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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Holly e Benji (Captain Tsubasa)
Titolo Fanfic: PIOGGIA D'AGOSTO
Genere: Sentimentale, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: glox galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/10/2007 19:14:57

"Il Sole stava tramontando. La sua luce rosso/arancione illuminava il paesaggio." mia prima fic su questo anime/manga.
 
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PIOGGIA D'AGOSTO
- Capitolo 1° -

Pioggia D’Agosto

Il sole stava tramontando. Il paesaggio era coperto da un manto rosso/arancione. Un leggero vento si stava alzando muovendo le chiome degli alberi.
Il mare. Dietro di sé il sole. Rosso.

Davanti a tutto quello rispecchiava in profondità una casa Bianca. Colore puro.
Ma si sa che il Bianco si Sporca diventando Nero. Ebbene, quella casa all’apparenza pura e tranquilla, era complice di un fatto terribile. Il sole Rosso illuminava la scena, i suoi raggi delicati entravano attraverso la finestra del giardino. Al suo interno si vedeva un salotto. Due divani bianchi contornava un tavolino in quercia. Le pareti Bianche avevano sovrapposte foto e quadri.

Quella stanza, sì, proprio quella stanza, non era stata sempre Bianca.
Un giorno d’estate, precisamente Agosto. Dal cielo cadevano miliardi di goccioline. Pioveva.
Una ragazza, Reiko Miyazaki, osservava quel fantastico spettacolo. Lei adorava la pioggia e le piaceva osservare il mare durante quelle giornate. Era mosso, le onde si rompevano sulla costa. Il grigiore del cielo si rispecchiava su quel manto cangiante.
Si alzò il vento. Gli alberi cominciarono a muoversi frettolosamente. Le foglie si staccarono dai rami sparpagliandosi nei dintorni. Una foglia Verde si posò sulla finestra. Reiko aprì gli infissi e la prese in mano. La guardò, la scrutò. Il vento entrò nella stanza, muovendo le tende Bianche, il capelli Neri e la veste Bianca di lei. Reiko si rilassò. Chiuse gli occhi per assaporare quel momento.
Dopo cinque minuti chiuse la finestra. Diede un ultimo sguardo all’esterno e si sedette sul divano. Bianco. Puro. Tranquillo. Silenzioso. Sembrava sovrannaturale. Le faceva paura.

Il Bianco non rimane puro per sempre, ad un certo punto si sporca e diventa Nero.

Davanti alla ragazza, sopra al tavolino, si trovava un coltello. Era sottile ma affilato. Molto.
Lo prese in mano. Lo guardò come fece prima con la foglia. Lo portò all’altezza del viso, avvicinò la bocca alla lama e la leccò. La sua freddezza le fece crescere un brivido lungo alla schiena.

Non aveva paura. Il coltello la affascinava. L’attirava. Lo appoggiò nel braccio e mettendolo orizzontalmente, affondò la lama nella carne. La tirò, provocando un taglio lungo e profondo. Subito il sangue cominciò ad affluire fuori.

Il liquido rosso usciva inesorabile andando a sporcare la veste e il divano Bianchi. Oramai erano Rossi. Il Bianco si stava già sporcando. Era diventato del colore del Peccato.

Reiko osservava affascinata quel liquido.

Portò il coltello al polso e fece come prima. Altro sangue uscì dal braccio diafano della ragazza.

Tirò la testa indietro, chiudendo gli occhi, godendo del dolore che provava ma che piano, piano andava diminuendo. Non si era mai sentita così viva.

Continuò il suo gioco. Il Bianco era diventato Rosso. Il Bene era stato sopraffatto dal Male. Il Peccato fece sentire il suo potere. Reiko si sentiva bene.

Il sangue usciva inesorabile, la giovane donna sentiva uscire dal proprio corpo tutte le sue energie. Stava per raggiungere il suo obiettivo. La Morte.
Tutto sarebbe andato per il meglio se proprio in quel istante la porta non si apriva.

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L’ormai famoso calciatore della Juventus, Kojiro Hiyuga, entrò. Quel giorno si sentiva inquieto e non sapeva il perché. Non sapeva se era la pioggia o chissà cos’altro. Era teso. Appena varcò la soglia di casa sentì subito un’aria tesa e preoccupata. Si tolse le Nike nere e rosse e appoggiò la giacca all’attaccapanni. Silenziosamente, come per paura di disturbare qualche spirito, si diresse verso il salotto. Appena entrò nella sala si trovò di fronte quella scena agghiacciante.

