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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: UNA FIGLIA PER INUYASHA
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: OOC, AU, What if? (E se...)
Autore: ccrs galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/01/2008 14:03:30 (ultimo inserimento: 05/01/08)

Una vita perfetta, ma una telefonata sconvolgerà tutto.
 
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1
- Capitolo 1° -


La vita è strana.
Prima pensi di avere tutto o più o meno tutto.
Poi… tutto ti viene quasi strappato dalle mani, così, in un secondo, in un momento, con una parola.
E alla fine quello che hai è più di quello che speravi potessi avere. Alla fine il dolore che hai provato è sormontato dalla gioia che ti ha portato.
Certo, per arrivarci ho sofferto molto e pianto molto, ma….
Comunque, cominciamo dall’inizio.
Dalla vita credevo di aver avuto tutto.
Una famiglia alle spalle che mi ha amato alla follia e poi lui.
Il mio unico grande amore.
Inuyasha.
Ormai siamo sposati da 8 anni e ogni giorno è come fosse il primo. Ci amiamo alla follia e so che lui per me farebbe di tutto.
Ci siamo conosciuti il mio primo anno di liceo, quando lui si trasferì nella nostra città e già dopo tre settimane stavamo insieme e appena io ho compiuto diciotto anni ci siamo sposati.
Io ho successivamente finito l’università e lui ha iniziato a lavorare nell’azienda di suo padre con il fratello maggiore.
Abbiamo una bella casa, confinante con quella di Sesshomaru e Rin e la vita non potrebbe essere più perfetta.
Anzi… un piccolo neo c’è… non abbiamo ancora avuto figli, ma non mi preoccupo infondo… dopo vari tentativi e vari esami ci hanno detto che è tutto apposto quindi non ci resta che aspettare fiduciosi.
Certo… non posso ancora parlare con naturalezza del mio aborto spontanea avuto due anni fa, ma Inuyasha mi è stato così vicino e i miei amici sono stati così premurosi che quella ferita si sta rimarginando poco alla volta.
Posso dire con sicurezza, che Inuyasha è stato il mio primo amore, però… avrei dovuto chiedere qualcosa sul suo passato, dato che era più grande di me, con più esperienze e forse sarei stata più preparata, avrei reagito meglio.

