torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Gravitation
Titolo Fanfic: SHADOW OF PAST (EPILOGO)
Genere: Romantico, Azione, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, OOC, What if? (E se...), RRS, Shounen Ai
Autore: fanci-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/01/2008 13:25:14

E' l'epilogo di una fic a più mani che ho scritto con altre ragazze. L'idea iniziale è di Aika. Trovate i primi capitoli sul forum di www.nanoda.com
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
EPILOGO
- Capitolo 1° -

I suoi occhi erano offuscati. Gli era sembrato di vedere uno sprazzo dorato, prima di sprofondare nuovamente nel buio più assoluto.
Eppure.. Non aveva paura... No, gli pareva quasi che quella tenebra lo accogliesse come una coperta, l'aria attorno a lui tiepida e familiare, come l'abbraccio di una persona cara...
Aveva già sentito tutto quello... Quando era bambino e...

"Quando avevi paura che papà venisse nella tua stanza mentre la mamma era a lavoro ed io ti lasciavo dormire nel mio letto, stretto abbracciato a me come con un orsacchiotto..."

Yuki..?!
Yuki!
Suo fratello...
Il suo adorato fratello maggiore...
L'aveva sempre protetto dai fantasmi, i prepotenti e dai momenti peggiori di padre...
L'aveva tenuto stretto forte nelle liti fra i suoi genitori e l'aveva aiutato con i compiti quando il professore aveva detto che era un caso disperato...
In seguito si era trovato un lavoro come tutor per pagargli le spese del college.
Tutto il giorno dietro un moccioso metà asiatico che sembrava incapace di muovere un passo senza lui affianco, che monopolizzava la sua attenzione mentre il fratello avrebbe dovuto occuparsi dei propri studi...
Quando gli aveva detto che non era necessario che arrivasse a tanto per prendersi cura di lui, che ormai era abbastanza grande ecc., Yuki l'aveva guardato sorpreso ed aveva riso: il figlio degli Uesugi non era affatto fastidioso, aveva detto. Era una compagnia piacevole e occuparsi di lui non gli pesava affatto, senza contare che il marito di sua sorella gli pagava una cifra astronomica per un lavoro così leggero, e che quei soldi facevano parecchio comodo ad entrambi. Era perfettamente felice così, aveva detto.
LUI no, non era contento per niente.
Suo fratello avrebbe dovuto essere solo suo.
Non era pura e semplice gelosia, sentiva che quel ragazzo era nocivo per Yuki. Aveva visto un lieve tremolio nei suoi occhi mentre parlava del moccioso Uesugi. L' ineffabile autocontrollo che suo fratello mostrava sempre di fronte a loro padre, la rigidità con cui si era preso cura di lui dopo che era finalmente morto di cirrosi epatica e che loro madre l'aveva seguito poco dopo, stava iniziando a vacillare.
E poi... e poi...
Quando la polizia era venuta a casa a dirgli quello che era successo...
Il suo adorato fratello maggiore... Morto...
Colpito a morte da quel ragazzino, che non contento aveva anche infangato la sua reputazione...
L'aveva spinto alla pazzia e l'aveva ucciso.

Perdonami Yuki... Non sono riuscito a vendicarti...

Guardò quel buio caldo con affetto, abbandonandovisi. Almeno.. adesso.. avrebbe potuto riabbracciarlo...

"No, Yuichi!"

Sbattè le palpebre, perplesso. O almeno ci provò, dato che sembravano incomprensibilmente pesanti.


"Yu..ki...?"

"Non è ancora il tuo momento Yuichi..."

"Yuki? Sei qui..."


Le lacrime gli inumidirono gli occhi.

"Perdonami... Non sono riuscito a salvarti... E nemmeno a vendicarti..."

"Yuichi... Non devi arrenderti..."

"Io voglio venire da te..."

"No. C'è ancora qualcosa che devi fare."

"Hai ragione ma... Perdonami... Non posso più... Non ci sono riuscito... Non riuscirò ad uccidere Uesugi..."

"No!"


Per la seconda volta tentò di sbattere le palpebre, a quel tono finale e quasi in panico.
Poteva vedere sprazzi delle mani di suo fratello accarezzargli gentilmente il viso.

"L'unico colpevole in quella notte ero io, Yuichi..."

Sentì montare la rabbia.

"Ancora difendi quel moccioso mezzosangue?! Dopo ciò che ti ha fatto?!"

"Io meritavo di morire, Yuichi... Se avessi continuato a vivere non avrei più potuto guardarti negli occhi, sapendo cosa avevo fatto..."

"Yuki..."


Non voleva sentire... Non voleva sentire quelle parole... Per anni aveva vissuto solo attaccandosi all'odio... Senza quello scudo questi si sarebbe ritrasformato in disperazione, e allora...

"Io.. Ho odiato nostro padre con tutto il mio essere per ciò che ti faceva... Ma alla fine... Mi sono comportato esattamente come lui..."

"N..no, Yuki! Tu sei sempre stato gentile! E' colpa di quel ragazzino.. di quel..."

"Non è così, Yuichi..."

