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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Death Note
Titolo Fanfic: ULTIMO TRENO
Genere: Soprannaturale, Dark, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...), Yaoi
Autore: lemnia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/10/2007 23:35:53 (ultimo inserimento: 06/01/08)

A volte la morte è solo un nuovo inizio....LightxL
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

Prologo:






Buio. Ovunque.
Ovunque tenebre.
L'oscurità allungava le sue dita invisibili avvolgendo ogni affranto di quei luoghi ormai abbandonati dalla speranza.
L'atmosfera umida opprimeva gli edifici diroccati,sepolcri sperduti fra le nebbie distorte del tempo.
Strade smembrate,deserte che si estendevano fino a perdersi verso gli orizzonti della desolazione.
Polvere e acqua si mescolavano in enormi conche,sommergendo una giungla di tubi e cunicoli che in passato avevano formato la rete fognaria.
Pietre sgretolate e frammenti di vetro ricoprono ogni superficie.
Nessun colore,nessun rumore,nessun profumo.
Solo il nulla regnava sovrano.


Il suo corpo inerte,privo di sensi,giaceva sulle macerie di una scalinata.
La testa gli doleva atrocemente,i polmoni faticavano a filtrare l'ossigeno attraverso quella spessa cappa che lo avvolgeva.
Riemergendo da quello stato di incoscienza cominciò a sentire di nuovo le sue membra intorpidite.
Lentamente socchiuse gli occhi,ma anche la tonalità più scura riusciva a ferire le sue pupille,trapassate da mille aghi appuntiti.
Ogni movimento,anche il più lieve,gli causava fitte atroci,mentre incominciava a percepire quel freddo pungente che era penetrato fin dentro le sue ossa.
Gli abiti impregnati d'acqua gli si incollavano addosso come una seconda pelle. Le orecchie ronzavano acutamente,mentre facendo scorrere la lingua sui denti tentava invano di riattivare la salivazione nella sua bocca.
Passarono ancora diversi minuti prima che tornasse padrone del proprio corpo e della propria volontà.
Il sangue aveva smesso di scorrere sul suo braccio.
Macchie opache ricoprivano il dorso della mano destra fino a ristagnare sopra il quadrante dell'orologio,le cui lancette avevano cessato di scorrere.
Alzandosi su gambe malferme,intervallando lunghe pause,riuscì a raggiungere un'immensa strada anch'essa deserta.
[Dove sono finito?]
Serbava ricordi confusi di quanto fosse accaduto,eppure le immagini appannate che gli affollavano la mente apparivano così distanti,lontane,irreali,quasi non appartenessero a lui.
Conservava memoria degli spari,della fuga,delle voci che lo richiamavano indietro e poi il dolora al petto,le contrazioni allo sterno. Dolore,un bruciore acuto,spilli che lo trafiggevano,il formicolio agli arti,la gola ed i polmoni in fiamme,la vista che sfumava lentamente,rumori ovattati sempre più deboli,il battito irregolare di un cuore,il suo cuore....e poi....il nulla.
Ed ora che poteva ergersi nuovamente in piedi,di fronte a lui....il nulla.
Udì la propria voce levarsi fra le rovine della metropoli. Nessuno rispose a quel richiamo.
Trascinò i suoi passi in una direzione qualsiasi,inciampando,cadendo e rialzandosi caparbiamente.
Inquietudine,silenzio,gelo come fedeli compagni.
Remoto,evanescente,il sibilo di un treno che fluttua sulle rotaie fece la sua comparsa dietro un cumulo scomposto di alcuni palazzi.
Corse.
Corse più in fretta che poteva.
Corse incurante dei muscoli freddi che si tendevano fino a strapparsi,incurante dei polmoni congestionati,incurante del vento ghiacciandogli i vestiti lo schiaffeggiava ad ogni falcata .
Giunse alla stazione senza fermarsi,scagliandosi contro la vetrata incrinata delle porte.
Piegato sulle ginocchia,gli occhi spalancati,il fiato che condensava in piccole nuvole di vapore.
Gente.
Uomini,donne,ragazzi e ragazze,vecchi dalle espressioni desolate,perse nel vuoto,l'immagine stessa della rassegnazione,aspettavano in silenzio davanti ai binari.
Improvvisamente l'altoparlante annunciò l'arrivo del treno 20401 sul secondo binario e la partenza di un altro sul primo.
Una mano tiepida,ustionante sulla sua spalla gelida,lo afferrò da dietro.
Si voltò di scatto,trovandosi faccia a faccia con un uomo alto,baffi neri,sguardo velato dall'ombra del berretto,racchiuso in una lucente divisa nera.
“Qual'è il suo treno?”
“Come?”
“Quale treno deve prendere?”
“Io non devo prendere nessun treno....”
L'uomo arricciò le labbra in un sorriso ironico.
“Qui tutti hanno un treno da prendere”
Tirò fuori dalla tasca un elegante orologio assicurato alla centura da una catena di un pesante color bronzo. Sollevò il coperchio che proteggeva il quadrante scrutando l'ora che scandivano in quel momento le nere lancette.
“Allora....Qual'è il suo treno?”
“Il mio treno...io non lo so qual'è il mio...”
L'uomo in divisa sbuffò senza minimamente cercare di mascherare il suo disappunto.
[Se solo avessi qui il mio Deathnote!
Vecchio idiota. Allora sì che impareresti a portarmi rispetto!]
“Ma cos'è successo? Insomma la città è completamente distrutta e quasi deserta! E....ma dove diavolo ci troviamo?!”
“Tutti hanno un treno da prendere,le consiglio di scoprire qual'è il suo il più in fretta possibile.”sentenziò con voce solenne.
Rimise l'orologio nella tasca e salì sul vagone,rimanendo affacciato all'esterno.
Scrutò a destra e a sinistra aspettando che tutti fossero saliti,soffiò nel fischietto,il cui suono acuto si spezzò non appena le porte si furono richiuse ed il treno si rimise in movimento.
Gli occhi trasfigurati in due braci ardenti,osservavano i vagoni scorrere sempre più velocemente di fronte a lui,come se volessero fondere le lamiere.
[Vecchio pazzo! Come hai osato ignorarmi? E poi che cazzo hai detto?!]
Solo quando la vettura fu scivolata fuori dal suo campo visivo,poté notare sull'altra sponda una persona seduta su di un enorme cubo di cemento,la schiena piegata in avanti rivolta verso di lui.
Ormai erano rimasti solo loro due in tutta la stazione.
L'altoparlante annunciò che il treno 20407 viaggiava con un ritardo di circa quaranta minuti sulla tabella di marcia.
Una folata di vento sollevò le pagine ingiallite di un vecchio giornale che impudentemente stava attraversando i binari.
Seguendo il suo esempio li attraversò con passi decisi mentre alcune ciocche scomposte gli danzavano sul viso.
“Ehi!”
Il ragazzo,perché di un ragazzo si trattava,non diede segno di averlo sentito.
Stava per richiamare nuovamente la sua attenzione,ma la voce gli morì in gola.
Non ebbe più la forza di avvicinarglisi,ma frapponendo qualche metro di distanza fra loro,preferì girargli intorno,trovandosi l'uno di fronte all'altro.