Gli occhi si spalancarono del tutto e le due perle scure al loro interno, divennero più chiare. Impallidì. Aprì la bocca per urlare ma non emise alcun suono. Voleva correre verso Reiko ma sentiva le gambe paralizzate, non riusciva a muoversi. Dopo vari secondi riuscì a recuperare il suo Io e corse verso la ragazza. Era sdraiata, coperta dal suo sangue. Dal braccio il liquido rosso continuava ad uscire. Il cuore batteva flebile. Kojiro la prese in braccio e la portò in bagno. La sdraiò nella vasca e aprì l’acqua fredda. Buttò il getto nel braccio cercando di fermare l’emorragia. Ci riuscì. Chiuse il rubinetto e con un asciugamano cominciò a pulire la ragazza, poi prese una benda e fasciò l’arto il più stretto possibile.

Tirò fuori Reiko dalla vasca e la mise per terra. Era pallida. Il cuore batteva piano e il respiro era irregolare. Era fredda. L’abbracciò, cercando di scaldarla. Disse il suo nome. Prima piano poi, sempre più forte.
Non doveva morire. Lui, non sarebbe riuscito a stare senza di lei, l’amava troppo. Non riusciva a pensare a una vita senza Reiko.

Una calda lacrima gli scese dagli occhi, sviluppandosi nella guancia e morendo sulla spalla della donna. Inconsciamente ripeteva il suo nome.

Quel abbraccio caldo e quella voce bassa e roca arrivarono alla mente di Reiko. La mano di lei posata a terra si mosse debolmente. I suoi occhi addormentati si mossero, cercando di aprirsi. Non riusciva a capire dove si trovasse, chi la stesse tenendo stretta e cosa fosse successo. Era ancora confusa. Aprì gli occhi del tutto e a fianco alla sua faccia vide il viso di Kojiro. Cominciò a ricordare. Aveva cercato di suicidarsi, facendola finita una volta per tutte.

Tirò su il braccio dolorante e poggiò la mano sulla testa di Kojiro. Il ragazzo appena sentì quel tocco tirò su il viso incrociando gli occhi dell’amata. Le sue perle scure si fusero con le perle azzurre di Reiko.
Dagli occhi della ragazza iniziarono a sgorgare lacrime salate e dalla sua bocca uscirono parole di perdono. Kojiro, vedendola viva, l’abbracciò più stretta e lacrime di gioia scesero dai suoi occhi neri.
La ragazza rispose all’abbraccio.

Rimasero diversi minuti così. Avevano paura che tutto quello non fosse vero, che lasciando l’uno o l’altro, tutto sarebbe scomparso facendogli vedere un mondo diverso. Facendogli vedere l’inferno.
Invece era tutto vero. Reiko era viva, Kojiro era a casa e stavano insieme.

Si staccarono dall’abbraccio e si baciarono. Kojiro la guardò. Le guance di lei stavano riprendendo colore. Reiko era viva. Mai in vita sua si sentì così viva quanto in quel momento.
I problemi personali, il suo passato, sparirono del tutto. Quello che importava era quel attimo, quello sguardo pieno d’amore.

Kojiro Hiyuga. Il suo uomo. La sua vita.

Reiko non era mai stata amata. Lui era l’unico che glielo dimostrava sinceramente. Era l’unico a cui importasse la sua vita e quel pomeriggio, lei, voleva far finire tutto questo perché lo sentiva come uno sbaglio. Ma grazie a lui, capì che tutto quello che capita nella vita non sono sbagli, ma esperienza da cui imparare. Il dolore non va curato col sangue, ma con l’amore di chi ti sta vicino. E Kojiro, di certo, l’avrebbe curata.


Fuori non pioveva più. Il sole era tramontato lasciando dietro di sé oscurità.
Le nuvole erano sparite e al posto loro erano spuntate la Luna Piena e le Stelle che illuminarono il cielo.

-the end-
bonsour madame e monsier ^O^
tutto ciò che avete letto mi è uscito dalla mia testolina malata esattamente 40 minuti fa ^^ ficcina scritta di getto su un Manga/Anime che mi piace molto, Capitan Tsubasa. Quindi, rammento che Kojiro Hiyuga non è mio ma di Yoichi Takahashi; mentre Reiko Miyazaki e tutta mia u.u

spero che questa one-shot vi sia piaciuta ^^

aspetto commenti!!!

Un bacio Glo=)



Capitan Tsubasa. a di getto! ina scritta di getto! ina malata _______________
___*-_-**-_-**il cielo.
 
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