrei che ci fossimo solo noi sulla Terra. Vorrei che scomparissero pregiudizi e maschere. Vorrei che mi amasse come l’amo io. Vorrei… ma è irraggiungibile. È il mio sogno, la mia ossessione, la mia agonia… è tutto ciò che sono. Ma io non sono nulla per lei. Non mi considera minimamente. Preferirei che mi odiasse che esserle indifferente. L’amerei comunque. Sempre e comunque.
lei è un mito a cui devo credere tutto quello di cui ho bisogno per renderlo vero è un'altro motivo È una Dea che devo venerare. Una divinità a cui devo credere. Ma solo il coraggio che mi infonde l’Amore sconfinato che provo per lei mi può indurre a renderla vera. Reale.
non so cosa fare quando mi rende triste
E mi sento perso quando non mi guarda. Mi sento perso quando non mi ascolta, quando non mi rivolge la parola. E non so cosa fare per farmi odiare da lei. Non so cosa fare per farmi amare. Non lo so. Non lo so più. Ma so che non posso continuare a dilaniarmi l’anima. Non posso. E non lo farò ancora per molto. ma non lascerò che questo cresca dentro di me lo ricaccio in gola soffoco fatto a pezzi non lo farò,no, non voglio esserlo ma non lascerò che questo cresca dentro di me lei non è vera non posso renderla vera
E non posso, non voglio lasciare che questo sentimento mi uccida. Non lascerò che questo accada. E io ci provo a soffocarlo. Ci provo a soffocare in gola il mio pianto disperato. Ma non riesco. Eppure non permetterò che mi uccida. Non lo permetterò. Perché lei non è vera. È un’illusione. Una mera illusione. E io non posso renderla vera.
Ma non posso nemmeno vivere con la morte nel cuore. E per me, solo per me, lo faccio. Verrò diseredato. Verrò rinnegato da mio padre, dalla mia famiglia, dalle mie origini. Ma devo. Non posso continuare così. Non ce la faccio. La vedo di spalle. Parla con Lenticchia e San Potter. I suoi lucenti e morbidi boccoli che costellano ogni mia notte da lieti sogni sono raccolti in una treccia. Sta ridendo. E, nonostante sia di schiena, so che è bellissima. Ora sta salutando i suoi amici. Se ne devono andare. È ora. Posso avvicinarmi. Le picchietto due dita sulla spalla destra per attirare la sua attenzione. Lei si volta con un sorriso radioso che si spegne non appena mi riconosce. - Cosa vuoi Zabini? - chiede acida. Non so cosa stia facendo. Non lo voglio sapere. Intorno a noi c’è tanta gente. Nessuno sospetta nulla. Eppure dovrebbero. - Volevo solo dirti che ti amo. - ecco. Gliel’ho detto. Sorprendendo anche me stesso, senza alcuna esitazione. Mi guarda allibita. Non la biasimo certo. - Hem… come scusa? Puoi ripetere, per favore? - mi chiede con voce flebile, quasi sussurrando. - Oh, ma naturalmente. - inizio, e poi… - HERMIONE JANE GRANGER, IO TI AMO! - urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni e l‘enfasi che riesco a infondere in questa frase, scandendo bene le parole. Ora tutti ci stanno guardando. Nessuno escluso. E mi sento libero. Mi sono tolto un peso grande come un macigno dal cuore. E dall’anima. Lascia cadere i libri che teneva stretti al seno. Mi guarda. Allibita, confusa, stranita… leggo tutto nei suoi occhi. E quando parla… Mi sento morire… - Anche io ti amo. - afferma, sicura. …di felicità.- Mi stai prendendo per il culo? - chiedo, accigliato. Lei ride. Ride! Non so se vi rendete conto della gravità della situazione! E lei ride! Fa solo questo! Continuando a ridere, si alza in punta di piedi (io sono notevolmente più alto di lei) e allaccia le sue braccia al mio collo. - No… - mormora, sorridendo contro le mie labbra, prima di baciarmi.
--------------------------------------------------------------------
La canzone, naturalmente, è la fantastica "Vermilion, pt. 2" degli Slipknot. E' la mia prima song-fic, e la ritengo un esperimento. Io vi prego, vi scongiuro iin ginocchio di farmi sapere com'è. E' veramente di vitale importanza. Grazie di aver letto. Baciuzs Vallly |
|