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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
CrossOver: Inuyasha
Titolo Fanfic: WAR IN THE EYES
Genere: Sentimentale, Azione, Avventura, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: CrossOver, AU, What if? (E se...)
Autore: kamisan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/12/2007 16:43:45 (ultimo inserimento: 11/09/09)

Vi presento la storia di una splendida assassina, di demoni , di Guerre per Ishibal e di amori disperati e spietati.... FMA e Inuyasha! Recensite!!
 
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QUANDO CHIEDERE AIUTO
- Capitolo 1° -

CAPITOLO 1




Quando chiedere aiuto






Roy Mustang è, come tutti sanno, un uomo tutto d’un pezzo.
Roy Mustang è l’immagine del vero idolo orgoglioso, l’eroe che ha ammazzato molti indigeni di Ishibal, un Generale di Brigata che incute rispetto al solo sguardo.
Roy Mustang è un’incorreggibile donnaiolo, ma questo non fa che aumentare la sua fama, così come la sua eccentricità e la sua pigrizia che lo rendono solo più invidiabile.
A Roy Mustang piacciono le sere tiepide estive, quando lui si siede sulla sua poltrona morbida, suo eterno vizio come sono le sigarette per Havoc, e guarda il sole che tramonta, reggendo in una mano una panciuta bottiglia di Cognac e nell’altra i suo leggendari guanti tatuati.
Di fianco tiene la radio a tutto volume, con canzoni degne della sua grandezza.
A Roy Mustang piace bere per affogare i dispiaceri della vita, che lui affronta con stoica forza di volontà.
A Roy Mustang piacciono le serate di fuoco con le sue ammiratrici, esplorando la loro tiepida e succosa femminilità, respirando i loro gemiti, succhiando loro le forze con la sua virilità animalesca.
A Roy Mustang, però, non piace chiedere aiuto.
È una cosa che lo fa sentire inutile, inutile come quando c’è la pioggia.
Il suo orgoglio gli impone una disciplina rigida come quella dei frati, che comanda al suo essere di arrangiarsi da solo.
Il Generale, dopo l’ennesimo sospiro, si appoggiò allo schienale in un gesto stanco, come ad arrendersi all’evidenza.
Lanciò anche un occhiata di sbieco a Riza Hawkaye, il suo splendido braccio destro, che continuò a lavorare imperturbabile ai suoi sguardi irritati.
Era una triste e inutile giornata di pioggia, dove Mustang non poteva neanche uscire a fare la ronda, per scaricare i nervi e chiarire le idee.
Era stata lei a dirgli che era inutile sotto la pioggia.
Sospirò di nuovo fissando la montagna di roba che ingombrava la sua scrivania e che, qualunque cosa si facesse, non diminuiva.
Ormai anche Riza, l’imperturbabile macchina da lavoro, iniziava a risentire dell’accumulo di scartoffie inutili.
Documenti per i certificati medici dei suoi dipendenti, Documenti da firmare per l’utilizzo dell’immobile, Relazioni da fare sull’andamento del lavoro di ufficio, Relazioni su nuove scoperte fatte dall’ufficio investigazioni che lavorava in collaborazione con loro, ecc, ecc.
Sospirò di nuovo rendendosi conto che tutto il suo staff non bastava per quel compito oneroso.
- Cosa le succede, Generale? La nuova poltrona che le hanno regalato le vostre…- il giovane sospirò-… Fan non è abbastanza comoda?- borbottò Havoc, intento a fumare la ventesima sigaretta di quella mattinata faticosa, in un tono decisamente geloso e sarcastico.
Riza Hawkeye contrasse leggermente il sopracciglio destro, ma nessuno lo notò.
Roy Mustang si voltò a fissarlo con uno sguardo meditabondo, mentre ascoltava con un certo fastidio la voce di Fury che parlava educatamente al telefono, e Breda che litigava con una dell’ufficio amministrazione.
- No, no, la poltrona è comodissima…- ammise, seccato dal brusio.
Poi ghignò, non visto, con quel suo tipico sguardo da volpe, per poi tornare indifferente.
-…. ed anche questa bottiglia di Cognac di Jusy è ottima, specie se bevuta in sua compagnia…- sospirò in tono annoiato, mentre Havoc quasi si strozzava con la sigaretta che, inevitabilmente, cadde e forò la moquette.
Poi stette zitto, come a pensarci sopra, osservando vagamente il Tenente Hawkeye che si alzava a spegnere la sigaretta, con il suo anfibio destro.
Havoc, nel suo cantuccio spaparanzato sulla poltrona in un modo poco consono, piagnucolava come un bambino pensando che ci aveva provato con Jusy per un’intera settimana, senza alcun risultato decente.
- Havoc…- lo chiamò Mustang, girando la poltrona scorrevole verso la finestra, sempre con quello sguardo pensieroso.
Un mugolio dietro le sue spalle gli fece capire di essere ascoltato.
- Ho bisogno di un’assistente……-
Il silenzio calò sull’ufficio, ed anche il vento impetuoso sembrò cessare di battere sulle gracili finestre di vetro opaco.
Mustang si voltò, vagamente sorpreso, fissando i suoi uomini ad uno ad uno.
Fury, col suo visetto da bambino responsabile, aveva gli occhiali messi di traverso, e la cornetta del telefono che emanava suoni sconnessi che sembravano lamentele umane per la scarsa considerazione.
Breda, i capelli rossi che sembravano più ritti del solito, aveva addirittura smesso di litigare con l’ufficio amministrazione per un non-so-quale-permesso, e aveva sbattuto il ricevitore in faccia alla segretaria, intento com’era a fissare Mustang.
Jean Havoc fece cadere la nuova sigaretta che si era acceso, forando nuovamente la moquette senza che Hawkeye facesse un solo passo per spegnerla, impegnata com’era a dare un equilibrio stabile alle scartoffie che aveva in mano ed a guardare contemporaneamente Roy.
- È così strano?- domandò Mustang, fissandoli.
Nessuno rispose.
- Ebbene?- calcò Mustang, quasi divertito dalla scena.
- Generale..- iniziò Hawkeye, in tono incerto - … lei è da anni che dice di non volere che un qualsiasi moccolone dell’esercito venga ad infiltrarsi nel suo ufficio di uomini capaci, per creare un’inutile clima di accoglienza militaresca, che distrarrebbe i suoi dipendenti dal lavoro da lei ha affidato, signore….-
Mustang tentò di replicare, ma era talmente stupito che Riza Hawkeye si ricordasse ogni sua parola detta che tacque.
- Oltretutto ogni volta che le hanno offerto un aiuto lei ha rifiutato l’offerta, è sono ormai cinque anni che va avanti così…..- continuò Hawkeye, finendo il suo discorso.
Tutti gli altri annuirono.
- Be’, un vero capo riconosce quando…- tentò di non dire quel che ormai era costretto a pronunciare, ma le parole uscirono da sole - … quando ha bisogno d’aiuto, Tenente. E lei, Hawkeye, ormai è talmente sovraccarica di lavoro da fare gli straordinari tutte le sere-
E con questo il discorso venne concluso silenziosamente dal tono definitivo del Generale.



