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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: THE NAKED TRUTH
Genere: Drammatico, Fantascienza, Soprannaturale, Dark, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot
Autore: ogm1992 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/12/2007 19:23:02

tra realtà e pazzia...puo essere difficile accettare la morte di qlcn mlt vicino...-in un mondo d pazzi, quale pensate sia la ragione??recens
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

NOTE DELL’Autrice:

questa è la mia seconda one-shot e spero solo non sia venuta quella schifezza che temo!

È stato impegnatissimo scriverla e confido che vi piaccia almeno un pochino. Me la sono immaginata nel letto ascoltando l’ipod. Mi piacciono molto le vicende psicologiche, da li l’idea di scrivere una…

Beh, buona lettura!






Eccoti li, a guardarmi ancora, come ogni dì…

A respirare il tuo fumo donandone un po’ alla celeste atmosfera.

Con i tuoi occhi scuri e la barba incolta, mi affascini.

Mi affascini più del solito, perché hai un modo diverso di fumare la notoria sigaretta, oggi guardi le nuvole…

Con lo sguardo rivolto al cielo acquisti un espressione enigmatica, che non ti avevo mai visto addosso, ed io ti conosco bene… più che bene…

ti fisso stranita, per farti comprendere il mio leggero disagio a questo tuo cambiamento.

Mi guardi anche tu, con domanda.

Sento dei passi svelti verso di noi, dietro le mie spalle, qualcuno corre.

Anche tu ora guardi in quella direzione, la figura che si avvicina.

Mi volto: è lei, la tua allieva.

Ino Yamanaka, che corre dal proprio maestro.

“Shikamaru-kun!”

shikamaru?! Ma che diavolo dice quella piccola chunnin?

“dimmi Ino, che cosa vuoi?” ha uno sguardo severo…

“dobbiamo tornare prima del solito, per…”

la bionda chiude lo sguardo sui propri sandali blu

“si, ho capito” appunta lui

“bene” gli occhi turchini della giovane tornano vispi come poco prima

“allora ci vediamo dopo” conclude sorridendo

“si, ciao” taglia corto, facendole segno di andarsene

“ciao”

la giovane Yamanaka torna a correre sui propri precedenti passi, si volta un secondo verso di me, alza una mano

“salve Kurenai-sama”

Le faccio un cenno con la testa, e lei ricomincia velocemente a sparire verso la città.

Mi giro un secondo, giusto il tempo di vederti gettare il mozzicone di sigaretta a terra, lasciando che questo rilasci in aria gli ultimi sbuffi di fumo.

“ehi, amore…”

mi avvicino alla sua figura imponente… mi fissa con un insolito sguardo di ghiaccio mescolato al dolce nocciola delle sue iridi.

“dove andate più tardi?”

“andiamo alla sua tomba…”

“ah, capito... se hai bisogno che io venga non ti fare alcun problema, intesi?”

“intesi...”




Solo ora ho realizzato… povera ragazza.

È così brutto, così maledettamente brutto perdere una persona importate in questo modo…

Ora la capisco… capisco la sua pazzia… il suo confondersi… la sua paura di ammettere la verità…

Che lui ormai non c’è più…

Non ci sarà più, per il resto della sua vita, e lei non potrà pensare che sia ancora tra noi…

qualcuno prima o poi dovrà farle capire…

Forse sarà proprio lui, Asuma-kun, a dirglielo…

E lei scoppierà a piangere dicendo che sono tutti pazzi, dicendo che tutto è una menzogna e che nulla è reale.

Troppo difficile ammettere di aver perso un compagno di squadra… soprattutto uno che si ama…


“smettila di fumare sigarette a raffica, hai gia cominciato il secondo pacchetto del giorno ed è solo ora di pranzo”

“lo so, scusa… ma non ce la faccio…”

poggi l’oggetto tra le tue dita in un posacenere. Lo schiacci bene contro la plastica rossa e lo lasci li… mentre mi guardi triste.

“mi dispiace…” sussurro solo…

“dispiace anche a me, Kurenai-sama”

“sama? Da quand’in qua mi chiami così?”

“eh… volevo dire Kurenai-chan!”


è strano, è particolarmente strano oggi, come ieri…come da quando quel ragazzino è morto.

La perdita di una persona cara non deve ucciderci così…

Certo, anch’io, avessi perso Kiba o Shino, avrei sofferto come lui…

Ma sicuramente non avrei fatto scorrere via la mia vita, così come sta facendo ora.

Abbandonandosi alle sue sensazioni, ai suoi rimpianti.

Quasi non lo riconosco…


***


“Kurenai-sama, come facciamo ora?”

“in che senso Akimichi?”

“senza un sensei… chi ci allenerà?”

“ma voi l’avete un sensei: Asuma-sensei…”

“m-ma…”

“ah, eccolo li”

si avvicina, con il suo giubbotto da chunnin, i pantaloni marrone militare, un fular bianco che pende da un lato, partendo dal bordo dell’asola. I capelli neri e corti, spettinati, la sigaretta in bocca, la barba nera che tanto amo… Il ragazzo paffutello che ho di fronte lo guarda avvicinarsi, senza capire… Mi guarda stranito…

“allora? Va dal tuo maestro…”

“ma lui non …”

“finalmente ti ho trovato Choji!”

il novello chunnin lo guarda con ancor più stranezza.

“vieni con me da Ino, che ci dobbiamo allenare”

“vuoi allenarti lo stesso? Anche se…”

“si, Choji. È necessario. Nessuno dovrà mai fare la sua stessa fine ed io ho intenzione di vendicarlo…”

un maestro che vendica un allievo! Cosa mai vista…

“andiamo”

si volta dandoci le spalle. Si mette le mani in tasca guardando il manto celeste… non di nuovo!

Il pacioccone lo segue a sguardo basso…


Sta acquistando il suo comportamento, non lo capisco…

Diviene ogni giorno che passa, sempre più simile a lui.

È pericoloso, diventare qualcuno che non si è.

Perché guarda le nuvole? Perché mette le mani in tasca?

Perché ha quell’ espressione annoiata sul volto?

Questo non è lui, dovrebbe rendersene conto.

Non può rubare la personalità di qualcuno che non c’è più…

Poiché non tornerà comunque indietro…

Non tornerà, è tutto inutile Asuma…

***

“la gente sta diventando pazza, i tuoi allievi soprattutto”

respiri su di me, piano, in silenzio. Non rispondi.

Mi abbracci solamente, sotto le coperte.

Mi stringi a te…

“l’altro giorno Ino ti ha scambiato per lui, e poi oggi Choji…”

ancora non rispondi… il tuo respiro caldo sulla schiena…

“penso che dovresti dirglielo…”

“ho paura …” sussurri con fatica, allentando la presa che hai sui miei fianchi.

“Faresti solo la cosa giusta…”

“distruggendo qualcun altro, Kurenai…”

“non possono vivere nella menzogna”

“in quale menzogna?”

“in quella che lui sia tu e tu sia lui”

la distanza tra noi cresce, fai scorrere le tue mani sulla mia pelle fino ad abbandonarla del tutto.

Mi volto verso di te, che hai ancora un’espressione stupita, ma nella sua incomprensione, di sufficienza.

“io sono io, Kurenai-chan…”

“lo so benissimo, ma nessuno sembra più capirlo di questi tempi”

ritorno a darti le spalle, sprofondo nel cuscino candido.

Sento il tuo tocco, che torna su di me, sui miei capelli pece, lisci e lunghi…

Li accarezzi…

“non puoi essere certa che siano pazzi…”

“non dico che siano pazzi, ma hanno una visione della vita che non è quella reale…”

sbuffi… mi schiocchi un bacio sull’orecchio. Innumerevoli brividi percorrono la mia schiena fin alla punta dei piedi, che giocherellano con i tuoi.

“chi può sapere cos’è reale?”



tutto confuso, tutto così odiosamente confuso.

Niente è fisso, tutto gira…

Sembra che non si possa mai fermare, e continua a girare.

I miei ricordi, i miei pensieri.

Il tuo volto, i tuoi occhi

Girano anche loro e tutto sprofonda nel sangue.

Tutto si macchia di liquido caldo e denso…

Porpora che sporca i miei ricordi

Sangue che copre quelle immagini

Di te che cadi, di te che fissi il cielo un’ultima volta

Che lo saluti regalandogli un ultimo sorriso colorato di fumo

Colorato del nocciola delle tue iridi.

Colorato di te, che ho visto morire, in quel pomeriggio…

Ma no, non eri tu.

Non eri tu a dire addio al mondo, era lui.

Lui che tutti vedono in te.

Che tutti tentano di credere ancora vivo.

Ma lui non c’è più… mentre tu ci sei…

Tu sei ancora qui, quando gli altri piangono ancora

E tu con loro, mischi le tue lacrime

Per quel ragazzo che è stato e che non potrà più essere

Ma tu sei vivo, è questo che conta per me.


