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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: L'INCONTRO CON IL MITO
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, What if? (E se...)
Autore: vergin galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/01/2008 20:51:09

Che cosa accadrebbe se ognuno di noi riuscisse ad incontrare il proprio mito?
 
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- Capitolo 1° -

Alla destra della mia tastiera sta in bella mostra Sport Week, il supplemento del sabato della Gazzetta dello Sport: una celestiale copertina vedono i miei occhi, o meglio una violacea e gigliata copertina.
Dalla piazza della Signoria di Firenze due baldi e talentuosissimi giovanotti vestiti di viola sono seduti su due palloni,con sguardo fiero.
Sono loro, i nostri giovani del calcio italiano: Pazzini e Montolivo, due personaggi, due amici al di là del calcio, due destini che si sono intrecciati in modo indissolubile. Starei ore e ore a vedere Sport Week.
Ora, chi mi conosce sa che ho la fissa per il secondo dei due giovanotti e che mi piacerebbe moltissimo incontrarlo di persona….
Ma,mi chiedo, cosa accadrebbe se questo mio piccolo ed irrealizzabile desiderio divenisse, per la mia gioia smisurata, realtà?
Sono comoda comoda nel mio letto e chiudo gli occhi lentamente e penso a cosa potrebbe accadere…………
Sono a scuola, tranquilla come sempre nella mia classe a seguire le lezioni pedanti di inglese, il pensiero rivolto al mio bellissimo, lo sguardo a Noel . Qualcuno bussa alla porta. La prof dice “Avanti” e un postino con tanto di borsa di pelle a tracolla e cappello nero entra dentro.
L’espressione della prof è indecifrabile, ma il postino non se ne cura affatto, chiedendo di me.
Mi alzo, mi presento e il postino mi fa le tre domande di rito: eh si è proprio Maurizio di C’è posta x te!!rispondo alle domande davanti alla telecamera tutta imbarazzata mentre una risata rimbomba come un colpo di cannone nel silenzio tombale in cui era caduta la classe.
Torno al posto furiosa, schiumante di rabbia, mentre l’atmosfera della classe ritorna alla normalità.
<Gliel’avevo detto a mia mamma di non chiamare ce posta x te ma lei non mi ha ascoltata!>
Nel frattempo, Noel se la rideva di gusto.
Tutta contenta e allo stesso tempo furiosa torno a casa comunicando a mamma la bella /cattiva notizia. <Non c’entro niente io, non chiamato la de Filippi, la detesti te!!>
Non riuscivo a darmi pace:chi mai avrebbe potuto chiamare per me ce posta x te? Questo dilemma mi perseguitava.
Qualche giorno più tardi una limousine nera era venuta a prendermi per portarmi a Milano, destinazione Maurizio e De Filippi.
Arrivo nei grandi studi televisivi e nel mio camerino, dove un’abile truccatrice mi nasconde come per magia alla Harry Potter i miei poco felici difetti del viso, dicendomi che era necessario. Quando entrai c’erano tre persone nello studio:niente pubblico.
Meglio, pensai. Maria presentò la situazione e mi chiamò a sedere sul grande cerchio azzurro davanti alla busta chiusa. Mi chiese “Sei pronta a vedere chi ti ha mandato la posta?”
Sicuro risposi. Una mezza idea me l’ero fatta, ma quello che vidi non era quello che mi aspettavo. Assolutamente. Davanti a me c’era Noel.
Mi saluta gentilmente mentre io gli domando “cosa diavolo ci fai qui?”
Lui, tranquillo mi risponde ” a Novembre hanno squalificato la curva Nord dello stadio di Bergamo x colpa degli ultras, vero?
<non me lo ricordare>risposi,
<Già. Sei ancora arrabbiata e hai tutte le ragioni. Sei una brava ragazza e te lo meriti per questo ho deciso di farti un regalo. Per farlo ti presenterò un mio amico. Spero lo diventi anche per te. >
Più confusa di prima, guardo l’enorme busta davanti a me che nel frattempo si era aperta: vedo scorrere lente le foto di una bambino piccolo in braccio al suo papà, davanti allo stadio Atleti Azzurri d’Italia.
Subito dopo lo stesso bambino ma più cresciuto, con la maglia nerazzurra dell’Atalanta e un piccolo cespuglio castano in testa. Passò un’altra foto dello stesso ragazzo, stavolta adulto ma sempre con la maglia nerazzurra mentre gioca una partita.
<Non ti capisco ancora>dissi a Noel
E qui iniziò a dire ”questa foto è stata scattata il 12 settembre 2004, mentre si disputava Atalanta –Lecce. Capisci adesso?>
La mia faccia cambiò espressione.
<Atalanta-Lecce? Ma è stata la gara d’esordio di Montolivo!!!
<Le foto di prima erano sue, di quando era piccolo, di quando giocava nelle giovanili dell’ Atalanta….è lui il tuo amico!Ma come hai fatto?chiesi stupita
<Semplice,> rispose Noel.<Me le ha date il mio amico, Riccardo Montolivo>
Un baldo giovanotto si sedette in parte a lui: il mito in persona.
Riccardo. Che mi guarda con i suoi occhioni azzurri sorridente.
Io non riesco a dire una parola, sto a bocca aperta per la colossale sorpresa:il mio mito gigliato davanti a me. Davanti a me!Non ad altri, ma proprio me!
La mia bocca è spalancata dalla indescrivibile emozione per la realizzazione del mio piccolo desiderio mentre il finto pubblico applaudiva. Quasi non ci potevo credere a quanto i miei occhioni azzurri potevano ammirare a pochi metri di distanza: il mio mito.
<“Non è vero,non ci credo….Tu sei seduto accanto a Riccardo Montolivo!!!non ci credo….ma come diavolo ci sei riuscito?è incredibile….>.
Non riuscivo ad esprimere la mia gioia incontenibile.
<Visto che nello stesso periodo di Atalanta-Fiorentina cade anche proprio il tuo compleanno, ho pensato di fartelo conoscere di persona. Te lo meriti proprio.>
In quel momento di gioia idilliaca Maria mi chiese “Virginia vuoi togliere la busta?”
<Certo Maria>risposi trepidante di gioia
E subito davanti a me, a pochi passi, ecco che Noel e Riccardo erano davanti a me e si avvicinavano anche verso di me….
<Probabilmente sto sognando>Mi do un pizzicotto. Fa male. Non è un sogno allora. E’ tutto vero!
Il mio cervello ha già innescato le mosse per il tempo seguente, nel giro di tre secondi: mi alzo dal cerchio azzurro e passo vicino a Riccardo, gli dico velocemente “un momento, scusami” e corro da Noel e gli butto le braccia al collo in un abbraccio stritola ossa veramente sentito.
<Grazie mille>gli dissi baciandolo sulla guancia <Non potevi farmi regalo migliore. Non ti ringrazierò mai abbastanza>
<Di niente>. Dopodiché mi volto verso Riccardo, tranquilla e normale in volto, ululante di gioia all’interno e mi rivolgo a lui dicendogli semplicemente “piacere, sono Virginia”, sorridente e serena.
Cra cra cra cra………apro gli occhi e all’improvviso mi ritrovo nel mio caldo lettuccio mentre spengo la mia rana sveglia. Niente Noel, niente Riccardo, niente buste. Niente di niente. Solamente una gran voglia di riaddormentarmi e continuare a immaginare, a sognare, a fantasticare………
Era tutto un meraviglioso e fantastico sogno. Peccato, porca merda!!


 
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