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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Neon Genesis Evangelion (Shin Seiki Evangelion)
Titolo Fanfic: A T ASUKA (ANGEL TEARS ASUKA)
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: zoroloronoa galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/04/2003 01:20:26

quando asuka scappa di casa e cerca di tagliarsi le vene.nuova visione degli eventi. prima mia fic commentate vi prego. è tutta roba inventata cmq.
 
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- Capitolo 1° -

>>ragazza scopmarsa, ancora nessuna notizia. si ipotizza un rapimento.
indiscrezioni identificherebbero la ragazza come un pilota delle unità di difesa nazionale eva.
uomo fuggito da un centro di igene mentale scompare lasciando una sola traccia; una registrazione della propria voce sulla segreteria telefonica del centro che lo aveva in cura mentre dice: -non c'è possibilà alcuna, devo raggiungerla lei mi chiama... io sono il suo angelo.-
si stanno effettuando analisi
si pensa che la sparizione dell'uomo, probabilmente affetto da scompensi emotivi e disturbi neurologici, sia collegata con la viecenda della ragazza.<<




aprii di scatto quella porta, non mi aspettavo molto da ciò che avrei visto... invece all'improvviso il sangue mi si fece rigido nelle vene come se tutto d'un tratto il mio corpo fosse divenuto di un freddo ed eterno marmo.
ciò che vidi non era doloroso o piacevole, no, era puramente un aspetto della realtà.
quella stanza da bagno di quell'appartamento oramai disabitato da tanti anni...ma che all'interno caos e noncuranza degli eventi favorirono a relegare fuori dal tempo sotto la coltre di polvere e di odori ormai stantii... quella stanza da bagno ingiallita con al centro quella antica vasca che si poggiava claudicante su soli tre dei quattro zoccoli di leone in bronzo rapì definitivamente la mia attenzione, inizia a dirigermi verso la porta semichiusa del bagno.
in effetti appena la porta, di legno cigolante e fortemente gonfia per via dell'umidità di quegli ultimi anni, si spalancò ebbi modo di vedere all'interno della stanza da bagno.
vidi con atroce disgusto che la vasca al centro, storpia e inservibile, era in realtà stata usata.
il suo corpo era ancora disteso nella vasca...non piena d'acqua ma del suo sangue...
chi poteva volere la propria morte in un posto simile?
per quale motivo quell'anima triste decise di rifugiarsi anche essa in un posto così estraneo al mondo?
mi feci coraggio e varcai la soglia di quella stanza...mi approssimai il più possibile alla vasca, nonostante il fortissimo odore di sangue che potevo avvertire e che riusciva addirittura a coprire l'odore di chiuso di quella palazzina ormai fatiscente.
i miei occhi sgranati colsero con un filo di acutissima angoscia ciò che quella visione riservò al primo spettatore voluto di una commedia tanto cruenta quanto necessaria...
una commedia che a mio malgrado avrei dovuto concludere affinchè il soliloquio della primadonna di quell'atto incompiuto non potesse essere perso per sempre.
affinchè potessi essere ricordato un poco più della vittima che mi accingevo a salvare,
ma se la commedia era finita...non c'era nessuno da poter salvare. fu in questo la mia grande ostinazione.
continuai a recitare solo con il piacere di poter trovare pace io stesso
immersi le mie mani nella vasca il cui fondo era ricoperto da sangue piuttosto liquido...mentre in superfice si facevano più difficoltosi i movimenti a causa dell'aria che induriva maggiormente la linfa vitale di quella povera ragazza...
quella ragazza completamente svestita entrata con la più grande naturalezza in quella vasca...per non poterne uscire mai più...se non dopo la fine della commedia...se non con il mio arrivo.
dolce stella del mio cuore ora ti porto in salvo.
il sangue me lo aspettavo molto più caldo. ma ovviamente non poteva essere così, chissà quanti giorni potevano essere passati?.
sicuramente non troppi, infatti me ne accorsi subito dal contatto con la pelle di quella fanciulla, non era avizzita e tantomeno troppo gonfia...si era mantenuta rosea, anche se un rosa molto più prossimo al colore blu dei cianotici, si era conservata intatta immersa nel calore e nell'apporto vitale del proprio sangue che fuoriusciva dal suo corpo.
dai suoi polsi...profondamente segnati fino quasi all osso ... due larghi squarci all'altezza più bella di un braccio femminile, subito sopra i polsi, in quel punto dove il braccio si affusola per dare spazio a mani incantevoli e dalle lunghissime dita.
con coraggio prelevai il corpo dalla sua immersione.
nonostante il forte odore di sangue, i miei occhi completamente offuscati di lacrime e i miei vestiti zuppi di acqua sporca e vita di quella tenera fanciulla, riuscii a resistere e trattenere dentro di me il disgusto che voleva scaturire dalla profondità del mio ventre.