“Asuma-kun…”

“dimmi…”

“ti manca?”

aspetti a rispondere, guardi in alto, ad un cielo coperto da un tetto in legno

“molto…”

“è stato un bravo allievo” dico vagamente

“soprattutto un bravo maestro”

“maestro?”

“si, Kurenai-sama… un maestro”

“sama? Maestro? Che dici Asuma?”

“tutti sono un po’ allievi e un po’ maestri… non credi?”

rifletto un attimo, non è da te dire cose del genere

“si… penso di si”

“e allora ora voglio essere anch’io un maestro…”

“ma tu sei già maestro Asuma-sensei”

sbuffi, mi fissi con decisione. Il tuo viso ha cambiato espressione.

“smettila…”

secca, secca la tua voce. Secco il tuo sguardo. Mi guardi e per un secondo, un millesimo di secondo, quei tuoi occhi, da nocciola chiaro come l’autunno si spensero nella notte, divenendo opachi, scuri… come i suoi…

che cosa vuol dire quello sguardo? Che cosa rappresentano i tuoi occhi? Quelle iridi carbone non sono tue, Asuma. Non ti appartengono…

la sua barba scompare… lasciano la pelle liscia sotto di sé.

Che cosa sta succedendo? Perché?


E tutto gira ancora, il suo viso nel tuo

I suoi occhi nei tuoi…

Chi è lui? Chi sei tu?




“smettila maestra Kurenai”

***

tutti intorno al tavolo in legno dalle forme morbide.

Due team uniti, che cosa strana.

I miei ragazzi hanno tanto insistito che alla fine ho dovuto cedere.

Visto Asuma? Ora siamo tutti insieme, il mio e il tuo team.

Un posto è vuoto, vicino alla Yamanka, che guarda fissa sulla sua porzione di carne.

Quel tenero turchino sembra morto, abbattuto da qualcosa più grande di lei.

È palpabile l’aria pesante. E quella sedia vuota porta solo rancore. La ragazza che a volte si gira ad osservarne l’amarezza. Akimichi che scambia con te sguardi d’intesa, sempre più malinconici.


Lo so, vi manca…

Manca anche a me, ed io lo conoscevo poco…

Era un buon compagno, me l’hanno detto tutti.



“non ce la faccio” la voce di Ino spezza quel silenzio pressante.

Si alza in piedi trascinando involontariamente la sedia all’indietro

“Ino!”

“ti prego Choji…”

“non andartene, resta con noi”

“ti ho detto che non ce la faccio!”

“lui vorrebbe restassi con noi, Ino”

intervieni tu, dall’alto della tua saggezza.

“nemmeno voleva morire…”

“nessuno vorrebbe morire, Ino; e non è colpa di nessuno se è successo questo” con voce calma il giovane chunnin

“era lui a tenerci uniti, Choji… chi ci aiuterà ora?”

non si sente alcuna voce oltre alle loro strette in gola. Nessuna bocca si apre per prendere aria.

Chi avrebbe il coraggio di farlo?

“un nuovo sensei, come per Naruto e Sakura”

non capisco… che cosa sta dicendo?

“nessuno potrà mai sostituirsi a lui”

“Ino…” comincio piano io, posando lo sguardo mattone sul suo celeste

“non avete bisogno di un altro sensei, ne basta uno. E lui vi aiuterà ancora, come ha sempre fatto. Anche ora che Shikamaru non c’è più…”

“ma che…”

“Choji, zitto…” intervieni crudele, sigillando le due parole al filo delle labbra in carne.

“ma Shika…”

“per favore, Choji” chiudi ermeticamente gli occhi nervoso


qualcosa non quadra, e mi spaventa. Qualcosa di diverso nel loro modo di guardarmi

smettetela, smettetela! SMETTETELA!


“che cosa…”

“lascia stare Kurenai-sa…emh…chan”

che cosa ti prende ora, Asuma? Perché fai così?

“no, smettila tu! Non mi piace quello che stai facendo, la confondi!”

“Ino, ti prego…” il tuo sguardo torna severo come giorni fa, una severità ricca di disprezzo.

Lei si volta verso di me, ricercando qualcosa nei miei occhi. Forse un punto debole, che però non c’è.

“Kurenai-sama, Asuma è…”

“no! Ino, ferma!” Akimichi urla mettendo fine alle sue parole

“non possiamo, non lo capisci?!” continui tu, complice della loro pazzia.

“no che non vi capisco, a tutti e due. State facendo diventare pazza anche me!”

complice dei loro imbrogli, complice delle loro menzogne. Smettetela di essere così bugiardi e di vedere il mondo con occhi non giusti.

