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Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Final Fantasy X
Titolo Fanfic: UN UOMO
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot
Autore: aryyuna galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/10/2007 11:28:33

Seymour vuole Yuna come tramite per avere il potere assoluto. Ma sarà davvero così? La mia prima fanfiction, scritta più o meno tre anni fa
 
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UN UOMO
- Capitolo 1° -

La Piana della Bonaccia si apriva davanti a me.
Amavo quel luogo. Grande, quasi sconfinato. E selvaggio, pericoloso.
Non avevo protezioni con me. Non m’importava di essere attaccato dai mostri. Erano solo un modo in più per dimostrare la mia potenza.
Davanti al grande crepaccio, formato dall’Invocazione Suprema del Grande Lord Gandof, fui attaccato dal mostro più potente della Piana, quello che aspettavo. Me ne sbarazzai facilmente, ma, mentre i lunioli uscivano dal suo corpo, sentii un richiamo. Una voce di uomo si levava dal crepaccio, mentre i lunioli vi indugiavano sopra. Era una voce strana, simile allo stridio delle scaglie di Sin… Simile al verso di Sin stesso.
I lunioli del mostro formarono delle immagini. Immagini risalenti a dieci anni prima.
Un’Invocazione Suprema, dall’aspetto imponente e minaccioso che ricordava uno dei guardiani di Braska, Sir Jecht, inseguiva Sin all’interno del crepaccio.
Mi affacciai per vedere meglio.
L’Eone Supremo si fuse con Sin, che intanto svaniva. Il corpo di Sir Jecht fu portato in alto, sorretto dai lunioli, che iniziarono a svanire con lui.
Il grido si ripeté, assumendo sempre di più lo stridio tipico di Sin, finché l’immagine di un Sin rinato dal Jecht trasportato su dai lunioli volò sopra la Piana. Aveva qualcosa che ricordava vagamente l’Eone Supremo di Braska…
Fu allora che capii: l’Eone Supremo diventava Sin. Perciò Sin era immortale.
Sin.
Il Peccato, la potenza, la morte.
Il clero sapeva tutto ciò, lo sentivo… ma io non l’avevo mai saputo… o forse sì? Ricordi che non sapevo di avere si materializzarono davanti ai miei occhi, grazie ai lunioli che riempivano l’aria.
Mio padre… Mia madre… Sin.
Sì, lo sapevo già da molto…
Il mostro che aveva sconvolto le vite di tutta Spira mi aveva mostrato come raggiungere il potere che avevo sempre desiderato: dovevo essere il guardiano con cui l’Invocatore sconfiggeva Sin.
Mi serviva un’Invocatore.

Il Torneo del Blitzball si apriva, e la folla di tifosi iniziava già a riempire lo stadio, nonostante mancasse ancora molto all’inizio della prima partita. Molti ci attendevano alla banchina. Il Grande Maestro Mika avrebbe dato formalmente inizio al Torneo, e in molti volevano accoglierlo, mentre altri cercavano me, il successore di Lord Jyscal alla guida dei Guado. Il figlio di un Guado e di un’umana, che avrebbe portato la pace tra le due razze.
Scendemmo a terra.
In molti si avvicinarono a noi incuriositi, mentre altri accoglievano i giocatori, arrivati con altre navi. Insieme agli Aurochs, notai qualcuno che non mi aspettavo assolutamente: una fanciulla d’incredibile e pura bellezza, con l’asta da invocatrice, circondata da numerosi guardiani. Era lì, davanti a me. La pelle candida, i capelli di seta, gli occhi di colore diverso, segno, probabilmente, di una discendenza mista…
Mista. Come me.
Decisi: Lei sarebbe stato il mio tramite per il potere.

Al termine della finale, feci entrare dei mostri nello stadio e li sconfissi, inscenando il salvataggio della città da parte del mio Eone, Anima.
Volevo attirare la Sua attenzione.
Lei incrociò il mio sguardo.
Un sorriso si allargò sul mio volto: ormai avevo iniziato.