"Yuki..."


Ormai stava piangendo. La sua anima gridava, straziata. Non voleva.

"Yuki... lasciami venire con te..."

"No... C'è una persona che adesso sta soffrendo, Yuichi... C'è bisogno di te... Continua a vivere e sii diverso da me..."

"Yuki... Fratello... Non te ne andare..."


"Ci rivedremo, un giorno... Adesso svegliati, fratellino..."

Il buio caldo scomparve per essere rimpiazzato da un'atmosfera più tiepida e reale. Si sentì come schiacciato da un peso enorme. Tutto il suo corpo era pesante, immobile. Sentì il dolore irradiarsi nei suoi nervi mentre provava a muoversi.
Faceva fatica a respirare.
Ma era vivo.

***

- Fermo! Che cosa volevi fare, sei impazzito?!

Mika spintonò il fratello contro uno dei muri della saletta.

- Sei ammattito? Volevi rovinarti?!

Yuki fece un basso ringhio, muovendosi per liberarsi dalla sua stretta.

- Che cazzo ci fai qui Mika...

- Sono venuta non appena Tohma mi ha informata che eri venuto qui... Lui sta arrivando... Cos'avevi in mente, Eiri?- gemette la donna, a metà tra l'esasperato ed il disperato- Con tutta la fatica che abbiamo fatto per evitarti un processo, l'ultima volta...

- Quel bastardo ha... Deve morire...

- Non dire pazzie, Eiri! Torna in te!

Il biondo abbassò lo sguardo testardamente. La sua mente bollente si stava pian piano raffreddando. Nonostante stesse cominciando a pensare di nuovo lucidamente, era ancora furibondo. Sapeva che era una pazzia e che si sarebbe rovinato, ma... Ma...
La porta si aprì.
Tohma ed una infermiera...
Il biondo ossigenato appariva stranamente teso, e passò lo sguardo bruciante e freddo da sua moglie ad Eiri.

- Cos'è successo?- sembrava saperlo, e forse non disapprovare, ma voleva una conferma.

Mika esitò, occhieggiando l'infermiera. Tohma si aspettava davvero che gli spiegasse come stavano le cose con lei presente?
Stavano ancora squadrandosi quando un mugolio sommesso attirò l'attenzione di tutti e quattro.

Il corpo di Yashazawa stava fremendo nel tentativo di muoversi, e un lieve scintillio di giada s'intravedeva dalle palpebre semiaperte.

- S..Santo Cielo!- strillò la donna- Dottore! Dottore!

****

Yuichi sospirò, rilasciando i muscoli tesi dall'inattività sul materasso.
Gli effetti del sedativo datogli appena svegliato stavano svanendo.
Gli era sembrato di vedere Tohma Seguchi e sua moglie portare via di peso Eiri Uesugi mentre i medici gli prestavano le cure e i controlli post-coma.
I dottori avevano detto che la sua improvvisa ripresa era davvero incredibile, miracolosa...
Chiuse gli occhi. Le parole di suo fratello, spirito o illusione che fosse, gli bruciavano ancora nella mente.
E' dura accettare che l'unica cosa che l'aveva mandato avanti fino a quel momento, che gli aveva consentito di accantonare il dolore per la perdita del fratello, stesse pian piano svanendo.
Il suo desiderio di vendetta svaniva insieme al suo desiderio di vita.
O forse quell'ultimo non c'era mai stato davvero...

- Signor Yashazawa?

Aprì gli occhi.
Uno dei suoi medici curanti lo fissava con uno sguardo gentile.

- Ci sono degli uomini della polizia che vogliono farle delle domande relative alla sua aggressione. Se la sente di parlargli?

Yuichi ci pensò un po' su. Se la sentiva? Se la sentiva di scagionare chiunque in quel momento fosse in galera al suo posto (di certo non si trattava di Uesugi, dato che l'aveva visto uscire dalla sua stanza un paio d'ore prima) e assumersi le sue responsabilità...
No, proprio no... Ma doveva...

"Sii diverso da me, Yuichi..."

- Li faccia pure entrare...- sussurrò, tossendo. La gola non si era ancora del tutto svegliata.

Il medico annuì, facendo entrare un uomo in borghese accompagnato da uno in divisa.

- Buongiorno, signor Yashazawa...- disse quello in borghese, con un tono rassicurante e professionale- Sono il commissario Tokikyo. Siamo qui per ascoltare la sua deposizione...

Yuichi lo scrutò con un sorriso amaro.

- Buongiorno a lei, commissario. Credo che invece dovrà ascoltare la mia confessione...

****

Shuichi gemette, rannicchiato su se stesso.
Aveva freddo.
Si sentiva dolorante dappertutto.
Per quanto ancora sarebbe rimasto lì? Non importava a nessuno di lui?
Eiri, dov'era Eiri?
E Hiro?

La porta della cella si aprì con un cigolio orrendamente familiare.
Il cantante rabbrividì, alzando lo sguardo intimorito, pronto a nascondersi di nuovo il viso tra le braccia casomai si fosse trattato di quell'ufficiale.

