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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: RomeoxJuliet
Titolo Fanfic: THERE ARE NO MANUALS FOR LOVE
Genere: Romantico, Commedia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, What if? (E se...), Shounen Ai, Yaoi
Autore: ilakey galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/11/2007 21:48:14 (ultimo inserimento: 01/01/08)

(Dopo l'episodio 12) Tebaldo e la sua banda di Capuleti decidono di rapire Romeo ed usarlo come riscatto per la liberazione di Giulietta. (TxM-slash)
 
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IL PIANO DI TEBALDO
- Capitolo 1° -

Romeo x Juliet + la demenza postadolescenziale della giovane Lucrezia Noin + tanto tempo libero + la musa ispiratrice Alty + il film 'Un cavallo di nome amore' (ma esisterà?) ed il melodramma 'Shakespeare maledicici con grazia' (e questo? OòO) presentano...

-There are no manuals for love-

Avvertenze: shounen-ai/ crack pairing XD / SPOILERS fino all'episodio 12 e supersuper SPOILERS su Tibaldo! (mentre su Mercutio.. ho inventato io XD) / qualche scena è davvero idiota X° ed altre sono super serie e drammatiche OòO (es. i complessi di Mercutio ecc ecc XD)
Noticina: XD ok.. ho usato ancora un titolo di un episodio di Gintama..(penso sia il 35)
Dedica: ad Alty è_é la mia figlioletta! Una fanciulla adorabile, divertente e gentile X3 e con una voce meravigliosa! A lei che come me è pazza di Mercutio XD e convinta del suo amore per Tebaldo!

01. Il piano di Tebaldo, conosciuto anche sotto il nome (il piano, non Tebaldo) di 'Diabolico piano nato dalla mente geniale di un giovane uomo d'animo nobile e bellissimo e single' (nome dato dallo stesso Tebaldo)