mandai giù tutto, tristezza, rancore, paura, desolazione e nausea.
pensavo solo a lei.
era un corpo stupendo, meritevole di essere guardato... meritevole di ogni nostra lode.
era un corpo leggero, molto più leggero di quello di qualsiasi essere vivente, era così fragile ma al tempo stesso tanto rigido da non poterne modificare la posizione che il tempo trascorso dentro la vasca aveva impressso irrimediabilmente.
i suoi capelli erano lunghi e rossi, non per il colore del sangue, che era ormai diventato piuttosto simile a un marrone molto opaco... bensì quella ragazza aveva lunghi capaelli rossi, i capelli che ho sempre sperato di acarrezzare.
e ben più repentino delle mie emozioni ebbi l'istinto di accarezzare quelle soffici ciocche colore del fuoco, ma il sangue la aveva impastate con malvagità e i miei intenti si infransero contro un groviglio sanguinolento di capelli, lacrime e sangue.
lunghi capelli rossi che non potranno mai più essere tagliati, che non potranno mai più essere spazzolati, che nessuno potrà accarezzare.
come preso da un raptus sentii la necessità di stringermi forte quel corpo, anche se solo un vuoto contenitore di un anima perduta per sempre.ma non lo feci come se rapito dal bisogno di infondere un soffio di vita o almeno un'abbraccio confortevole, non venni spito da nessun motivo né caritatevole, né egoistitco.
strinsi quel corpo proprio contro il mio cuore
ed iniziai a strillare
immobile ed immobilizzato dalle mie emozioni.
mi ero immobilizzato al centro di quella stanza da bagno. il corpo di quella ragazza, svestita, rigida e sporcata per sempre, stretto con la più grande forza contro il mio petto, contro la sede della mia anima e del mio cuore.
non mi fu possibile allora ne lo fu mai poter liberare il mio cuore dalla sofferenza... come non fu, ne mai sarà possibile cambiare gli eventi.
ma tremante, angosciato e infreddolito dalla morsa con quel corpo vuoto non potevo più liberarmi, non volevo... avrei preferito essere al suo posto forse...o forse nn essere proprio mai esistito.
scoprii la sofferenza in quel momento
lei non doveva scegliere di morire
io non volli credere ai miei stessi pensieri. ma nulla potette cambiare.
lei ora era distesa sul pavimento, lurido, di quel palazzo e io ero inginocchaito davanti a lei ed avevo perduto ogni lacrima che il cuore mi aveva fatto giungere agli occhi.
le mie urla strazianti e profonde non vennero sentite da nessuno,
lei non era in nessun altro luogo, se non distesa sul pavimento lurido delle mie lacrime.
chissà se, dolce stella del mio cuore, tu sentisti le lacrime che cadevano sul tuo viso, chissà se avvertisti le urla che imprecai al cielo per consolarmi.
ma tu gelida non potevi nulla di tutto questo.
coprii quel corpo con la mia giacca e lo raccolsi; iniziai il mio cammino, dovevo uscire da quel posto... oramai ero accecato dalle mie stesse lacrime, dal dolore che avevo provato, dall'odore ormai pungente del sangue.
e tu mi guardavi con quegli occhi profondi e scavati nel volto, ma non erano stati sempre così i tuoi occhi, ne sono convinto un tempo anche tu provasti la gioia di vivere,
un tempo anche tu accettasti i compromessi di questa esistenza.
vittima succube dei più cupi pensieri arrivai all'esterno.
all'esterno i miei simili, tutti insieme, forse avrebbere potuto fare qualcosa, non per guarirmi dal mio soffrire ma per salvare lei.
ebbi a malapena il tempo di affidare quella ragazza ai miei simili, che mi aspettavano orami da diverse ore.
ma non dissi una parola, e dal tronde loro stessi non ne rivolsero a me. che forse avessero avvertito loro la mia disperazione?
tu da quel giorno riposi, come dicono, in pace.
io che ti ebbi tra le mie braccia come un corpo freddo e vuoto, persi la mia pace quel giorno.
persi la pace, ma trovai te, in tutto il tuo spendore ogni notte mi venivi a cercare.
il tuo soffice abbraccio
la gioia di saper di esserti servito da conforto.
da quel giorno io e te non ci siamo mai più lasciati. e i tuoi occhi brillano solo per me. in queste notti che nessuno mi può aiutare ci sei tu.
tu che hai fato di me un angelo.
il tuo angelo.


>>trovata giovane coppia morta suicida in un appartamento di una vecchia palazzina del centro di neotokio3.
lei, grandi solchi lungo le vene dei polsi. si presume che sia morta per dissanguamento.
lui, nessun evidente motivo di morte. si presuppone un attacco cardiaco, la morte è soppravenuta sette ore dopo la morte della ragazza; ipotizziamo un implicazione nella vicenda da parte dell'uomo fuggito giorni fa dall'istituto per l'igene mentale murdok.<<

potrebbe essere stato lui a ucciderla?
impossibile, è più probabile il contrario...
 
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