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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: NEW LIFE
Genere: Commedia, Comico
Rating: Per Tutte le età
Autore: nico-olivia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/11/2007 18:20:01 (ultimo inserimento: 03/01/08)

due gemelli, la loro vita. Nulla di più semplice...almeno, così sembra. "Chi non ricorda il passato è costretto a riviverlo" diceva Primo Levi...
 
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- Capitolo 1° -

Saaaalve a tutti! Spero che la fan fic vi piaccia!Commentate, per piacere!!!


“Bill, Tom smettetela! Mettete giù le padelle e calmatevi!”
“Non fino a quando non mi chiede scusa!”
“Io? Sei tu che devi chiedere scusa!”
“Ma se sei tu che continuavi a dare fastidio!”
“Io mi stavo solo esercitando!”
“Ti stavi esercitando… ma dovevi farlo proprio mentre io cercavo di concentrarmi?!”
I due gemelli si fronteggiavano girando in torno al tavolo della cucina e brandendo delle padelle come se fossero martelli da guerra. La ‘scena epica’ andava avanti ormai da mezz’ora.
“Ragazzi, ormai siete grandi! Siete maggiorenni, cavolo! Dovete piantarla di litigare come dei bambini, non avete più tre anni!”
“Gustav, piantala di fare la mammina, altrimenti prendo a padellate pure te!” sbraitò Tom spiccando un balzo verso sinistra per avvicinarsi al gemello che, nello stesso istante, fece due passi nella direzione opposta.
“Ah, io ci rinuncio! Fate pure come volete!”
“Tu non vai da nessuno parte! Altrimenti chi la fa capire a Tom che la deve smettere di disturbarmi mentre mi faccio gli affari miei!”
BUM! La porta si chiuse.

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Bill aprì gli occhi e scivolò piano fuori dal letto, anche se a malincuore. Purtroppo il lavoro lo attendeva, e le calde lenzuola del suo letto non erano il posto adatto a lavorare. Si grattò la testa dirigendosi verso il bagno, per poi chiudercisi dentro e uscirne solo dopo essersi lavato e aver domato quella folta chioma che si ritrovava in testa. Si avviò verso l’armadio e si vestì in modo di sconfiggere il freddo pungente dell’esterno. Prima di uscire controllò di essere perfetto come sempre e diede uno sguardo veloce nella camera del fratello che giaceva ancora addormentato nelle calde braccia di Morfeo.
“Tom! Svegliati! Devi andare a lavorare! Da solo non riesco a pagare tutte le spese per tirare avanti con questo abbozzo di appartamento!”
“Ok… ora mi preparo.” Disse rigirandosi nelle coperte per schermare la luce che entrava dalla porta.
“Ti chiamo fra un quarto d’ora. Se non sei già in strada vengo a prenderti e ti sbatto fuori di casa anche se sei in mutande, e sai che lo faccio davvero. Non sono come la mamma che minaccia ma non fa mai niente.”
“Ok… fra un quarto d’ora sarò in strada.”
Soddisfatto dalla risposta del biondo si avviò verso l’uscita, prese le chiavi poggiate sul mobile di fianco al televisore, se di televisore si poteva parlare, e uscì dall’appartamento.


Tom Kaulitz si rigirò nelle coperte mentre ascoltava una parola su due fra quelle che gli stava dicendo suo fratello.
“Ok… mi preparo.” Disse con tono decisamente poco convinto delle sue stesse parole.
“Ti chiamo fra un quarto d’ora. Se non sei già in strada vengo a prenderti e ti sbatto fuori di casa anche se sei in mutande, e sai che lo faccio davvero. Non sono come la mamma che minaccia ma non fa mai niente.”
“Ok… fra un quarto d’ora sarò in strada.”
Quando sentì la porta chiudersi e i passi del fratello allontanarsi sulle scale si liberò dall’intrico di lenzuola e arrancò stanco verso il bagno. Una volta dentro guardò la propria immagine riflessa nello specchio e si tastò piano lo zigomo destro. Il livido era scomparso, ma il dolore c’era ancora.
“Meglio non pensarci…meno ci pensi, meno senti il dolore, diceva sempre la mamma!”
Velocemente si vestì e si preparò, poi uscì di casa, appena in tempo per rispondere alla chiamata semi minatoria di suo fratello.