Folti e spettinati capelli d'ebano,rilucenti come ali di un corvo,incorniciavano l'alabastrino incarnato sul quale due immense perle nere,cerchiate alla base,scrutavano un punto invisibile davanti a loro.
Le gambe premute contro lo sterno,i piedi appoggiati sulla superficie ruvida del cubo,le mani accarezzavano il tessuto dei jeans sulle ginocchia.
Quella figura flessa a formare un arco,così simile al ramo di un salice piangente scosso dal vento....non l'avrebbe mai dimenticata.
“Ryuzaky?” appena un sospiro....risuonò come una fucilata che infranse il silenzio che regnava sovrano in quella stazione fantasma.
Lo sguardo smarrito che il ragazzo gli rivolse lo turbò profondamente.
“Tu....com'è possibile che tu sia qui?”
Nessuna risposta sfuggì a quelle labbra carnose solitamente così mobile,ora così inanimate.
“é tutto inutile! Lascia perdere....”
Un ragazzo molto alto,giacca di pelle nera e jeans dello stesso colore,orecchino al lobo sinistro,capelli ossigenati e sparati in aria,li guardava con aria divertita.
“E tu chi saresti?”
“Potrei divenire il tuo salvatore.”
All'udire quelle parole,la lui tanto care,pronunciate con simile leggerezza da parte di un idiota qualsiasi,sentì una forte rabbia montargli dentro.
“Ho un biglietto del treno....ma a me non serve... se lo vuoi...” continuò ignaro della reazione che aveva scatenato nell'altro “ potrei cedertelo....al giusto prezzo s'intende!”
“Noi qui.... siamo morti vero?”
“Perspicace ragazzo!”
Ricordava perfettamente le parole di Ryuk.
Chiunque avesse usato il Deathnote,una volta sopraggiunta la propria morte,avrebbe avuto negato l'accesso sia nel paradiso che all'inferno.
Entrambi avevano pensato ad un sonno eterno,ma evidentemente si erano sbagliati.
Improvvisamente,come se un fulmine l'avesse colpito,si voltò verso Ryuzaky.
“Lascia perdere,è inutile! Non sa neanche dove si trova....” lo avvertì il biondino.
“è un'anima persa!”
“Un'anima persa?”


[pensieri]
"dialoghi"
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 1
ema93
14/06/09 16:26
ciao!! senti volevo chederti se questa fanfic l'ai presa o postata su un altro sito...perchè credo di avela già letta...
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

azrel91 08/06/08 20:20
bella!bella!bella!
asppettiamo altri capitoli!
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azrel91 - Voto: 28/05/08 16:41
è un seguito stupendo
aspetto con impazzienza gli altri capitoli
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