VOLANDO SU LONDRA
- Capitolo 1° -
Questa idea di una FanFic di Peter Pan mi è venuta in mente dopo aver visto il film in televisione. Adoro quel film, personalmente, anche se non rispecchia PERFETTAMENTE la storia del libro. Per questo ho pubblicato sotto "film" e non sotto "libri". Spero che vi piaccia come idea. E' dedicata a chi, come me, non ha visto il cartone della Disney "ritorno all'isola che non c'è" e vuole vedere Peter e Wendy insieme. Vi lascio alla lettura, ora!
Capitan Uncino era appena stato ingoiato dal coccodrillo, gli uomini si erano buttati in mare e Peter Pan era in volo sulla sua nave. Proprio così: in volo! Tutte le fatine dell'Isola che non c'è stavano spingendo la nave di Capitan Uncino su un mare di nuvole rosa, ma la ciurma era alquanto bizzarra: era formata infatti dal grande rivale del pirata, Peter Pan, dai bambini perduti caduti dalle carrozzine quando la tata non guardava e dai tre fratelli Darling, ovvero Wendy, John e Jack (ehm.. Non mi ricordavo come si chiamava il bambino più piccolo, quindi l'ho chiamato "Jack" ^^' Magari è pure giusto..n.d.a.).
Volavano sui tetti di Londra, quando Wendy parlò a Peter. Erano molto silenziosi quella sera, la ragazza aveva deciso di tornare a casa dai genitori e diventare adulta assieme ai fratelli e ai Bambini Perduti, mentre Peter aveva deciso di restare con Campanellino nell'Isola che non c'è. Non voleva diventare grande, e non aveva bisogno di voler bene. Era felice così, avrebbe passato la vita a spassarsela giocando con Campanellino e i pirati. Ma ora non ci sarebbe più stato Capitan Uncino. E nemmeno i Bambini. Neanche Wendy.. E dopo aver giocato, cosa avrebbe fatto? "Giocherò ancora!" avrebbe forse risposto qualche giorno prima.
Wendy, intanto, stava chiacchierando con i Bambini: avevano tantissime domande a proposito della vita vera, la vita con una mamma e un papà. -Wendy, cosa si fa a scuola?- chiese Pennino saltellando. -Oh beh, ti insegnano a leggere.. E a scrivere!- rispose pazientemente lei. -E a cosa serve leggere? Sappiamo già parlare!- fece Flautino con espressione interrogativa. Lei replicò, spaesata -Come? Beh.. Attraverso la lettura si possono raccontare storie! E scrivendole si possono tramandare di generazione in generazione, così nessuno le dimentica-. -Oh- sospirò colpito Flautino. Wendy sorrise e continuò -E non è tutto: vi insegneranno le operazioni aritmetiche, le equazioni, le radici quadrate.. Tutto ciò che ha a che fare con la matematica. Ma c'è da stare attenti, perché se ti distrai l'insegnante manda una lettera ai tuoi genitori e vieni punito!-. I Bambini trattennero il fiato e John continuò: -Invece se fate attenzione e studiate vi fanno tutti i complimenti!-. Leo intervenne -Ma studiare è noioso!-. Tutti concordarono annuendo e sbuffando, ma vennero interrotti da John -Se studierete avrete un lavoro, e con un lavoro potrete mantenere la vostra famiglia e vivere per sempre felici e cont...- ma fu interrotto da Peter -Non è vero! Non è vero! Non vivrete per sempre! Diventerete grandi, solo nell'Isola che non c'è potrete vivere per sempre!-. Wendy si alzò in piedi e si avvicinò al ragazzo -Già, per sempre. Ma felici e contenti?-, dopodiché corse via e si sbatté la porta alle spalle. Peter si morse un labbro e scosse la testa furiosamente, ma non urlò come avrebbe fatto in una sutuazione normale; avrebbe ferito Wendy, e questo non lo voleva. Diede un calcio ad un secchio lì vicino e si buttò a sedere per terra. Campanellino gli si avvicinò e gli svolazzò un po' intorno. finalmente Peter si accorse di lei, infatti da un po' stava cercando di dirgli che erano quasi arrivati a casa Darling. Lui si mise la testa tra le ginocchia.
I Bambini, intanto, parlottavano tra loro. Legnetto prese la parola -Ragazzi, a me piacerebbe davvero avere una famiglia-. Gli altri concordarono solennemente. Ma Pennino aggiunse, piangendo -Ma Peter? Mi mancherà tanto!-. ci fu un mormorio di assenso generale. Ognuno nella mente era combattuto tra Peter e Famiglia, non potevano avere sia uno che l'altro. Dovevano scegliere.
Wendy piangeva silenziosamente sulla sedia appartenuta a Capitano Uncino. Aveva mille pensieri per la testa. Ricordò la madre, che non aveva mai pensato a lei e ai suoi fratelli, e al padre, troppo impegnato negli affari per accorgersi dei figli. E poi Nana, il bel San Bernardo che faceva da "Tata" ai fratelli. E ancora Peter, che si diceva non sapesse amare, e i fratelli che contavano su di lei perché era la più grande, e i Bambini Perduti, che la volevano come mamma e la ascoltavano sempre con attenzione.. Non poteva costringere Peter a vivere con loro, non doveva abbandonare Campanellino, che sarebbe diventata gelosa e avrebbe odiato Wendy..
La porta si aprì ed entrò Peter, seguito dalla sua fatina. -Mh.. Trilly.. potresti uscire un secondo? Parlo un attimo con Wendy e..-, ma quella era già scomparsa.
Il ragazzo si avvicinò alla vecchia scrivania di legno. -Wendy, io ho deciso,- cominciò -non posso lasciare Campanellino da sola sull'Isola che non c'è. Quindi mi dispiace...-. La ragazza nascose il viso tra le braccia, e Peter continuò -Già, mi dispiace perché dovrai sopportare anche lei, che diventerà adulta con noi-. Wendy alzò il volto di scatto -Allora resti!-. Peter sorrise radioso -Sì, resto!-. La ragazza gli si buttò al collo e lui la strinse forte a se; poi ricordò il bacio che aveva ricevuto da lei circa un'ora prima e arrossì, staccandosi dall'abbraccio e abbassando lo sguardo grattandosi la nuca -Ehm, sì beh, ecco io.. Vado fuori a dirlo agli altri!-. Wendy restò ferma in quel punto ed aspettò di sentre la porta chiudersi, poi fece un giro su se stessa. Il sorriso e il colorito sul suo viso erano dovuti ad un solo fattore: Peter.
CONTINUA...
Beh, lo so, è un po' corto ^^" ma è solo il primo capitolo, quindi perdonatemi!!!
Commentate per favore!!!! Nel fermo posta c'è la polvere T_T
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