La terra sulla quale state vivendo non è la nostra, vi prego, fermate la vostra pazzia.

“Ino, calmati…” intervengo.

Ho paura di non essere lecita, che le mie parole non siano lecite. Di non dover parlare per ignoranza. Perché questa è ignoranza, del non sapere la fonte di questa discussione ed il suo scopo.

“non ce la faccio più A-Asuma, devo dirglielo…”

“aspetta…” la ragazza che aveva per caso fatto un misero passo verso di me si era fermata, alla richiesta del sensei.

“lo faccio io…”

si Asuma, fai quello che devi. Spiega. Riconduci tutti alla verità. Riporta Ino a trovare la lucidità.

“Kurenai-chan…”

tu, dalla cresta corvina e dagli occhi calorosi e scuri, ti alzi in piedi. Vieni leggermente nella mia direzione. Con la strana calma che non ti vedo mai addosso, ti siedi al mio fianco, guardandomi dritto nella iridi porpora. Ed io attendo impotente, le tue parole che sento, percepisco, mi feriranno.

“che cosa vedi?”


cominciano le arpe, i flauti…

la musica parte

mi gira intorno

avvolge tutti noi

e voi non ve ne accorgete nemmeno

le note ci stringono in una morsa

ma voi siete presi solo dalla vostra incoscienza

non prestate ascolto alla melodia


“vedo te, Asuma, il tuo viso e i tuoi occh…”

guardo bene il suo volto, non è come ricordavo, qualcosa in lui e cambiato

le iridi… quelle profonde iridi nocciola che si sporcano di petrolio… divenendo nere

“chi sono, Kurenai? Chi sono?”

Scatto lontano da lui, alzandomi dalla sedia, di scatto. Lo guardo spaventata.

“che cos…”

“per favore… siediti”

la sua voce… non è la tua. Non è la tua voce dai toni bassi, che mi faceva tremare tal’era la sensualità.

Ora è la sua, quella dalla nota sarcastica, pungente, ma calma…

Perché sento lui e non te?

“che cosa sta succedendo? Che cosa diavolo sta succedendo?”

“stai diventando pazza pure tu, a quanto pare…” Ino-chan interviene acida

“cosa? Ma che dici??”

è ancora la sua voce, Asuma. La senti? È lui che mi parla? ora sta divorando il tuo volto, nascondendolo ai miei occhi.

Anche se ora vedo lui e non te, so che sei tu, qui di fronte a me.


I capelli, che diventano castani, i tuoi lineamenti che si addolciscono.

Le labbra si assottigliano

La tua pelle si schiarisce…

No, questo non sei tu…


“che cosa vedi?”

“t-tu… c-che…”

“chi sono?”

“…Shik-Shikamaru… s-sei tu!?”

il tuo viso si rilassa riscaldandosi in un sorriso, che non è il suo.

“buonasera Kurenai-sama…”


ed il tuo volto, si sporca anch’esso.

Di quel sangue che non c’è mai stato

Di quella trottola impazzita che è la mia mente.

Tu che torni, ma te n’eri andato…

Lui che va via, da me…

Asuma, dove sei?


“NO! Tu non puoi essere Shikamaru-kun! Lui è morto! MORTO!”

alzo la voce, mi copro le orecchie stringendo la testa tra le mani.

Graffiandomi la cute, sotto i capelli.

“stai diventando pazza anche tu, Kurenai-sama…. come tutti gli altri…”

“NON È VERO! RIDAMMI ASUMA! Restituiscimelo! Lui era con me prima, era vicino a me, mangiavamo insieme… RIDAMMELO!”

“la pazzia conduce alla ragione…”

“tutti, che stanno diventando pazzi, torneranno in loro, vedrai Asuma…” piccole e semi invisibili lacrime d’argento scendono lungo il mio volto, lo rigano, ne strappano la pelle.

“se tutti sono pazzi, quale pensi sia la ragione?”

“smettila! STA ZITTO!”

i miei allievi, i suoi allievi e lui stesso. Tutti che ci guardano, sembriamo degli intrattenitori da sala. Che avranno da fissare attoniti poi?

“guardami, Kurenai-sama… guardami, ti prego”

la sua espressione mi fa pena. Non l’avevo mai visto così, mai. Sempre fiero, menefreghista… ora m’implora.

Non prova vergogna alcuna nel farlo. Quasi non lo riconosco.

Adesso smettiamola però, abbiamo giocato fin troppo.

“ti vedo Asuma, che cos’è questa? Arte illusoria?”