Una calda giornata di luglio, mentre me ne sto sdraiata in piscina con Sango, la mia migliore amica, sento squillare il telefono. Mi allungo e afferro il cordless e non riconosco la voce.
“Pronto casa Taisho?”
“Sì, chi cerca?” chiedo curiosa sedendomi e alzando gli occhiali da sole “Ecco… io vorrei parlare con il signor Inuyasha!”
“Mi dispiace, ma mio marito è fuori per lavoro. Tornerà tra due giorni!” e appena lo dico sento la preoccupazione nella voce del mio interlocutore salire.
“Ma è successo qualcosa di grave?” chiedo ansiosa mentre Sango si alza e mi si siede accanto.
“No signora, cioè sì, ma…. Dovrei parlarle, non posso aspettare due giorni. Lei non può aspettare!” fisso Sango “lei chi?” sento il silenzio, poi la voce dell’uomo riappare “Signora Taisho potremo incontrarci domani alle 16 nel mio studio. La prego è importante e vorrei spiegargli di persona!”
Sono agitata, questa telefonata mi preoccupa. Forse dovrei aspettare Inuyasha o almeno chiamarlo, ma la voce dell’uomo mi spinge ad accettare.
“Va bene! Mi dica dove!” prendo mentalmente nota dell’indirizzo riattacco. Sango mi afferra per un braccio “Kagome. Che succede?” scuoto la testa “Non lo so. È un avvocato e vuole parlarmi di qualche eredità... Cioè di un’eredità d’Inuyasha, ma…. Sango ho un brutto presentimento!” la vedo sorridere “ma dai… forse non è niente. Forse è qualche parente lontano che vi ha lasciato tutto!” sorrido, in un certo senso aveva ragione. Era un lontano parente, ma in realtà….era un eredità di famiglia.
Il giorno dopo Inuyasha mi chiama e gli racconto tutto. Anche lui come Sango smorza la situazione, ma io resto comunque in agitazione. Alle 3 parto da casa e mi fermo sotto di uno dei grattacieli della città in cui si trovano alcuni uffici legali. L’ufficio dell’avvocato è al dodicesimo piano e appena suono, una graziosa ragazza sulla trentina, con lunghi capelli biondi mi apre la porta.
“Salve! Ha un appuntamento?”
“Sì… sono Kagome Taisho!” lei annuisce e m’invita ad accomodarmi.
Poco dopo ritorna e mi conduce in un elegante corridoio con delle graziose piante grasse predisposte su piccoli piedistalli d’argento e bussa ad una porta color mogano. Un uomo sulla sessantina si precipita da me stringendomi la mano.
“Grazie di essere venuta signora!” rispondo al saluto “Mi chiami Kagome la prego!” lui annuisce e mi fa accomodare.
“Bhè avvocato adesso mi più spiegare perché sono qui?”
Lui annuisce “Suo… suo marito non è ancora rientrato?” scuoto la testa “Avrei preferito parlare con lui. So che quello che sto per dirgli forse la traumatizzerà. Ma la prego di perdonare il mio atteggiamento. Non avevo scelta!”
Mi agito sulla sedia, fissandolo.
“Allora… Kagome. Io… mi occupo di testamenti e purtroppo una mia cliente è morta circa sei giorni fa.
“Oh mi dispiace!” esclamo seria e lui continua “La signorina si chiamava Kikyo e… abitava a Londra. Lei viveva lì con sua figlia… Isa che ha da poco compiuto 12 anni. La signora purtroppo non aveva nessuno al mondo e quindi… io…. Non ho potuto trovare nessun parente a cui affidare la figlia a Londra.
“Mi dispiace, povera bambina!” lo vedo sorridere.
“Vede… all’apertura del testamento la sorpresa. Kikyo era una ragazza madre. Quando rimase incinta, non disse nulla al futuro padre e decise di crescere da sola la bambina, ma… ecco io… ho trovato il suo nome e…”
Sento il mio cuore accelerare. No…
“Mi scusi! Quindi sul testamento c’è il nome del padre?” annuisce. “Me lo dica!”
“Ecco… Inuyasha Taisho!”
Mi alzo di scatto dalla sedia “No! Non è possibile!” esclamo sconvolta e lui si alza avvicinandosi “Mi dispiace averglielo detto così… ma la ragazza è arrivata ieri sera… e io… non voglio lasciarla da sola troppo, dopo quello che ha passato!”
Mi risiedo, asciugandomi le lacrime che sono uscite senza che io me ne renda conto e lo fisso.
“Lei vuol dirmi che mio marito ha avuto una figlia tredici anni fa della quale non sapeva nulla e che adesso lei è qui. Orfana di madre!” annuisce.
“Io… non ci credo!”
“Signora. Io ho fatto tutte le ricerche e non ci sono dubbi. Suo marito viveva a Londra quattordici anni fa ed ebbe una relazione con la signorina Kikyo. Dopo che si sono lasciati lui si trasferì per cinque anni in Australia e poi qui!”
Continuavo a scuotere la testa.
Non poteva essere vero. Non poteva avere una figlia.
“Alzo la testa “Io… cosa dovrei fare secondo lei?”
“Potrebbe dirlo a suo marito e prendere la bambina con voi!” mi ritrovo a sorridere. Un sorriso amaro.
“Lei quindi vuole che io prenda con noi quella bambina e che cosa? Che la cresca come nulla fosse?” stavo urlando e quando me lo resi conto abbassai la testa colpevole.
