torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: L'ODIO
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Autore: ranko-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/01/2008 13:07:28 (ultimo inserimento: 16/01/08)

Chi è questa ragazza? Come? Odia Harry Potter?E perchè? Serpeverde? E allora? Sorella maggiore?!?!?!
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
HOLLY EVANS
- Capitolo 1° -

Holly sussultò nel proprio letto, svegliandosi di soprassalto. Si portò una mano al petto tossendo convulsamente in preda ad un altro attacco d’asma.
Aprì gli occhi sentendo il proprio cuore battere velocemente, spaventato.
Spostando le coperte dal proprio letto si alzò cercando a tentoni sul muro, l’interruttore della luce elettrica.
Si passò una mano nei capelli in quel gesto che tanto le ricordava suo padre.
Sospirò.
Accese la luce calmandosi immediatamente, confortata dal calore inconfondibile della sua casa.
Si alzò dal letto, si vestì e uscì dalla sua stanza e scendendo le scale diretta in cucina. Accese la luce anche lì entrando silenziosamente, mentre il suono indistinto di lampi e fulmini
le calmavano il cuore.
Amava la pioggia, la faceva sentire rilassata, la calmava.
I suoi genitori amavano la pioggia.
Ancora ricordava quando con lei durante un temporale uscivano in veranda sedendosi sul dondolo
avvolti in una coperta.
Si avvicinò al lavello e sollevò la mano aprendo lo sportello del mobile, prendendo una tazza da latte rossa e oro.
Era la tazza preferita di suo padre, ricordò lei, ma suo padre non la usava mai per paura di rovinarla; anche lei adorava quella tazza. In compenso sua madre adorava il latte, spesso la sera, mentre Holly e suo padre mangiavano la pasta, lei bevevo il latte con qualche cereale babbano. Posò la tazza rosso-oro accanto al lavello, e attraversò la stanza aprendo il frigo e prendendo il latte. Mise il latte nella tazza, rimise il latte nel frigo, e mise la tazza rosso-oro nel microonde, mettendoal doppio del calore per la metà del normale tempo. Holly Evans era un amante delle regole e della pulizia, e amava il disordine e le cose fuori dal comune, quelle piccole cose quotidiane che le davano la consapevolezza diessere diversa da tutti, speciale in un modo tutto suo.
In poche parole, era il perfetto incrocio tra James Potter e Lily Evans, e si odiava per questo. Odiava essere così simile a loro, odiava essere la prova vivente di un amore così vero e così agognato da tanti e odiava loro, i suoi genitori.
Li odiava per averla lasciata sola.
Li odiava per aver dato lei tutto l’amore di cui erano capaci.
Li odiava per essersi amati.
Li odiava per aver voluto una famiglia e odiava se stessa per aver fatto quella domanda, tanti anni prima:


Holly prese nella manina un piccolo tassello delle costruzioni infilandolo con cura sul tetto della sua piccola casa giocattolo.
Si trovava ad Hogwarts, se così aveva ben capito.
Ancora una volta alzò lo sguardo verso il camino di quella stanza circolare in cui l’avevano lasciata in compagnia dei gemelli Weasley, Fred e George.
Guardò con invidia le casette di costruzioni fatte dai due fratellini: le loro assomigliavano veramente a delle piccole case, mentre la sua sembrava una cosa a metà tra un castello, un magazzino e una vecchia topaia rattoppata dappertutto.
Fred Weasley scosse il capo dicendo ad Holly:
“Non si fa così!Guarda-le disse lui staccando un pezzo delle costruzioni di colore verde dalla casetta sbilenca della bambina e mettendolo alla base della riproduzione- questo deve andare qui!”
George Weasley intanto stava finendo di attaccare il tetto alla sua casa mentre diceva al fratello:
“Dove siamo?”
Fred fece spallucce rispondendo:
“Hai visto quel signore con la barba bianca che gli arrivava ai piedi?”
George assunse un aria interrogativa chiedendo:
“Chi, quello che somigliava a Babbo Natale?”
“Sì, -disse Fred con aria grave- proprio lui. Mamma ha detto che questo è il suo ufficio”
La bambina non stava ascoltando, mentre la sensazione che qualcuno la stesse osservando si faceva strada nella sua mente. Guardò velocemente tutti i quadri della stanza circolare; ogni volta che incontrava lo sguardo di un ritratto, questo girava la testa dall’altro lato con aria colpevole.
Holly con un gesto isterico buttò la sua casa per terra facendo staccare ogni pezzo di costruzione dalla sua posizione originale, cominciando a singhiozzare rumorosamente.
“Voglio la mamma!” diceva la piccola tra un singhiozzo e l’altro mentre i gemelli la guardavano a disagio.
“Dai- cercò di calmarla George- vedrai che ora i tuoi genitori tornano!”
Holly sembrò non sentirlo continuando a piangere.
“Vuoi veder una cosa?” disse Fred nervoso mentre tirava fuori dalla tasca una piccola confezione
blu e oro.
La piccola si asciugò gli occhi e annuì, calmandosi.
“Questa –le disse George prendendo dalle mani del fratello la confezione blu e oro- si chiama Cioccorana!”
La piccola guardò la confezione un po’ diffidente mentre George la scartava.
Ne uscì una piccola rana di cioccolato che, liberatasi dalle mani del bambino, faceva salti un po’ dappertutto, andando a sbattere numerose volte contro quel che rimaneva della piccola casa della bambina,come se non vedesse in realtà, quel che stava facendo. “Ma…è…è una rana?!”disse la bambina , mentre titubante la prendeva in mano.
“E’ una rana di cioccolato- spiegò George rasserenato dall’improvviso cambio di umore della bambina- puoi mangiarla se vuoi!”
Holly guardò la rana che aveva in mano con una certa riluttanza, poi scosse la testa liberando la rana che saltò improvvisamente sulla sua testa nell’unico salto veramente buono che le aveva visto fare.
Immediatamente balzò in piedi spaventata facendo sbattere da un lato e dall’altro, la gonna del suo bel vestitino alla marinara, cominciando a piangere e a gridare insieme,
Quasi come se qualcuno avesse sentito le urla della bimba, improvvisamente la grande porta in legno massiccio si aprì, rivelando un uomo alto dalla folta chioma ribelle e nera e dai profondi occhi nocciola con un espressione così calma, come se nulla potesse turbare il suo giovane sorriso, e una donna, un po’ più bassa rispetto a l’uomo, con folti capelli rossi che lisci le incorniciavano il bel viso fine e uno sguardo preoccupato, tipico di una madre apprensiva.
“Holly!Tesoro che è successo?”
Lily Potter si affrettò a sorpassare suo marito sulla soglia correndo dalla sua bambina che ancora correva in cerchio agitando le mani e strillando:
“Una Rana!Una rana in testa!Ho la rana in testa!”
Abbracciò la bimba stringendola al petto mentre questa si calmava permettendo alla rana, con un piccolo balzo, di saltare dritta nel fuoco acceso del caminetto.
Holly batté le palpebre una paio di volte, poi accorgendosi di essere tra le braccia di sua madre, smise di piangere gradualmente, mentre la donna le sussurrava all’orecchio parole di conforto.
“Uffh!-disse Fred Weasley mettendo il broncio- potevi darla a me se non ti piaceva!Una Cioccorana sprecata!Ma forse,- cominciò il bambino guardando vicinissima al fuoco la rana che lentamente si stava sciogliendo- forse riesco ancora a prenderla...!”
Fred allungò titubante una mano verso il fuoco quando all’improvviso sentì due mani stringerlo per la vita e sollevarlo in aria.
“Ehi, campione, il fuoco brucia sai?”
disse James Potter guardando il bambino grattarsi la fronte a disagio.
“Ma lui voleva prendere la Cioccorana!Holly l’ha buttata nel fuoco!”
disse George mentre tirava la stoffa dei pantaloni dell’uomo per attirare l’attenzione.
James mise il bambino a terra prendendo dalla tasca dei suoi pantaloni una piccola scatoletta gialla e rossa.
Gli occhi dei gemelli brillarono automaticamente mentre dicevano contemporaneamente:
“Gelatine Tuttigusti+1!”
“Proprio così, tenetele voi, ve le regalo!”
disse James sorridente mentre tendeva il pacchetto ai bambini.
Holly, in braccio alla mamma si protese in avanti guardando suo padre che le si avvicinava.
“Ehi piccola!-disse James sollevandole leggermente il mento con il pollice- le bimbe grandi non piangono mai, lo sai, vero?”
Holly annuì tendendo le mani verso il padre, che sorridendo la prese dalle braccia di Lily.
