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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Yu degli Spettri (YuYu Hakusho)
Titolo Fanfic: IL DEMONE DEL SONNO
Genere: Romantico, Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: hinayuki-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/12/2007 16:32:00 (ultimo inserimento: 30/01/08)

Sono passati due anni dalla ribellione nel mondo degli spiriti... ora il Makai è minacciato da un nuovo demone...(Kurama/maya&Hiei/Mukuro)
 
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OLD AND NEW (DECISION)
- Capitolo 1° -

Salve! Vi ringrazio di aver deciso di leggere la mia fanfic! =^-^= Spero che vi piaccia! Per prima cosa volevo avvertire che tutti i personaggi(eccetto quelli di mia invenzione)sono stati creati dal Sensei Yoshihiro Togashi... e poi che non ho scritto questa storia a scopo di lucro! Grazie! =^___^= Buona lettura!

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Era fresco, quella mattina. Tirava una brezza leggera che muoveva delicatamente le fronde degli alberi. Il sole era ancora basso all’orizzonte ed il cielo ancora tinto dai colori dell’aurora.
Una sveglia suonò, inflessibile, rompendo il silenzio surreale dell’alba. Da un ammasso informe di coperte sbucò una zazzera di lunghi capelli rossi. Seguita, a rilento, da una mano che cercava l’aggeggio che continuava a suonare, imperterrito. Lo urtò facendolo cadere. Ora era davvero costretto ad alzarsi.
Il giovane si sedette sul letto e scostò le coperte su un lato. Si strofinò energicamente gli occhi per allontanare la stanchezza… assolutamente inutile! Aveva trascorso quasi tutta la notte in bianco a studiare... era da più di un anno che non passava così tanto tempo su un libro scolastico: dalla sera prima dell’orale alla maturità... era passato già un anno... Non aveva cominciato prima con l’università perché aveva deciso di lavorare nella ditta del suo patrigno, ma lo rimpiangeva... non tanto perché si annoiasse, tutt’altro, però non si sentiva nel suo ambiente... si sentiva come un pesce fuor d’acqua. Così si era convinto che, dal momento in cui era riuscito a mettere da parte un discreto gruzzolo, poteva inscriversi alla facoltà gli interessava... anche se, effettivamente, ancora non aveva deciso quale..!
Per quel giorno si era prefissato di fare due cose importanti!
Si alzò dal letto, ancora rintronato.
Andò in bagno e si fece una doccia. Quando ebbe finito si rivestì rimanendo a torso nudo. Si mise di fronte allo specchio.
Per un istante studiò la figura che vi si rifletteva. Viso carino, negli ultimi anni si era fatto un po’ più virile, ma era rimasto indubbiamente molto androgino. Occhi verde foglia espressivi, brillanti e furbi. Aveva un bel fisico e qua e là c’erano alcune cicatrici, segni di vecchie battaglie. Era magro, ma i muscoli erano ben delineati e sodi. Si passò una mano tra i capelli che superavano la metà della schiena. Erano un po’ rovinati. Ricordò una frase che gli disse una volta un suo avversario. Rabbrividì al solo pensiero delle sue mani sul suo collo e poi al fatto che aveva quasi perso la vita combattendo contro di lui.
Mise la mano dietro la nuca e ne estrasse una rosa. Questa in un istante si tramutò in una frusta frastagliata da spine. Quanto tempo era che non usava la sua forza spirituale? Quanto tempo era che non si trasformava in Yoko Kurama? Quanto tempo era che non lo chiamavano più con il suo nome demoniaco? Troppo... e gli mancava. Nemmeno gli amici con cui aveva affrontato numerose battaglie lo chiamavano più cosi... Ebbe la sensazione di rinascere. Di ricaricarsi. Fu piacevole.
Passò la frusta dietro il collo, piegata in due, in modo tale che avvolgesse i capelli. Le spine che la ricoprivano erano affilate come coltelli. Tirò un colpo secco chiudendo gli occhi. Una pioggia di capelli cadde a terra. Quella decisione gli era costata cara. Ripensò a quanto gli ci era voluto a fari crescere.
–Ormai…- pensò –cosa fatta capo ha!-
Alzò le spalle. Con un altro paio di tagli riuscì a creare una pettinatura accettabile. Gli sembrò di tornare ai tempi delle medie, quando ancora portava i capelli corti. Pulì il pavimento e andò a finire di vestirsi. Indossò dei jeans di un blu scuro che segnavano bene il suo fisico e un maglione di lana chiaro, un po’ largo, ma che gli stava bene. Si passò nuovamente una mano tra i capelli rimanendo deluso e sconcertato quando li sentì corti.

 
Continua nel capitolo:


 
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