CAPITOLO UNO
- Capitolo 1° -
CAPITOLO UNO
Le pianure ardenti erano un groviglio di corpi e sangue mischiato a terra, quando i Varden e i nani alzarono finalmente la testa al cielo: l’esercito di Galbatorix era in ritirata.
A diversi piedi da terra, Roran Fortemartello, guardava la lunga distesa dei corpi martoriati con occhi distanti. Finalmente, dopo tante peripezie, era riuscito a raggiungere il cugino.
E Roran, poté sentire più vicino il momento in cui avrebbe riabbracciato finalmente la su Katrina.
Dall’altra parte del fiume che scorreva nella valle infuocata, un’altra battaglia si stava concludendo:
<<Mi è stato ordinato di catturare te e Saphira, e portarvi ad Uru ‘ bean…ed è quello che farò…>> disse Murtagh, avvicinandosi all’orecchio di Eragon.
-Dormi- gli sussurrò nell’antica lingua.
“No” Eragon, sentì le sue ultime e deboli forze abbandonarlo, e l’oscurità avvolgerlo nel suo nero manto.
Il suo corpo, ormai privo di sensi, sarebbe caduto a terra, se la magia di Murtagh non lo avesse sorretto conle sue forti braccia.
Le mani del più giovane, abbandonarono lentamente l’impugnatura di Zar-roc, che cadde a terra con un forte clangore metallico.
Lo sguardo di Murtagh, si posò allora sulla lama cremisi, il suo volto fu attraversato da un ghigno feroce.
<<Se sono diventato come mio padre>> disse rivolgendosi ancora a Eragon
<<allora prenderò anche la sua spada…>>
Sfilò ad Eragon il fodero dalla cintura di Beloth il Savio, e raccolta l’elsa, per riporvela con un agile gesto.
Sul volto di Murtagh comparve un’ombra di fugace tristezza .
“Non possiamo indugiare oltre…dobbiamo andare”
La voce di Castigo destò il suo cavaliere dal breve torpore. Saphira poco distante da lui ringhiò di rabbia.
Incurante della sua ira, Murtagh si avvicinò al corpo dell’amico, e iniziò a spogliarlo dell’armatura.
Prima di tutto, slacciò la cintura di Beloth il savio,
-Gli Elfi e i loro oggetti sontuosi, quanto superflui …- disse con aria di sufficienza, mentre gettava il prezioso oggetto con le nove gemme incastonate. Passò così a togliergli i guanti di acciaio, poi i bracciali e gli schinieri, per sfilare alla fine l’usbergo, lasciando il cavaliere con la sola tunica elfica.
Privato così di ogni difesa, Murtagh sollevò il corpo dell’amico, e lo assicurò alla sella di Castigo, poi con uno scatto, salì anche lui sul dorso del drago.
Fu solo allora, che Saphira sentì sciogliersi i lacci che la trattenevano in aria.
La dragonessa non poté evitare di cadere con un tonfo sul terreno. Il suo ringhio cupo, era ora rivolto ai due compagni:
<<Molto bene Saphira, mi dispiace che dobbiamo rincontrarci in questo tragico frangente, ma devo chiederti di seguirci.
Non credo tu abbia molte possibilità di scelta>>
Castigo emise un basso verso gutturale, che Saphira interpretò come un ghigno.
Poi, il drago rubino spiccò un potente balzo lanciandosi in aria, e Saphira non poté altro che seguirli.
Una volta in alto Murtagh si poté finalmente rilassare. Davanti a lui Eragon era ben assicurato alla sella di Castigo, e Saphira li stava seguendo mansueta.
Non senza un certo orgoglio costatò che era stato fin troppo facile per lui vincere Eragon, e sopraffare sia lui sia la sua dragonessa. Anche se il fratello fosse stato fresco e riposato quanto lui, e nonostante le sue trasformazioni fisiche, la sua conoscenza dell’antica lingua gli avrebbe in ogni modo garantito la vittoria.
Un borbottio gutturale, assimilabile ad una risata, proveniente dal suo drago gli rimbombò in testa
Murtagh sorrise piano, e sporgendosi lievemente dal suo drago, poté intravedere il fumo del campo della retroguardia imperiale.
“Ci siamo Castigo”
I soldati gridarono nel vedere ritornare indietro Castigo, mentre rimasero ammutoliti nello scorgere Saphira. La dragonessa aveva ancora in dosso la terrificante armatura, come anche Castigo.
Saltando dalla sella del suo drago, Murtagh fu subito raggiunto da un generale con due soldati al seguito. Si poteva leggere il terrore negli occhi, delle due reclute, che mai avrebbero pensato di poter vedere due draghi insieme nella loro vita.
<<Cavaliere, ai vostri ordini>>
<<Smontiamo domani mattina generale…si ritorna ad Uru ’bean>> disse con un piglio feroce.
<<Si signore …>>
<<Che cosa fate lì impalato comandante, smontate l’armatura dei due draghi, e portate il nostro ospite nella mia tenda…con tutte le precauzioni del caso…>>
<<Subito Cavaliere, ma lei… che…che farà ora?>>
<<Ho bisogno di un bel bagno…>>disse semplicemente, e senza aggiungere altro il Cavaliere si allontanò a grandi passi.
“Castigo, tieni d’occhio tu tutto, mentre io sto via?…non mi fino di questi uomini”
“Non ti preoccupare …vai tranquillo”
Ci volle molto tempo per sfilare le armature ai due draghi. Saphira presentava molte lesioni e ferite, che continuavano a sanguinare, macchiando di rosso il terreno. Con un ringhio la dragonessa fece allontanare i soldati che furono lieti di non avere più il suo sguardo puntato addosso.
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artemisia81
zatchbell - Voto:
cmq la storia (a parte la decisione di roran) mi piace tanto, però continuo a sostenere che non è una Vm18
merope