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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LA BAMBINA CHE VEDEVA LE FATE
Genere: Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: mimi-evilpanter galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/10/2007 23:50:41

Una bambina è orfana, vive dagli zii, si isola dal mondo e si perde in una favolosa avventura..
 
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UN GIORNO COME GLI ALTRI
- Capitolo 1° -

Io adoro il fantasy. E' il mio genere preferito. Tuttavia è una delle prime fanfiction così che pubblico. Inizialmente doveva essere un racconto di pochi capitoli, ma potrebbe diventare qualcosa tipo <<Le cronache di Narnia>> XD
Spero vi piaccia! Aspetto dei commenti!

LA BAMBINA CHE VEDEVA LE FATE
CAPITOLO 1 -UN GIORNO COME GLI ALTRI-

Yaya guardava fuori dalla finestra, il naso appoggiato al vetro freddo,il naso appoggiato al vetro freddo. I capelli castano scuro a caschetto le incorniciavano teneramente il volto e la corta frangia si era appiccicata sulla fronte. Gli occhioni scuri analizzavano il mondo là fuori; un tappeto di neve si estendeva al suolo, lasciando spazio solamente a qualche albero addormentato e spoglio. I sempreverdi erano completamente imbiancati, tranne che in qualche punto in cui erano visibili alcuni aghetti scuri, che, Yaya pensava, provavano a scappare dalla fredda neve che provava a soffocarli. Il cielo si stava pian piano scurendo e la neve aveva smesso di scendere da un pezzo. Ma le nuvole erano ancora lì, per proibire alla luna di godersi il panorama candido. Sull'abete vicino alla finestra, Yaya notò qualcosa, forse un animaletto, che si muoveva. Aguzzò la vista, ma non scoprì nulla, forse se lo era immaginato.
La bimba si staccò dal vetro, che pian piano si era appannato. Con il dito disegnò qualcosa, ma si arrestò subito: la mamma non voleva che lei scrivesse sui vetri. Cioè... Non avrebbe voluto, se fosse stata ancora.
Aprì la tenda e si sedette sul letto. Guardò l'ora dal suo orologio da parete. Le sette e mezza. Le era sempre piaciuto quell'orologio. Era quadrato, con la cornice dorata finemente decorata con un motivo a foglie. I numeri erano scritti in gotico, glielo aveva detto la zia, ma non aveva mai capito cosa volesse dire quella parola.
Le lancette luccicavano e riflettevano la parete di fronte. Sopra al comodino era appoggiato un libro: Il Giardino Segreto. Era il suo preferito! All'età di otto anni aveva già letto metà dei libri per bambini della biblioteca comunale. Era la sua passione.
Lo prese in mano e cominciò a sfogliarlo, cercando uno dei suoi pezzi preferiti.
<<Yaya! Vieni giù, la cena è pronta!>> La voce della zia risuonò nel corridoio. La bambina sbuffò e si rimise in piedi, infilando le ciabatte. Si chiuse la porta alle spalle e arrivò in cucina. La zia Mary cucinava febbrilmente e si muoveva con una certa sicurezza tra i fornelli, canticchiando qualcosa che Yaya non riconosceva. I lunghi capelli biondo fuliggine erano legati con un mollettone e gli occhi azzurri erano vivaci, un po' stanchi forse. Il grembiule multicolore era annodato alla vita e dalla taschina spuntava un lungo cucchiaio di legno.
Yaya spostò una sedia e ci si arrampicò sopra, e la zia si accorse della sua presenza. <<Ah, sei arrivata! E io che stavo arrivando a chiamarti!>> Rise. <<Ihih.. Che cosa hai fatto da mangiare?>> Chiese lei.