Un uomo sconosciuto lo stava osservando con aria grave.
Lo vide avvicinarsi e si rannicchiò nuovamente su se stesso, spingendosi contro il muro della cella.
I passi dell'altro si fermarono:

- Stia tranquillo, signor Shindou...- mormorò in tono rassicurante- Se c'è qualcuno che ora ha qualcosa da temere, quello non è lei...

Shuichi alzò lo sguardo in tempo per vedergli mandare un'occhiata di disapprovazione al custode delle chiavi della cella.

****

La notizia che Shindou Shuichi era stato rilasciato fece in breve il giro del Giappone.
In qualche modo, Tohma Seguchi riuscì a tenere nascosta di nuovo la faccenda di Yuki Kitazawa e di ciò che era avvenuto a New York anni prima.
Ovviamente, far tacere Yuichi Yashazawa al processo era impossibile, ma l'uomo d'affari fece in modo da insabbiare la faccenda su tutti i giornali, cosicchè a parte gli ufficiali giudiziari e pochi altri, nessuno seppe con chiarezza come si erano svolti i fatti, a parte che Shuichi Shindou e Eiri Uesugi erano state le vittime.
L'accaduto fece nascere anche un'inchiesta sugli abusi ai prigionieri nelle carceri giapponesi, e si seppe che alcuni ufficiali erano stati sospesi o addirittura sradicati dal servizio.
Ma soprattutto, fece crescere in modo spropositato la già grande popolarità di Eiri Uesugi e dei Bad Luck, tanto che Tohma Seguchi annunciò pochi giorni dopo la reintegrazione di Shuichi come cantande del suo gruppo.
Peccato che il ragazzo dai capelli rosa non la pensansse alla stessa maniera...

Eiri osservò quella figura esile riempire lentamente la sua valigia, avvertendo il vuoto nel suo cuore farsi più ampio ad ogni vestito e oggetto.

- Sei proprio deciso?- borbottò, quando finalmente riuscì a mettere abbastanza orgoglio da parte.

Shuichi si bloccò. Appoggiò le mani sul bordo della valigia, dondolandosi un po' avanti e indietro:

- Sì...- sospirò alla fine, soffocando un singhiozzo- Mi spiace andarmene ma... Sento il bisogno di staccare, dopo quello che è successo... Di allontanarmi da.. da tutto questo...

- Ma è proprio necessario andare COSI' lontano?

- Beh...- il cantante tentò un sorriso- L' America è... Mi avevano già offerto un posto lì, dopotutto... Penso sia una buona occasione... E poi non è un contratto vincolante... Sono solo due mesi, per adesso... Deciderò poi se rinnovarlo...

Eiri rimase zitto, mordicchiando la sigaretta. Sapeva che l'altro aveva ragione.
Dopotutto anche lui era tornato in Giappone dopo il disastro avvenuto in America.
Però... Però... Rimanere di nuovo da solo dopo quello che era avvenuto... Solo...

- ..Ti accompagno...- sospirò infine, decidendo che in quell'occasione poteva fare uno strappo alla regola e lasciar cadere il comportamento da duro/freddo/non-me-ne-frega-niente-di-te e andando a prendere la giacca.

Shuichi lo guardò amorevolmente, con le lacrime agli occhi.
Amava ancora Eiri e non desiderava stargli lontano.
Ma Eiri non poteva venire in America con lui, e comunque il bisogno di "staccare" comprendeva anche il suo amante.
Speranzosamente, sarebbe stato solo per poco tempo..., si consolò senza sapere che era anche quello che si ripeteva Eiri.
Presto sarebbe tornato in forma e pieno di energie. Dopotutto dopo Aizawa si era ripreso a tempo di record.
Represse un brivido, e sentì qualcuno appogguargli una mano sulla spalla.
Guardò sorpreso il viso di Eiri. Forse un po' troppo sorpreso, dato che l'altro distolse lo sguardo con qualcosa che poteva benissimo essere imbarazzo negli occhi.
Sorrise, radioso, sentendosi già quasi guarito e reprimendo la voglia di baciare l'amante. Se l'avesse fatto non sarebbe più riuscito a partire.

- Non essere triste, Ei-chan...- esclamò allegro prendendo la valigia e godendosi lo sguardo orripilato del biondo a sentirsi chiamare "Ei-chan"- Ti chiamerò spessissimo... Casomai possiamo sempre far sesso per telefono...

Scappò via mentre il solitamente impassibile Eiri, tutto rosso in viso, gli tirava dietro una ciabatta gridando: "Piccolo pervertito!"



Note finali:

E con questo è finita!
Scusate il ritardo!
Mi scuso anche con tutti coloro che hanno tentato di dare alla storia una venatura sadica, ma io sono una buonista... XD
Spero di non aver deluso nessuno =*

L'idea iniziale di questa fic è partita da Lady Aika del forum di nanoda: http://www.nanoda.com/forum/viewtopic.php?t=2760&postdays=0&postorder=asc&start=0
All'indirizzo sopraindicato trovate gli altri 4 capitoli, tutti scritti da persone diverse...



 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: