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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: IO E LUI
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: --alena-- galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/11/2007 14:28:40

Due ragazzi, non si conoscono ma si amano...
 
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IO E LUI
- Capitolo 1° -

Ciao a tutti! Questa è la seconda fan fic originale-inventata che pubblico, spero vi piaccia, e se volete fare dei commenti contattatemi pure al mio fermo posta, ci spero!
Buona lettura!

Mai si erano rivolti la parola, ma in cuor loro sapevano di amarsi..

Un suono sempre uguale e continuo mi risveglia dallo stato di torpore in cui ero caduta. Apro gli occhi lentamente e aspetto che la mia vista si abitui all'oscurità della stanza.
La sveglia sta ancora suonando e il rumore si fa sempre più insistente e acuto.Mi giro e mi sollevo sul braccio sinistro, allungo quello destro e spengo l'oggetto balordo
che mi ha fatto ripiombare nel mondo reale strappandomi con violenza da quello dei sogni.
Alla leggera pressione che esercita il mio indice sul tasto "RESET", il suono stridulo e molesto cessa di tormentare le mie povere orecchie. Ormai sono sveglia.
Mi lascio ricadere sul letto e cerco di ricordarmi il sogno che stavo facendo poco prima.
Ci riesco solo in parte, così mi alzo, prendo la roba da vestire poggiata la sera prima sul davanzale della finestra e, ancora fiacca e portatrice di stanchezza, arranco fino al bagno.
Dopo un quarto d'ora esco vestita, pettinata e profumata e vado in cucina per fare colazione:latte e biscotti, come tutte le mattine. Appena finisco, sparecchio, spengo la luce, indosso la
giacca, metto in spalla lo zaino ed esco di casa diretta alla stazione ferroviaria.
Mentre sto camminando si uniscono a me due amiche, una mia compagna di classe e una ragazza più grande di un anno che viene alla nostra stessa scuola.
Quando arriviamo alla stazione il treno sta partendo, facciamo in tempo a salire e tutte ansimanti ci sediamo ai nostri soliti posti.
Il viaggio dura meno di trenta minuti, così abbiamo il tempo di fare un giro al mercato cittadino.
Mentre sono ferma davanti a una bancarella di maglie per ragazze e ragazzi mi si avvicina un ragazzo, che comincia a rovistare in una pila di felpe a righe. Con la coda dell'occhio lo osservo e
noto con piacere che è il ragazzo carino di terza, la cui classe è al piano inferiore al mio.
A un certo punto si gira verso di me e mi chiede di passargli il maglione vicino alla mia gamba destra.
Mi ci vuole un po' a risvegliarmi dal trance in cui ero caduta così lui mi ripete la domanda, sorride e indica con un cenno della testa quella che dovrei passargli. Come un automa prendo la maglia e glielaporgo. Lui mi dice grazie, chiama il venditore, gli fa vedere la maglia e paga, poi si gira un'ultima voltaverso di me e mi regala uno di quei stupendi sorrisi che mi paralizzano ma allo stesso tempo mi sciolgonoil cuore. E' troppo bello per essere vero!
Lo sto ancora guardando allontanarsi, quando arrivano le mie amiche e mi dicono che è ora di andare.
Mi lascio trascinare fino a scuola e con la testa fra le nuvole salgo le scale.
Ogni volta che lo vedo non sono più me stessa, ma divento un pezzo di ghiaccio dalla faccia contratta in una smorfia che indica profondo disagio e il cuore che batte a mille e sembra esplodere da un momentoall'altro.
Finalmente mi riprendo e riesco a seguire con discreto interesse la lezione.
Al suono della campanella che segna l'inizio dell'intervallo, esco dalla classe con la mia migliore amica, andiamo in bagno e poi scendiamo al piano terra per andare a prendere qualcosa da mangiare.
Quando arriviamo di fronte alle macchinette c'è un sacco di gente così ci appoggiamo contro il muro e aspettiamo si liberi qualche posto.
Al suono di fine intervallo, tutti si dileguano in un attimo, mentre noi due ce la prendiamo comoda perchètanto non abbiamo nessuna lezione. La mia amica si accorge di non avere abbastanza soldi, così mi dice di aspettarla che va a prendere altre monete.
Non ho fretta.
Mi siedo su un gradino e penso ai fatti miei quando vedo venirmi incontro il bello impossibile che sconvolge ilmio cuore, allerta i miei sensi e mette in subbuglio i miei ormoni.
