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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: NOTHING'S LIKE BEFORE
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: yachiru galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/12/2007 22:13:10

Erano passati anni dal tempo in cui i Devilish si esibivano nel garage, ma, nonostante tutto, certe abitudini erano dure a morire. [ twincest ]
 
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- Capitolo 1° -

Sono settimane, settimane e settimane che dovrei scrivere una fic per inaugurare il claim del pairing Tom/Bill per la big damn table, e questo è tutto quello che mi è uscito dopo essermi imposta di scrivere qualcosa.
Non c'è niente di esplicitamente twincestoso, ma la mia mente malata ce lo vede comunque. Ovviamente, non impongo le mie idee a nessuno: a chiunque non piaccia l'idea o a chiunque non piacciano i tokio hotel, prego di tornare indietro finché ne è in grado. XD




Se casa Kaulitz era entrata nella top ten dei luoghi più chiassosi dell’intera Germania quando i gemelli avevano sviluppato una smisurata passione per la musica, era riuscita a guadagnarsi senza fatica la prima posizione nel momento in cui si erano formati i Devilish: non c’era un solo minuto del pomeriggio in cui dal garage di casa non si sentisse il rumore del basso, della chitarra e della batteria che suonavano a volumi spropositati fin quando non venivano bruscamente interrotti dalla padrona di casa che portava le lamentele dell’intero vicinato. L’unica cosa che mancava effettivamente alle prove della band per essere considerate tali era il cantante.

Erano passate appena tre settimane dalla nascita della band e Bill Kaulitz, altresì conosciuto come il cantante dei Devilish, stava vivendo uno dei numerosi periodi no della sua vita. Chiuso in bagno, una spazzola a mo’ di microfono nella mano destra e lo spartito con appuntate le parole nella sinistra, stava impiegando tutta la sua concentrazione nel riuscire a seguire il ritmo della canzone che, due piani più sotto, il resto del gruppo stava provando.
Da tre settimane a quella parte, non c’era stata una sola prova a cui avesse partecipato concretamente: non perché non gli andasse l’idea della band, tutt’altro. Era stato lui stesso a proporre, estasiato, al fratello di formare un gruppo, e Tom aveva addirittura accettato l’idea con molto meno entusiasmo di quanto non ne avesse avuto lui.
La questione principale era che l’unica persona che l’avesse mai sentito cantare era stata, per l’appunto, Tom: dire che non si sentiva per nulla a proprio agio di fronte a un pubblico sarebbe stato un eufemismo, così come lo sarebbe stato dire che s’imbarazzava terribilmente all’idea di cantare accompagnato anche da Gustav e Georg.
Come se la massiccia dose di insicurezza non fosse stata abbastanza, sorgeva anche un altro insormontabile problema: l’incessante iperattività di Bill. Non era colpa sua, né tantomeno lo faceva apposta, ma non riusciva a stare fermo nella stessa posizione per più di un decimo di secondo: ciò, durante i duetti col fratello, conseguiva in un improvvisato balletto in giro per la stanza, accompagnato dalle risatine di Tom, che non perdeva tempo per criticarlo e prenderlo in giro. E la cosa lo turbava alquanto: venire criticato dal proprio gemello era una cosa normale, ma il solo pensiero di essere preso in giro da altre persone era altamente demotivante.
E così, erano tre settimane che il neo-dodicenne si rinchiudeva in bagno quasi ogni sacrosanto pomeriggio, vittima delle proprie seghe mentali.