*****



Quella sera Roy Mustang si versò dell’altro Cognac di Jusy nel suo bicchiere preferito, prese la sua poltrona di pelle nera, dolce e fedele quasi come una moglie, e pensò a lungo alle caratteristiche che doveva avere la sua assistente.
Compilato il foglio, dopo un’ora di duro lavoro, aveva il ritratto dell’assistente perfetta.
Prese il telefono lì vicino e compose un numero, mentre un sorriso soddisfatto gli si dipingeva sul volto diafano, mentre i sui penetranti occhi orientali brillavano al buio.
Si spostò un ciuffo di capelli lisci dal volto aggraziato, sbuffando per l’attesa snervante.
Guardò l’ora e vide che erano le undici di sera. Quando stava per staccare, frustrato, il telefono emise un rumore sordo.
Qualcuno sbadigliò senza ritegno dall’altra parte.
- YAHW… Pronto?- balbettò una voce stanca.
- Hughes, ti voglio a casa mia immediatamente e non accetto lamentele- sentenziò Roy, l’espressione seria come la voce.
Dall’altra parte ci fu un tonfo.
- Cosa è succ…?-
Mustang riattaccò, attendendo tranquillamente che l’amico arrivasse.
Calcolò che gli ci voleva almeno un quarto d’ora per arrivare a casa sua in macchina, ma togliendo cinque minuti per la fretta, in dieci era lì.
Attese in tutta calma, limando i particolari del suo piano. I suoi pensieri, chissà perché, caddero sul Full Metal.
Il fagiolino era in congedo per quindici giorni, a trovare suo fratello a Risenbool (si scrive così?).
Quel fagiolino era arrivato come un vulcano nel suo tranquillo ufficio, con la sua idea della pietra filosofale e tutti i suoi sogni impossibili.
Il primo giorno era timido, il secondo dubbioso, il terzo indisponente, il quarto odioso…. E tremendamente divertente quando si arrabbiava.
Bussarono alla porta con una certa urgenza. Mustang si alzò e, con la sua camminata cadenzata da gran dittatore, andò ad aprire ad un Maes molto affaticato.
- Sono arrivato nel minor tempo possibile…- ansimò, entrando senza permesso.
Mustang chiuse la porta alle sue spalle, ficcandogli in mano un bicchiere di Cognac preparato in precedenza e lanciando un’occhiata all’orologio.
Dieci minuti. Soddisfatto si avviò in studio, senza una parola.
- Dimmi Roy. Cos’è successo?- disse Maes, con quello sguardo ed in quel tono serio che non manteneva mai a lungo.
Roy Mustang, con arie da gran cospiratore, lo fece sedere davanti a lui, prendendo un’altra poltroncina marrone e molto più scomoda.
Una volta seduti i due si osservarono.
Roy Mustang fece sfogo del suo affascinante quanto diabolico ghigno, reggendo il bicchiere con una mano sola.
- Maes- esordì, furbo - Ti ricordi quel favore che ti ho fatto? No?- chiese, guardando l’espressione confusa di Maes - Bene….. eravamo al College Militare ed era la sera dei tuoi diciotto anni…… io, per farti un regalo, chiamai una prostituta famosa di quei tempi e tu te la spassassi alla grande…. Ricordi ora?-
Maes, dall’espressione inorridita, ricordava. Gli fece cenno di tacere quando lo vide in procinto di continuare.
- Che cosa ti serve?- domandò, in un sospiro, dopo aver fatto un monologo su quanto tenesse a sua moglie, arrivando a piangere come un neonato.
A quel punto Mustang era stato costretto a minacciarlo di morte per farlo smettere.
- Voglio che mi trovi lei……- disse Mustang, misterioso, sorseggiando il Cognac e porgendo all’amico il foglio su cui aveva infierito per un’ora.
Maes lo prese in mano, curioso, ed iniziò a leggerlo. Ogni riga che passava un sorriso più che ampio gli si delineava sul volto leonino, mentre gli occhiali brillavano come gli occhi.
- Sempre il solito maniaco……- commentò - Ma si può fare. Nessuna preferenza sul colore dei capelli, o sugl’occhi?-
- Nessuna, l’importante e che sia bella- confermò Mustang.
- E ti va bene che sia una buona Alchimista ed un’abile cecchino?- chiese ancora, guardandolo con intensità.
- Mi va bene- rispose Roy.
- Allora ho la donna che fa per te. È bellissima, capace, ottima combattente e paziente. Devo solo sbrigare alcune faccende burocratiche è la cosa è fatta. Però ad una condizione: dovrà lavorare anche nel mio ufficio per tre volte alla settimana.- concesse Maes, alzandosi in piedi per congedarsi.
- E perchè mai?- domandò giustamente Mustang.
- Devo un favore anche a lei, e so già che non verrà mai nel tuo ufficio se non potrà accedere anche a quello investigativo. Ti spiegherò poi nei dettagli- spiegò, afferrando la giacca dimenticata sulla poltrona e dirigendosi verso la porta.
- Per te va bene?-
- Mi sembra un buon affare- confessò Roy, guardando l’amico con una mano sulla maniglia della porta.
- Grazie, Maes-
- A che servono gli amici?- sorrise e chiuse la porta con un tonfo, lasciando Roy nell’oscurità.



*****



Una settimana dopo Mustang stava seduto alla sua scrivania con un’aria particolarmente compiaciuta, un’aria che aveva mantenuto per ben sette giorni di fila e che ancora non si era sgonfiata.
Per tutta la mattinata lavorò con entusiasmo, cosa che lasciò Riza completamente basita, e fischiettava pure.
- Cosa gli è preso al Generale di ‘sti tempi?- borbottò Breda, guardandolo come se stesse cercando i sintomi di una malattia tropicale.
- Non lo so- confessò Fury - forse si è innamorato-
Un pugno in testa da parte di Mustang, che passava di lì per prendersi un caffè, fu una risposta esauriente.
Nessuno di loro pensò più alla storia dell’assistente, convinti com’erano che Mustang avesse avuto solo una breve crisi di personalità, nulla di più.
A metà mattinata ci fu una chiamata da parte di Hughes che incuriosì tutti.
Mustang rispose con naturalezza alla chiamata diretta al suo ufficio, con il solito:
- Ufficio del Generale di Brigata Mustang, parla Roy Mustang-
Una voce esplose dall’altro capo del telefono e dal tono, tutti capirono che era Hughes.
Mustang chiuse gli occhi evocando la pazienza, atteggiamento che era solito usare ogni volta che Hughes lo chiamava, ed attese qualche minuto prima di rispondergli male.
- Maes- attaccò, in tono seccato - se hai qualcosa da dire bene, altrimenti puoi andare a raccontare degli escrementi mattutini di Elycia a qualcuno che abbia voglia di ascoltarti…..-
Fury ridacchiò, ma gli altri ascoltarono seri, fingendo di lavorare.
Ci furono delle vive proteste dall’altra parte, allora Mustang staccò il telefono.
Cinque secondi dopo stava di nuovo suonando.
- Ufficio del Generale di Brigata Mustang, parla Roy Mustang-
Questa volta tutti sentirono le urla di Maes esplodere dal telefono.
- COME PUOI NON INTERESSARTI DI ELYCIAAAAAAAAAAAA!!! AVEVA LA DISSENTERIA STAMANE, POVERA LA TATINA DI PAPÀ,E HO DOVUTO FARLE FARE IL RUTTINO PERCHÈ NON VOMITASSE LE CAROTINE DI IERI SERA, NON GLI SONO MAI PIACIUTE LE CAROTE……- urlò Maes, profondamente isterico.
Un tic al sopracciglio di Mustang fece capire a tutti che era ora di iniziare sul serio a lavorare.
- Maes Hughes, non tollererò un’altra parola sui problemi di corpo di tua figlia…..- sibilò Mustang.
A quel punto la voce dell’amico si fece seria. Mustang lo ascoltò con attenzione, fattosi serio.
- Come? Adesso?- borbottò.
Poi ascoltò la risposta, il cipiglio sempre più scuro.
- D’accordo…. No, non c’è nessun problema, avviserò gli uomini subito…. Grazie Maes- e concluse la chiamata.
Tutti, ormai, non fingevano neanche più di lavorare ma lo guardavano con una curiosità ottusa.
Roy si guardò un attimo attorno, borbottando qualcosa del tipo:
- Nessuno che si faccia mai gli affari suoi in questo maledetto ufficio…-
Poi si alzò, fece il giro della scrivania e si appoggiò ad essa, fissando i suoi uomini.
- Tra pochi minuti arriverà l’assistente che avevo richiesto. Dichiarerà lei le sue generalità e verrà accompagnata qui da Hughes. Si fermerà qui con noi per un tempo indeterminato, quindi mi aspetto che voi l’accoglierete come si deve e non mi mettiate in imbarazzo.
Avete due minuti per rimettere a posti questa fogna, o vi riduco lo stipendio- e si risedette alla scrivania.
Tutto l’ufficio si mosse come un'unica macchina a quella notizia ed ognuno di loro s’impegnò per sistemare il sistemabile nella propria scrivania, scoparono un po’ per terra e rimisero al loro posto le penne disseminate per la stanza, che un Black Hayate indisciplinato aveva usato come giochi da mordicchiare.
In cinque minuti l’ufficio appariva una topaia pulita.
Mustang fece loro cenno di sedersi e riprendere a lavorare, ma a quel punto tutti erano curiosi di vedere il nuovo assistente.
Hawkeye aveva un’espressione malinconica mentre continuava a firmare documenti. Era già convinta che il nuovo assistente fosse una donna e si chiedeva se avrebbe potuto sopportare un’oca incapace che avrebbe civettato con Mustang senza svolgere alcun lavoro.
Sospirando, attese come tutti gli altri la venuta del nuovo arrivato, ormai arresa al suo destino.
La porta si spalancò di colpo e per Mustang non fu necessario smettere di guardare la finestra per capire che era Hughes.
I suoi uomini guardarono verso la porta ma dalle loro postazioni non videro la figura dietro Maes, ma solo quest’ultimo in un sorriso raggiante.
- Roy è tutto a posto! Gli ingombri superati, e gli accordi presi! Dovresti ringraziarmi, ci ho messo solo una settimana quando in queste situazioni il minimo è due… - cinguettò Hughes, avanzando nell’ufficio e salutando tutti con un cenno del capo.
- Grazie Hughes- disse Roy con scarso entusiasmo.
Hughes parve non notarlo.
- Bene! Hara, per favore vieni ti presento al tuo nuovo collega Roy Mustang…..-
Mustang stava giusto per chiedere cosa significasse “Collega” quando rimase incantato dalla donna che entrò nel suo ufficio.
La donna indossava la divisa militare ma le sue forme non erano affatto soffocate da questa, ma risplendevano gaiamente come quelle della Hawkeye.
Le mani ed il volto non erano del colore pallido delle donne del nord, ma era di una bella abbronzatura dorata che risaltava i suoi lineamenti felini.
La bocca carnosa era dischiusa in quel che sembrava un sorriso gentile ma aveva un ché di malizioso, provocante, mentre il suo naso all’insù rifletteva impertinenza.
Gli occhi erano la cosa più spettacolare. Erano verde inteso, ma con qualche goccia d’acqua ai lati, ed erano molto grandi e affusolati nelle forme.
Rivelavano una natura ribelle, poco propensa alla vita dell’esercito, rivelavano una donna con cui Mustang avrebbe dovuto usare denti e artigli per farsi rispettare.
Aveva la guerra negli occhi, la forza della sua specie, il carattere della magia.
I capelli erano boccolosi e legati in una coda alta, con un ciuffo ben stirato che le incorniciava il volto prezioso.
La bellissima ragazza fece il saluto militare.
- Hara Flying, piacere di conoscerla-
La sua voce era decisa, ma aveva un ché di sonoro.
Mustang ricambiò il saluto.
- Bene- ricominciò Maes, mentre la ragazza veniva ampiamente osservata dai suoi nuovi colleghi entusiasti, tranne la bella Riza - allora bisogna chiarire un paio di cose…..
Hara ha dato l’esame per diventare Alchimista di stato, ha ottenuto il diploma e successivamente è divenuta una poliziotta di grado piuttosto elevato, precisamente Marescialla.
Successivamente lei ha fatto domanda nell’Esercito ed è stata accettata.
Per ordini dall’alto lei diverrà una tua assistente, ma in caso di missione se i tuoi ordini non le parranno giusti potrà fare di testa sua, a meno che gli ordini non arrivino dall’alto.
Per il resto rimarrà una tua sottoposta. Allora buona fortuna Hara….
- Grazie Maes- disse lei con dolcezza, stringendogli la mano.
-…. e buona giornata a tutti!- fece firmare un Roy piuttosto confuso e si avviò verso la porta principale, sbattendola dietro di sé.
Da lì in poi Hara sarebbe rimasta con loro per sei mesi, prima che la sua identità venisse svelata.












 
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VOTO: (3 voti, 7 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 7 commenti
Rif.Capitolo: 1
kamisan
13/05/09 19:17
GRAZIE A TUTTI!! Sono contenta che la storia per ora vi piaccia... il prossimo capitolo sarà impegnativo, vedrò di impegnarmi... volevo ringraziare Bubu che mi recensisce sempre, grazie mille, continua ti prego!
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Rif.Capitolo: 31
bubu95
20/04/09 16:49
ciaooooo sono ancora io volevo rifarti i complimenti per questa fanfiction..mi sta coinvolgendo molto....spero che Hara ritorni con Sesshomaru...aggiorna in fretta x favoreeee nn vedo l'ora di scoprire il seguito.............ciaooooooooo alla prox
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Rif.Capitolo: 30
inuchan - Voto:
12/04/09 19:06
Waaa. troppo bella. continua
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Rif.Capitolo: 28
bubu95
22/03/09 13:57
ti pregooooooooooooooooooooooooo continuala!!!!!!!!!!!!!!!! sto avendo una crisi!!
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Rif.Capitolo: 27
bubu95
26/02/09 19:07
ciaooo...6 veramente bravissima...mi piace troppo la coppia di Hara e Sessho...ti pregoooooo scrivi ancora su di loro prometto ke recensirò sempre!!!!!!!!!!!!! grx..un bacio
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Rif.Capitolo: 21
kuroro94 - Voto:
16/08/08 13:23
6 1 scrittrice fantastica!!!!!!!! mi ha letteralmente incantata (scusa se nn ti ho scritto il commentino prima...) spero tanto che nn ritirerai la fic dal mercato...
continua così!!!!!!!!!
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gef - Voto: 09/05/08 13:00
Ciao Come Va???
Io ho avuto una settimana piuttosto pesante e non sono riuscita a commentare come al solito sei stata bravissima.
Anche in questi due ultimi capitoli sei riuscita a sorprendermi davvero
(T__T stendiamo un velo pietoso sulle mie deduzioni "chee è meglio \O_O/")spero quindi di leggere presto ma molto presto il seguito.
Ciao ciao Elisa
P.S. il il Chee è meglio devi leggerlo alla puffo 4occhi.
P.P.S. se ti azzardi a togliere la fic dal mercato t'ozzio e mangia un pò di zuccheri così magari aggiorni prima ciao ciao e buon fine settimana
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