“Io… pensavo di iniziare con farvi incontrare. Vede… per la bambina sarà uno shock conoscere suo padre, ma… con lei forse sarà più semplice. Potrebbe rivedere in lei sua madre”.
Madre… certo io volevo essere mandre, ma non così…. Non di una figlia non mia, sconosciuta. Non di una figlia d’Inuyasha avuta con un’altra! Lui.. Aveva una figlia con una altra donna e non con me.. Io l’od…
Non finisco il mio pensiero che mi odio. Cosa vado a pensare. Cosa sto gettando su quella povera bambina che è rimasta sola al mondo. Che è stata strappata dalla città in cui è nata e portata qui per conoscere suo padre e me.
Mi alzo “Io… sì… voglio vederla!”
Vedo l’uomo sorridermi e afferrare il cappotto.
“Mi segua!” e io come un automa lo faccio fino ad una casa non molto grande e poco tenuta fuori casa.
Ci sono alcuni bambini all’esterno che giocano su un altalena e sento le voci di altri dall’interno.
“Che posto è?” chiedo all’avvocato “Questa è una casa famiglia. La signora Kikyo non aveva molte possibilità e non sapevo dove altro portarla!” annuisco e lo seguo mentre saluta una signora e sale le scale della casa fino ad una porta.
Lì si gira verso di me “Mi ascolti. Lei sta già facendo tanto. La ragazza starà qui finché non avrà parlato con suo marito e finché non avrete deciso. Non voglio affrettare nulla. So che accettarla per lei può essere pesante”.
Apre la porta e la scena che vedo mi blocca.
Una ragazzina con indosso un paio di jeans e con una maglietta nera si alza e sorride all’uomo mentre io sgrano gli occhi.
È molto carina. I capelli sono neri come la pece. Lungi fino ai fianchi e completamente lisci. Ma gli occhi, quelli occhi li conosco. Sono gli occhi ambrati di Inuyasha e non solo sono identici nel colore, ma al loro interno leggo anche la stessa sofferenza che a volte ho letto nei suoi occhi. Sono due gocce d’acqua.
La vedo fissarmi.
“Chi sei?” mi chiede diretta e io non so cosa rispondere.
Per fortuna l’avvocato prende la parola.
“Ho trovato tuo padre Isa e lei… è sua moglie!” la vedo scuotere la testa “Lui non è voluto venire e ha mandato la moglie!” avanzo “No! Inuyasha.. È fuori città, ma… sono sicura che appena saprà di te correrà qui!” la vedo avanzare “Inuyasha?” e annuisco “Si chiama così!” annuisco di nuovo “e tu?”
“Io.. Sono Kagome!”
Lei acconsente e torna a sedersi sul letto fissando fuori dalla finestra.
“Bene signora Taisho. Adesso possiamo andare e attendere il ritorno di suo marito.
Sto per rispondere, ma due ragazzine mi passano accanto e iniziano a litigare tra loro strattonando una piccola bambola di pezza. Vedo Isa portarsi le mani agli orecchi e accucciarsi contro il muro e prendo una decisione.
“No! La porto a casa con me adesso!”
Lo dico forse con un tono un po’ alto.
Le due ragazzine mi fissano così come l’avvocato e Isa.
“è sicura?”
“Credo che ne abbia già passate troppe. Forse con un po’ di calma affronterà meglio la situazione!”
Poco dopo siamo tutti sulla macchina. Tutti in silenzio. Nessuno dice una parola. Arrivati a casa, l’avvocato mi lascia dicendo che tornerà il giorno dopo e io afferro la valigia di Isa portandola dentro.
La vedo osservare la casa stupefatta.
In effetti è una villa di due piani di almeno quattrocento metri quadri con giardino immenso e piscina. Dall’esterno può dare suggestione.
Mi giro verso di lei che mi fissa seria.
“Tranquilla. Starai bene!” scrolla le spalle e mi osserva in un modo strano che però non riesco a capire, ma che capirò presto.
Mi giro e chiamo la cameriera “Kaede!” e lei appare poco dopo.
“Kagome dove sei stata?” mi chiede sorridendomi ma io a quel sorriso non riesco a rispondere. “è una storia lunga. Potresti dare una stanza alla ragazza. Resterà con noi per molto!” e la vedo guardare Isa e poi me. Sì lo so, lei ha visto la somiglianza con Inuyasha. Afferra la valigia salendo le scale e lanciandomi alcune occhiate.
Afferro il fascicolo che mi ha dato l’avvocato e salgo le scale chiudendomi in camera e chiamando subito Inuyasha .
Lui mi risponde immediatamente.
“Tesoro finalmente mi chiami!” ma io resto in silenzio. “Kagome… ci sei?”
“Inuyasha devi tornare subito!” dico fredda. “Perché è successo qualcosa?” sento la sua voce preoccupata, ma io sto per crollare “Sì qualcosa!”
“Oddio Kagome stai bene?”
“Io… non lo so… io… tu… lei è qui!”
“Lei chi Kagome?”
“La figlia di Kikyo! Conosci Kikyo Inuyasha !!”
Sento il silenzio dall’atro lato del telefono “Prendo il primo aereo!” e riattacca. Mentre mille domande mi frullano per la mente.
Lui davvero non lo sapeva?
Lui… può avermi nascosto tutto volontariamente?

