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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: AMORE A PASSO DI DANZA
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia, Comico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: --alena-- galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/12/2007 19:37:53

Luci e rumori, corpi che si muovono convulsamente, sguardi che si incrociano, battiti a mille, chi si fa e non...
 
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E FU...
- Capitolo 1° -

Mia nuova opera, creata apposta per i lettori delle fan fc originali/inventate. Perchè? Perchè scrivere per me è più che un piacere! E poi, questo sito è per me fonte di ispirazione molte volte, mentre altre è un passatempo più che lieto!
Se volete chiarimenti su alcuni aspetti del testo che magari non sono stata in grado di rendere contattatemi pure al mio fermo-posta, otterrete subito risposta. Per altro, vi auguro una buona lettura e... COMMENTATE!!!

PROLOGO


"... in mezzo a quell'agitarsi confuso di corpi, il cuore di Francesca fece un balzo quando riuscì a vederlo.
Era tutto il pomeriggio che si guardavano, ma ad un certo punto lo aveva perso di vista. Lo aveva cercato,
ma era stato difficile, siccome la cugina e l'amica la tiravano da una parte all'altra della pista. Lei non si
opponeva, non ne aveva la forza. L'odore di marijuana le aveva annebbiato un po' i sensi, perciò non era
molto reattiva. Non appena lo individuò, quindi, si fece largo tra le persone che si dimenavano sulla pista, e,
seguita da Deborah e Giada, prese a ballare nelle vicinanze del gruppo di lui. Non sapeva esattamente cosa
fare per attirare la sua attenzione, oltre agli sguardi sfuggevoli e ai sorrisi accennati, non era mai passata
all'azione vera e propria, insomma, non era tipo da avventure in discoteca, tanto era pignola nel selezionare i
ragazzi a cui riservare le sue attenzioni, quindi aveva sempre avuto l'aiuto di intermediari che agivano per lei
come messaggeri e che dopo essere andati e tornati le riportavano una risposta. Dopo di che erano sempre
stati gli altri, che avevano ricevuto la sua domanda, ad andare da lei. Ora si trovava alle strette; non si fece
prendere dal panico, non era il caso, però quel ragazzo le piaceva, eccome!
Alzò per un attimo lo sguardo da terra e velocemente lo posò sul ragazzo che qualche ora prima l'aveva
letteralemente folgorata, e si accorse che la stava guardando. Le sorrise, e Francesca, presa da un'improvvisa
timidezza, riabbassò lo sguardo, puntandolo a terra, e mentre si sentiva le guance ribollire per l'imbarazzo,
un piccolo sorriso apparve sulle sue labbra.
Ballò ancora per qualche attimo prima che un'idea le si affacciasse nella mente: le tornarono alla memoria i
racconti della cugina, assidua frequentatrice delle discoteche, dove le spiegava tutti i vari approcci possibili che
si effettuano in discoteca per rimorchiare e i modi da adottare per avvicinarsi ai ragazzi adocchiati senza apparire
sfacciate, e fnire a ballare con loro, come se niente fosse.
Appellandosi a quegli inconsapevoli insegnamenti mise in atto il suo piano; il ragazzo che la tormentava tenendole
gli occhi puntati addosso, era dietro a Deborah. Francesca chiese alla cugina, ostentando un'aria ingenua, di fare
cambio di posto, così, dopo una piroetta, si ritrovò lei stessa davanti al ragazzo "puntato".
Ora veniva la aprte più difficile, infatti non sapeva come procedere, perchè un po' si vergognava a passare ai fatti
di fronte a Deborah e a Giada.
Per sua grande fortuna le due ragazze si stufarono presto si stare ferme in un solo posto, così, mentre loro se ne
andavano, lei approfittò della situazione e, avendo la scusa di dire qualcosa a Deborah, si girò, mostrando per la
prima volta al ragazzo, l'intero volto.
Non appena le due ragazze sparirono alla vista di Francesca, quest'ultima prese a ballare, e senza nemmeno
accorgersene, si ritrovò a ballare con il ragazzo che tanto l'aveva colpita.
Quando percepì la sua vicinanza, il suo cuore velocizzò i battiti andando quasi a ritmo con la musica.
Questo accadeva ogni volta che le si avvicinava, se no aveva un battito cardiaco normale. XP
Il gioco dell'avvicinarsi e dell'allontanarsi in continuazione andò avant i per un po', fino a quando Francesca non si
ritrovò con una mano bloccata dalla presa del ragazzo.
Si girò, sorpresa da quell'azione e quando lo guardò, nei suoi occhi, illuminati dalla luce stroboscopica, vide passare
un guizzo di allegria, come se gli occhi, come la bocca, potessero spiegarsi in un sorriso..."



"flusso di pensieri"
<<conversazione con il proprio ego>>
-discorso diretto-

Siate indulgenti, please!!! XD

E FU...

Era un nuvoloso pomeriggio di inzio Novembre, quando una Mercedes nera, si fermò poco distante l'entrata di un
locale dov'era diretta Francesca, ragazza di 15 anni, insieme a una cugina di nome Deborah, di anni 16, e ad
un'amica comune di entrambe, di nome Giada e di anni 16, anch'ella.
Scesa dall'auto, Francesca si diresse verso le due ragazze sopracitate, che la aspettavano, impazienti, vicino all'entrata.
"Cavolo, Fran! Ci hai messo un casino di tempo!" Si lamento Deborah.
Francesca guardò torva in direzione della Mercedes, ancora accostata al marciapiede, prima di rispondere alla cugina.
"Scusate se vi ha fatto aspettare, ma mia madre si era persa!"
"Vabbeh, andiamo" troncò la conversazione, Deborah.
Le tre si diressero con passo deciso verso l'entrata del locale, già presa d'assalto da almeno un centinaio di ragazzi.
Giada e Deborah si fecero strada facilmente nella folla, assestando qualche gomitato nel punto giusto, tanto che dopo
nemmeno un paio di minuti erano già dentro. Francesca, invece, a vedere quella calca di gente, le venne male: odiava
i piccoli spazi e tanto meno stare in mezzo a tanta gente, si sentiva a disagio.
Si guardò attorno e colse un buco non ancora occupato vicino alle transenne. Vi si precipitò, ma nell'istante esatto che
mise piede nella folla di gente, il posto da lei scovato du riempito da treragazzi che si sbracciavano verso i buttafuori che
effettuavano la selezione.
Rimase così incastrata proprio nel centro e cominciò ad agitarsi.
<<Ok, calma Francesca, ce la possiamo fare>>
<<Tu credi? Io non sarei così fiduciosa!>>
Francesca si guardò attorno alla ricerca di una via di fuga, ma senza trovarla.
<<Sentimi bene! Non puoi tirarti indietro proprio adesso, soltanto perchè non ti va di sgomitare un po', fatti valere!>>
<<La fai semplice tu! Non sei mica quella che deve la coda e lottare per restare in vita!...>>
<<Ah no?>>
<<N...ehm...>>
<<A me sembra di essere la stessa persona che sei tu, visto che esisto nella tua testa! Quindi, ANCH'IO STO LOTTANDO!>>
<<Ok! Ok!>>
Nei momenti di agitazione il subconscio di Francesca subiva come una scissione e arrivava persino a conversare tra se e se,
come se stesse davvero parlando con qualcuno.
Ad un certo punto, mentre Francesca si guardava ancora attorno, alla ricerca di un'uscita, qualcuno spinse in avanti la ragazza,
che, colta alla sprovvista, non ebbe nemmeno la possibilità di salvarsi dall'impatto doloroso contro la transenna.
Rimase piegata in due per qualche istante prima di riprendere a respirare e fu in quel momento, anche, che un ragazzo, alto,
moro, sulla ventina, vestito da capo a piedi di Emporio Armani, le si avvicinò e con voce truce le chiese:
-Documento...-
Francesca mise lentamente a fuoco la figura che le stava di fronte, e con le lacrime agli occhi, prese il documento che aveva
nella tasca destra dei jeans, e glielo porse.
Il ragazzo, che indossava un paio di occhiali da sole della Ray Ban che sarenno costati come minimo 70 €, prese a scrutare
con attenzione il documento di Francesca, la quale, non sentendo volare una mosca, cominciò ad avere i sudori freddi, perchè
infatti non aveva del tutto la coscienza a posto.
-Mi spiace, ma non puoi entrare- le disse il ragazzo restituendole il documento.
-COSA? E PERCHE'?- chiese con voce stridula Francesca, che si raddrizzò all'istante, ignorando le fitte di protesta dei suoi
muscoli addominali.
-Perchè sul documento che mi hai dato non c'è nessuna foto, quindi come faccio a sapere se è veramente tuo?-
Così detto, il ragazzo si allontanò da Francesca per andare ad analizzare qualche altro documento, mentre la ragazza, con il suo
ancora in mano, uscì dalla calca di gente che l'aveva stritolata fino a pochi istanti prima, e si diresse verso una panchina dove si
lasciò cadere, sconsolata.