La porta si aprì con un altro scatto e il professore Albus Silente seguito subito dopo da quelli che Holly riconobbe come genitori di Fred e George.
“Lily, James, ve ne andate di già?” chiese Molly Weasley un po’ sorpresa nel vedere la donna trasfigurarsi addosso un cappotto.
“Temo di si, Molly. La piccola birbante comincerà ad avere sonno tra meno di un quarto d’ora, e mi piacerebbe essere a casa quando accadrà”
Molly annuì comprensiva mentre Arthur diceva:
“Magari potremo venire noi, così mi farete vedere quelle scatole magiche che i babbani chiamano Feletisione!”
Molly guardò torva il marito dicendo:
“Oh andiamo Arthur, lasciamoli riposare, sono sposati da una settimana infondo, vorranno festeggiare!”disse mentre un sorriso vagamente malizioso che fece arrossire Lily e sorridere sornione James, le compariva sul volto
James avvolse Holly già un po’ stordita in una coperta calda appena trasfigurata.
“Conto di vedervi alla prossima riunione Dell’Ordine Della Fenice allora”
disse Silente mentre si sedeva sulla grande sedia dietro la scrivania.
“Ovviamente”
risposero tutti e quattro gli adulti assumendo improvvisamente un aria preoccupata.
Dopo essersi congedati dal loro ex-preside, James e Lily uscirono dalla scuola, e si smaterializzarono a casa loro, in Godric’s Hollow.
“Mamma- disse assonnata la piccola Holly mentre al caldo della loro casa la madre le rimboccava le coperte-…mamma, mi ascolti?”
“Holly, la luna è alta,non credi sia ora di dormire?” le ricordò dolcemente la donna spostandole i capelli ribelli dalla fronte.
La bimba ignorò la frase e disse improvvisamente attenta:
“Mamma, perché io sono sola ?”
La donna sussultò.
Sola?
La sua bambina?
“Cosa intendi dire Holly?”
“Perché io non ho nessuno uguale a me come Fred e George?”
Lily sorrise, più tranquilla.
“Intendi dire perché non hai fratelli o sorelle?”
Holly annuì.
“Io voglio una sorellina uguale a me!Ma…ma anche un fratellino va bene!Quello però…sarebbe strano se fosse uguale a me…” disse la bambina facendo la stessa espressione pensierosa di James quando fabbricava qualcosa di complesso nella propria mente.
“Non preoccuparti- le disse Lily amorevolmente- ti prometto, Holly, che anche tu avrai una sorellina o un fratellino.Non posso garantire che saranno uguali a te, però…”
“Mamma –cominciò Holly – che vuol dire °garantire°?”
Lily accarezzò la guancia rosea della bambina e promise:
“Te lo spiegherò domani, Holly, adesso è ora di dormire!”




Scosse la testa mentre l’odio le si diffondeva come veleno, nelle vene, a tal punto che
per un momento le si offuscò la vista.
Harry James Potter.
Il nome che la ossessionava, la causa della morte dei suoi genitori.
Se lei quel giorno non avesse detto a sua madre che si sentiva sola…
Lei sarebbe stata lì, insieme al marito, come sarebbe stato il mondo se noi non fossimo nati, come sarebbe stato diverso ogni giorno, felice. L’avrebbero vista crescere, l’avrebbero guidata nei giorni d’incertezza, quelli in cui ti chiedi
Ma loro non c’erano, e lei li aveva condannati, chiedendo loro un bambino che li avrebbe uccisi entrambi, e condannato lei a una vita nascosta a tutti e a tutto, una vita di stenti, di sofferenza, di rimpianti…
Odiava la solitudine, proprio come allora, tanti anni fa, ma odiava se stessa per essere portatrice di sfortuna a tutti i suoi cari…
Plop!
Spaventata fece un piccolo salto all’indietro girandosi di scatto mentre la mano le andava automaticamente alla tasca.
La bacchetta!Dannazione!L’aveva lasciata su in camera sua!
Con suo enorme sollievo abbassò lo sguardo ritrovandosi a rispecchiarsi negli occhi grandi e caldi
di Mandy, l’Elfa domestica di Godric’s Hollow.
“Me è arrivata in brutto momento, padroncina?”
Holly scosse la testa brontolando.
“Quante volte ti ho detto che non devi arrivarmi alle spalle così all’improvviso?”
L’Elfa abbassò la testa e le orecchie a punta contemporaneamente, assumendo un aria completamente colpevole.
“Me chiede scusa, padroncina! Vuole che Mandy si punisce padroncina? O vuole farlo lei?”
“Lascia perdere Mandy, piuttosto, mi stavo facendo il latte, ti spiacerebbe…?”
Neanche finì di parlare che una tazza di latte caldo accompagnata da una scatola di cereali, tovaglietta e cucchiaino, appariva sul tavolo rettangolare nel centro della stanza.
“Eh, Mandy?”La richiamò Holly con una nota altezzosa nella voce,
“Ti ordino di tirare fuori la tazza rosso-oro di James dal microonde, lavala e rimettila a posto…e Mandy, senza magia!”
Holly si sistemò con la mano destra i capelli dietro l’orecchio; non chiamava più i suoi genitori mamma o papà da molto tempo ormai, li chiamava con i loro nomi, Lily e James.
Era sciocco secondo lei attaccarsi all’affetto inutile di due nomignoli che danno sicurezza quando non ci sono le persone che li portano accanto a te, riteneva terribilmente più professionale chiamarli solo con i loro nomi.
Uscì dalla cucina contenta di sé stessa per aver messo l’Elfa domestica in una situazione a lei sconosciuta e difficile.
Passò davanti al corridoio e risalì le scale andando in bagno.
Aprì il rubinetto dell’acqua bagnandosi le mani e lavandosi la faccia; si lavò i denti e si spazzolò i folti capelli neri con vanità.
Si guardò allo specchio con occhio critico.
I capelli, neri e perennemente in disordine, le incorniciavano il volto dai lineamenti fini e la carnagione chiara. Gli occhi, profondi laghi di cioccolato, in quel momento si scrutavano, indecisi sul lato dove mettersi la frangetta. Il naso piccolo e dritto le dava un aria terribilmente furba….quasi… malandrina .
Sorrise tra sé e sé.
Aveva sempre sognato, quando era piccola, di diventare una vera malandrina come suo padre.
La prima ragazza malandrina!
Suo padre le diceva sempre che neanche Lily era diventata una vera malandrina, e che in qualità di
degna erede, spettava a lei questo compito.
Ma Holly non prendeva il compito come un peso, oh no, diventare malandrina sarebbe stata uno dei
più grandi onori che mai le sarebbero potuti capitare!
Accantonò quel sorriso dandolo per infantile.
Era solo un sogno, e i sogni uccidevano, di quei tempi.
Uscì dal bagno e entrò in camera sua, sedendosi sul letto e abbassandosi all’altezza del comodino
e aprendo il primo cassetto, estraendo una piccola scatola lunga e verde scura.
La aprì prendendo un piccolo fagottino fino e lungo.
Estrasse una rigida bacchetta marrone lucida, sul bordo, al manico, incise le iniziali J.P.Era la bacchetta di suo padre, quella.
L’aveva trovata quel giorno, il 31 Ottobre, accanto al corpo di suo padre, quando aveva sentito l’incantesimo Pietrificus Totalus lanciatole dall’uomo, svanire, sotto il mantello dell’invisibilità.
Il corpo di sua madre al piano di sopra, nella camera che ora era diventata uno sgabuzzino, non mostrava segni di lotta, la donna non si era opposta, e Holly, nella sua ingenuità di bambina qual era, aveva pensato che l’avesse fatto apposta, Lily, a farsi uccidere da Voldemort .
Per quel che riusciva a ricordare di quel giorno, Holly, sua madre l’aveva trattata con freddezza, preferendo stare col neonato, piuttosto che con lei.
Sua madre era morta, ed era arrabbiata con Holly, al momento in cui venne uccisa.
Troppe cose non dette, tra quelle mura, avevano influito sul carattere di Holly Evans.
Naturalmente, nella sua solitudine, Holly non frequentò mai Hogwarts, e a 13 anni, era in grado di compiere ogni tipo di incantesimo le si presentasse davanti.
Era stata Mandy, a insegnarle, sotto suo preciso ordine.
L’Addestramento, se così poteva chiamarsi, era avvenuto quando Holly aveva 9 anni, e sebbene era in grado di fare magie di alto livello già a quell’età, e le sue conoscenze superavano di gran lunga quelle di qualsiasi altro studente del suo stesso anno e oltre, le lezione continuavano, ogni giorno.
