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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: UGUALI MA DIVERSI
Genere: Romantico, Drammatico, Erotico, Dark, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Lemon
Autore: scimietta87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/12/2007 14:43:56 (ultimo inserimento: 01/01/08)

Due cugine costrette a una noiasissima vacanza con un cugino combinaguai e un incontro che cambierà perecchie cose... spero di non essere stata banale
 
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COSÌ DIVERSE MA COSÌ UGUALI
- Capitolo 1° -

Capitolo 1: Così diverse eppure così uguali.

Non pensava di tornare a Parigi dopo tanti anni e non trovarla cambiata di una virgola, eppure erano passati sette anni da quel soggiorno di due settimane passati in una delle più belle capitali d’Europa. I ricordi sbiaditi andavano pian piano a riprendere forma. Dalla stanza ,all’ultimo piano, dell’albergo dove alloggiavano, Angel poteva godersi lo spettacolo della cattedrale di Notre – Dame. Ma anche se la vista era stupenda, la stanza in cui alloggiavano per non dire tutto l’albergo lasciava molto a desiderare. Il mobilio era ridotto all’essenziale, erano stati già fortunati ad aver trovato i letti, per loro fortuna almeno il bagno era decente.
La ragazza decise che forse era meglio svegliare quella pigrona di sua cugina, che troppo stanca anche solo per muoversi si era letteralmente buttata sul letto a dormire. Non era abituata a viaggiare e a spostarsi e per questo si stancava subito, per Angel invece era diverso aveva viaggiato tutta la vita e la stanchezza non la sentiva più. Si tolse le cuffie dalle orecchie, scesa dal davanzale su cui era seduta e si avvicinò al letto della cugina che era di fianco al suo.
Si sedette sul bordo del letto e iniziò a scuoterla delicatamente.
“Gioia sveglia… è ora di cena” la chiamò dolcemente “dai alzati… ai dormito tutto il giorno…”
L’altra dal canto suo mugugnò qualcosa di incomprensibile e si scostò le coperte dal viso.
“come è ora di cena?” chiese con la voce ancora impastata dal sonno “allora o dormito tanto”. si disse. Velocemente scostò le coperte, facendole finire in faccia alla cugina, che se li scosto velocemente, allibita dalla reazione di Gioia che si diresse a passo svelto nel bagno, chiudendosi dentro.
Dopo pochi secondo dal bagno provenì un urlo, che fece scoppiare a ridere Angel.
- Credo che Gioia abbia scoperto che è meglio struccarsi prima di andare a dormire – pensò la mora ridacchiando e sdraiandosi sul letto.
Si assopì un attimo cullata dal rumore dell’acqua della doccia.
- Infondo perché non riposare un po? – si disse – sarà sicuramente un mese snervante- Pochi minuti dopo era già tra le braccia di Morfeo.

Angel aveva ragione, per lei e Gioia quello sarebbe sicuramente stato un mese indimenticabile. Ma cosa aveva portato due ragazze così giovani in una città grande come Parigi. Neanche loro erano riuscite a capire bene il perché di quel viaggio, l’unica cosa che rammentavano erano le parole della loro zia materna.
“Andrea a bisogno i svagarsi, nell’ultimo periodo a subito un forte stress, andrete con lui a Parigi per un intero mese”.
Ed eccole li, partite per quel viaggio senza capo ne coda, solo perché Andrea era stressato. La zia poteva anche dire che non voleva vedere il figlio per un po’, sarebbe stata più onesta con se stessa.
E con loro, che per un mese si sarebbero accollate la responsabilità di un cugino venticinquenne, che si comportava come se ne avesse diciassette. Per non parlare del fatto che era sparito appena posate le valigie in hotel.
In quel momento “l’uccelin di bosco” si stava avvicinando a pian pianino alla camera delle cugine, voleva vedere se erano sveglie o no, meno che voleva era ricevere la predica da due diciassettenni. Si avvicinò alla camera e abbassò lievemente la maniglia, rendendosi conto che non era chiuso.
Apri piano la porta e vi sbirciò dentro.
Angel dormiva, sdraiata su un fianco abbracciata al suo orso di pezza, Silver il suo fedele lupo dormiva hai piedi del letto.
Notò che Gioia non c’era, ma senti dei rumori provenire dal bagno, quindi presuppose che ci fosse lei.
Chiuse piano la porta e tornò nella sua stanza che era dall’altra parte del corridoio. Entrò nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle, premunendosi di chiuderla a chiave. Si sdraiò sul letto, infondo mancava ancora un’ora alla cena.
La sua mente vagava e iniziò a pensare a quei due piccoli segugi che sua madre gli aveva messo alle clacagne per controllarlo.
Angel e Gioia era così diverse ma così simili. Forse la somiglianza era data dal fatto che le loro madri erano sorelle gemelle, morte pochi giorni l’una dall’altra. Avevano la stessa età, ma Gioia era più piccola di Angel di due mesi.
Gioia era stata fortunata, aveva ancora il padre. Mentre Angel aveva perso entrambi i genitori in un incidente.
Gioia aveva passato tutta la sua vita tra l’Italia e l’Egitto, suo zio Hamed non aveva dimenticato la sua terra d’origine, ma Gioia non poteva dire di conoscere molto del mondo a parte i due paesi a lei più cari.
Angel invece era stata all’età di un anno spedita in Germania e affidata al fratello di suo padre, Leonhart Alenberg che aveva quello che tutti chiamavano “lo spirito del nomade” e anche quando gli fu affidata la nipote non smise di girare il mondo, portando la piccola con se.
Gioia conosceva a malapena quattro lingue, l’italiano, l’egiziano, il francese e il tedesco, odiava lo studi anche se era una buona lettrice.
Angel invece aveva la padronanza di una quindicina di lingue compreso il giapponese e adorava studiare.
Gioia aveva lunghi capelli lisci castano chiaro che a contatto con i raggi del sole prendevano varie sfumature dorate li portava quasi sempre sciolti o legato con un fermaglio, aveva espressivi occhi verdi con riflessi color dell’oro.
Angel aveva anche lei i capelli lunghi ma erano mossi e di un nero cupo come la notte con riflessi blu portati sempre legati in una coda alta o in una treccia con dei ciuffi ribelli sul viso , i suoi occhi erano di azzurro cielo, ma non espressivi come quelli della cugina i suoi potevano definirsi quasi glaciali.
Gioia aveva la pelle del lieve colore del bronzo.
Mentre aveva la pelle chiara, di un tenue rosa.
Gioia ,come il suo nome, era spensierata,allegra e vivace qualche volta capricciosa e un molto casinista.
Angel era riservata e timida, dolce e gentile ma alle volte orgogliosa e testarda.
Per non parlare dell’altezza e dell’aspetto.
Angel era la più alta, con il suo odiato 1,80 ,eccessivamente magra, come diceva lei.
Gioia era più bassa di 5 cm ma questo non toglieva nulla al suo aspetto.
Chi non le avesse mai viste insieme, avrebbe potuto dire tranquillamente che non erano neanche parenti, ma appena le incontravi al primo impatto verresti detto che erano sorelle, stessi lineamenti morbidi e fini, stessa forma delle labbra e degli occhi.
Così diverse ma così unite nella loro diversità da sembrare uguali. Una cosa accomunava fortemente le due: la musica.
Spaziavano dalla classica, quella folkloristica per arrivare fino al rock e al punk. Gioia non si separava mai dal suo amato violino e Angel dalla sua inseparabile chitarra.
Andrea sperava che quel viaggio facesse bene anche alle sue cuginetta preferite, che per quanto rompiballe, adorava.
- si – si disse – questa vacanza sarà indimenticabile – e non sapeva quanto avesse ragione.

Questa è la mia prima fanfic spero che questo primo capitolo vi piaccia…
 
Continua nel capitolo:


 
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