"Che sfiga! Tutta quella fatica per niente... tra modifiche e ritocchi ci ho impiegato un pomeriggio intero a finire il documento,
e dire che mi era venuto pure bene... ma no! Ho dovuto rendere vane le mie fatiche perchè ho dimenticato di mettere una foto!
Ma perchè non ho già sedici anni? Così mi eviterei tutto questo!"
Ciò pensava Francesca, mentre ai rigirava tra le mani il documento che a quanto pare, era falso, e nonostante la sua quasi
completa credibilità, mancava di un dettaglio fondamentale: una fotografia che attestasse l'appartenenza di quel documento
alla sua padrona.
Prese il cellulare dalla tasca del giubboyyo, e digitato un numero, attese qualche secondo, fino a quando dall'altro capo una
voce squillante, trillò:
-Pronto?-
-Ciao, sono io...-
-Fra! Dove cavolo sei?-
-Non mi fanno entrare-
-Ma come!?!? Non avevi il documento?-
-Si, ma...-
-Ma?-
-Ho dimenticato di mettere una mia foto-
Dall'altro capo calò il silenzio.
-Pirla-
-Grazie-
-E adesso che fai?-
-Chiamerò mio padre-
Di nuovo silenzio. Francesca intuì subito il motivo dell'improvvisa mancanza di risposta della cugina e precisò:
-Il mio patrigno Deb! Lo sai che chiamo lui "papà"-
-Ah, si! Beh... mi raccomando, mentre aspetti...ehm... tuo padre, fa strano dirlo, scusami, non andartene a spasso. Intesi?-
-Se, se, ciao! E... divertiti!-
-Contaci.
Chiusa la chiamata, Francesca compose un altro numero.
-Pronto?-
-Ciao papy...-
Ciao Frann... c'è qualcosa che non va?-
-Ehm...direi di si...-
-Fammi indovinare: non sei riuscita ad entrare!?-
-Esattamente-
Francesca allontanò bruscamente il telefono dall'orecchio, perchè il padre era scoppiato a ridere.
Con tono leggermente offeso, ma consapevole di esserselo meritato, la ragazza chiese:
-Mi puoi venire a prendere?-
-Certo chce vengo, ma... non è detta che tu non ti trascorra un bel pomeriggio...a modo mio ti farò entrare, costi quel che costi!-
-Cosa vuol dire "a modo tuo"?-
-Vuol dire, a modo mio-
Francesca rimase con il cellulare accostato all'orecchio, nonostante il padre avesse già attaccato.
Perplessa, guardò il display del telefono, cercando di immaginare che cosa intendesse suo padre per "a modo mio".
"Ma che, vuole fare a botte?"
"Ma figurati! Sciocca..."
Circa un quarto d'ora dopo avere concluso anche la seconda telefonata, Francesca vide arrivare il marito della madre, che, quando
la scorse, le sorrise e le andò incontro.
-Allora, pronta per un pomeriggio in discoteca?-
-Si, ma...-
-Oh, non ti preoccupare, garantirò io per te... sono o non sono il tuo papy?-
-Ehm...si?-
-Bene, seguimi!-
I due raggiunsero l'entrata della discoteca e, approfittando di un'improvvisa comparsa di spazio, si infilarono nel mucchio ancora
numeroso, che attendeva di entrare.
-Scusa, giovanotto...-
Un altro buttafuori si avvicinò ai due.
-Si?-
-Vedi, mia figlia qui, ha dimenticato i documenti a casa. Non è che può entrare lo stesso, in fondo ci sono io, suo padre, che
garantisco per lei che ha 16 anni!-
Il ragazzo, che sarà stato poco più grande del buttafuori con cui aveva parlato Francesca poco prima, guardò per un attimo i due,
poi disse:
-Ok, ma accompagni la ragazza dentro e spieghi la situazione anche alla biglietteria-
-Grazie-
Insieme al padre, Francesca, potè così entrare nella discoteca, dove posata la giacca e salutato il suo raccomandatore, si riunì alla
cugina e all'amica, che, quando la videro, le si fecero incontro correndo, quasi.
-Fra! Come hai fatto ad entrare?-
-Mio padre mi ha fatto da documento...-
-Mitico!- esultanrono le altre due.
Il vero pomeriggio ebbe così inizio; le tre ragazze si muovevano con sorprendente velocità da una parte all'altra della pista, ballando
di volta in volta, con gente sempre diversa.
Ad un certo punto, mentre Francesca, Deborah e Giada stavano ballando tra di loro un gruppo di ragazzi chiuse in un cerchio Giada
e Deborah, le quali cominciarono subito a dare spettacolo.
Per niente turbata di essere rimasta sola, Francesca continuò a ballare vicino al gruppo, fino a quando anche lei non fu spinta dentro
