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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
Titolo Fanfic: INUTILE
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, What if? (E se...)
Autore: nimphadora galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/01/2008 19:23:43

Non so se ciò che nutro per lui sia da considerare un sentimento sano, o qualcosa di distruttivo.
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

“Ti trasferirai in un posto tranquillo, nelle campagne ad ovest” osserva, con la coda dell'occhio la mia reazione “ho fatto preparare una casa. Nessuno saprà chi sei”

“Potrai vivere tranquilla”

Afferma.

Sta scherzando, non è vero?
Crede veramente che, dopo tutto questo tempo. Dopo tutti questi anni, possa fare le valigie e sparire?
Andarmene a vivere in campagna aspettando di ricevere sue notizie.
Starmene in disparte mentre lui si fa carico di tutte le responsabilità?

Scosta leggermente la giacca, fruga in una tasca interna.

Rabbrividisco.
Sento che ogni fibra del mio essere si sta gelando.
Osservo, con sguardo vacuo, le fiamme che avvolgono l'auto.
La sua auto.

Idiota.

Lo è sempre stato.
Ricordo i giorni in cui, per evitare che mio padre mi punisse, si prendeva carico di colpe non sue.

Idiota.

Anche adesso, che sono adulta.
Che sono un soldato.

Credo non riuscirà mai a vedermi con occhi diversi, né a trattarmi come una donna. O come un subordinato.

Non ho mai ricevuto un solo ordine, e non ho mai dovuto sottostare a ferree decisioni. Ha sempre chiesto consenso.

Idiota.

Sente la colpa, una colpa immane, gravargli sulla schiena.
Non riuscirà mai a darsi pace, fin tanto che sarà in vita.

Il marchio indelebile che porto sulla pelle-e che mi accompagnerà in eterno-è diventato simbolo di un nostro legame, indissolubile.

Eppure, io... io ho le stesse sue colpe.
Non c'è notte in cui i suoi occhi tormentati non mi tornino in sogno. Sento la disperazione della sua anima, le urla silenziose che solo io, posso sentire.

Quel potere, quel maledetto fuoco, ha rovinato le nostre vite. Ci ha resi dipendenti l'uno dall'altro, ossessi dal senso di responsabilità.
Le nostre esistenze si sono intrecciate così fittamente, che a volte penso che, se un Dio esiste, si sia divertito molto a scrivere delle nostre vite.

...
“Sali”, un tono neutro. Nessuna sfumatura.
Nulla.
Rimango ferma, dove sono.
L'aria della notte è fredda.
“Sali” ripete.
Obbedisco.

Sono pur sempre un soldato.

Il colonnello mette in moto, abbandoniamo il parcheggio del quartier generale.
Guardo fuori dal finestrino.

“Come va il lavoro?” chiede con finta cortesia, aggrottando leggermente la fronte.
“Come al solito”, rispondo fredda, distaccata.

“Ha finito molto tardi, stasera, Colonnello”, riprendo dopo un paio di minuti.
“Non esattamente”

Frena bruscamente.
Siamo in piena campagna, la città è lontana.

“Riza, le cose non vanno affatto bene”

...
“In questa situazione, Riza, sei completamente inutile, te ne rendi conto?”, Mustang ha lo sguardo basso. Fissa il volante.

“Inutile? Ha aspettato più di due ore fuori dal quartier generale per portarmi chissà dove e dirmi che sono inutile?”

Noto un sussulto, quasi uno scatto nervoso non controllato, che lo scuote. È visibilmente stanco, non dorme e, probabilmente, non mangia da diversi giorni.
“Ho un piano” riprende”e questo piano prevede che tu sia lontana da qui”

Mi invita a scendere dall'auto.
Freddo, sento solo questo, nient'altro.
Ne curiosità, timore, incertezza o rabbia.
Freddo...
che mi entra dentro, attraversa ogni barriera, e mi attanaglia.

“Cosa significa?” chiedo, il tono rimane distaccato.

Ho come l'impressione che non sia io a parlare, che sia assistendo alla scena piuttosto che viverla in prima persona.

“Riza Hawkeye, stanotte è morta”

...

Estrae dal bagagliaio dell'auto due fantocci dalle fattezze umane.
“Stanotte il Colonnello Mustang e il Tenente Hawkeye moriranno” riprende, getta i futuri cadaveri all'interno dell'auto”di noi diranno che, probabilmente, stavamo complottando qualcosa. O, magari, che semplicemente fossimo amanti... non credi?”.
I lineamenti si aprono in un amaro sorriso.
Amanti, tra tutte le parole che avrebbe potuto scegliere, ha utilizzato un termine poco adatto a noi.
In fondo, ciò che ci lega non è né attrazione fisica, né sentimenti di alcun tipo di tenerezza.
Al contrario, i miei sentimenti nei suoi confronti sono odio e disprezzo.
Quest'uomo che ho davanti, ha tradito ogni mia aspettativa, ogni speranza. Mi ha portata ad arruolarmi, rincorrendo i SUOI ideale che io, da giovane sognatrice , avevo adottato.

A lui ho affidato i segreti di mio padre.
Del suo maestro.
E lui li ha utilizzati per sterminare, uccidere.

Ed io, agli occhi di Mustang, non sono che una ragazzina ingenua. Sola, e ancora troppo inconsapevole di come gira il mondo.
Gracile, e facile da svestire, da consultare. Da leggere, quasi fossi un libro. Nient'altro.
Nient'altro che uno stupido cerchio alchemico.
Maledizione!
Non sono stata altro, per tutta la vita.
Nient'altro che un mezzo.
Uno stupido foglio di carta per mio padre e un libro per l'unico uomo della mia vita.
Null'altro.

Mi ha tenuta accanto, tutto questo tempo, per paura che il suo segreto fosse svelato ad altri?
No, non credo.
I suoi occhi non sono più gli stessi.

I nostri occhi, adesso, non sono più gli stessi.

...

Se chiudo gli occhi posso ancora sentire, quasi stesse accadendo in questo momento stesso, la punta delle sue dita che percorrono le intricate curve marchiate sulla mia pelle.
Fredde.
Le sue dita, a dispetto di quanto si possa immaginare dal grande Alchimista di Fuoco, sono fredde.

Dal cimitero alla locanda in cui alloggia il giovane Mustang, sono poco più di cento passi.
Li conto, ad uno a uno.
Per non dimenticare.
Mai.

Secondo piano, terza porta a destra.
Lui cammina due passi dietro di me, quasi a controllare che non scappi.
Fruga in tasca, trova la chiave della stanza.

Non appena la serratura scatta, sento la sua mano stringersi malamente sul mio braccio. Mi spinge dentro.
Chiude la porta dietro di se, e si avvicina a me, negli occhi la stessa luce che brillava in quelli di mio padre.
Assetati della stessa cosa, entrambi.
Troppo occupati a cercare il potere, e a trovare un modo per preservarlo, per potersi accorgere della piccola Elisabeth.

I bottoni della giacca nera che ha acquistato per me per il funerale, saltano. Ad uno a uno.
Inutile cercare di farlo ragionare, inutile.
Non ho provato a fermarlo.
Strappa via l'ultimo lembo di tessuto.
L'ultimo ostacolo tra lui e il potere.

“Il segreto del maestro...” sussurra, quasi a se stesso “è stato sempre qui, sotto al mio naso”.

...


“Ricorda, Colonnello?” la mia voce poco più di un sussurro “mi ha fatto promettere di premere il grilletto se un giorno...”
Estraggo la pistola dal fodero, tolgo la sicura, la punto alla sua nuca.

“...se un giorno non avesse tenuto fede ai patti”

...

Non so di preciso cosa ci tenga uniti.
Se questo possa essere considerato o meno amore.
Ma io dipendo totalmente dalla vita di questo uomo.
E se lui muore, allora muoio anch'io.

A prescindere da ciò che è stato, da mio padre e da Ishvar.
A prescindere dall'essere un Tenente ed un Colonnello.
Noi siamo Riza e Roy, qualunque cosa ciò significhi.
Siamo sempre e solo stati questo.
Uomini, tristi nella loro mortale sorte, e sbeffeggiati dai giochi del destino.
Miseri esseri umani che, in un gioco senza fine, si sono rincorsi senza sapersi mai chiedere scusa.

...

Il fuoco sta per raggiungere il serbatoio, dobbiamo spostarci se non vogliamo morire, entrambi.
Lui non parla, si scosta leggermente dalla canna della mia pistola.

“Mi seguirai?”
mi chiede senza voltarsi.

Lui conosce già la risposta, è implicita.

E sa benissimo che non avrei mai premuto il grilletto.
Perché quello è un patto a cui non posso attenermi, per nulla la mondo.

Qualcosa cade dall'occhio, scivola giù lunga la guancia.
Una volta.
Due volte.
Acqua.

“Stanotte sono morti un Tenente ed un Colonnello, signore. Ma Riza e Roy sono ancora vivi”
abbasso la pistola, col dorso della mano sinistra asciugo gli occhi “signore, in qualità di chi sta chiedendomi di seguirla?”

“In qualità di un uomo inutile, Riza. Di un uomo indegno”

Abbiamo ancora tanta strada da fare.
Tanti pericoli da affrontare, tante prove da superare.
Il nostro legame è così viscerale da rendere ogni cosa più difficile. Ma, al momento nessuno dei due è capace di abbandonare l'altro.
Nemmeno se questo significa salvargli la pelle.

Non so se ciò che nutro per lui sia da considerare un sentimento sano, o qualcosa di distruttivo.
Ma il calore del suo abbraccio cancella ogni timore ed ogni incertezza.

Piove.
Su entrambi.




 
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