In quei giorni, quando Holly ordinò a Mandy di istruirla ad adoperare la magia, lei evava pensato a Voldemort, allo stesso Voldemort che aveva ucciso a sangue freddo i suoi genitori.
Aveva deciso lei stessa che l’avrebbe ucciso prima o poi, per vendetta e per odio, sapeva che per questo avrebbe dovuto dedicarsi con impegno alle arti oscure.
E le piacevano anche.
Casa sua era dotata di una libreria al secondo piano.
Era lì che passava gran parte del suo tempo, studiando e apprendendo ogni giorno, cose nuove ed estremamente interessanti.
Aveva appreso di tutto, anche la storia della sua casa.
Eh sì, perché anche Godric’s Hollow aveva una storia.
In molti libri di storia della magia, la sua casa veniva citata come luogo in cui Godric Grifondoro, fondatore di una casa della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts si nascose per un lungo periodo di tempo.
Infilandosi la bacchetta in tasca, Holly uscì dalla stanza, scese le scale ed andò in cucina sedendosi al tavolo e mangiando il suo latte ai cereali.



Successe pochi giorni dopo, la svolta che cambiò completamente la vita di Holly.
Era un pomeriggio soleggiato quello.
Holly era in biblioteca seduta scompostamente su una delle due poltrone davanti al camino spento con aperto sulle gambe un grande libro dove erano riportate date, spostamenti, missioni finite bene e male, nomi di persone morte in battaglia, nomi di membri acquisiti via via nel tempo, di un’associazione segreta, l’Ordine della Fenice.
Aveva visto quel libro su uno degli scaffali dei libri di James, e il titolo le era sembrato subito
familiare, era per quello che l’aveva preso.
Era un volume grosso, con dentro una sacco di foto e pezzi di carta svolazzanti che non aveva mai in biblioteca, visto che aveva letto e riletto gli stessi libri milioni di volte, certo, ogni tanto comprava via gufo dei libri dal Ghirigoro, ma mai, ne era sicura, aveva visto un libro del genere nei suoi scaffali.
Plop
Nemmeno si spaventò quando sentì quel rumore, ormai c’era abituata a sentirsi comparire alle spalle Mandy.
Ignorando il suono, continuò a leggere, si stava arrivando a una svolta in quel libro, da quel che aveva capito, qualcuno stava cercando di proteggere un bambino da…da qualcuno, sul libro compariva sempre il nome Voi-Sapete-Chi… chissà chi era…doveva essere una persona importante se compariva così tante volte su quel libro, magari l’Ordine Della Fenice erano solo un gruppo di dimostranti…più leggeva più capiva che Voi-Sapete-Chi doveva aver fatto qualcosa di molto importante, o di molto grave forse.
“Hem Hem”
Sussultò questa volta balzando in piedi e facendo cadere per terra il grosso volume, mentre automaticamente puntava la bacchetta in alto, verso l’intruso, con aria minacciosa.
Anche l’uomo sussultò vedendosi comparire davanti una ragazza.
Holly lo guardò, la bacchetta alla mano ancora alzata.
L’uomo aveva capelli neri e sporchi che gli cadevano straordinariamente ondulati sul viso quasi selvaggio, gli occhi neri e freddi, le facevano venire brividi lungo tutta la spina dorsale.
I suoi abiti avevano un aspetto trascurato, trasandato, avevano molti buchi ed erano sporchi, molto sporchi.
Tante domande si formarono nella sua testa :
Chi era quell’uomo?
Che cosa voleva da lei?
Intendeva farle del male?
Perché le sembrava così sinistramente familiare?
E soprattutto, come diavolo aveva fatto ad entrare in casa sua??? Si occupava lei stessa di tutte le difese della casa, e l’incantesimo di protezione era quello che senz’altro le riusciva meglio, quindi…come diavolo aveva fatto quel barbaro ad entrare in casa sua?!?!?!?!
Contemporaneamente i due nella stanza dissero:
“Chi sei tu?”
Assottigliando gli occhi entrambi risposero contemporaneamente:
“Sirius Black!”
“Holly Evans!”
I due nella biblioteca fecero un balzo all’indietro.



La storia vi piace? Benissimo, commentate se volete leggere il seguito, se i commenti sono tanti, lo pubblichero già domani, tanto ce l'ho gia sul computer, a presto, Ranko-chan

 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: