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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Shin Seiki Evangelion (Neon Genesis Evangelion)
Titolo Fanfic: L`AMORE INFELICE DELLA LUNA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: caskasoryu galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/04/2002 22:50:25

e` la prima volta che rei si sente davvero sola...ci sarà qualcuno, con lei, o solo una triste luna..?
 
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- Capitolo 1° -


L'amore infelice della luna

Luna piena.
Ne ho sempre avuto molta paura.
Ho letto da qualche parte che è statisticamente provato che la maggior parte degli omicidi avvengono nelle notti di luna piena. Forse la luna piena fa impazzire le persone.
Altrimenti, non sarei qui, io.
Io, che non ho mai preso un'iniziativa in tutta la mia vita. O almeno non lo ricordo. Forse dipende solo dal fatto che sono la terza, non so…

Sono uscita dal mio appartamento da diversi minuti. Cammino sui marciapiedi gelati al freddo della sera, schivando ubriachi e moribondi, senza una meta. Non potrei averla. Non conosco via che non conduca a scuola, o al quartier generale. Non ho mai avuto bisogno di andare da nessun'altra parte.

Non esiste nessun contatto fisico tra la terra e la Luna. Eppure, nonostante questo, la Luna viene attratta dalla Terra da che essa esiste. La Luna è attratta dalla Terra, che a sua volta ama il sole.
Questa è l'unica cosa che il comandante Ikari mi ha mai detto, quando ero più piccola. Non ricordo nient'altro. Ma questo piccolo dramma mi ha sempre fatta sentire un po' più grande.

Entro in una cabina telefonica. Ho scordato il cellulare ma, infondo, è anche vero che non vi ho alcun numero memorizzato. E' la prima volta che prendo in mano un telefono di mia volontà. D'altra parte, è anche vero che non ne ho mai avuto bisogno. Porto la cornetta all'orecchio. Il "tu-tu-tu" mi rimbomba in testa. Suono di un cuore metallico.
Passo le dita sui tasti, e mi rendo conto di non sapere il suo numero. Non è strano. Dopo tutto, non ho mai avuto occasione o motivo di cercarlo. Era sempre lui a chiamare me, quando gli servivo. Io non ne ho mai avuto il diritto. Io non potevo chiamarlo, non poteva fare commenti, domande. A me le domande non erano permesse. D'altronde, io non sono che uno dei fantocci creati con le sembianze della donna che ha amato. Non posso sostituirmi a lei. L'ho sempre saputo…però…

<<Ikari Gendo>>
<<Ikari…? Attenda signorina…sono spiacente, nessun numero di rete fissa registrato a questo numero>>

Forse il comandante Ikari ha registrato la residenza con il suo vecchio cognome. Un cognome che non conosco. Riattacco.

Fuori ha cominciato a piovere. Riesco a vedere la luna piena nascosta dalle nuvole scure. E' il tipico temporale estivo a ciel sereno. Ci sono le stelle. Le osservo vorticare immobili attorno alla luna d'argento. La sua così buona compagnia, mi rende ancora più conscia della mia solitudine…

E' strano. Io sono sempre stata sola. Ma non mi sono mai *sentita* sola.
Un tempo, credevo che quel tipo di vita fosse normale.
Non conoscevo nessun altro modo di vivere. Non ne concepivo neanche l'esistenza.
Credevo di meritarlo, questo si. Anche se non ho mai capito perché. Non ho mai cercato di capirlo. A me tentare di capire le cose è sempre stato proibito.
Cosa gli avevo fatto, io, oltre ad avere il viso dell'unica donna che ha amato…?
Non l'ho scelto io. Non l'ho voluto…io…
Perché?
Non serve domandare. Non posso farlo. E comunque già conosco la risposta. Io gli servo.
L'ho sempre saputo.
Ma c'è stato un tempo, il tempo in cui tutte le mie speranze non si erano ancora sgretolate nel baratro, in cui ho pensato che se avessi fatto tutto ciò che lui avesse voluto senza batter ciglio, un giorno si sarebbe *veramente* preso cura di me. Che un giorno mi avrebbe voluto bene…
Avevo torto.
Lui non mi avrebbe mai voluto bene.
Anche se era accanto a me i suoi occhi cercavano sempre quei lineamenti, quello sguardo, quei profumi…cercava in me qualcosa di lei, qualcosa che non trovava…e allora quel suo sguardo si perdeva nel vuoto…il suo pensiero lontano…il suo cuore barricato oltre quelle mura d'acciaio…il dolore nascosto da quelle lenti scure imperscrutabili con cui si tiene lontano da tutti, soprattutto da me…troppo simile all'amata per non guardarmi. Troppo diversa per accettarmi.
Lo sapevo. Eppure, nonostante questo…nonostante questo…

Compongo lo stesso numero di prima. Mi risponde la stessa voce.

<<Katsuragi Misato>>

Mi da il numero pochi secondi dopo. Non ho bisogno di scriverlo. Aggancio senza ringraziare.

<<Rei? Rei, sei proprio tu? Rei??>>
<<Maggiore Katsuragi, avrebbe il numero del comandante Ikari?>>

La voce del maggiore sembra stupita e preoccupata. Non so se sia per la tarda ora.

<<Ma certo, ovvio, ce l'hai bisogno? Vuoi che te lo dia? Ma tu non ce l'hai?>>
<<No. Non ce l'ho mai avuto>>
<<Non hai memorizzato il numero, quando ti chiamava?>>
<<Lo nascondeva dietro ad un ID>>

Voleva assicurarsi che non lo avrei mai chiamato, che non avrei mai preteso la sua presenza, forse, non so…

<<Allora te lo do, un secondo…ma…tutto bene?>>
<<Si>>

No, non va bene. Ma non so spiegare cosa vada male con le parole. Non ho mai avuto la possibilità di dire "no". Non mi è mai stato permesso. Lui mi ha insegnato a dire sempre di si, a chinare la testa, non parlare con nessuno, non creare problemi…e a pilotare l'Evangelion…non ho mai avuto il diritto di fare altro, io…non sono che una bambola…così mi dicono, non lo so…non esiste altra realtà, per me…?

<<Ci sei? L'hai segnato?>>
<<Si, la ringrazio>>
<<Di niente, ma asp…>>

Non la lascio finire. Non ho segnato il numero, ma ciascuna cifra si è scolpita nella mia mente come nella roccia. Mi batte forte il cuore, mentre lo compongo. E' una sensazione strana. Solo Ikari-Kun era mai riuscito a farmela provare…lui ha la capacità di tirare fuori lati di me stessa che ignoravo…forse, adesso, farei meglio a chiamare lui…però…

<<Comandante Ikari…>>
<<Rei?>>
<<Si. Sono io>>

…la voce del comandante Ikari è tutto ciò che desidero sentire, in questa notte di pioggia. Tutto ciò che mi fa andare avanti, e che mi farà passare anche questo momento in cui per la prima volta mi sento davvero abbandonata… anche la solitudine, mia unica amica e compagna si è stancata di me…non servo più, ormai…

<<Cosa c'è, Rei?>>

Non sembra sorpreso. Forse neanche hai mai pensato a non avermi dato il suo numero.

<<Comandante Ikari, mi sento…sola…>>

Mi stupisco della fermezza con cui ho pronunciato parole tanto difficili.

