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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: WISH YOU WERE HERE
Genere: Autobiografico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: ryuji-il-drago galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/11/2007 13:40:31


 
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9 OTTOBRE
- Capitolo 1° -

Quel ragazzo era cresciuto troppo in fretta ma era rimasto comunque una persona divertente, capita spesso che invece i ragazzi "vissuti" se la tirano, credendo di sapere tutto solo perchè hanno conosciuto il dolore, lui no. Lui era sempre il solito coglione.

Chi lo conosceva, anche solo di vista, anche solo da poco, era rimasto ammaliato da quella personalità che brillava di luce propria e non si poteva fare a meno che rispettarlo e seguirlo.

Io, al tempo che fu, lo seguii. E da allora, eravamo una cosa sola.

Il suo sguardo era perso nell'immensità di quel paesaggio, con la sua mente immersa nei suoi pensieri contorti ma sotto sotto pieni di saggezza.
Io lo guardavo, ultimamente lo facevo spesso... il più possibile, il più a lungo possibile...

"E' bello qui vero?"
"Eh si..."
"Anche loro lo pensarono, quando videro questo paesaggio da quassù.. Mio padre mi disse che dalla prima occhiata capì che sarebbe stato un posto speciale per loro. Era sorridente. Mi ci ha portato persino quando ero appena nato."
"Davvero?"
"Si, non te lo avevo mai detto?"
"No.. è la prima volta che lo sento dire. Strano. Di solito Francesco se ne vantava sempre di quello che faceva!"
"Si è vero. eheheheh... è vero..."
Il padre.
Ogni volta che si parlava di lui, anche solo per un momento. Anche solo per un secondo. Lui, sorrideva. I suoi occhi brillavano.
Amava suo padre.
Si odiava per aver perso tempo ad odiarlo.
Ogni volta mi diceva:"C'è così poco tempo e così tante cose da dire!"

"Che ne dici di andare a mangiare nell'osteria di ieri? Era bona la pasta asciutta lì"
"Si è vero. Andiamo la. Già c'ho l'acquolina."
Scendemmo giù per la montagna. Camminammo fino in paese, lasciando le moto davanti all'ingresso del parco. Tanto nel primo pomeriggio saremo tornati lì.. Lui, voleva passarci più tempo possibile.

Mangiando, parlammo del più e del meno.. come al solito.
"Comunque i bucatini di Ila non li batte nessuno..!"
"Ma la finisci co sti bucatini!"
"Mi mancano."
"Più di lei?"
"No.... oddio... può darsi...ahahahah!"
La prendeva in giro anche quando non l'aveva vicino. Lei era il suo unico pensiero in quel momento.
Non voleva lasciarla sola, per niente al mondo. Si assicurò di lasciarla in buone mani.
Le mani di qualcuno che si sarebbe preso cura di lei, sempre.
Parlava spesso di lei. Ogni giorno.
Volendo o no, erano uniti. Sempre.
E nonostante io mi ci incazzavo, era inutile. Lei era sempre presente.

"Che magnata ragazzi!"
"Davvero... la pace dei sensi..."
"E' meglio se andiamo a fare una passeggiata, altrimenti con la gru ce vengono a prende!"
Uscimmo e tornammo al parco.

Prese la chitarra e iniziò ad arpeggiare, così... senza una canzone precisa nella mente.
Ma qualunque cosa fosse era bello ascoltare il suono di quella chitarra blues..
Il padre, indicando la chitarra, diceva sempre "Quello è blues."

La mia figura paterna per me è sempre stata Francesco. Lo amavo quasi quanto Lui.

Mentre continuava a suonare, mi parlava. Proprio come faceva il padre tempo fa.
"Volevo andare in giappone e indossare lo yutaka. Mi sarebbe piaciuto vedere Ilaria con il kimono. Sai che bella... e che risate!"
"Con quel fioccone dietro a tirarglielo a manetta!!"
"Che bastardi!!!!!!!!..... Spero di vederla comunque."
"EHI!"
"Lo so che non ti piace se parlo così... però ci penso spesso e non vorrei perdermelo."
"Non ti perderai mai nulla, di nessuno. Capito?"
Lo guardai seriamente. Lui mi sorrise con gli occhi lucidi.
"Certo. Sarà sicuramente così..."

"Mi controllerai tutti loro, vero?"
"Si."

"Marco, ricordati una cosa.. mio padre la disse a me. Lo scopo della nostra vita non è raggiungere il traguardo che ci siamo prefissati, ma ciò che abbiamo fatto per raggiungerlo."
"Perchè me lo dici proprio ora?"
"Perchè adesso mi è venuto in mente."