Giulietta era stata catturata.
Dopo che era fuggita insieme a Romeo per una simil luna di miele in cui entrambi avevano miracolosamente preservato la loro verginità, o questo è ciò che ci è dato di sapere, le guardie del perfido Montecchi erano infine riusciti a scovarli. E se Romeo aveva tentato di distrarle consegnandosi a loro per poter lasciar fuggire Giulietta, la fanciulla non era riuscita ad abbandonare l'amato e si era consegnata anch'ella.
Ma il massimo che poteva capitare a Romeo era una sculacciata ed un letto senza cena mentre Giulietta doveva aspettarsi molto molto peggio. Lei era una Capuleti ed era ricercata.
Probabilmente Montecchi l'avrebbe interrogata, per sapere dove si trovassero i rimanenti alleati dei Capuleti, e poi l'avrebbe impiccata pubblicamente, come monito al popolo di Neo Verona.
Queste erano le informazioni in possesso di Tebaldo.
Tebaldo Capuleti era il suo nome da parte di madre. Tebaldo Montecchi era il suo nome da parte di padre, da parte di quel stesso padre che lo aveva rinnegato e che aveva ucciso sua madre.
Ed ora Tebaldo era una spia, camminava, combatteva e viveva nell'ombra, si era dimenticato di comprare le candele il giorno prima, ed aveva deciso di aiutare Giulietta Capuleti a tornare sul trono di Neo Verona.
Ed ora questo, quella ragazzina dagli improbabili capelli rossi che misteriosamente perdevano tutto il loro volume sotto una semplice parrucca, era stata rapita ed imprigionata e lui non poteva far nulla per liberarla.
Le sue forze non erano abbastanza per un assalto al palazzo di Montecchi e nemmeno le sue spie ed i suoi alleati potevano far uscire un prigioniero così ben sorvegliato.
Davanti a sè vedeva solo un'unica possibilità ed anche una piccola bancarella di limoni.
Comunque la bancarella era chiusa quindi non era il caso di soffermarvisi troppo. Tebaldo viveva lì, nel quartiere più malfamato di Neo Verona, dove le uniche donne che vi erano (ma anche qualche ragazzo) erano sempre disposte a tutto per un po' di spiccioli. E dove gli uomini per strada erano spesso nobili svogliati ed in cerca di divertimento.
Luogo a parte, Tebaldo decise di tornare a concentrarsi sull'idea e sorpassò la bancarella.
Rapire Romeo, il rampollo di Montecchi. Una volta rapito lui Montechci sarebbe stato costretto a lasciare Giulietta per impedire la morte del suo figliolo. Tebaldo era sicuro che nemmeno un uomo crudele e sadico come Montecchi potesse lasciar morire il figlio erede solo per vendicarsi su una Capuleti, anche se lo stesso figlio era chiaramente innamorato di questa Capuleti.
Tebaldo entrò nello sfarzoso edificio azzurro in fondo alla via. Era una casa del piacere, come venivano chiamate, una delle tante in quel quartiere. Ma lui non era lì per piacere ma perchè per ora abitava in una delle stanze al piano di sopra, infatti la proprietaria del luogo era una sua cara amica e molte delle donne di quella casa erano sue spie.
Entrò nella stanza e lasciò guanti e mantello su una delle due misere sedie della stanza, perchè erano davvero misere, accostate al muro, tra lo stesso ed un piccolo tavolo in legno. Il resto della stanza era addobbato invece con un enorme armadio di mogano ed un letto suntuoso.
"Tebaldo," lo chiamò una donna, entrando.
"Ginevra, come state?"
"Tutto bene, benchè quel cliente, Lancillotto si faccia vedere qui quasi tutti i giorni. Il mio fidanzato Arthur non ne è molto felice."
"Perchè ho come l'impressione che tu abbia sbagliato storia*?"
"Cosa?"
"Niente, niente. Cosa volevi?" continuò Tebaldo sedendosi sul letto.
La donna magra e minuta, forse sui trent'anni, con un meraviglioso nasino all'insù e dei folti capelli castano chiaro, si avvicinò a lui. "Sono arrivati."
"Chi?"
"Bhè.. loro. Loro."
"Loro chi? Oh," aggiunse subito il giovane, "intendete coloro che sono qui di nascosto e che spiano per me, uccidono per me e fanno tutto per me tranne che cucinare la colazione. Coloro che fingono di essere servitori e guardie del castello di Montecchi ma in realtà sono dalla nostra parte. oloro che sono qui in missione supersegreta e se vengono scoperti probabilmente verranno uccisi ma prima scuoiati e frustrati dal crudele Montecchi?"
"Sì, loro," rispose irritata la ragazza, " ma sapete, era proprio per quest'ultima parte che non volevo rivelare le loro identità!"
"Oh, sì, avete ragione," replicò Tebaldo a bassa voce e se fosse stato un cane probabilmente avrebbe vergognosamente abbassato le orecchie.
"Bene, allora dico che siete pronto a riceverli." E con un veloce inchino la bella Ginevra contesa da due uomini uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sè.
Non passò molto tempo che la porta si aprì di nuovo. Tebaldo capì subito che 'bussare' doveva essere un'abitudine sconosciuta nel mondo di Neo Verona.
"Mordred, Parcifal, Morgana*," li salutò il giovane Capuleti. -Ma perchè ho l'impressione di aver sbagliato io storia?-
"Tebaldo, è un piacere rivedervi," prese la parola Morgana, una donna grassoccia e bassa, dall'aria sempre affannata. Morgana era la sorellastra di Arthur, il giovane fidanzato di Ginevra, e già da anni lavorava come servitrice, cuoca e cameriera alla corte dei Montecchi, così come Mordred, il suo figliastro, che lavorava nelle stalle. Parcifal invece apparteneva alla guardia armata.
"Cosa vi porta qui? Dovevate venire a farmi rapporto questo sabato se non sbaglio," esclamò subito Tebaldo, saltando i convenevoli.
Mordred fece spallucce: "Sappiamo che Giulietta è stata rapita e si trova nelle segrete del castello. Prima che tu ci chieda qualcosa, sai che è impossibile per noi anche solo provare ad avvicinarci alle prigioni. Ci scoprirebbero."
"Lo so, lo so, e non posso permetterlo, avete ragione infatti-"
"Le tue spie, per la città, ci hanno detto che Curio e Francesco non hanno intenzione di intervenire ancora. Però questo non ti autorizza a chiederci di rischiare le nostre vite per un atto così disperato," continuò per lui la matrigna.
"Ho capito, infatti-" tentò nuovamente Tebaldo, ma questa volta fu Percifal ad interromperlo.
"Il massimo che possiamo fare è stare nelle stanze del palazzo, nella parte superiore. Nelle segrete ci sono tutte guardie specializzate."
"INFATTI! Non vi sto chiedendo questo!" urlò il giovane Capuleti prima che Mordred aprisse nuovamente bocca. Dopo aver ritrovato la sua calma interiore, come gli aveva insegnato quel vecchio eremita dalla barba bianca nel suo viaggio in Perù (ma questa era un'altra storia), riprese a parlare.
"Quello che avevo in mente," spiegò, "è rapire il giovane Romeo. So che è difficile ma con lui potremmo ricattare Montecchi e costringerlo a liberare Giulietta."
Le tre spie rimasero in silenzio, ponderando attentamente la questione ed il resto della serata Tebaldo si occupò di spiegare loro il piano nei minimi dettagli.
Era una cosa semplice, ovviamente a fatti sarebbe stato molto più complicato.
Morgana avrebbe dovuto mettere un sonnifero nella colazione di Romeo e quando questi si sarebbe ritirato nella sua stanza, a causa di sonnolenza e mal di testa, in caso di allergie o vomito consultare immediatamente un medico, comunque.. quando Romeo si sarebbe ritirato nella sua stanza e sarebbe caduto addormentato, Modred lo avrebbe rinchiuso in un baule e, aiutato da Parcifal lo avrebbe portato nelle stalle per portarlo poi lì, da Tebaldo.
"E una volta qui lo terremo bendato finchè Montecchi non libererà Giulietta ed il giovane Romeo non sarà libero. Non voglio che veda in volto nè me nè voi."

