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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
Titolo Fanfic: DEATH
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Poesia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot, What if? (E se...), Shounen Ai
Autore: jacky-dragon galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/01/2008 12:35:41

“No Envy, non è finita…” Piccola One-shot che spero vi piaccia e in qualche modo possa colpirvi, buona lettura a tutti!
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi ametista dei tuoi occhi

tu, alto e vittorioso
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.




E si disse che in quel momento un cigno cominciò a cantare, morente.
In preda alla dolcezza e follia della donna morte, ansioso di lasciare un mondo tanto malvagio da uccidere lui così sublime creatura.
Ma non sa da quale mondo sta fuggendo, quali atrocità ben peggiori lui ha creato, quali torture fa subire ai suoi abitanti.

Scambio equivalente è l’unico comandamento della mia vita.
Scambio equivalente è tutto ciò che potrò avere o dare in vita e dopo.
Scambio equivalente è quello che sinora non ho mai visto concluso se non in leggi assurde di un’alchimia altrettanto assurda.

Ma se è questa la verità?
Se non esiste uno scambio?
Se tutto ciò che sinora ho creduto vero fosse niente meno che follia?

Allora ne sarei felice.
Perchè sono fuggito anch’io da quel mondo mio caro cigno bianco,
sono fuggito se pur involontariamente era in altra maniera che volevo andarmene.
E vivo in una stanza, una casa, una città, un mondo che non mi appartiene.
Non è mio questo braccio e questa gamba metallici, non è mio il cibo che mangio per poter vivere
Non sono miei questi libri scientifici che leggo con strano interesse, non è mio il fratello che mi ha accolto

Non sei mio tu mostruoso essere.

Te ne stai rinchiuso in un castello privo di fascino o di amore.
In una prigione che tu stesso ti sei creato per non far vedere agli altri la creatura senza poteri che sei tornata
ad essere, senza la forza di andare avanti, con la inutile convinzione che quel
che dovevi fare è già stato fatto, ma con
la certezza che non te ne andrai finché non ne sarai certo.

Fratello che non mi è mai stato vicino.
Nemico che non ricordo.
Amante che prendevi per poi fuggire.
Pena che di me hai succhiato tutta la linfa vitale.


Tu sei tutte queste cose e nessuna, sei ciò che ancor non ho compreso, se il nodo che attanaglia il mio stomaco, sei il sospiro che mi sveglia nelle notti di gelo, sei la Luna che mi chiama e che non posso raggiungere.
Ma io ti prenderò di nuovo, come prenderò la Luna.
La sentirò tra le mani, per questo sono diventato uno scienziato.
Seppur al posto di scienziato sarei dovuto tornare ad essere il tuo amante, la tua fonte di vita.


Ero io che ti rendevo vivo come eri tu a render vivo il mio corpo.
Carne calda tra le mani di chi di carne se ne sazia, passione ardente a contatto con occhi di fuoco.


Tu non sei umano, ma lo sei stato.
Tu non sei inumano, ma lo sei stato.


Tu non eri altro che tutto.
Quando mi cercasti come un bambino cerca il seno della madre.
Quando sei riuscito a trovarmi e ti sei saziato del latte, fino all’ultima goccia.
Quando mi lasciasti, privando me di te come d’un gioco, descrivendo ciò che ci univa un capriccio dettato solo dalla curiosità d’un ragazzino e di un homunculus.
Quando mi hai ucciso, facendo ciò che da tempo non sono riuscito a fare con te.
Quando seguendomi oltre il portale che tanto odiavi, ti sei nascosto da me impaurito.
Quando fui io a trovarti e scoprii che tutto quel che avevi detto era menzogna.


“Basta. E’ finita, non te ne accorgi?”


Fu questo che mi dicesti anni fa.


“No Envy, non è finita…”


E’ questo che ti ripeto in questo momento.


“Edward…”


E’ la tua risposta, ruggente, dalle tue fauci mostruose di drago, di serpente, di creatura che non sarà mai più come prima.

Il più bello dei mari
È quello che non navigammo
Il più bello dei nostri figli
Non è ancora cresciuto
I più belli dei nostri giorni
Non li abbiamo ancora vissuti.


E quello
Che vorrei dirti di più bello
Non te l’ho ancora detto.








Questa one-shot è saltata nella mia testa esattamente il 27 Marzo verso l’ora di pranzo, esattamente un’oretta fa. Ho cercato delle poesie che potessero essere adeguate e le ho azzeccate al primo colpo.
Entrambe sono state scritte dal poeta Nazim Hikmet, la prima nel 1949 e la seconda nel 1942. le ho trovate adatte seppur complesse, sono state modificate al maschile dato che la persona interessata era una donna. Spero che in qualche modo vi abbiano colpito come questa one-shot se non di più.
Penso che dovrei anche occuparmi di altre coppie: proverò una EdxAl la prossima volta. Si dice che sia una delle più complicate e che in pochi riescano a renderla piacevole, bè, mi piacciono le sfide.
Baci a tutti!

 
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