–Ma, Lord Seymour…
Tromell mi annoiava, come sempre. Il motivo era che avevo deciso di appoggiare l’Operazione Mihen, mentre avrei dovuto oppormi, dato che il clero è contrario alle macchine… Ma non m’importava: la gente vuole credere a qualcosa e io non glielo impedisco, ma questo vale anche per gli Albhed, e se loro erano convinti che così avrebbero distrutto Sin… Beh, perché non aiutare anche loro?
Incrociai l’Invocatrice dagli occhi diversi all’ingresso della Via Microrocciosa, dove l’autorizzai a passare, nonostante i pellegrinaggi dovessero essere necessariamente sospesi per quella zona. Notai che il leggendario Sir Auron, l’altro guardiano di Lord Braska, si era unito ai suoi guardiani, ma cercai di non pensare che avrebbe rovinato i miei piani: poteva anche non conoscere la sorte toccata al suo amico. Chiesi a Yuna e ai suoi guardiani di assistere all’Operazione: era il secondo passo verso la sua conquista.

Il terzo passo fu quello di invitarla nella mia Residenza, a Guadosalam. Le avrei fatto la proposta. E Lei… avrebbe accettato, anche se non subito.
Una volta arrivata, la feci accogliere da Tromell.
Una nuova guardiana si era unita al suo gruppo, una ragazzina Albhed. Troppi guardiani… Troppe persone che potevano distrarla…
Quando arrivai, le sue morbide labbra rosee si schiusero in una domanda.
–Mi avete fatta chiamare?
La sua voce, così dolce, era tesa, sospesa…
–Rilassatevi, Lady Yuna, non c’è nessuna fretta.
–Yuna è in pellegrinaggio– interruppe l’incanto Sir Auron. –Ha fretta– continuò tagliente.
–Le mie scuse– risposi. Avrei dovuto essere solo con Lei, senza quella piccola folla che rubava la sua attenzione.
Posai la mano sul piccolo ripiano dietro di me, toccando la sfera che avevo fatto preparare.
Mentre toccavo la sfera, la stanza cambiava. In breve, fummo immersi in un mare di stelle.
Mi avvicinai a Lei. I suoi occhi, spalancati per la meraviglia, riflettevano le stelle, donandole un aspetto ancor più puro e divino. Le stelle si spostarono, mentre una città viva e illuminata a giorno, nonostante l’ora, prendeva il loro posto. I grattacieli sfrecciavano intorno a noi.
–Questa sfera è la ricostruzione dei pensieri dei morti nell’Oltremondo– le sussurrai.
Le strade, le persone si delineavano intorno a noi.
Yuna era sempre più affascinata.
–Zanarkand!– esclamò uno dei suoi guardiani, il ragazzino biondo con lo squadro infantile, che avidamente cercava qualcosa intorno a sé, nella città che aveva preso forma.
–Esatto. La grande e meravigliosa città delle macchine. Zanarkand– risposi. Lei mi guardò. Io le sorrisi. –Lei viveva qui.
Lo dissi nel modo più misterioso che mi riuscì. Volevo catturare la sua totale attenzione, sottrarla al resto… ai suoi guardiani… concentrarla su di me, perché capisse a pieno la mia proposta, e la sentisse fino in fondo dentro di sé.
–Lei chi?– mi chiese l’Invocatrice.
Non risposi. Il paesaggio cambiava, come rispondendo alla sua domanda.
Una camera da letto prendeva il posto della città.
Una donna dai lunghi capelli d’argento sedeva sul letto.
–Lady Yunalesca!– la riconobbe subito Yuna.
–La prima a sconfiggere Sin– mi rivolsi a Lei. –Tu hai ereditato il suo nome, Lady Yuna.
–Così volle mio padre.
I suoi occhi innocenti fissavano i miei, maturi… duri.
–Ma Lady Yunalesca non sconfisse Sin da sola– sussurrai.
Un uomo entrò nella stanza. Yunalesca gli corse incontro e i due si abbracciarono e baciarono.
–Lord Zaon!– esclamò Yuna.
–A sconfiggere Sin fu l’amore che unisce due cuori in eterno.
Ora avevo la sua totale attenzione, mentre i suoi guardiani osservavano muti la scena.
Mi chinai verso di Lei, sussurrandole dolcemente all’orecchio –Lascia che sia il tuo Zaon, Yunalesca. L’amore sconfiggerà Sin. Sposami, e l’amore porrà nuovamente fine alla minaccia. E noi saremo uniti in eterno– conclusi abbassando ancor di più la voce, in un sibilo che Lei udì e che la fece tremare.
La stanza riprese la sua forma originaria.
Yuna mi guardava spaventata. Le sorrisi. Mi ero aspettato quella reazione, e sapevo cosa avrebbe detto, ma sapevo anche che non avrebbe avuto la forza di rifiutare. La osservai prendere un bicchiere d’acqua, mentre il suo turbamento cresceva.
–Mi ha… chiesto… di sposarlo…– spiegò la giovane Invocatrice ai suoi guardiani, con la voce rotta da un’emozione mista di paura e… sì… gioia.
–Sai qual è il compito di Yuna– mi si rivolse Auron freddamente.
–E non intendo ostacolarlo. Al contrario. Voglio essere il tuo sostegno, come Lord Zaon lo fu per Lady Yunalesca. Naturalmente hai tutto il tempo che vuoi per pensarci, Lady Yuna.
Non le misi fretta. Conoscevo il suo cuore puro.
Yuna uscì, seguita dai suoi compagni.
–Lady Yuna! Mi aspetto un sì.
Ora, avrei dovuto solo aspettare.
Aspettare che la scintilla che avevo acceso nel suo cuore si trasformasse in un incendio, e che la giovane e pura salvatrice capisse cosa voleva il suo cuore.