Parlava con calma e naturalezza.
Parlava con lo stesso spessore di un novantenne e la superficialità di un quattordicenne.
Non conosceva una nota, ma suonava da Dio.
Non ha mai voluto imparare, le migliori lezioni erano cazzareggiare nello studio con il padre.
Era unico.

"La prima canzone che ho suonato è stata Wish You Were Here. Che ho dedicato ai miei genitori, che ora dedico a tutte quelle persone che vorrei qui, in questo momento."
"Immagino gia quali sono..."
"Immagini bene. Tranne una!!!"
"Si si... professore, lo sappiamo già... quella è nella Stairway!"
"Esatto.. ma, sussuro nel vento per tutti."
"Non tiriamocela."
"Sono una prima donna, dovresti saperlo ormai."
Quei momenti che non volevo finissero mai.
Li ritrovo ogni giorno, nei miei occhi.

"Andiamo in stanza?"
"Sei stanco, professore??"
"Abbastanza baka!"
"Il demone che è stanco!"
"Il drago che vuole morire!!"

Lo accompagnai in stanza, si sdraiò sul letto e io mi sedetti sulla sedia, accendendo il pc.
"Pensavo..."
"Ti fa male pensare.."
"Dai!! Pensavo a quel giorno che siamo andati a Lecco."
"Beh?"
"Ti ricordi quando Ilaria si è affacciata dal balcone per fumare la sigaretta e ti dissi che aveva quello sguardo così bello?"
"Lo dici ogni volta che la guardi."
"Dai parlo seriamente!"
"Anche io!!"
"DAIIII!!"
"Si me lo ricordo. e allora?"
"Era anche triste..."
"Si ma è normale...è preoccupata, lo sai."
"Chissà come starà..."
"Piantala, tutti staranno male. Non puoi tenere sotto controllo anche questo."
"Lo so. Ma vorrei che sapessero che a me va bene così, che l'unico rimpianto è stato non essermi goduto federico, urucchan, sharon e ambra. Per il resto, non ho nessun rimpianto, vorrei che lo sapessero."
"Glielo dirò io. O non glielo dirò mai, chissà forse tutto si aggiusterà. Sei l'uomo del miracolo, ricordi?"
"Il vero miracolo è stato essere d'aiuto e non salvare me stesso."
"Cos'è tutto st'altruismo?"
"Colpa di Ilaria. Io sono un bastardo dentro. Prenditela con lei."
Sbadiglia.
Guardo il monitor. Mi rivolto verso di Lui.
"Che fai dormi?"
"Si, sono stanco."
"Stasera che facciamo?"
"Hmm... vorrei stare al lago, ti va? Ci portiamo le birre, la chitarra..."
"D'accordo. Nessun problema."
"Facciamo un po gli scemi, stile oni-baku!"
"E' stato bello riprendere a fare lo shonan vero?"
"Si... mi sono divertito."
"Ti divertirai ancora?"
Mi guarda. Mi sorride.
"Sempre. Sono Eikichi Onizuka, piacere di conoscerti!"
"Il piacere è mio, Onizuka. Io sono Ryuji Danma."
"Che coglioni!"
"Totali."
"Basta, ho sonno. A dopo."
"A dopo."
Si addormenta.
Poco dopo mi alzo. Prendo la moto e faccio un giro.

Penso al periodo in cui non riuscivo ad aspettare che mi crescessero i capelli e mi feci le exstencion per fare Ryuji.
Penso a quando io e Ilaria gli comprammo l'impermeabile e il casco bianco con sopra scritto "Giustizia"
Penso ad Ilaria, a quanto è stata d'aiuto per lui e a come la trattai male.
A Federico che me lo portò via, con il suo stesso modo di fare.
A Layla, a come lo ha fatto ridere e lo ha riportato indietro di 4 anni.
A Sharon che è stata delle prime al quale Lui ha voluto bene da subito.
Ad Ambra che gli chiedeva sempre aiuto e che Lui era sempre disposto ad ascoltare, anche quando vaneggiava.. e me ne parlava divertito, come se per lui non c'era niente di male.
A quando eravamo piccoli e io gli piangevo vicino, e lui mi difendeva sempre, cercando di farmi sentire meno solo.
A quanto le persone lo hanno amato nel profondo, senza volere niente in cambio.

Tornai in stanza.
Dormiva ancora.
Mi metto al pc e parlo con qualche amico.
Mi accorgo che si fa tardi e mi avvicino al letto per svegliarlo.
"Mau, sveglia che so le 7, andiamo a magna qualcosa!"
....
"..................Mau, sveglia è sera..."
..........
"Maurì...."


Lo abbracciai forte a me, piangendo.


Ancora oggi sento il suo viso tra le mie braccia.


 
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