“Buongiorno David! Giorno Gustav! Come vanno le cose oggi?” disse Bill Kaulitz entrando nel negozio di musica in cui lavorava.
“Come vuoi che vada, Bill mio caro?! Abbiamo appena aperto! E comunque non abbiamo molti clienti anche normalmente…” a parlare era David, il titolare del piccolo negozio di musica dove già da qualche mese Bill lavorava.
“Beh, almeno mio fratello viene qui quando ha bisogno di qualcosa…”
“Ma tuo fratello viene solo per farti contento e, oltretutto, gli fai anche lo sconto.” Questo, invece, era Gustav, uno dei suoi migliori amici. A detta di tutti quelli che lo conoscono il più grande amante della batteria che ci sia in questo mondo.
“Mio fratello non viene solo per assecondarmi!” disse lasciando il suo zaino dietro al bancone e sedendosi su uno sgabello dietro allo stesso.
“Vedo che con questo risveglio la testa non ti si è messa a posto, Bill. Conciato così potresti mettere una minigonna di pelle e delle tette finte per attirare i clienti.” Disse David, che come sempre disprezzava il modo di vestirsi di Bill. Prima che quest’ultimo potesse ribattere i campanellini appesi alla porta d’entrata suonarono annunciando l’arrivo di un cliente. Una ragazza bionda, con qualche mesch biondo scuro, si avvicinò al bancone.
“Scusi, avete un violino?” chiese senza mai guardare in faccia il moro.
“Certo! Di che misura?” disse lui sorridendo
“Circa quaranta centimetri. È per la mia sorellina, sai…domani fa gli anni e ha sempre sognato di imparare a suonare il violino, quindi…” disse la ragazza fissando con finto interesse ogni singola striatura del legno del bancone.
“Vado a prenderlo subito! Tua sorella sarà di certo felicissima!” sostenne mentre andava nel retro del negozio a cercare l’articolo richiesto. Tornò dopo circa due minuti con tre scatole che minacciavano di cadere da un momento all’altro.
“Bill, hai bisogno di una mano?” chiese Gustav dal fondo del negozio.
“No, va tutto bene…credo…” rispose mentre le scatole ondeggiavano paurosamente sopra la sua testa. Dopo qualche altra incertezza nel tragitto Bill poggiò le scatole sul bancone.
“Allora…abbiamo tre diversi pezzi. Questo” disse aprendo la scatola del primo “ha le corde migliori in circolazione, è fatto molto bene anche se non è artigianale. L’unico difetto è questo piccolo graffio sul retro del manico, ma non incide sul suono…questo invece…”
“Scusa, ma non ci capisco molto di queste cose…” borbottò evidentemente imbarazzata.
“Non c’è problema! Il migliore dei tre è sicuramente il primo, ma è decisamente più costoso rispetto agli altri. Io ti consiglierei…”
Dopo circa un quarto d’ora la ragazza aveva deciso per il secondo violino.
“Grazie per i consigli! Non sapevo davvero cosa prendere!”
“Di nulla. In fondo è il mio lavoro.”
Lei lo guardò un po’ imbarazzata scostando il grande la grande frangia laterale dagli occhi e sorridendo.
“Allora…ciao!”
“Ciao! Spero che a tua sorella piaccia il violino!”
La ragazza uscì dal negozio salutando Bill con la mano e si diresse verso casa sua.
“Altro che minigonna…Bill i clienti li attira così com’è!” scherzò Gustav
“Non è vero! Le ragazze non entrano qui solo per me! Entrano perché hanno bisogno di qualcosa!”
“Guarda che Gustav ha ragione, Bill! Quella ragazza diventava rossa come un peperone quando sorridevi!”
Bill sbuffò e tornò al suo lavoro.


Tom stava vagando da un’ora per Magdeburgo senza avere la minima idea di dove stesse andando.
“Ma quanto è grande questa città?”
Di certo aveva fatto tardi al lavoro. Bella figura che faceva il primo giorno di lavoro!
“Merda! Meglio che chiami Bill, altrimenti qui non riesco nemmeno a tornare a casa!”
Tom estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans extra large e compose a memoria il numero del fratello, per poi premere il verde.
BIP. BIP. BIP. ‘Nota: Deviazione chiamate entranti attive.’ BIP. BIP. BIP.
“Pronto Tom?”
“Bill, ho un problema!”
“Che problema hai? Il tuo capo è una donna e non riesci a staccare gli occhi dal suo culo?”
“Non dire cavolate, Bill! Le donne non c’entrano questa volta!”
“Strano…”
“È solo che…mi sono perso per Magdeburgo. Questa città è incredibilmente grande e intricata, cazzo!”
“Ti sei…PERSO? Questa è nuova…”
“Lo so…ma devi recuperare una cartina della città e dirmi la strada almeno per tornare a casa!”
“Ok, ora vedo cosa riesco a fare.”
“Muoviti Bill! È da talmente tanto tempo che sono qui seduto sul ciglio della strada che cominciano a tirarmi le monetine come se fossi un barbone!
“Un attimo di pazienza, ho quasi fatto! Ecco, ci sono. Dimmi la via in cui sei ora.”
“Ok, allora… via…via…Via XI Settembre.”
“Ma che nomi felici queste vie! Ma, lasciando perdere questo… sai dove sei? Nella via parallela a quella del mio negozio! Se giri in via S. Martino e imbocchi la prima a destra lo trovi dopo duecento metri circa.”
“Davvero? Ne sei sicuro?”
“Si che ne sono sicuro, Hansel!”
“Arrivo…”
“Ok, ciao!”
“Ciao fratellino…”
“Un grazie no?”
Tom mise giù il telefono e cercò con lo sguardo delle vie perpendicolari a quella in cui si trovava ora. In lontananza vedeva un cartello… ‘Via S. Martino ’ e da quella parte lui andò. Prese la prima a destra e la percorse fino a quando non incontrò il negozio di suo fratello. Nello stesso momento in cui lui mise la mano sulla maniglia, una ragazza bionda con degli enormi occhi azzurri fece lo stesso gesto provocando un cozzo dei due corpi.