Guardo il fascicolo, ma non ho la forza di aprirlo, ma alla fine lo faccio.





Esco dall’ufficio lasciando Sesshomaru lì, che non ha decisamente capito la mia fuga.
La figlia di Kikyo?
Ma chi è la figlia di Kikyo? E perché sta a casa mia? Ma poi… come fa Kagome a conoscere Kikyo.
Sull’aereo fisso fuori dal finestrino e ripenso a lei. Kikyo. L’ho amata molti anni fa. Credevo che con lei sarebbe stato per sempre, ma poi tutto era scivolato via così velocemente che di lei mi era rimasto solo un leggero ricordo. Ma più di tutto, dopo era arrivata Kagome e con lei, sì, con lei avevo veramente capito cosa volesse dire amare veramente qualcuno.
Fossi rimasto a Londra, con Kikyo non l’avrei mai scoperto e mi sarei accontentato di quell’amore dimezzato.
Atterro e mi precipito a casa e quando apro la porta della camera da letto il mio cuore sanguina nel vedere quella scena.
Kagome sul letto in lacrime circondata da fogli e fotografie.
“Kagome!” sussurro e lei alza di scatto la testa.
“Identiche! Siamo identiche!” e mi lancia contro delle foto. Non cerco neanche di afferrarle così le vedo per terra. Sono tutte di Kikyo.
Non ci capisco nulla.
“In me vedevi lei? È per questo che stai con me?” mi urla contro e io corro da lei abbracciandola “Kagome che dici!” lei si stacca stizzita e si alza “Non negare Inuyasha. Sembriamo gemelle. Tu l’hai amata. L’hai amata prima di me e lei… adesso è morta!”
Ha quella affermazione scatto dal letto.
“Morta? Ma come fai a sapere tutto questo? Come fai ad avere queste foto?”
La vedo afferrare altri fogli e fotografie.
“Tu… lei…. Di la, infondo al corridoio c’è sua figlia!” sgano gli occhi “Lei… ha i suoi capelli e gli occhi ambrati di suo padre!” la fisso sconvolto, sto iniziando ad intuire “Kagome cosa stai dicendo?”
“Sto dicendo che hai una figlia! Una figlia di tredici anni che adesso è infondo al corridoio. Tu… hai avuto una figlia da un’altra donna e adesso lei è qui!”
Supero Kagome ed esco dalla stanza fin alla porta della camera infondo al corridoio. La apro e vedo una figura distesa nel letto. I capelli neri sparsi sul cuscino e vedo la somiglianza con Kikyo.
Chiudo la porta e fisso Kagome dietro di me “ma… io… non è possibile!”
“Invece lo è non ci sono dubbi! L‘avvocato ha fatto tutte le ricerche del caso”
“Ma io… non lo sapevo! Lei… come ha potuto tenermi nascosta una cosa del genere!” urlo.



Fisso Inuyasha che è sconvolto e mi sento un idiota per aver urlato e averlo aggredito. Ma più di tutto mi sento in colpa per aver dubitato di lui. No! Lui non lo sapeva.
Avanzo e l’abbraccio forte mentre lo sento avvicinarsi al mio orecchio “Io… non lo sapevo Kagome! Te lo giuro!” annuisco “Lo so… scusa per prima!”
Si stacca e mi accarezza una guancia “Non siete identiche. Siete molto diverse. Tu sei il mio unico amore!” sorrido e lo bacio leggermente sulle labbra. “Kagome…cosa devo fare?” mi chiede fissandomi negli occhi con uno sguardo spaurito.
“Non lo so…. Ma… lo affronteremo insieme ok!” annuisce e mi stringe forte.