<<Uhm.. Lasagne e polpettone.>> fece la zia, indicando prima una teglia che aveva appena tirato fuori dal forno, e poi il orno a microonde. Yaya si leccò i baffi. <<E.. Zia? Cos'è quella cosa che saltella sulla pentola?>> <<Cosa? Dove?>> <<Ah no.. Era solamente il vapore..>> <<Eh già, Yaya, sono i giochi di colore del vapore acqueo>> <<Ah.. Capisco. Allora.. Poi facciamo una torta?>>. Zia Mary sorrise teneramente e scrollò il capo <<Ora no! Domani quando ritorni da scuola.>> Yaya annuì <<Va bene. Ma che torta facciamo?>> La zia si tolse un guanto da cucina dalla mano e scelse un libro da una mensola, "Dolci per ogni occasione". <<Scegliene una, così domani mattina, mentre sei a scuola, vado a comperare gli ingredienti e quando torni la facciamo insieme. <<Ok.>> La bambina iniziò a sfogliare il librone illustrato. Quante delizie.. Torte con montagne di bianca panna montata, lunghi salami di cioccolato con pezzetti di biscotto, crostate croccanti con marmellata di fragole, meringate con meringhe piccoline e dall'aria fragile..
Alla fine scelse una delle torte con la panna e le fragole. <<Zia, questa!>> La zia si avvicinò al libro <<Mh.. Sì. Ma è una torta abbastanza grande, e lo zio non mangia dolci! Dovremo invitare qualche tuo amichetto qui da noi a mangiarla.>> Lo sguardo di Yaya si rabbuiò. Non aveva degli amici con cui condividere la sua torta. I suoi genitori erano morti entrambi sei mesi prima e lei era andata a vivere con zia Mary e zio Tom in un altro paesino ai piedi delle montagne. Ma non si era ancora fatta degli amici, preferiva stare da sola. In fondo aveva già gli zii con sè. Una piccola vocina nella sua testa fece "Forse.. Gli amici servono ad essere invitati a magiare la torta di panna e fragole..?". La zia notò lo sguardo rabbuiato di Yaya e chiese <<Cosa c'è cara?>> La bambina scrollò la testa per scacciare la vocina nella sua testa e rispose alla zia con un sorriso <<Nulla!>> Non voleva certo farla preoccupare.
Mary si rasserenò ed andò a tirare fuori il polpettone. Appena aperto il forno a microonde si liberò nell'aria un sublime profumino di spezie. In quel momento bussarono alla porta. <<Yaya, vai tu per favore, deve essere lo zio>> Yaya corse verso la porta e aprì. Era proprio lo zio!
Lei gli sorrise radiosa e lui la prese in braccio con le forti braccia. <<Oh, eccola qua la nostra futura scrittrice!>> La zia lo guardò con aria interrogativa. <<Sono andata a parlare con gli insegnanti di Yaya! A quanto pare ha un'innato talento per la letteratura e l'arte. E' molto molto creativa!>> Disse, scompigliando i capelli alla nipotina, che non aveva smesso di sorridere. <<E brava la nostra Yaya! Ora ceniamo, è pronto da un pezzo.>>
Mangiarono di gran gusto, dopodiché gli zii sprepararono la tavola e Yaya decise di fare un bel bagno rilassante. Si avviò verso il bagno, contenta delle lodi ricevute dagli zii e dagli insegnanti e si chiuse la porta alle spalle. Aprì l'acqua calda e svuotò mezzo barattolo di bagnoschiuma, si svestì e entrò nell'ampia vasca.
Yaya giocò con la schiuma e con le Barbie, il cui costume cambiava colore con l'acqua calda, per un po', poi si coricò e si rilassò, chiudendo gli occhi. Adorava stare a mollo lì dentro! Prese il barattolino delle bolle di sapone e cominciò a farne di tutte le grandezze; ne fece una particolarmente grande, con riflessi azzurrini. Ma... Cosa vide?! Nella bolla sembrava esserci qualcuno!
Si strofinò gli occhi e ricontrollò: non c'era nulla. Yaya pensò di esserselo solo immaginato, ma era già la terza volta in un giorno.. Uscì dal bagno con l'accappatoio e si buttò sul suo lettino. I capelli corti arruffati scendevano sugli occhi. Guardò l'orologio: qualcosa lo aveva aperto!
Poi Yaya rifletté.."Mh.. No, sono solo i miei capelli davanti agli occhi, scommetto..". Scostò la frangia e..
Non c'era nulla. Uff! Eppure era sicurissima di aver visto qualcosa!