–Lord Seymour– mormorò Tromell entrando a testa bassa. –Dovremmo andare a Macalania…
Annuii. Yuna ci avrebbe messo del tempo a decidere e intanto avrei potuto dedicarmi al mio dovere di Sacerdote del Tempio.
Tromell mi accompagnò attraverso la Piana dei Lampi, reggendo un ombrello sopra la mia testa.
La Piana dei Lampi mi aveva sempre affascinato.
Non camminavamo sotto le torri costruite in tempi antichi dagli Albhed, ma sotto i fulmini che squarciavano con la loro forza il cielo buio. La pioggia cadeva fitta come sempre, mentre io pensavo alla risposta di Yuna. La vedevo correre al tempio di Macalania, gridando che sarebbe stata mia. Un brivido mi percorse la schiena, mentre acceleravo, lasciando indietro Tromell.
–Lord Seymour… Aspettatemi…
Attraversai il Bosco, sempre con Tromell che arrancava dietro di me, fino al Lago ghiacciato di Macalania.

Aspettavo la risposta di Yuna da molto, ormai, quando Tromell me la annunciò.
Dopo che fu andato a riceverla, Yuna entrò a passo incerto nel Vestibolo del tempio, dove l’aspettavo.
–Lady Yuna– la accolsi inchinandomi.
Lei compì la riverenza del clero in risposta.
–Io…– iniziò esitante. –Io ho pensato molto alla sua proposta, Maestro Seymour…
Si fermò, guardandomi negli occhi. Distolse presto lo sguardo e fece un passo avanti verso il Naos, dandomi le spalle bianche e immacolate. La fascia bianca dell’abito che le circondava la nuca… ebbi l’improvviso desiderio di strapparla, ma mi fermai subito, senza dare troppa importanza a quell’impulso animale.
–Ho pensato a lungo… se accettare… o rifiutare… ma, prima di risponderle, vorrei compiere il mio dovere di Invocatrice, pregando l’Intercessore di donarmi l’Eone del ghiaccio…
–Non vi metterò fretta, Lady Yuna– le risposi dolcemente, inchinandomi ancora.
Lei sorrise ed entrò nel Naos.
Attesi pazientemente.

