torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: BONNIE (OMAGGIO A JANE AUSTEN)
Genere: Romantico, Commedia, Parodia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU
Autore: damson galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/01/2008 13:14:51 (ultimo inserimento: 31/01/08)

Una piccola satira sui luoghi comuni dei romanzi dell'800
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -


Inghilterra, 1805

Come ogni buon romanzo d’amore che si rispetti la storia che vi accingete a leggere dovrebbe avere come protagonista una ragazza di campagna, il cui padre, se non così malmesso da non poter permettere un tetto decente ai suoi figli, ma che anzi possiede una casa di tutto rispetto, non può comunque vivere nell’agiatezza e nel dispendio della vita mondana a causa della sua natura di figlio cadetto di un nobile o di reverendo di canonica e, sopra ogni altra cosa, a causa di una tale quantità di figli da far invidia al più prolifero dei conigli.
Oppure il padre in questione potrebbe essere addirittura morto, lasciando in eredità alla vedova, oltre ovviamente alla suddetta quantità di figli una eguale quantità di debiti e la nostra fanciulla in questione si troverebbe, in quanto primogenita a dover aiutare la madre a provvedere alla famiglia e troverebbe lavoro come insegnate ad un figlio di un nobile, tanto ricco quanto bello (poiché, come il lettore ben sa, sono due qualità che viaggiano sempre insieme nei romanzi, non nella vita) di cui ovviamente la principale caratteristica non è tanto l’esser bello o l’esser ricco, quanto piuttosto l’esser vedovo. La nostra sfortunata creatura, che supplisce alla sua carenza in campo finanziario con una grande quantità di carattere, bontà ed intelligenza non potrà non far innamorare di se il caro datore di lavoro.
Oppure, ancora: la nostra cara creatura potrebbe essere un minimo più fortunata e potrebbe non venirle necessario abbassarsi a fare una cosa tanto degradante come lavorare. Potrebbe avere uno zio ricco (il fratello maggiore del padre cadetto, per intendersi) ma sfortunato poiché lui e sua moglie non hanno avuto figli e potrebbero invitare l’eroina del romanzo a vivere con loro a Londra, catapultandola di nuovo nel bel mondo.
Dopo attento studio è stato deciso che niente di tutto questo accadrà all’eroina della nostra storia.
Il signor Sesshomaru Tallant era di nascita nobile, ma il suo illustrissimo padre aveva pensato bene di gettare in disgrazia la famiglia abbandonando la sua legittima moglie per un’altra donna di minore levatura sociale. Grazie a tale impresa paterna, da cui era nato niente meno che un figlio bastardo, al nostro bel protagonista non rimaneva altro che la nobiltà del nome, oramai utilizzabile solo come orpello, ma tale cosa non importò affatto a Kagura Theale, la donna che lo sposò. Essa infatti, oltre alle origini nobili, vantava un padre con fior fior di quattrini.
All’epoca del matrimonio molti non avevano esitato ad affermare che la signorina Kagura aveva deluso le aspettative della famiglia per amore di un nobile decaduto, per quanto bello potesse essere. Ma ascoltare le malelingue serve solo a farsi venire la bile, non ci vuol nulla infatti ad insinuare che il signor Tallant aveva sposato la ragazza soltanto perché era una ricca ereditiera.
La verità è che, senza nessuna nota di biasimo da parte di chi scrive, Kagura aveva amato Sesshomaru senza esitazione alcuna e, poiché il giovane era ineccepibile per modi e contegno e, soprattutto poteva essere compassionevolmente visto come innocente vittima di una colpa non sua, i genitori di Kagura, che avevano anche altre sorelle a cui pensare, le avevano permesso di seguire i desideri del cuore.
Ed infatti Kagura, che dava tanta importanza alle malelingue quanta possono averne le parti mancanti del prologo ai Telchini, grazie a questa scelta adesso era molto più felice di quanto non lo sarebbe stata se avesse sposato un nobile ricco di famiglia altolocata.
A movimentare la vita dei due sposi era una fanciulla di nome Rin che Sesshomaru, che aveva una capacità tutta sua di farsi amare dai bambini e temere dagli adulti, aveva preso sotto la sua protezione. La cara bambina avrebbe compiuto entro breve sedici anni e tutta la famiglia si accingeva a lasciare la tranquillità della vita di campagna per recarsi a Londra, presentare Rin in società e mostrarle il “bel mondo”.
Per poter stare a Londra a contatto con tutti quegli eventi mondani Rin aveva bisogno di un guardaroba completamente nuovo e, quando Kagura si recò nella capitale per poter acquistare il necessario, Sesshomaru, senza che gliene venisse fatta richiesta, ma di sua spontanea volontà, si offrì di accompagnare la moglie. Cosa di cui si pentì quando ormai era troppo tardi e non poteva far altro che ascoltare le varie discussioni su quanti abiti da ballo di raso sarebbero stati necessari per le occasioni più importanti. Oppure era preferibile la seta? Ovviamente solo se fosse stata color bocciolo d’arancio. E per i balli ad Almack’s? Nulla era più grazioso di una delicata mussola: forse qualche drappeggiamento in rete argentata, oppure uno scialle portato con studiata eleganza. Per gli abiti da mattina c’era un’ottima stoffa francese, oppure Mademoseille preferiva la seta di Berlino? Per gli abiti da viaggio veniva raccomandato il velluto, migliore se portato con una mantellina in pelle lavorata… insomma ci siamo capiti: discorsi per i quali anche il più educato degli uomini non avrebbe potuto mostrare il benché minimo interesse.
Fortunatamente per Sesshomaru aveva una moglie devota che, accortasi del tedio sconfinato in cui stazionava il marito, aveva accelerato la gravosa operazione.
Non che a Sesshomaru non interessassero i vestiti, anzi. Era una di quelle persone che adorano vestirsi bene ed aveva un gusto elegante che era invidia di molti uomini del bel mondo. Piaceva poiché riusciva a valorizzare ed attirare l’attenzione con eleganza senza tuffarsi nelle glorie del dandismo, cui fautori questo secolo è pieno. La sua giacca era tagliata in modo tanto perfetto da parere modellata sulla figura che la indossava. Una figura davvero pregevole, se mi permettete di aprire una brave parentesi, che non richiedeva certo imbottiture alle spalle per valorizzarsi.
Il principale problema di Sesshomaru in questo caso era capire per quale motivo se il suo sarto gli chiedeva di scegliere un colore lui poteva rispondere semplicemente: blu, verde, nero… mentre le donne dovevano dire cose come: “non saprei, voi che dite? In questo caso è preferibile un rosa fiore di ciliegio oppure un rosa fiore di pesco?”
Ma quando la città fu alle loro spalle ed il calesse tornò a percorrere le strade campagnole non ebbe più tempo per simili misteri.


N.D.A la seconda parte della storia è stata momentaneamente tolta

 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
cipi88 - Voto: 29/09/08 01:59
ti prego continua questa storia!!!ç_ç mi piace così tanto...è veramente bella! spero che leggendo il mio commento ti venga la voglia di continuarla...
kiss...cipi88
D'accordo con il commento: 1 si - 0 no, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: