IL RAGNO - Capitolo 1° -
-Per l’ultima volta, Sayu: qui non c’è nessun ragno- la ragazzina si sporse poco per osservare la situazione, nascosta dietro la schiena del fratello maggiore. Scrutò impaurita le pareti. -Questo lo dici tu- affermò stringendosi a lui. Il ragazzo sbuffò, annoiato. -Tu e le tue fisse…Qui non c’è niente! E se pure ci fosse qualcosa…Si tratta di un ragnetto insulso, non di una tarantola: cosa mai potrebbe farti?- ribatté, esasperato scollandosi la sorella di dosso e voltandosi verso di lei. Sayu parve offesa dal comportamento del maggiore: possibile che non capisse? -Mi fa schifo, ti basta? Sei mio fratello, dovresti cercare di comprendermi- rispose alterata, stringendo i pugni. Il castano si vide costretto a sbuffare nuovamente. Aveva altro da fare: non poteva certo perdere tempo a sorbire le lamentele di sua sorella. Contando tutti i compiti che gli avevano assegnato e le interrogazioni che avrebbe dovuto affrontare l’indomani, figurarsi se poteva stare a soddisfare le richieste ed i capricci inutili di Sayu. -Avanti, che cosa ti costa? Devi soltanto trovarlo e ucciderlo. Per favore, Light…- lo supplicò, lei congiungendo le mani in segno di preghiera. Light inarcò il sopracciglio: -E allora perché non lo fai da sola?- domandò, ormai stanco di quelle lagne. -Te l’ho detto: mi fa paura!- - Ma come fai ad avere paura di un essere tanto piccolo ed innocuo? E poi, sbaglio o c’è anche un detto che dice “Ragno Porta Guadagno”?- Il ragazzo ridacchiò ed incrociò le braccia al petto, guardandola con la tipica aria di sufficienza. La sorellina abbassò lo sguardo e ravviò una ciocca dei capelli mori dietro l’orecchio. Resosi conto dell’imbarazzo della ragazzina e del suo disagio, sospirò e le posò una mano sulla testa, scompigliandole la capigliatura. -Facciamo così: io vado a fare i compiti e, se il ragno ritorna, mi chiami e io lo mando via. Ci stai?- Sayu incrociò lo sguardo del fratellone. -Non lo uccidi?- domandò lei accigliata. - E’ anche lui un essere vivente, Sayu. Sarebbe ingiusto!- rispose mantenendo la sua solita serietà. La minore sorrise e annuì. Light ricambiò con un cenno del capo e si avviò verso la porta. Poco prima che potesse uscire, Sayu lo fermò:- Niisan…- il ragazzo si voltò. – Grazie- lui accennò un sorriso ed uscì dalla stanza. La ragazzina sentì chiaramente il rumore, dei passi del fratello, farsi sempre più fievole. Rise e si gettò sul letto: aveva proprio un bravo fratellone. Un po’ freddo e serio, ma pur sempre il suo amato fratellone…
Premesso che ho scritto questa fanfiction senza un motivo ben preciso. Diciamo che ho voluto descrivere, bene o male, un episodio che è capitato a me, con l'unica differenza, che io sono corsa in aiuto di mio padre urlando come una matta, come se avessi visto Ryuk vestito da subrette O_O Certo che Light che dice che "uccidere è ingiusto" è davvero un paradosso >_> Trovo che, anche questa fic, sia leggermente OOC: ho provato ad immaginare il rapporto di Light con la sorellina prima che diventasse un killer matto e psicopatico. Per il resto ditemi voi...COMMENTATE!!! |
|