Si mise il pigiamino verde chiaro in pile, perché la nonna diceva che di notte faceva freddo. Poi avvicinò la sediolina piccola alla parete, proprio sotto all'orologio. Salì stando attenta a non cadere e toccò il vetro del quadrante. Tutto sembrava normale... Provò a forzare leggermente la cornice dorata: nulla. Ma quell'orologio si era aperta DAVVERO! Non poteva essersi immaginata tutte quelle cose..
<<Yaya.. Posso entrare?>> La zia stava bussando alla porta. La bambina scese velocemente <<S-sì certo zia!>> <<Che stavi facendo?>> <<Nulla zia>> <<Bene.. Io e lo zio Tom andiamo a letto. Dai, anche tu, su.>> fece Mary.
Yaya si sistemò sotto le coperte con calma e la zia le diede il bacio della buonanotte, dopodiché chiuse la porta e Yaya restò sola. Si rimise a sedere sul letto e frugò sotto il cuscino, estraendo una pila che accese all'istante. Tutto attorno a lei aveva un aspetto così tranquillo, forse un po' spettrale, ma non aveva paura. Si alzò in piedi e camminò fino all'orologio, stando attenta che lo scalpiccìo non fosse troppo rumoroso. Non voleva certo svegliare gli zii!
Arrivò sin sotto l'orologio, sembrava non avere nulla di strano. Che belli i riflessi e i giochi di luce che creava l'oro della cornice con la luce della luna che si infiltrava dalle persiane serrate...
Pian piano si avvicinò alla finestra e aprì la finestra e le persiane. Le tende dopo pochi ampi movimenti tornarono immobili. Aveva ricominciato a nevicare e fuori non c'era un fil di vento. Sembrava tutto immobile, con i fiocchi di neve che ballavano tra gli alberi e le case, prendendo l'aspetto di fatine danzanti dall'aria divertita.
Ad un tratto, Yaya si distolse dai suoi pensieri e osservò stupita lo spettacolo che le si stava presentando: un fiocco di neve che emanava luce era entrato nella sua stanza, sembrava quasi una stellina. Poi, osservando meglio, notò che non era quel che sembrava: era una specie di fata tutta bianca! Fece qualche giretto per la camera, soffermadosi ad osservare qualche disegno e alcuni peluches, poi notò l'orologiò, lo toccò con una delle sue piccolissime e fragili dita e sparì all'istante, come risucchiata dal punto d'incontro delle lancette, ignorando completamente la presenza della bambina.
Yaya era restata a bocca aperta e corse verso la sedia, che spostò per guardare l'orologio. Purtroppo, però, non fece abbastanza attenzione e l'evidente rumore fece svegliare zia Mary, che entrò quasi immediatamente nella stanza. <<Yaya! Che stai facendo a quest'ora?!>> esclamò, con aria severa. <<C'era una fata! E' entrata nell'orologio, zia!>> saltellò lei. <<Ma.. Che stai dicendo? E perché c'è la finestra aperta? Ma sai che rischi di prenderti un raffreddore?>> ammonì Mary, affrettandosi a richiudere la porta-finestra. <<Ma c'era davvero, zia, e ora devo toccare l'orologio per..>>. <<Ora basta, è ora di andare a dormire! Lascerò la porta aperta, non farai più brutti sogni!>>. <<Zia, ma non è un brutto sogno! C'era qualcuno, e le fate ballavano e..>>. Ma la zia la interruppe <<Ok, è troppo per questa sera! Ora mettiti subito a letto e vedi di restarci se non vuoi meritarti un castigo! Starò al tuo fianco fino a che non ti sarai addormentata>>. Yaya abbassò il volto, intuendo che forse era meglio lasciare perdere per quella sera. Mary le rimboccò le coperte e la bambina chiuse gli occhi per far finta di addormentarsi, col risultato che si addormentò per davvero.


CONTINUA...

Spero vi sia piaciuto come inizio!
Accetto critiche ed elogi, qualsiasi cosa purché riempiate il mio fermo posta!!! Baci^*^


 
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