La porta del Naos si schiudeva. Yuna ne uscì tremando. Mi avvicinai a Lei per sorreggerla, quando la porta d’ingresso al Vestibolo si spalancò.
I sei guardiani di Yuna entrarono di corsa, il ragazzino biondo in testa.
–Seymour!– gridò.
Yuna era improvvisamente angosciata.
–Perché… ?– chiese ai suoi compagni.
–Abbiamo visto la sfera di Jyscal– le rispose il ragazzino.
–L’hai ucciso– mi si rivolse freddamente Auron, la spada pronta in spalla.
Sorrisi. In realtà, il loro tempismo avrebbe potuto essere migliore, ma confidavo molto nel cuore umano di Yuna.
–Sì. Lady Yuna, lo sapevate già, no?
Yuna annuì, guardandomi negli occhi, spaventata.
–E allora perché siete venuta lo stesso?– le chiesi dolcemente.
Yuna cercò lo sguardo dei suoi amici. Avanzò lentamente, scendendo gli scalini di ingresso al Naos.
–Sono venuta…– prese la sua asta. –Sono venuta per fermarvi, Lord Seymour!– esclamò voltandosi verso di me.
Risi. In realtà ero amareggiato, non mi ero aspettato nulla del genere dalla dolce Yuna… Ma forse fu un errore mio: il suo carattere forte e determinato a portare la pace non poteva soprassedere su ciò che avevo fatto… anche se ne avesse conosciute le ragioni.
Comunque, non era ancora detta l’ultima parola.
Combattei contro Yuna e i suoi guardiani, e fui costretto ad invocare Anima… l’Eone ottenuto da mia madre divenuta Intercessore… ma fu tutto inutile.
Ero a terra. Lei era accanto a me. Il dolore si leggeva nei suoi occhi.
Una nuova e strana emozione, incredibilmente simile al mio impulso animale di poco prima, ma molto più dolce, si impadronì improvvisamente del mio cuore, mentre la guardavo attraverso il velo che iniziava a ricoprire il mio sguardo.
Un’emozione umana…
Le forze iniziarono ad abbandonarmi.
L’immagine di Yuna era sempre più sfocata, ma l’emozione era sempre più forte.
Era forse… per quell’emozione…. che… volevo accompagnare… un’Invocatrice? … C’era forse… sempre stata… in fondo… al mio cuore? … Allora… non era… il desiderio di potere… a spingermi? … O era… anche… quello?
Scacciai quei pensieri. Non volevo amare Yuna. Lei… doveva essere il mio tramite per il potere. Niente di più.
–E così… mi hai ucciso…– le sorrisi, poi tutto divenne bianco, e non pensai più.

Aprii gli occhi.
Ero disteso su un letto del Diaconio nel Tempio di S. Bevelle.
La stanza era deserta.
Mi sollevai a fatica.
Non avevo nulla addosso… nemmeno le tracce delle ferite che mi aveva inferto Yuna… Una crudele consapevolezza mi suggerì la risposta, mentre luminosi lunioli colorati uscivano dal mio corpo. Yuna mi aveva davvero ucciso.
–Lord Seymour!– esclamò Tromell entrando nella stanza. –State bene, Milord?
Annuii.
Yuna mi aveva combattuto. E ucciso.
Ripensai a Lei, rividi i suoi occhi mentre mi parlava, risentii la sua voce…
–Dov’è Yuna?
–Non dovete preoccuparvi: la traditrice verrà punita.
Punita? No… non è questo che…
–Ora rilassatevi, Lord Seymour, riposate…
Spinsi via Tromell, alzandomi di scatto con le lenzuola addosso.
–Esci. E da’ ordine di portare qui Yuna, viva– gli ordinai sottolineando l’ultima parola. –Fai preparare il matrimonio.
–Matrimonio?– esclamò stupito Tromell. –Ma… Milord…
–Fa’ come ti ho detto!
Tromell uscì arretrando a testa bassa.
Yuna… Avrebbe detto sì, se non fossero arrivati i suoi guardiani… Il ragazzino… La pagheranno. Sono stati loro… Yuna…
Ricordai improvvisamente i miei pensieri prima di morire.
Amore? L’amore è un’emozione umana, e io non sono umano… Il mio era solo desiderio, mi convinsi. Desiderio del potere che solo Lei poteva darmi…
Mi vestii in fretta ed uscii, allontanando quei pensieri dalla mia mente.
I sacerdoti si inchinavano al mio passaggio.
–Tromell!– lo chiamai.
Tromell mi si avvicinò tremando.
–Milord?
–Chiama le guardie e inviale dall’Invocatrice Yuna. Lady Yuna deve essere portata qui sana e salva. Non un solo capello deve esserle torto. Per quanto riguarda i suoi guardiani… Di’ alle guardie che facciano pure quel che vogliono, di loro. Una volta che Yuna sarà qui, ci sposeremo.
Tromell ubbidì, più spaventato del solito dalla mia voce. La sentivo anche io diversa… Più dura, irata, fredda…

Yuna era stata portata al Tempio, nella camera che le avevo fatto allestire.
Bussai alla sua porta.
Non rispose.
Bussai ancora.
–Avanti– mormorò dopo un lungo silenzio.
Entrai.
Sedeva sul letto. Indossava l’abito bianco che i sarti di Besaid avevano creato apposta per il nostro matrimonio. Il bianco le conferiva un’aspetto ancor più puro; il corpetto lasciava scoperte le spalle bianche, donandole un aspetto irraggiungibile, rendendo dea la donna, mentre lo spacco centrale della lunga gonna rendeva donna la dea… Una dea luminosa ed una donna sensuale…
Non dovevo amarla, mi ripetei.
Lottai col desiderio, costringendomi a rompere il silenzio.
–La cerimonia inizierà tra breve– le dissi sorridendo.
Lei alzò lo sguardo. Uno sguardo dolce, spaventato… e passionale. Uno sguardo diverso da quello della pura Invocatrice che mi aveva ucciso.
Distolsi il mio, e mi allontanai.

La cerimonia iniziò.
Noi due avanzavamo tra i sacerdoti, che si inchinavano ai nostri lati.
Il Maestro Mika ci aspettava in cima alla lunga scalinata, per celebrare il matrimonio.
Lei era al mio fianco, pronta a sposarmi.
Le campane suonavano.

Un rombo ruppe il solenne silenzio d’attesa.
L’Aeronave Albhed sfrecciò nel cielo di Bevelle.
Kinoc diede ordine alle guardie di fare fuoco, mentre io e Yuna ci allontanavamo.
Il vento dell’Aeronave porto via il velo di Yuna, mentre Lei fissava i suoi guardiani, i suoi amici che venivano a salvarla.
Mentre combattevano per Lei, Yuna prese l’asta, pronta a trapassarmi.
–Insceneresti il matrimonio solo per trapassarmi?– iniziai, col cuore improvvisamente stretto in una morsa dolorosa. –Ammirevole da parte tua, ma…
Feci un segno a Kinoc che, minacciando di uccidere i suoi amici, la costrinse a lasciare l’asta e ad accettare le nozze.
Yuna mi guardò negli occhi.
Più paura che desiderio si leggevano sul suo viso, ma la baciai, anche se Lei non lo fece… Ma non fu questo a spaventarmi. Fu la mia reazione, il mio bacio, che diveniva sempre più appassionato quanto più Lei cercava di allontanarsi.
–Uccideteli– ordinai costringendomi ad abbandonare le sue dolci labbra.
Yuna si staccò da me, correndo verso la balaustra.
–Lasciateli andare! O io…
Fece un passo indietro.
–Se ti lanci, morirai– cercò di farla ragionare il Maestro.
Lei ignorò Mika, indietreggiano ancora.
I suoi guardiani la guardavano spaventati.
–Non preoccupatevi per me– disse loro. –Io posso volare.
Si lanciò.
Corsi ad affacciarmi, preoccupato. Mentre cercavo di spiegarmi la paura di perderla con qualunque cosa diversa dall’amore, la vidi invocare il suo Valefor per salvarsi, e fui sollevato. Il matrimonio era solo rinviato.
–Ti avrò, Yuna.
Un brivido attraversò la mia schiena.