al cerchio e il divertimento arrivò per tutti.
I ragazzi ogni tot. di secondi si stringevano, andando a sfiorare le tre ragazze, le quali, non parvero infastidite da questi tentativi di
"abbordaggio", anzi, Giada e Deborah nel giro di poco tempo stavano già ballando avviluppate alle loro conquiste, mentre Francesca
ballava per conto suo, decisa a non cedere al primo che le faceva gli occhi dolci.
Giada si limitò a fare una "conoscenza profonda" soltanto con un ragazzo, mentre Deborah arrivò ben presto a sei ragazzi.
Per Francesca invece le cose andarono diversamente.
Durante i vari riti di corteggiamento di Deborah, alla quale la cugina assisteva scuotendo la testam Francesca guardandosi intorno, ad
un certo punto incrociò lo sguardo di un ragazzo. Restò alquanto colpita dall'intensità dell'azzurro degli occhi che la squadravano,
tanto che da quel momento lì, non fece altro che cercarli con i suoi.
Più volte perse di vista il ragazzo a cui appartenevano quegli occhi straordinari, ma ogni volta riusciva a ritrovarlo.
Dopo l'ennesimo depistamento da parte del ragazzo e di Giada e Deborah, Francesca non riuscì più a trovarlo.
Ci rimase male, ma non si perse d'animo, la discoteca era piena di bei ragazzi.
Continuò a ballare e proprio mentre si trovava in mezzo a quell'agitarsi confuso di corpi, il cuore di Francesca fece un balzo quando
riuscì a vederlo. Era tutto il pomeriggio che si guardavano, ma ad un certo punto lo aveva perso di vista. Lo aveva cercato, ma era
stato difficile, siccome la cugina e l'amica la tiravano da una parte all'altra della pista. Lei non si opponeva, non ne aveva la forza.
L'odore di marijuana le aveva annebbiato un po' i sensi, perciò non era molto reattiva. Non appena lo individò, quindi, si fece largo tra
le persone che si dimenavano sulla pista e, seguita da Deborah e Giada, prese a ballare nelle vicinanze del gruppo di lui. Non sapeva
esattamente cosa fare per attirare la sua attenzione, oltre agli sguardi sfuggevoli e ai sorrisi accennati, non era mai passata ll'azione vera
e propria, insomma, non era tipo da avventure in discoteca, tanto era pignola nel selezionare i ragazzi a cui riservare le sue attenzioni,
quindi aveva sempre avuto l'aiuto di intermediari che agivano per lei come messaggeri e che dopo essere andati e tornati le riportavano
una risposta. Dopo di che erano sempre stati gli altri, che avevano ricevuto la sua domanda, ad andare da lei. Ora si trovava alle strette;
non si fece prendere dal panico, non era il caso, però quel ragazzo le piaceva, eccome!
Alzò per un attimo lo sguardo da terra e velocemente lo posò sul ragazzo che qualche ora prima l'aveva letteralmente folgorata, e si
accorse che la stava guardando. Le sorrise, e Francesca, presa da un'improvvisa timidezza, riabbassò lo sguardo, puntandolo a terra,
e mentre si sentiva le guance ribollire per l'imbarazzo, un piccolo sorriso apparve sulle sue labbra.
Ballò ancora per qualche attimo prima che un'idea le si affacciasse nella mente: le tornarono alla memoria i racconti della cugina, assidua
frequentatrice delle discoteche, dove le spiegava tutti vari approcci possibili che si effettuano in discoteca per rimorchiare e i modi in cui
avvicinarsi ai ragazzi adocchiati senza apparire sfacciate, e finire a ballare con loro, come se niente fosse.
Appellandosi a quegli inconsapevoli insegnamente mise in atto il suo piano; il ragazzo che la tormentava tenendole gli occhi puntati
addosso, era dietro Deborah. Francesca chiese alla cugina, ostentando un'aria ingenua, di fare cambio di posto, così , dopo una
piroetta, si ritrovò lei stessa davanti al ragazzo "puntato".
Ora veniva la parte più difficile, infatti non sapeva come procedere, perchè un po' si vergognava a passare ai fatti di fronte a Deborah
e a Giada.
Per sua grande fortuna le due ragazze si stufarono presto di stare ferma in un solo posto, così, mentre loro se ne andavano, lei approfittò