Il mattino seguente apro gli occhi e per un secondo credo che quello che è avvenuto il giorno prima sia stato solo uno strano sogno, ma appena mi volto verso il lato del letto di Inuyasha e vedo alcuni fogli mi riprendo subito e noto che lui non c’è. Guardo l’orologio. Segna le sei.
Mi alzo e vedo la porta dove si trova Isa ancora chiusa così scendo le scale e trovo Inuyasha alla scrivania del suo studio. Entro silenziosamente e mi fermo alle sue spalle appoggiando le mie mani su di esse. Dire che è un fascio di nervi è un eufemismo.
Lui trasale. “Oh Kagome sei tu!” mi abbasso appoggiando il mento sulla sua spalla. “Inuyasha cosa stai facendo?”
“Io… sto cercando di capire. Lei si è scoperta incinta dopo che ero partito, ma io gli avevo lascito vari numeri… non capisco…. Perché non mi ha mai chiamato!”gli giro intorno, sedendomi sulle sue ginocchia, ma non dicendo nulla, so che deve sfogarsi e infatti lui continua.
“Lei… per tredici anni non gli ha mai detto nulla di me. Non sa niente di suo padre… non so come approcciarmi con lei… come comportarmi!” alza gli occhi verso di me e sorrido “Ti aiuterò io!” esclamo e lui si accoccola sul mio petto stringendomi “Scusa Kagome… so che per te è difficile… specialmente adesso che stavamo riprovando ad avere un bambino!” resto un secondo immobile, lui ha centrato il problema, ma devo essere forte per lui.
“Non ti devi preoccupare… ce la possiamo fare comunque!”



Stringo Kagome così forte che forse le sto facendo male, ma mi sento alla deriva e sono consapevole che lei è il mio solo appiglio.
Non riesco a credere di avere una figlia. Una figlia ormai quasi adolescente che non conosco e che non mi conosce. Un figlia cresciuta con una donna che non gli ha mai detto nulla di me e che adesso è morta.
Stringo ancora di più Kagome, cosciente di averla ferita, di averla forse anche delusa e questo mi fa stare male. Lei… è la mia unica ragione di vita e non posso sopportare di averla ferita anche se inconsapevolmente. Abbiamo sempre desiderato un bambino, un bambino nostro e quando credevamo di avercela fatta, dopo vari tentativi, lei ha avuto un aborto al quinto mese. È stato strazziante per tutti, ma io mi sentivo così inutile. Non sono riuscito ad aiutare mio figlio e forse neanche lei. Per un periodo si era chiusa in un isolamento insormontabile, non rideva più, non viveva più, ma ne era uscita e adesso questo.
Sento dei rumori e entrambi ci giriamo scorgendo la figura immobile davanti a noi. Kagome si alza mentre io resto immobile. Non so che fare.



Isa è lì immobile davanti a noi e vedo che fissa Inuyasha. Avanzo e sorridendole la avvicino a lui che è impassibile. “Isa… lui… lui è Inuyasha!” lei lo scruta e si allontana anche da me. “Tu… hai i miei occhi!” esclama e finalmente Inuyasha si muove verso di lei.
“Già! Direi proprio di sì. Isa…. Io… te lo giuro non sapevo di te!” lei sorride leggermente “Lo so! Mamma mi ha sempre detto che mio padre era partito e che lei non gli aveva mai detto di me!” fisso Inuyasha stranita…. Come si può trattare una figlia così?
“Hai intenzione di tenermi con te?” chiede lei seria e Inuyasha si inginocchia davanti a lei “Certo Isa… io vorrei conoscerti meglio!” lei annuisce e si gira “Bene! Io torno a letto!” ed esce dalla stanza.

Che ne dite?


 
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