I tre uscirono dalla stanza di Tebaldo solo qualche ora dopo, quando tutto nella loro mente era perfetto per quel diabolico piano.
"Sai, c'è una cosa che non ho capito," disse improvvisamente Mordred, mentre i tre scendevano le scale.
"Cosa?" chiese la matrigna.
"Se noi siamo sue spie al palazzo, perchè non possiamo direttamente uccidere Montecchi e farla finita con tutta questa storia?"
I tre si fermarono e si guardarono negli occhi un momento.
Dopodichè scoppiarono a ridere.
"E poi chi lo comprerebbe un anime con una trama così banale?"
*°*°*°*
Nello stesso momento, dall'altra parte della città di Neo Verona, nella parte più nobile e ricca, nel meraviglioso palazzo dei Montecchi, un vecchio nobil uomo forse sui quarant'anni, grassoccio e quasi calvo, stava comodamente seduto su un divanetto rosso a bere e bere e bere.
Il suo nome era Tito Montecchi ed un Montecchi della più nobile specie perchè era il fratello dello stesso Laerte Montecchi che ora governava su Neo Verona. I due fratelli però non potevano che essere più diversi. Se Laerte era crudele, autoritario, forte e temuto, Tito era un molle cortigiano che girava attorno al fratello come una mosca con il miele. Non aveva una grande forza di volontà, non era temuto da nessuno e passava tutto il suo tempo libero ad ubriacarsi e gozzovigliare. Delle scartoffie, delle sue terre, dei suoi titoli nobiliari si occupava il figlio, Mercutio.
Mercutio era tutto ciò che una donna poteva desiderare, almeno all'apparenza. Era educato, istruito, di bell'aspetto nonostante i suoi lineamenti particolari che ricordavano un merluzzo di montagna, un nobile, ricco, ironico e molto divertente. Ed aveva dei bei capelli, nel caso questo possa aggiungere qualche punto a suo favore.
Mercutio era anche tutto ciò che una madre poteva desiderare. Il giovane infatti, a solo tredici anni, aveva passato con lei gli ultimi mesi della sua vita mentre questa, ammalata di dolore per i continui tradimenti del marito, se ne stava a letto, riconoscendolo a stento, tra sanità e pazzia.
Mercutio sarebbe stato anche tutto ciò che un padre poteva desiderare ma il suo di padre era troppo occupato ad ubriacarsi e rinfacciargli la sua nascita.
"So come mi guardi, sai?" era solito dirgli nei momenti di peggiore ubriacatura, "tu non dei nemmeno permetterti di giudicarmi, ragazzino! Se non fosse stato per me, per la mia nobiltà, per mio fratello, tua madre sarebbe stata sulla strada, nobile o no. E tu saresti stato un bastardo!"
Normalmente Mercutio rimaneva fermo, immobile, mentre il padre scaricava su di lui quei fiumi di parole crudeli, dopodichè usciva ed andava a sedurre qualche giovane cortigiana o a tentare di entrare nelle grazie dello zio.
Mercutio voleva avere un padre che lo rispettasse e soprattutto che lui potesse rispettare. Un padre che lo facesse sentire onorato e Laerte, con quella sua forza e fermezza, era il padre perfetto per lui. Cosa avrebbe dato per essere al posto di quello sciocco Romeo che stava rovinando tutto! Stava tradendo suo padre, un padre così meraviglioso, per una semplice donna.
"Mercutio."
A parlare era stata Ermione, la bellissima e nobile fidanzata di Romeo. Ermione era una ragazza fantastica, sempre gentile con tutti e Mercutio a volte pensava persino di essersene innamorato. Ma forse non era amore, non sentiva battere il cuore o tremare le mani, sapeva solo che sposare una donna simile era un privilegio. Una donna che avrebbe fatto qualsiasi cosa per far felice il marito, persino lasciargli amare un'altra.
"Ermione, è un piacere rivedervi, come state?"
La ragazza lo osservò con sguardo triste e desolato. "Sapete come sto. Romeo è confinato nelle sue camere, mangia appena... ed io, io non so cosa fare. Vorrei parlare con lui ma è sempre sorvegliato dalle guardie. Vorrei parlare in privato con lui, per sapere.. sapere cos'ha lei più di me." E diversamente da come ci si sarebbe aspettato in quel lei non c'era nessuna malignità. "Vi devo chiedere un favore Mercutio."
Qualsiasi cosa, perchè siete l'unica che non mi guardate con disprezzo nonostante mio padre sia lo zimbello del palazzo, l'unica che è sempre così gentile.
"Certo, dite pure."
"Vorrei che.. confondiate le guardie, potete farlo? Portare Romeo nella vostra stanza e voi nella sua, così io potrò parlare da sola con lui e sapere.. sapere se quello che vuole è.."
"Volete liberare Giulietta?"
"No," esclamò Ermione tremante, "non oserei mai. Ma se loro due si amano fosse posso farli incontrare.."
Mercutio scosse disperato il capo. Davvero non la capiva. Forse era questo l'amore, sacrificare tutto quello che si aveva, l'onore, il rispetto di sè stessi in onore di una persona che nemmeno ti considera. "Siete troppo buona."
"Vi prego, lo farete?"
"Sì, domani, dopo colazione ingannerò le guardie e manderò Romeo nella mia stanza."

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*Ginevra, Artù, Lancillotto, Mordred, Parcifal e Morgana sono ovviamente tutti personaggi delle leggende Arturiane X3

 
Continua nel capitolo:


 
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