“no, mi spiace… è la realtà. Io sono io, Kurenai, te l’avevo detto”

il mio sguardo si blocca, su quello che non è più del padre di mia figlia. Su quello che non è un uomo ma solo un ragazzo, che deve ancora vivere la sua vita.

Quello di un ragazzo che non è stato strappato alla vita.

Il porporino delle mie iridi di scioglie, in piccole gocce… di sangue? No… solo lacrime…

“nessuno sembra più capirlo in questi tempi”

ripeto singhiozzando e soffocando questo timido pianto

“già, neanche tu…”

rimane il silenzio….


La trottola si ferma

Fa guizzare fuori ogni ricordo

che si riordina, lentamente…

il SUO sangue …

il SUO grido d’addio,

era li… a terra…

ed io forse non c’ero, mentre lo vedevo

forse ero da un’ altra parte, ad immaginare una scena diversa

mentre un’altra trottola girava ed altri colori si mischiavano nella mia testa.

Quando un’altra persona viveva quel mancato lieto fine, una persona che non ero io, e non era Shikamaru

E quella persona che mi ha salutato quel giorno, eri solo tu, che te ne andavi.

Che scomparivi per sempre.


ricominciano le arpe e i flauti…

la musica riparte

mi rigira intorno

ed avvolge tutti noi

e voi non ve ne accorgete nemmeno

le note ci stringono in una morsa

ma voi siete presi solo dalla vostra incoscienza

non prestate ascolto alla melodia

la melodia di chi, come me, ha perso qualcosa che credeva avere vicino,

nell’ignoranza…

ma forse…

era meglio così…


***



“KURENAI!”

il tuo volto, nitido, il tuo corpo, che ha un peso, sul mio addome.

Le tue braccia che mi stringono le spalle

“KURENAI SVEGLIA!”

“mmh… che cosa c’è?”

“ah, finalmente sei sveglia! Mi hai fatto spaventare!”

“c-che cos’è successo?”

“urlavi, hai urlato cose strane, stavi facendo un incubo!”

“un incubo hai detto?”

“si, sbraitavi come una posseduta!” ridi sciocco, infilandoti una sigaretta tra i denti.

Afferri l’accendino e lo porti vicino alla bocca.

La fiamma è accesa e brucia.

“già ricordo… ero pazza”

“beh, allora non stavi sognando” sghignazzi insolente

“credevo di vedere te ma al tuo posto c’era un'altra persona” non presto attenzione alle tue parole

“interessante! Chi vedevi?”

“n-non ricordo… che ore sono?”

“non ti preoccupare, non sono in ritardo!”

“lo spero bene!” incrocio le braccia chiudendomi il petto.

Tutto cambia bruscamente argomento, ma chi se ne importa!

“Tsunade-sama ha bisogno di me e degli altri chunnin superiori, problemi con i ninja di Orochimaru!”

“gli altri chunnin hai detto?!?”

“si. Perché?”

“è stato chiamato anche Shikamaru?”

“oh, si! È la sua prima missione insieme agli altri invece che con il suo gruppo, speriamo se la cavi”

“già, forse era lui…”

“bene, io vado” non ascolti

ti alzi in piedi. Prendi il giubbotto verde militare e te lo infili con poca finezza. Ti avvicini a me.

Mi schiocchi un bacio sulla fronte.

“ciao amore, tieni d’occhio la bambina per me”

“oh, certo, non si muoverà di qui”

mi fai l’occhiolino e sparisci dietro alla porta…


si, Asuma…

mi mancherà il tuo profumo

mi mancherà immensamente il tuo calore

e mancherà anche alla bambina

ma non ti preoccupare

non me lo scorderò mai

te lo prometto



la musica riparte

avvolge tutti noi

e voi non ve ne accorgete nemmeno

le note ci stringono in una morsa

ma voi siete presi solo dalla vostra incoscienza

non prestate ascolto alla melodia

la melodia di chi, come me, sa che perderà qualcosa,

ma che preferiva rimanere nell’ignoranza…

ma forse …

era meglio così…


Addio Asuma…

mi mancherà il tuo profumo

ma non preoccuparti

non lo dimenticherò mai


NOTE DELL’Autrice:

alura…che mi dite?? Incasina eh?! Lo so lo so…mi sono lasciata un po’ andare…

mentre la scrivevo mi è venuto mal di testa ed ho dovuto fermarmi un po’ e dopo vari tentativi eccola qui, la mia seconda one-shot! Pensate che questo è il tentativo che mi è venuto più comprensibile!!! immaginate gli altri!!

Va be, recensite numerosi per favur,

bacio,

ogm1992
 
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