Bill sentì il suo cellulare tremare nella tasca degli aderentissimi jeans che portava indosso e gli rimbalzò nelle orecchie la suoneria adibita alle chiamate ricevuto da suo fratello: 99 Luftballons (Nena). Con dita agli lo fece scivolare fuori dalla tasca aderente e rispose.
“Pronto Tom?”
“Bill, ho un problema!”
“Che problema hai? Il tuo capo è una donna e non riesci a staccare gli occhi dal suo culo?”
“Non dire cavolate, Bill! Le donne non c’entrano questa volta!”
“Strano…”
“È solo che…mi sono perso per Magdeburgo. Questa città è incredibilmente grande e intricata, cazzo!”
“Ti sei…PERSO? Questa è nuova…”
“Lo so…ma devi recuperare una cartina della città e dirmi la strada almeno per tornare a casa!”
“Ok, ora vedo cosa riesco a fare.”
“Muoviti Bill! È da talmente tanto tempo che sono qui seduto sul ciglio della strada che cominciano a tirarmi le monetine come se fossi un barbone!
“Un attimo di pazienza, ho quasi fatto! Ecco, ci sono. Dimmi la via in cui sei ora.”
“Ok, allora… via…via…Via XI Settembre.”
“Ma che nomi felici queste vie! Ma, lasciando perdere questo… sai dove sei? Nella via parallela a quella del mio negozio! Se giri in via S. Martino e imbocchi la prima a destra lo trovi dopo duecento metri circa.”
“Davvero? Ne sei sicuro?”
“Si che ne sono sicuro, piccolo Hansel!”
“Arrivo…”
“Ok, ciao!”
“Ciao fratellino…”
“Un grazie no?” suo fratello non lo ringraziava mai per questi piccoli favori, e lui glielo faceva pesare sempre anche se in realtà non gli importava poi granché.
Dopo circa dieci minuti vide suo fratello arrivare dall’imbocco della via e lo vide…cozzare contro una ragazza che vuole entrare?!
“Se è così che fa tutte le sue innumerevoli conquiste, le ragazze le capisco ancor meno…”
Il fratello, da galantuomo, aprì la porta e fece entrare prima la ragazza dando modo al gemello di notare che…era la stessa ragazza di quella mattina.
“Ciao Tom!” gridò David dal suo ufficio e senza minimamente scomodarsi per andare a salutare l’amico.
“Tom! Ma che ti era successo? Ti eri perso?” lo canzonò Gustav ridacchiando mentre montava una batteria.
“Gustav, pensa alle batterie che va meglio così…”
“Ciao Tom! Ciao, di nuovo qui?!” esclamò Bill rivolgendosi prima al fratello, poi alla ragazza.
“Beh, si…ecco volevo chiederti…se…” Tom guardò divertito la ragazza che, imbarazzata, quasi non riusciva a spiccicare parola. “Volevo chiederti se ti andava di uscire oggi, dopo il lavoro… sai io e te, a prendere un caffé…per ringraziarti del consiglio per il violino…” disse analizzando gli intarsi del parquet con la faccia rossa come una mela matura. Bill, che in effetti già si aspettava una richiesta simile, finse di pensarci su un attimo e poi accettò. Non era la prima volta che succedeva, anche se fino a adesso le ragazze con cui era uscito non gli interessavano. Mentre la ragazza usciva dal negozio ringraziando continuamente Tom si avvicinò al fratello.
“Guarda, Billino che fa conquiste!” insinuò con fare ironico.
“Io non ho fatto proprio nulla!”
“Dai, Bill, non fare il modesto. Ai visto come ti guardava questa mattina!”
“Gustav…questa mattina non mi guardava proprio!”
“Dai che non è vero! Mentre eri nel retro cercargli quel violino fremeva aspettandoti. E poi avresti dovuto vederla mentre…”


Spero che vi piaccia! Questa ff è un piccolo esperimento, quindi sarei grata a chi di voi commentasse!!! Grazie comunque a tutti i lettori! Un grazie speciale a tokietta, nonchè mia sorellina-ina (per modo di dire). Salve a tutti, ci si rivede al prossimo capitolo!

 
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