Yuna e i suoi guardiani stavano attraversavano il Canale Purificatio. Nessuno ne era mai uscito vivo, ma io contavo che Yuna potesse. La desideravo ancora… anche se non riuscivo più a capire quale ne fosse il motivo, se il potere o l’amore.
I soldati l’attendevano schierati sul Gran Ponte, ma nessuno di loro l’avrebbe fermata. E probabilmente neanche io, che l’attendevo davanti alle porte di Bevelle.
La dea arrivò.
Il suo guardiano Ronso cercò di trattenermi, di dare agli altri il tempo di fuggire… Illuso. Nessun Ronso poteva nulla contro di me… Nessun uomo… Nessun mostro… Nessuno. Solo Lei.
Yuna e i suoi compagni tornarono indietro ad aiutare il Ronso, e cominciammo un nuovo combattimento.
Fui sconfitto di nuovo.
Ma non mi arresi. Non avrei mai rinunciato a Lei… o meglio… al potere che poteva darmi, cercai di dirmi.

La Piana della Bonaccia si apriva ancora una volta davanti a me.
–Lord Seymour… Forse dovremmo…
–Torna a Guadosalam, Tromell.
–Milord…
–Vai.
Avanzai da solo. Non mi serviva Tromell. Volevo solo Lei.
Stavolta avevo delle protezioni contro i mostri, con me: nulla doveva ritardare il mio nuovo incontro con Yuna. Sconfissi facilmente e senza perder tempo i Ronso che mi si paravano davanti e scalai il Gagazet.
Ormai nulla mi avrebbe più fermato. Niente mi avrebbe impedito di arrivare a Lei. Ero pronto a tutto… A tutto.
Rinunciando a capire i reali motivi della mia ossessione per Yuna, la incontrai sul sentiero che portava alla Grotta, accompagnata dal ragazzino biondo che, avevo scoperto, era il figlio di Sir Jecht, l’attuale Sin.
Fui di nuovo sconfitto.

Sin passava sopra Bevelle, incontrandosi con l’Aeronave Albhed che trasportava Yuna. Mi lasciai sciogliere in lunioli, così da entrare nel corpo di Sin insieme a Lei. Avrei raggiunto il mio obiettivo, in un modo o nell’altro.

La attesi al termine del Mare delle Pene.
Ancora una volta, il nostro incontro si limitò ad un combattimento, ma stavolta i suoi occhi erano più freddi e determinati, mentre stringeva con una mano l’asta e con l’altra la mano del figlio di Jecht.
Odiai con tutto me stesso il ragazzo.
Perché mi avevano sconfitto, mi dissi, perché…
Perché ero geloso.
Geloso di un misero essere umano.
L’essere umano che mi aveva sottratto… la donna che amavo. Non il potere.
–Alla fine… riesci a trapassarmi…
Le sorrisi.
Non riuscii ad odiarla, nonostante tutto.
L’amavo.
I lunioli che uscivano dal mio corpo iniziarono a svanire nel nulla, mentre l’immagine di mia madre mi appariva davanti, tendendomi la mano. La presi, accettando la morte, sorridendo alla donna che amavo.
In fondo, ero anche io un uomo.
 
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