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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Nana
Titolo Fanfic: TIME AFTER TIME
Genere: Romantico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: kukues galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/01/2008 22:56:19

Immaginare che gli altri sentano le stesse cose che sentiamo noi è volgare quanto aspettarsi che i sogni si realizzino
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

Prefazione:



Avevo detto che non avrei scritto più nulla su “Nana” e invece eccomi qui. E’ proprio vero, mai dire mai.

Il principale responsabile della fanfiction che andrete a leggere non appena avrò finito i miei bla bla è questo amv ->

http://www.youtube.com/watch?v=XkWmCO8A2I4

e se lo vedete capirete già parecchie cose da sole, a cominciare dal titolo. <3

L’idea di focalizzare la trama su questi due personaggi è nata proprio dal fatto che il loro particolare rapporto è una delle cose che più m’incuriosiva nel manga della

Yazawa (e parlo soprattutto dello special sull’infanzia di Takumi a cui mi rifaccio) e ho finito per diventarne una fan. In questa long fic troverete buona parte dei personaggi di Nana, e spazierò tra passato, presente e futuro. Nel caso dovessi accennare a qualche spoiler, sarete avvisati all’inizio di ogni capitolo in questo modo potrete scegliere se proseguire con la lettura o meno.

Quanto scritto qui sotto non va a stravolgere i fatti presenti nel manga, oserei dire che si tratta solo di un mesto tentativo di approfondimento da parte mia nel narrare le vicende di Reira, Takumi e co. In verità, tralasciando il prologo che per esigenza dice poco, spero troverete questa fanfiction interessante o quantomeno gradevole da leggere.



See ya.

______________________________________________________________________________






Ricordi quello che mi hai detto, Shinchan?



"Immaginare che gli altri sentano

Le stesse cose che sentiamo noi

è volgare quanto aspettarsi che

i sogni si realizzino"



La dolcezza con cui hai detto questa crudeltà mi ha davvero spiazzato. A volte sembri molto più adulto e razionale di me.

Io mi sento spesso tanto bambina, e ho paura di crescere. Tanta paura, Shin.

C'è solo una cosa che so fare. E se ora lui me la toglie....

che cosa sarà di Reira?





Prologo









La strada che porta al mare, è un percorso abbastanza ampio perchè due persone possano camminare fianco a fianco; conduce ad una balaustra che delimita il sentiero dalla spiaggia.



Reira guardò il viottolo, il cielo luminoso e sereno, il sole. L'aria era gelida e pura, un po' salmastra.

Lo splendore la tentava. Takumi accanto a lei, sorrise.

-Vedi- le disse -la libertà-

Ogni giorno, per un numero indefinito di giorni successivi, Reira e Takumi uscirono mattina e pomeriggio. Percorrevano il sentiero tenendosi a braccetto: andavano dalla casa di Takumi fino alla spiaggia, dalla spiaggia fino alla casa di Takumi.

-Un po' come camminare nel cortile di una prigione, no?- chiese una volta Takumi. Guardò Reira come se quel commento lo divertisse e volesse fargliene capire il significato.

-Non sono mai stata in una prigione- rispose Reira stringendogli la mano -e tu, Takumi?-

Dita inguantate, una lieve pressione rassicurante.

-No, ma avrei voluto vederci dentro mio padre-

Reira decise che il commento non aveva secondi fini.



-Vogliamo arrivare fino alla riva del mare, oggi?- domandava Takumi.

Andavano: cento passi. A volte Reira si diceva che, quando avessero raggiunto il bagnasciuga, avrebbe parlato.

Non sarebbe stato difficile, dopotutto, chiedergli perchè non volesse mai baciarla.

Un giorno, due giorni, tre giorni.

Reira non si decideva. Le parole le restavano in gola, come i ringraziamenti quando era bambina.

Il pomeriggio del quarto giorno si decise. Niente più esitazioni.

Avrebbe incominciato il discorso appena fossero arrivati a toccare l'acqua. Cento passi. Reira strinse le mani inguantate, le congiunse al petto come in una preghiera, aprì le labbra per parlare, guardò il mare e tacque.

La grande distesa d'acqua era così maestosa e faceva sentire minuscoli gli esseri umani. Eppure, Reira provava sempre sensazioni fortissime di fronte al mare. Erano splendide e malinconiche. Come lei.

Il sole lo penetrava, la superficie era priva d'increspatura. In lontananza, si scorgeva la scogliera a strapiombo. Era un tratto pericoloso, infido per le correnti. Reira che non sapeva nuotare si chiedeva se la corrente in quel punto l'avrebbe trascinata sotto, dove il sole non può arrivare.

-E' molto profondo?- aveva chiesto una volta a Takumi, quando erano ancora bambini. Lui aveva alzato le spalle.

-Immagino che lo sia..-

No, non avrebbe parlato. Il mare non glielo permetteva. Presa dalla paura e dalla disperazione, Reira fissò il ragazzo accanto a lei.

Taceva; e adesso, mentre guardava l'orizzonte, Reira ritrovò sul suo volto un'espressione esultante. Takumi apprezzava la sua solitudine. Non ne aveva paura.

Reira sì.

Per un attimo, ebbe la sensazione che fosse impegnato in una silenziosa battaglia di volontà con quella distesa infinta d'acqua, come se ne sfidasse la pericolosa bellezza. Sembrava dimentico della presenza di Reira e lei si sentì umiliata.

In quel momento, mentre osservava il profilo del ragazzo disegnato contro il cielo, si rese conto per la prima volta di conoscerlo pochissimo.

Takumi il machiavellico, il mediatore di potere...l'aveva veduto così, e aveva sbagliato.

"Oggi ho visto la tua anima" scriverà poi in una canzone "E' in un luogo bellissimo e terribile"

Dopo un po' tese la mano e gliela posò sul braccio. Avrebbe voluto esprimergli ciò che aveva notato sul suo volto, ma non trovava le parole. Takumi odiava le parole.

Stavano in silenzio anche per delle ore. Solo ad osservare il mare.

Fin da quando si erano conosciuti, Takumi le aveva insegnato questo:

Il silenzio.

-Ricordi Takumi?-

-mh?-

-la prima volta che siamo venuti qui-

Reira lo ricordava come fosse successo soltanto il giorno prima.

-Sì- Takumi non smise di fissare il mare - tu cantasti una canzone per me. Fu l'inizio-

Reira annuì silenziosamente e si morse il labbro inferiore fino a farsi male.

-E' vero- disse infine, più rivolta a se stessa che al ragazzo al suo fianco -quello fu l'inizio-




 
Continua nel capitolo:


 
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