Mi immobilizzo e i miei occhi si puntano su di lui e osservano ogni suo movimento. Più si avvicina più il mio cuorevelocizza il suo battito. Prima o poi mi verrà un infarto!
Quando mi passa accanto abbassa lo sguardo e mi sorride. E’ la fine! Sento la testa farsi pesante, perdo la sensibilità degli arti e mi accascio supina sul gradino.Tutto quello che riesco a ricordare prima di perdere definitivamente i sensi è lui che si precipita verso di me con una espressione terrorizzata, che mi solleva tra le sue braccia e comincia a gridare per chiedere aiuto.
Poi, più niente. Mi risveglio in un letto che non è il mio, dentro ad una stanza interamente tinteggiata di bianco
che non riconosco. Accanto a me, su uno sdraio, c'è mia madre che sta dormendo. Attraverso la porta aperta vedo passare in quello che deve essere un corridoio, infermiere e medici.
Ritorno a guardare mia madre e mentre la sto scrutando, vedo dietro di lei, su un tavolino, appoggiati dei fiori.
Sono delle calle bianche, i miei preferiti.
Dopo essermi guardata per un altro po' intorno, mi alzo, esco dalla stanza e mi metto a camminare avanti e indietro per il corridoio.
Ad un certo punto mi fermo e mi appoggio al muro: ho le vertigini. Sto per accasciarmi al suolo, quand'ecco chesento due braccia forti afferrarmi da sotto le ascelle e tirarmi di nuovo in piedi.
Mi giro e pronta a ringraziare rimango a bocca aperta.: chi mi ha impedito di cadere è lui.
Mi sorride e mi chiede se sto meglio. Io non so che rispondergli, anche perchè effettivamente non so nemmenoperchè sono svenuta.
Viene mia madre in soccorso. Esce dalla stanza in preda al panico, e con faccia stralunata e capelli scarmigliati
si mette a chiamarmi.
Quando mi vede, appoggiata a lui, si rasserena e si avvicina tutta sorridente e si sistema i capelli.
Fa conoscenza del mio "salvatore", come lo chiama lei, e lo invita a cena da noi, non appena mi avranno dimessa.
Per tutta la durata della conversazione rimaniamo praticamente abbracciati e solo quando arriva pure mio padre,che ci guarda male, ci sciogliamo. Parlano anche loro, ma mio padre rimane freddo, distante.. Lui deve avvertire lo stato d'animo di mio padre, così
si congeda e mi porge un mazzo di girasoli, altro tipo di fiore che mi piace.
Ritorno nella mia stanza tutta sorridente e scopro finalmente cosa è successo e perchè mi trovo in ospedale.
Ho avuto una specie di arresto cardiaco e i medici hanno ipotizzato che non è stato tanto un malessere, ma quanto un collasso dovuto a panico, ansia e una forte emozione provati tutti nello stesso istante.
Non appena finiscono di spiegarmelo in termini semplici sono sbiancata: tutto questo a causa sua.
Non ci posso credere!
Il dottore mi sta guardando e deve aver notato la mia incredulità perchè adesso mi sta sorridendo.
Esce dalla stanza con mia madre e mio padre al seguito e io leggo il bigliettino che accompagna i girasoli.
Il messaggio dice che gli è preso un colpo quando sono svenuta e che non vede l'ora che io mi rimetta per essere più tranquillo.
Non appena finisco di leggere, mi arriva un sms al cellulare: è lui.
Tutta contenta mi chiedo come abbia fatto ad avere il mio numero, ma ho tutte le risposte a fine lettura.: glielo ha dato la mia migliore amica.
Quando alzo la testa dal telefono lo vedo sulla porta che mi sorride. Si avvicina al letto e ci si siede.
Comincia a parlarmi e con parole dolci e toccanti suscita in me forti emozioni. In breve vengo presa anchedall'agitazione: si sta dichiarando. Non appena l'ossigeno riprende a circolare all'interno del mio cervello rinsaviscoe ascolto attentamente tutto quello che mi dice. Mi spiega che si è accorto di provare qualcosa per me soltanto quando sono svenuta e che l'ho fatto preoccupare solo come una persona innamorata si può preoccupare della sua dolce metà. Finito di parlarmi prende una mia mano fra le sue e la stringe con forza. Poi mi tira verso di se e mi abbraccia. Quando ci separiamo lo guardo negli occhi e solo ora mi rendo conto che in questo esatto momento qualcosa tra di noi sta nascendo, qualcosa di grande e importante...

 
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