della situazione e, accampando la scusa di dire qualcosa a Deborah, si girò, mostrando per la prima volta al ragazzo l'intero volto.
Non appena le due ragazze sparirono alla vista di Francesca, quest'ultima riprese a ballare, ma ancor prima di accorgersene, stava già
ballando con il ragazzo che tanto l'aveva colpita.
Quando percepì la sua vicinanza, il suo cuore velocizzò i battiti andando quasi a ritmo con la musica.
Questo accadeva ogni volta che le si avvicinava, se no aveva un battito cardiaco normale. XP
Il gioco dell'avvicinarsi e dell'allontanarsi in continuazione, andò avanti per un po', fino a quando, ad un certo punto, Francesca non si
ritrovò con una mano bloccata dalla presa del ragazzo.
Si girò, sorpresa da tanta audacia, e quando lo guardò, nei suoi occhi, illuminati a intermittenza dalla luce stroboscopica, vide passare
un guizzo di allegria, come se gli occhi, come le labbra, potessero piegarsi in un sorriso.
Il ragazzo, tenendo ancora per mano francesca, l'avvicino a sè, quanto bastava per sfiorarle il naso, e dopo pochi attimi che i loro
sguardi si erano nuovamente ritrovati, i loro respiri divennero uno solo, quando le loro labbra si unirono in un bacio dolcissimo.
Non era proprio il tipo di bacio che ci si aspetta di ricevere in discoteca, era troppo dolce, da definirsi come tipo il bacio che si da
nelle favole per celebrare l'amore eterno, quello vero.
Francesca se ne rese conto, anche perchè non stavano ballando, erano fermi in mezzo alla pista, e quando aprì gli occhi per un attimo,
vide che tutti li stavano guardando: i ragazzi con un'espressione invidiosa, mentre le ragazze con un'espressione sognante.
Francesca avvampò, sentì proprio un'ondata di calore investirla in piena faccia, che avvertì pure il ragazzo, perchè si scostò dal viso
in fiamme della ragazza e la guardò con espressione interrogativa.
Francesca non gli rispose e scappò, scansando agilmente tutti gli altri simil-ballerini e andò a rifugiarsi in bagno.
Vi restò una decina di minuti, poi, sicura di essere tornata un minimo normale, uscì e andò alla ricerca di Giada e Deborah.
Trascorsero il resto del tempo loro concesso per stare in discoteca, viaggiando nelle altre sale della discoteca, fino a quando verso le
19.15 Deborah disse:
-Dobbiamo andare-
Giada la seguì ciondolante, ma Francesca si piantò in mezzo alla sala in cui si trovavano e disse:
-Non posso lasciarlo così!-
Corse verso la pista dove si era baciata con il ragazzo dai bellissimi occhi azzurri e si mise a cercarlo freneticamente.
Non lo trovò e stava per perdere la speranza, quando tutto ad un tratto se lo vide venire incontro:
- Scusa, non so nemmeno come ti chiami, e mi piacerebbe molto saperlo...- le disse.
Il cuore di Francesca si arrestò nel sentire il suono della sua voce, così calda e mascolina, ma riprese subito a battere e pronta, rispose:
- Francesca... piacere!-
Il ragazzo le sorrise e si presentò:
-Piacere mio, mi chiamo Eros-
-Eros?-
-Si- e le sorrise nuovamente.
Si scambiarono i numeri di cellulare e la promessa di sentirsi presto.
Quando anche lei uscì dalla discoteca, la cugina le chiese:
-Dov'eri finita?-
-A parlare con il mio Amore- le rispose Francesca con occhi scintillanti.
Deborah la guardò e sogghignando le disse:
-Tu non ci hai solo parlato...vero?-
E Francesca le rispose con viso ridente:
-Infatti... ci ho pure ballato!-

THE END

Non so se alla fine di tutto questa pappardella avete colto il sottile e più che intuibile collegamento tra il titolo e il nome del ragazzo che ha fatto breccia nel cuore di Francesca... no? Si?
Fatemelo sapere... anzi no, ve lo scrivo subito qua: la mia scelta per il nome del bel tenebroso dagli occhi azzuri è ricaduta sul nome "Eros" perchè in Greco antico, e che io sappia anche nel Greco attuale, la parola "eros" vuol dire "amore"... ora riuscite a collegare il tutto? Spero di si, se no... come sempre... CHIEDETE PURE!!!! Bacioni!
 
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