Ma per quanto il volume degli strumenti fosse alto, era materialmente impossibile tenere alla perfezione il tempo, a due piani di distanza: infatti, gli sbagli erano all’ordine del giorno, e ad ognuno di essi seguiva un ininterrotto flusso di imprecazioni. Ed erano solo i primi dieci minuti delle prove.
« … However, now is… » ricominciò a canticchiare, dopo l’ennesimo giro di insulti, continuando, nel frattempo, a sgambettare di qua e di là, seguendo il ritmo della batteria « … Nothing’s like before, nothing’s like befo-o-o-o— »
« Stoni terribilmente. » appoggiato allo stipite della porta, Tom lo osservava, indeciso se rimanere serio per poterlo rimproverare o se scoppiare a ridergli in faccia « Non segui per niente il tempo, cosa che non mi meraviglia, dato che è un miracolo che tu riesca anche solo a sentire la musica e, soprattutto, sei ancora un pessimo ballerino. »
« TOM! » giratosi di scatto e interrotto nel bel mezzo della sua coreografia, Bill lo fissava, la mano con la spazzola ancora per aria e il piede sinistro posato sul bordo della vasca « Vuoi farmi venire un infarto?! »
« Per poi ritrovarci con un cantante morto? No, grazie: abbiamo già un cantante assenteista, e credo sia abbastanza. » sbuffando, Tom lo aveva letteralmente trapassato con un’occhiata che diceva “se non mi spieghi perché sono tre settimane che ti rinchiudi in bagno anziché essere di sotto con noi, passerai il resto della tua vita in maniera talmente insopportabile da pregare per la tua morte ogni fottutissimo giorno”.
« Tomi. » sedendosi sul bordo della vasca, Bill aveva cercato senza successo di evitare l’occhiataccia e aveva preso un respiro profondo « Faccio schifo. »
« Eh? » Tom aveva chiuso la porta e s’era avvicinato, sedendoglisi di fianco « Chi sei tu, e cosa ne hai fatto del mio insopportabile fratellino esagitato ed ottimista? »
« Tom, davvero. » gli era scappato un sorriso, ma subito dopo lo sguardo era tornato inquieto, intento a fissare il pavimento mentre si torceva le mani nervosamente. « Non so cantare, non riesco a tenere il tempo e non so muovermi. Faccio schifo. »
« Bill. » anche lui aveva preso un respiro profondo, cercando le parole da dire « Non ti sei mai preoccupato di queste cose: non canti male, riusciresti a tenere il tempo se solo non fossi dall’altra parte del mondo mentre noi suoniamo e… ok, non sarai una ballerina di danza classica, ma non è vero che non sai muoverti. Forse, ti muovi solo… un po’ troppo. »
« Stono continuamente, non ho memoria e non mi ricordo mai le parole. Cerco di stare fermo, ma mi sento uno scemo: se mi muovo, sembro uno scemo comunque. Non voglio. Non voglio che Georg e Gustav pensino che sia uno scemo. Quella della band è stata un’idea cretina, dovremmo semplicemente smett— »
« Ok, adesso basta. » Tom l’aveva interrotto con un tono decisamente poco rassicurante « Bill, ascoltami. Non ti è mai importato di cosa pensano gli altri, hai sempre fatto di testa tua: cosa c’è di diverso, adesso? Canta come se fossimo da soli, se è questo che ti preoccupa. »
« È questo il problema: non siamo da soli… » le parole erano venute fuori sottoforma di mugugno.
« Per l’amor del cielo. » sbuffando ancora, questa volta per cercare di mantenere la calma, gli aveva afferrato il naso per forzarlo a guardarlo negli occhi « Ascoltami. E guardami. Non dobbiamo girare un video per VIVA, l’idea della band è nata solo per divertirsi: provaci, soltanto una volta. Se non ti va, mandiamo al diavolo tutto e lasciamo perdere. Ma prima, per la miseria, alza il tuo sedere ballerino dalla vasca, esci dal bagno e partecipa alle prove. » alzandosi, aveva afferrato la mano di Bill e lo aveva tirato su « E fregatene: se ti dicono che non sai ballare, rispondi loro che fanno schifo a suonare. » aveva aggiunto con un sorriso.
« Tomi… » trascinato fino alla porta del bagno, Bill s’era fermato un attimo a fissare il fratello, che lo guardava con aria interrogativa « Grazie. »
« Dovere, suppongo. » come risposta al ringraziamento, aveva semplicemente fatto spallucce e aveva aperto la porta del bagno.
Avevano fatto appena un paio di scalini, che Bill già s’era fermato di nuovo.
« Tomi. » aveva ripetuto, insicuro. Fissando di nuovo il fratello perplesso, si era schiarito la voce. « Posso… posso cantare per te? »
« Qualunque cosa. » aveva replicato Tom, spostando lo sguardo e scendendo le scale. « Basta che ti muovi. »


Erano passati anni dal tempo in cui i Devilish si esibivano nel garage, ma, nonostante tutto, certe abitudini erano dure a morire.
Un Bill Kaulitz oramai diciottenne, altresì conosciuto come il cantante dei Tokio Hotel, band di fama internazionale, era intento a ripassare i testi per lo spettacolo che si sarebbe svolto nemmeno un’ora più tardi: chiuso in bagno, infatti, stava provando e riprovando l’intera scaletta, mentre si agitava davanti allo specchio.
L’impeccabile performance, tuttavia, era stata bruscamente interrotta dallo sbattere della porta e dalla conseguente stecca del cantante.
« Scheiße! » imprecando, aveva girato lo sguardo verso la porta, pronto a ricoprire d’insulti chiunque lo avesse fatto sbagliare.
« Sh, i bravi cantanti non imprecano. » Tom, ridendo, osservò in tutta la sua leggiadria suo fratello, in una delle sue stupide pose.
« TOOOM! Mi hai fatto sbagliareeee! » piagnucolando, Bill era sceso dalla tavoletta del water, sopra alla quale stava studiando il suo balletto.
« Me ne rammarico, vossignoria, ma sono venuto a ricordarvi che è giunta l’ora della vostra apparizione in pubblico…» ancora ridacchiando, Tom aveva fatto un mezzo inchino « perciò, datti una mossa che sennò senza di te non si inizia. »
« Tomi, nooo! Non sono pronto, non ho provato abbastanza! » Bill s’era aggrappato al braccio del fratello, in cerca di conforto « E se stono? E se vado fuori tempo? E se mi dimentico le parole? Non vogliooo! »
« Bill, ti prego. » per tutta risposta, Tom aveva cercato di scrollarselo di dosso « Sono anni che fai scenate del genere per ogni concerto, non sei ancora stufo? »
« No. » aveva risposto prontamente, tirando fuori la lingua « Voglio che tu mi sostenga. Voglio che tu mi incoraggi. Fai il tuo dovere! »
« Biiill! » sfortunatamente per Tom, le sue lamentele erano nulla al confronto di quelle del fratello. « Lo sai che andrà tutto bene. Tutto è sempre andato bene, e andrà bene anche stavolta… Bla, bla, bla. Andiamo? »
« Mh… » fissandosi allo specchio per l’ultima volta, in cerca di eventuali ritocchi da fare, Bill aveva annuito « Tomi. » aveva aggiunto, dopo un attimo, distogliendo lo sguardo dallo specchio « Io… continuo a cantare per te. »
« Lo so. » Tom gli aveva sorriso, poi lo aveva tirato per il braccio e lo aveva spinto fuori dal bagno « Adesso muoversi, prima che le fan ci sbranino. Sono ancora dell’opinione che un cantante morto non ci serva ad un bel niente. »

 
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