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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Nana
Titolo Fanfic: LA BAND CADAVERE
Genere: Commedia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU
Autore: lady-zero galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/01/2008 20:03:18 (ultimo inserimento: 22/03/08)

Nobu è vittima di un matrimonio combinato con Hachi, finchè Nana gli fa una proposta: restare nell'oltretomba. Ispirato a La sposa cadavere
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Nobu si alzò tardi, come tutte le mattine. Guardò la sveglia sul comodino: segnava le nove. Alla nove e mezza aveva un appuntamento con la sua futura sposa. Tornò sotto le coperte con la testa, ma ne uscì subito rendendosi conto dell'ora e dei suoi impegni. Si precipitò a lavarsi e rasettarsi poi aprì l'armadio e mise le prime cose che gli capitavano e infine si fiondò nel bagno con una confezione di gel in mano.
Alle nove e un quarto era fuori di casa, la tracolla in spalla, pronto per l'appuntamento. Mentre percorreva il tragitto che lo separava dalla sua fidanzata, gli vennero in mente le domande più svariate su di lei: com'era? Era giovane o vecchia? Bella o brutta? Bionda o mora? E se fosse stata castana? Oppure tinta? Era magra? E per ultimo....come c'era finito lui in tutto quel trambusto?
Beh, la soluzione era semplice! L'albergo Terashima non andava molto bene, anzi...La situazione era molto tragica, i suoi genitori erano praticamente in banca rotta e per risolvere la faccenda avevano coinvolto il loro unico erede in un matrimonio combinato. La ragazza che doveva sposare che non aveva mai visto e di cui sapeva solo il nome, Nana, era una giovane virtuosa e ricca...molto ricca!
Finalmente arrivò davanti alla casa che gli avevano indicato i suoi genitori: un'enorme stabilimento occidentale, una villa di mattoni appena fuori città. Nobu degluttì a fatica. Guardò i suoi abiti tutti strappati, decisamente punk, e guardò di nuovo la villa. No, decisamente lui non entrava nella sfera di quella famiglia.
Stava per tornare indietro quando...
-Nobuo Terashima?
Si voltò. Dall'altra parte del cancello c'era un uomo vestito di tutto punto che lo fissava male.
-Sì, sono io.
-Sono Emil, il maggiordomo di casa Komatsu. La prego di seguirmi.
Emil aprì il cancello e fece entrare il ragazzo spaventato e quando gli passò davanti lo guardò da capo a piede soffermandosi sui jeans strappati, la maglia tenuta insieme qua e là da spille da balia, le zeppe che portava ai piedi e infine sui capelli biondi ingellati di tutto punto.
La casa dentro era enorme, un labirinto. Stanze ampie e ben arredate sfilavano davanti allo sguardo perso del giovane. Passarono in un corridoio lunghissimo con appesi tanti quadri di lontani parenti defunti, poi, voltando lo sguardo, qualcosa lo colpì: un magnifico pianoforte a coda bianco in una stanza con alcuni divanetti. Facendo attenzione perchè Emil non lo notasse, si dileguò nella stanza in silenzio.
 
Continua nel capitolo:


 
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