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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: UN LUPO SUL RISJAK
Genere: Avventura
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: vegetaa-slo galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/10/2007 13:47:17

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UN LUPO SUL RISJAK
- Capitolo 1° -

Faceva un freddo cane quando l'autobus ci scarico a Gornje Jelenje, in quella che io chiamo la gola del gielo.Le solite sventagliate,come lame, ci scaricavano adosso un nevischio inpalpabile.Anche per questo, senza pensarci due volte, ci ponemmo lo zaino in spalla ed infilammo in gran fretta la strada che parte alle pendici del Risnjak considerando, una giornata veramente balorda per sipngerci verso quella zona tagliata fuori dal mondo.Poi, piu inanzi, la faccienda si fece ancora piu complicata perche ci si mise di mezzo anche il manto nevoso che aumento di spessore come avanzammo, diventando per fortuna giaccio una volta lasciata la strada ed infilato il sentiero che s'addentra nel parco nazionale.

Mio compagnio occasionale Gigi(ma non pronunciato all'italiano ma in croato Ghighi dunbue). Smilzo e asciutto.Che arrampica anche molto bene ma che non ha molta dimesticezza col ghiaccio e con la neve, tanto meno con le racchette che ci ponemmo ai piedi per non sporofondare.Comunque la galaverna aveva creato un paesaggio da favola:pareva di camminare tra trine appese un po' dappertutto sui rami degli alberi contro un cielo tanto azzurro da parer irreale.
Piu avanti, oltre la cosidetta Porta dell'Orso daprima e poi dopo la selletta, la bella montagna ci aparve in tutta la sua magnificezza.Il sentiero che e diventato per il ggchiaccio impraticabile, ci constrinse a salire lungo la crestina che di solito, durante l'estate. E popolata da miriadi di stelle alpine e di eringhi, propio rarira botaniche.Ci fermammo lassu al sole tiepido , piacevole anche se guastato dalla lama del vento.Stavo spiegando a Gigi di come la prima salita invernale registrata risalga al 1906 ad opera di un certo proff. Fiumano Wanka mentre il primo ad aprire una via sulle pareti nel 1926 e stato Arturo Colacevich.Dopo un po mi addito delle orme sulla neve e piutosto spaventato mi disse:
-Guarda la!! Saranno mica di lupo!..-
-Un lupo? Quelle traccie vuoi dire? Saranno di volpe!-
-Troppo larghe,troppo profonde...-
-Dici ?-
Mi curvai ad osservarle meglio.Un brivido freddo mi passo per la schiena e iuro che questa volta il freddo non c'entrava.Mi ricordai degli ululati che una volta mi avevano sorpreso sulla piana del Platak mentre tornavo con Andrea Petric dall'aver marcato un sentiero, facendomi fare una maratona tanto veloce che neanche alle olimpiadi...
-Gia,hai ragione,sembrano propio di lupo...-
Brontolai preoccupato e senza aggiungere parola mi avviai verso il vicino rifugio.
Il quale rifugio allora era completamente disastrato, praticamente un rudere.Porte e finestre spalancate, la neve accumulata nella sala al pianoterra, la baracchetta laterale demolita, il piccolo bivacco all'entrata propio inagibile.Considerammo preoccupati la situazione.Ci eravamo portati dietro i sacchi a pelo per poter passare una notte alla meno peggio in attesa, all'indomani, degli amici sciatori di fondo.Non ci rimase altro da fare che pulire una stanzetta intera che, per fortuna, aveva anche una grossa stufa e che, date le finestre ben sprangate e inchiodate, era sgombra di neve.
Con la legna che trovammo nel sottoscala, per prima cosa accendemmo un bel fuoco.In breve la stufa divento quasi rossa, i muri persero pian piano i loro lustrini di ghiaccio,scovammo al piano di superiore alcuni materassi asciutti e li sistemammo sui tavoli.Ma quel lupo!...A tratti andavo alla finestra della sala che aveva le ante spalancate.E mi accorsi cosi, nel rosso del tramonto, che qualcosa si muoveva. Pulii il vetro appanato.Si, la bestia andava avanti e indietro, fiutando i cumuli di neve, anche le orme che avevamo lasciato.Non seppi resistere:
-Un lupo!-gridai.-Avevi ragione Gigi un lupo!-
IL ragazzo mi raggiunge accanto alla finestra.Vedemmo l'animale allontanarsi,ritornare, nella penombra dell'crespuclo ad un tratto dirigersi dritto verso l'entrata.
-Dobbiamo sprungare la porta!-gridai.-Dai Gigi vieni, aiutami!-
Balzammo fuori dallo stanzon, postammo i rigagnoli che s'erano formati per la neve sciolta dal calore, ci buttammo sulla porta.Che non vole chiudersi del tutto.Gigi s'appogio con tutto il suo peso, io puntai i piedi.Niente! Forse una crosta di ghiaccio impediva di chiuderla.Allora la barricammo con i pesanti tavoli e le sedie sgangherate che trovammo nella sala.Alla fine, ansanti, rimanemmo in ascolto. Sentimmo subito grattare sulla porta,a lungo.E poi un guaito, flebile da prima, insistente, poi inplorante e doloroso.
-E un cane!-esclamai ad un tratto-un cane!-Togliemmo tavoli e sedie, aprimmo la porta.Il bastardone ci guardo con due occhi spaventati, umani.Ci facemmo da parte.La bestia capi, entro, s'ando subito a sdraiare accanto alla stufa. Sospiro un'paio di volte, sbuffo, ci spio, s'addormento quasi subito. Il suo pelo comincio a fumare.Dormi con noi tutta la notte . E il mattino dopo, uggiolando, dimenando la coda, ci chiese di uscire. Spari subito nella nebbia che s'era levata compatta...

 
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