<<Siamo tutti soli. Prima ti ci abitui, meglio è>>

Credevo di essermi abituata, ormai, io.
Mi ha fatta crescere quel cantuccio sporco…senza amici…senza famiglia…senza parlare…non mi è mai stato permesso possedere nulla, perché infondo, cosa sono, io? Un puro…e semplice…pupazzo…un corpo fasullo…la cui anima fasulla…mi è stata donata da un essere umano…chiamato Gendo Ikari…e mi andava bene, anche così, fino a quando potevo rivedere in un ricordo che sta svanendo, piano piano, il sorriso del suo volto senza occhiali…e adesso, un altro sorriso, il *suo* sorriso…quel sorriso un po' da bambino…l'unica cosa che lo accomuna al padre…il comandante Ikari ha il sorriso di un bambino…solo io l'ho mai visto…solo io…e Yui…

<<Sta piovendo. C'è la luna piena>>
<<Ne hai ancora paura?>>
<<Molta…mi dispiace…>>
<<E' ancora per quella storia che ti raccontai quando eri bambina?>>
<<Comandante…il cielo sta piangendo…per la luna? Una luna…che insegue il suo grande amore, senza mai riuscire a raggiungerlo…?>>
<<Una luna fredda. Abbandonata.>>
<<Comandante Ikari…lei crede che la luna raggiungerà mai la sua amata Terra?>>
<<Non lo so. Ma la Terra continuerà a rincorrere un sole che non la vuole. All'infinito…>>
<<All'infinito…>>
<<Va a riposare>>

Aggancia, senza salutarmi.

Non esiste nessun contatto fisico tra la Terra e la Luna. Eppure, nonostante questo, la Luna viene attratta dalla Terra da che essa esiste. La Luna è attratta dalla Terra, che a sua volta ama il sole.
Questa è l'unica cosa che il comandante Ikari mi ha mai detto, quando ero più piccola. Non ricordo nient'altro. Ma questo piccolo dramma, ora, mi fa sentire…tanto triste…

Forse la Terra non raggiungerà mai quel Sole…ma viene comunque riscaldata dai suoi raggi, e questo la rende felice…

Alzo gli occhi al cielo. Piove.

Oh cielo…solo tu riesci a piangere, per quella Luna sventurata?

Ho composto un altro numero. Un ultimo appiglio. Quasi senza accorgermene.

<<Ayanami?>>
<<Ikari Kun, io…>>
<<Ayanami…per favore…non chiamarmi…anzi…vorrei non vederti più…almeno per un po'…per favore…>> lo sento bloccarsi per un attimo <<…ti prego…sparisci…so…so tutto…non ce la faccio…è troppo dura…>> singhiozza <<…tu…Kaworu…la Signorina Misato…Asuka…Asuka…>> singhiozza di nuovo <<…lasciami stare…per me è troppo…troppo dura…>>

TU. TU. TU. TU. TU.

Il suono di un telefono lasciato cadere, mi appare come quello di un pianto.
Ikari-Kun stava piangendo…perché piangeva?
Che anche lui insegua una Terra lontana…che anche lui si senta freddo, solo, abbandonato…?
Oppure…è lui quella Terra…? Riscaldata dai raggi di un sole che non smette di desiderare…
Ho sentito bene? Ha detto "so tutto"? parlava di me? Della mia produzione? Non ha più importanza. Ho capito una cosa. Ikari-Kun non potrà mai amarmi.
Chi può desiderare una luna fredda e grigia, quando il sole splende più forte di qualunque altra cosa?
Ti capisco, Terra. Lascia stare la Luna, quella bugiarda…l'hai usata…ormai non serve più…

Mi lascio scivolare contro le pareti di vetro della cabina. Alzo gli occhi alla luna con nostalgia. Scruto il cielo, e piango con lui. Unico in grado di comprendere, condividere, il piccolo dramma di una ragazza che non abbraccerà mai l'unica cosa che per lei è importante

Piangiamo insieme, cielo. Se nessuno ci pensa, almeno noi, piangiamo una sola notte…per quella luna infelice che non raggiungerà mai il suo amore.


Nota dell'autrice: sebbene io sia una chiarissima fan di Asuka, non ho mai odiato Rei, anzi, è un personaggio che mi piace molto, e quindi ho voluto dedicarle questa piccola fiction. Come al solito mi sono divertita a sperimentare un po'…speriamo in bene^^

 
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